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29 ottobre 2014

Halloween: i segreti per un party da paura


 Halloween, un party da paura


Quale che sia la sua origine, alcuni la fanno risalire addirittura alla festa romana dedicata alla dea dei frutti Pomona, Halloween è una festa per grandi e piccini.
I protagonisti indiscussi sono la zucca intagliata, le streghe e i fantasmi. Per questo motivo si può dare sfogo alla propria creatività per rendere il più "schifoso possibile" la sera del 31 Ottobre.
Si può inziare con gli addobbi per poi arrivare al cibo da servire e infine ai costumi di chi alla festa partecipa.
Ecco di seguito qualche segreto per organizzare un party da brividi. Poche idee carine, facili e veloci da mettere in pratica e la festa sarà memorabile! Vediamo se siete d'accordo con me.

Iniziamo dalle decorazioni fuori casa...

Non tutti possediamo case con grandi giardini e cortili, come in America o in Gran Bretagna, il party dunque inizia dalla porta.
Ecco un paio di soluzioni:

Halloween: ecco gli addobbi per la porta
Basta un po' di cartoncino nero per ritagliare pipistrelli di varie dimensioni che volino sulla porta di casa (anche la carta adesiva in vellutino è perfetta).
Per la ghirlanda ci vogliono dei fiori finti neri, un po' di ovatta e qualche ragnetto, tullè nero che non guasta e un bel teschio che se la rida. Si può avere una base di ramoscelli o anche una più semplice ed economica in polisterolo. Basterà distribuire a cerchio tutto e il gioco è fatto!

Una volta entrati ...

I vostri ospiti dovranno trovare spuntini paurosi... guardate cosa ho trovato...
Halloween: menù da paura

Ciambelle con dentiere in plastica e occhietti. Le dentiere finte di dracula si trovano in cartoleria i secondi possono essere realizzati con carta e pennarello oppure con zuccherini e chicchi di caffè.
Ancora più semplici realizzare gli hot dog con le dita! Wurstel, ketchup e mandorle... tutto buono e terribilmente schifoso!
Gustosi e meno "paurosi" gli spicchi di zucca fatti al forno, bucati in forme a tema come stelle e faccine e un dessert terrificante...tortino al cioccolato con spolverata di carote e bastoncini al cioccolato per creare le zampette, guardate qua:

Halloween: antipasti di zucca e dessert a forma di ragno

Per presentare una tavola spettrale ecco un'idea non troppo estrema... fatta di scopette segna posto, candele e un bel corvo nero che si guarda tutta la scena.
C'è chi è più sanguinario e mette finte bare da morto a fare da contenitori di cibi o da vassoi per un grande buffet.
Qualcuno si diverte a inscenare una scena del delitto (crime's scene) mettendo sulla tavola una camicia bianca sbottonata e sporca di sugo (sangue), abbinata a un paio di pantaloni (o a una gonna) altrettanto mal ridotti sopra i quali posizionare spuntini poco "attraenti" come siringhe ripiene di succo d'arancia rossa!
A ognuno il suo gusto, il mio è decisamente più soft...


La spettrale padrona di casa...

Ricordatevi che non esiste Halloween senza un costume che metta i brividi... un gatto nero e una Zucca gigante!
Quindi preparate un trucco da teschio messicano, un lenzuolo per trasformarvi in fantasma e una zucca svuotata con una candela accesa dentro.
Mettete un guinzaglio al gatto e portate sulla spalla un corvo o un ragno nero e peloso.



Halloween: chi sarà questa mamma cadavere???


Se non appartenete al gruppo di quelli che si vestono perchè non siete più bambini fuori (nè dentro) non dimenticatevi di preparare i dolcetti se non volete ricevere gli scherzetti...
Alla domanda "Trick or Treat?" non fatevi trovare impreparate.
Basteranno barrette di cioccolata, caramelle gelatinose e liquirizie. Se poi volete rimanere in tema sarà facile trovare in questi giorni sia negli alimentari che nelle cartolerie: caramelle di zucchero a forma di ragno, gelatine al sapore di vomito e tante belle schifezze.

Non mi resta che augurare buon Halloween a tutti voi Mostriciattoli....  

Halloween: cookies, marmellata di lamponi, marshmallow bianchi e mandorle per i canini...

27 ottobre 2014

Sampdoria - AsRoma 0-0 : non si può vincere sempre.

 
Sampdoria - As Roma: Stefano e Christian in campo con i giocatori e nei cuori di tutti

Sampdoria - As Roma reti inviolate e c'è chi la chiama crisi

Sabato pomeriggio è stato un sabato strano. La mattina ero andata a trovare la mia amica Michelangela e i suoi cuccioli Giorgio e Bianca. La città era bloccata dalla manifestazione della Cgil e tutta Roma era avvolta in un solo colore: il rosso. 
Rossa la rabbia, rosso il cuore a vederla così illuminata dal sole e abbracciata dal vento, Roma sembrava pulsare sangue
Il pomeriggio poi è passato alla ricerca di un caffè e di un pasticcino da comprare per un dessert da mangiucchiare durante la partita ed ecco che le 20.45 sono arrivate subito. 
Susan e Fabio ci avevano invitato a vedere la partita da loro ma contro la Samp è una partita strana da guardare in religioso silenzio. 
Tanto per cominciare sulla panchina della Sampdoria c'è Sinisa Mihajlovic, ex romanista ma soprattutto ex laziale. Poi la Samp ci ha regalato la gioia di uno dei più bei gol di Francesco Totti ma anche la delusione di sonore sconfitte come quel 3-1 all'esordio in panchina di Andreazzoli. 
Insomma Sampdoria - Roma è una partita mai scontata, soprattutto quest'anno che i blu cerchiati non hanno mai perso e sono terzi in classifica. 
Quindi concentrati e ai soliti posti di combattimento. 
"Come la vedi sabato?" 
Al ristorante Fabio voleva una parola di conforto mentre zio Fabrizio storceva la bocca, rispondevo con quella spalvederia tipica di chi ha fiducia nei propri mezzi: 
"Facile, cioè quest'anno in Campionato non mi voglio proprio preoccupare mica crederete a questa storia "giornalistica" della crisi?"
"No, No, non ci penso proprio" Fabio è troppo romanista per cascare nel tranello. 
Così sabato speravo in una bella vittoria ma mi sono dovuta accontentare di un pareggio e un po', un po' tanto, mi rode. 
Diciamo subito una cosa: la Roma non è in crisi, ha pareggiato una partita contro una buona squadra che tra i suoi grandi meriti ha quello di avere un bravissimo portiere. 
Ha avuto un possesso palla schiacciante, ha preso un palo e subìto una parata da parte di Romero che nemmeno se la ripete altre 100 volte gli riesce di nuovo così. 
Quindi la Roma c'è nonostante le molte assenze e non è in crisi. Come si può parlare di crisi di una squadra che ha perso in Champions malissimo ma contro una squadra fortissima (fatta da nazionali che hanno vinto la Coppa del Mondo) e che ha pareggiato una sola volta in Campionato?
La Juventus sta facendo lo stesso percorso con la differenza punti nello scontro diretto vinto alla loro maniera. Allora??? Allora siamo primi sul campo, no??? 
Papà si lamenta un po' ma non troppo: 
"Magari i cambi andavano fatti prima"
Eh, già ma se l'allenatore non l'ha fatto ci sarà un motivo. Una cosa è certa: il turno infrasettimanale che vedrà la Roma contro il Cesena, ci aiuterà a scrollarci di dosso gli insetti. 
Gli insetti, chiamo così laziali e juventini, che hanno ricominciato a ronzare. Basterà una vittoria per vederli di nuovo sparire, storditi da uno schiaffo e rimessi al loro posto. 
La partita di Genova ha poi avuto un altro importante compito. Ha celebrato, prima di entrare in campo, due persone che non ci sono più, un padre e un figlio, due angeli. 
Volutamente lo scorso post su Tacco 12 cm non ho parlato di loro. 
Una tragedia troppo grande che le parole e il ricordo potevano far scadere nella retorica, nel detto cento volte, svuotando di significato quella che è stata un'ingiustizia divina o del destino. 
I giocatori della Roma hanno deciso di ricordare Stefano e il piccolo Christian con una t-shirt con sopra impressa una foto dei due tifosi. Quello che è stato ancora più importante e che Stefano e Christian non li ha ricordati solo l'As Roma ma molti tifosi anche negli altri stadi. 
Ogni curva li ha accolti nel loro cuore a dimostrazione che non è tutto perso, che davvero davanti alla vita il calcio non ha colori e si ferma a ricordare.

22 ottobre 2014

As Roma - Bayern Monaco 1-7 : Deja vu, Curva Sud e pensieri romanisti


AsRoma - Bayern Monaco: La Curva Sud

As Roma - Bayern Monaco è finita nel peggiore dei modi: 1-7

"Che è quel 17, ahò?" il ragazzo nella fila dietro quasi allo scadere dei 90 minuti s'interroga sui numeri che appaiono sul cartellone.
"La Disgrazia!" gli rispondo e ci facciamo un mezzo sorriso.
Perchè se c'è da salvare qualcosa dalla serataccia di ieri siamo come sempre noi tifosi. Gente che ha riempito l'Olimpico al punto di farlo scoppiare. Noi che siamo arrivati in 70.544 mila chi con la febbre, chi con una caviglia slogata. Ho visto pure uno con un braccio ingessato. Tutti decisi a sostenere la Roma, tutti almeno fino a un certo punto.
Infatti alla fine del primo tempo, qualcuno ha abbandonato il proprio posto. Dopo il gol di Gervinho una lieve speranza si era di nuovo conficcata nei nostri animi come una fiammella ancora salva sotto una montagna di cenere. Una scintilla nascosta pronta a diventare un incendio.
Un primo tempo da dimenticare. Una squadra completamente ferma la nostra, merito di un Bayern Monaco fortissimo, di un'altra categoria che l'ha fatta diventare la squadra Campione di Germania prima e della Champions League dopo. Senza contare che buona parte di quei giocatori, aveva da poco inflitto 7 gol al Brasile, in casa, durante il Mondiale che poi li ha eletti i Migliori.
La Grande Madre Germania quando ha subodorato che la Roma stava prendendo coraggio, dopo due parate del portierone Neuer (classe '86) e un gol della solita pantera Gervinho, ha versato acqua su quella fiammella per spegnerla definitivamente. 
E' stato allora, sul 6-1 che qualche tifoso non ha retto all'umiliazione ed è andato via.

"Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale, tifoso occasionale, tifoso occasionale porti male!" 

La Curva Sud ha alzato questo coro mentre continuava a cantare e sbandierare, mentre continuava a fare il suo dovere. Quello di essere il dodicesimo uomo in campo.
Lo sanno i giocatori che a partita finita ci hanno applaudito. Lo sanno i tifosi tedeschi, tanti e meravigliosi nei loro colori bianco e rosso, in quello spicchio di Olimpico che sembrava uno stadio intero tanto hanno saltato e ritmato i cori a tempo con le mani. 
Meraviglioso Bayern al punto che non ti puoi nemmeno arrabbiare. La più forte squadra al mondo. Una sconfitta tattica, un gap quello tra loro e noi che solo un' intera squadra di Florenzi e Nainggolan avrebbe potuto provare a colmare. 
Alla fine del primo tempo telefono al ristorante, prima risponde Fabio con un tono che un morto resuscitato sarebbe sembrato più allegro. Dato che c'era poco di cui parlare mi sono fatta passare mio padre che per messaggio si era già preoccupato di chiedermi: "Che cazzo succede?"
"Eh, che cazzo succede secondo te?"
Sospiro e con il fiato che mi resta in corpo cerco di spiegargli che il Bayern è troppo forte. Lui litiga con zio che gli ricorda di preparare dei piatti ma lo fa in modo isterico a causa del suo umore da tifoso avvilito. Papà gli risponde male, la sconfitta brucia pure a lui. Scene da fratelli, scene da romanisti. 
Salgo le scale per tornare al mio posto e un bimbo che fa la fila al bagno ha il viso bagnato dalle lacrime come se un gavettone gli si fosse rotto in faccia. 
"E' uno scherzo!" lo avrei voluto consolare ma non sono riuscita a dirgli nulla se non a guardarlo con tenerezza. 
Sul cellulare mi arrivano gli aggiornamenti dal gruppo AsRomaForever. Famiglia Celata, Puglielli, BB e intrusi vari commentano la disfatta e poi... poi Adri, il più piccolo di casa, abbandona la conversazione.
Paolo, il padre, ci racconta che non ce l'ha fatta. A fine primo tempo ha smesso di vedere la partita. Ha abbandonato gli spalti proprio come i tifosi all'Olimpico. Paolo e il piccolo Vittorio invece hanno tenuto duro. A quel punto Adriano ha litigato con Vittorio e praticamente è successa la stessa cosa che pochi minuti prima avevo vissuto per telefono tra mio padre e mio zio solo che ci sono 50 anni di differenza!
Il calcio è così: c'è chi rimane lucido e chi proprio non ce la fa.

As Roma - Bayern : lo stadio Olimpico pieno

Siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui... con le nostre notti bianche ma non saremo stanchi neanche quando ti diremo ancora un altro siiiii..... 

La Curva ha continuato a cantare fino alla fine, anche quando l'arbitro ha fischiato tre volte. Il ragazzo che mi sedeva davanti con una giacca imbottita ha fatto la sauna poi è andato via 10 minuti prima. mentre Annalisa scuoteva la testa sin dall'inizio con un "nun ce la posso fa" la mia memoria mi ha trascinato a 7 anni fa e a quegli altri 7 famosi gol vissuti in solitaria nel salotto dei miei genitori. 
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe accaduto di nuovo?
E mentre sul 5-1 qualcuno gridava verso il campo:
"Dajee so' cottiii!!!" 
Pensavo con il sorriso della serie mai arrendersi, che alla fine quei gol subiti erano meno tristi di quelli visti da sola, spalmata sul parquet per la disperazione. 
Usciamo dallo stadio ormai vuoto. 
Lorenzo, Marco, Simone e Francesco aspettano me e Mirko.
"Andiamo a mangiare una pizzetta?" 
Gli facciamo di si con la testa. Nel percorso che ci separa dalla cena, a un semaforo rosso di viale Angelico, giro la testa e nel suv affianco al mio motorino vedo Bruno Conti
"Ciao Bruno" gli faccio. 
Il suo sorriso mi mette gioia e sento l'empatia che solo i romanisti condividono al primo sguardo. 
"Ciao a voi e buona serata.. cioè... va beh, dai è una buona serata" sorride Bruno e penso che lui ha perso una finale di Coppa dei Campioni e allora:
"Si, Bruno lo è" gli rispondo. 
La cena è piena di chiacchiere, di dichiarazioni post partita e un po' di birra. Qualche battuta e i ricordi di Patricia, che ci ha raggiunto per cena, brasiliana ancora ferita. Poi al momento di salutarci Lorenzo con solennità dice la sua:
"Comunque nel 2020 noi vinceremo la Champions League, ve lo dico oggi" 
M'allarga il cuore. Quanto amo i tifosi della Roma. Ci viene da ridere a tutti ma tutti alla fine ci speriamo. 
Strana razza quella romanista. Siamo fatti così nemmeno un 1-7 c'impedisce di sognare. Montiamo di nuovo in scooter e suoniamo a un gruppo di tifosi del Bayern: 
"Dajeeee!" gli facciamo. Loro rispondono con una risata di gioia.
Del resto il vero Calcio è questo: quando a vincere è il migliore, il rivale applaude e impara... in attesa di mettere in pratica l'insegnamento appreso.  


21 ottobre 2014

AS Roma - Chievo Verona: Tea, Totti ed è già Bayern

As Roma - Chievo: Francesco Totti segna il 3-0.

As Roma - Chievo Verona, basta un tempo.

La Storia Mia con l'As Roma continua.
Sono passate due settimane da quella partita che, ad oggi, con l' ammissione di colpa dell'arbitro Rocchi, continua a far parlare di lei. 
Sono passati tre giorni da una conferenza stampa che ha visto protagonista Rudi Garcia, il Capo Branco, una conferenza stampa che ha fatto tremare le gambe a molti. 
Il nuovo Mourinho è stato definito l'allenatore della Roma, personalmente non vedo alcuna somiglianza con Mourinho un allenatore che protegge i suoi giocatori ma tratta tutti gli altri senza rispetto. Garcia rispetta tutti.
Comunque sono passati due giorni da sabato pomeriggio alle 18.00 quando l'As Roma è scesa in campo contro il Chievo Verona e ha vinto.

"Il Capo Branco sono io ma i Lupi sono loro"

E i Lupi sabato erano davvero arrabbiati. Non sono bastati 15 giorni per smaltire il nervoso e la delusione di una partita mal arbitrata e tanto importante. Ricominciare. Questa era la parola d'ordine, il monito che ogni tifoso si ripeteva nel cuore e nella testa.
Come sbollire la rabbia in un giorno in cui bolliva anche la testa per via di un clima che sembrava più appropriato a una giornata di fine Maggio che a un sabato di metà Ottobre?
Solo una vittoria avrebbe dato l'effetto "ghiaccio" su una ferita tanto gonfia e arrossata. La Sud lo sa. Inneggia alla sua Roma con più voglia e più forza che mai. 
Si sfoga la Curva Sud contro quella Juventus "padrona" non solo del Campionato ma di un sistema che sembra non trovare mai fine. 
Roma - Chievo era la partita che tutti volevamo vedere perchè si presentava come la prova del 9, la partita dove dimostrare quello che la sconfitta di Torino ci aveva insegnato: essere i più forti.
Era il momento di far di nuovo vedere che : la "Roma è forte, fortissima e vincerà lo scudetto".
Era la partita della Roma ed era la partita di Tea
Tea è una bella bimba dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che porta il nome di un fiore e ha un cuore giallorosso. Sorella minore di Viola, è figlia di Daniela e Stefano, due persone appassionate, rispettivamente tifosi di Parma e Ascoli per nascita, poi trascinati dal tornado giallorosso dato che vivono a Roma da anni e le loro bimbe stanno crescendo nella Capitale.
Tea non ha dormito venerdì notte e, a dire la verità, sono giorni che non riusciva a prendere sonno, tanta era l'emozione. In casa hanno cercato di tenere i toni bassi ma alla fine mal si maschera l'euforia, anzi non la si maschera affatto. 
Tea vuole una foto con Totti, spera di aver il coraggio di avvicinarlo e di avere la fortuna di essere ascoltata. Deve trasformarsi in Viola per qualche minuto, sua sorella maggiore che non è timida come lei. Me la immagino la sua emozione e quella di Daniela e Stefano, tutta la loro euforia mi contagia, mi porta indietro nel tempo e mi ricorda che tifare per l'As Roma significa non crescere mai. 
Conosco bene Daniela e Stefano, conosco l'amore e la passione che trasmettono alle loro bimbe e la loro emozione, quella delle persone vere, non può che contagiarti perchè è pura come l'innocenza. 
I bambini vestiti come piccoli giocatori scendono in campo prima del fischio d'inizio per andare a fare la foto con la moscotte Romoletto come da routine. 
Vedo Tea con la divisa del Chievo, buon segno penso, vuol dire che scenderà in campo mano nella mano con un giocatore della Roma. 
Daniela, Stefano e Viola mi salutano dalla tribuna Montemario, poi Daniela m'invia un sms che urla "USCIRA' CON IL PORTIERE"! 
Grande Tea, la tua emozione è un po' anche mia
Saluto Alma, che è di nuovo all'Olimpico a farci compagnia, con i suoi anni e i suoi occhi di ricordi, mentre il mio pensiero vola a Marina che allo stadio questa sera non c'è e non ci sarà più. Che la Bionda delle Bionde tifi dal cielo come sa fare, noi da qui la sentiamo lo stesso. Ciao Sacra Sfinge.
La vita scorre nelle lancette che segnano le 14:58. 
L'Inno l'abbiamo cantato e Tea esce mano nella mano con De Sanctis proprio dietro a Francesco Totti. 
"Guarda! Guarda! Tea è dietro al Capitano" mi esalto indicando a Mirko verso il campo. 
"Sicuramente avrà fatto la foto allora!" 
Già. L'aveva fatta e l'aveva vista tutta Italia in tv. 
As Roma - Chievo: Tea con il Capitano

15 ottobre 2014

Tonino Cagnucci l'As Roma, 55 secondi e un Cielo da prendersi

Tonino Cagnucci durante la presentazione del suo libro '55 Secondi | foto Gino Mancini e Riccardo De Luca

Tonino Cagnucci: Juventus - Roma dice una cosa sola, questa Roma è forte


Lo scorso fine settimana il Campionato di calcio di serie A si è fermato perché scendeva in campo la Nazionale Italiana per le qualificazioni agli Europei. 
Per molti è stato un sospiro di sollievo, per altri una domenica "vuota". 
Per riempire questa mancanza, che solo noi tifosi "doc" possiamo capire, ho deciso di farmi una chiacchierata con Tonino Cagnucci. 
Tonino è giornalista, scrittore, autore, tifoso giallorosso e attualmente opinionista e collaboratore per Roma Radio , l''emittente radiofonica ufficiale dell'As Roma
Prima di tutto però, per me, Tonino è un poeta ed è questa la ragione per la quale ho voluto parlare con lui dopo la prima sconfitta dell'As Roma di quest'anno. 
Avevo bisogno di conforto, cercavo delle risposte e, dopo tutte queste polemiche, ero alla ricerca di pace e si sa che i poeti sono fatti di pace, non lo dico io ma un tale Pablo Neruda:

La Poesia è un atto di Pace. La Pace costituisce il Poeta come la Farina il Pane
    

Dunque chi meglio di Tonino avrebbe potuto aiutarmi? L'ho chiamato e abbiamo iniziato a parlare così... come due amici, due giornalisti, due tifosi feriti ma certi che la loro Roma ha un destino preciso...

Il tuo ultimo libro s'intitola "55 secondi", esattamente la durata del tempo in cui la Roma ha "vinto" la Coppa dei Campioni nel 1984 nella finale contro il Liverpool. Durante la conferenza stampa di presentazione di quel libro Baldissoni, direttore generale giallorosso, ha dichiarato: "Le sconfitte sono alla base delle vittorie".  Ecco prendendo a prestito questa frase ti chiedo: può la sconfitta contro la Juventus essere alla base di una vittoria?
Innanzitutto dipende cosa s'intende per "sconfitta". Il concetto di "sconfitta", così come quello di "vittoria" sono suscettibili a varie interpretazioni. Conta il modo in cui si vince o si perde. La partita contro la Juventus del 5 ottobre 2014 per me dice una cosa sola: che la Roma è forte. La seguo dal 1978 e posso dire che la Roma di quest'anno è ai livelli di quella Roma per me "intoccabile" degli Anni 80. Del resto è stato imbarazzante il modo in cui la Juventus ha vinto. 

Il dottor Alicicco con Ago Di Bartolomei
Si però alla fine ha vinto e molti romanisti nelle chiacchiere nei bar, sui giornali e in Parlamento mostrano una certa rassegnazione.
Già... e la rassegnazione si combatte combattendola. Anche la Roma del 1983 prima di diventare Campione d'Italia s'è presa l'episodio di Turone. Il punto è, che se sei più forte, alla fine vinci e basta. Ci vorrà del tempo ma alla fine vinci. Punto. Non sopporto i romanisti del "Mai 'na gioia" perché non appartiene all'indole romanista quel tipo di atteggiamento. Immaginati Falcao o Batistuta arrivare a Roma e dire: "Mai 'na Gioia". I vincenti vogliono vincere, per questo vincono. 
A questo punto mi viene naturale chiederti come giustifichi lo sfogo post partita del Capitano Francesco Totti?
In quel momento ha detto quello che tutti i tifosi romanisti avrebbero voluto dire. Lui però ha parlato anche per dire "qualcosa", per mandare un "messaggio" attraverso le telecamere. Conta il momento. Il giorno dopo è già un'altra storia: secondo voi Totti non ci crede allo Scudetto? Secondo voi Totti quando va a dormire non lo sogna questo scudetto? 
Nei giorni seguenti anche il Presidente giallorosso James Pallotta ha dichiarato: "... torneremo presto e lotteremo per arrivare in alto. Cominciate ad abituarvi". Molti hanno mal interpretato queste sue parole, tu cosa ne pensi?
Mi sembra evidente che il suo messaggio vada letto come un "Ragazzi andiamo a vincere".  Se c'è una società in Italia che ha combattuto i poteri forti e per poteri forti intendo: Figc, Lega, Osservatorio, palazzinari e politicanti vari questa è la Roma. "Cominciate ad abituarvi" è puro violese. Lui parla a tanti e a diversi livelli. 
In Champions quale credi sarà il cammino dell'As Roma. Ti aspettavi una squadra così forte?
Il mio augurio è di continuare così. La Roma ha già dimostrato di essere ai livelli dei campioni di Russia e Inghilterra (e d'Italia) ora sfidiamo quelli di Gerrmania. Mi aspetto di stare tra le stelle e brillare di luce propria e magari un giorno di prendere tutto il cielo. Per il momento seguiamo la scia. All'inizio pensavo che uscire dalla Champions e giocare l'Europa League potesse essere meglio se si voleva vincere qualche trofeo. Però la Roma è così bella che mi ha fatto cambiare idea. Spero vada avanti il più possibile. Che brilli. Anzi affinché "Roma nostra brillerà". 
Ci sono stati 55 secondi in cui la Roma si prese il cielo... come li ricordi?
Beh, sono stati 55 secondi in tutto, fino al coro della Sud "Roma! Roma! Roma!". Li ho scoperti adesso, con il tempo. Quella di Roma - Liverpool è stata una ferita dalla quale spurga ancora dignità, orgoglio, futuro. Noi siamo destinati a tornare lì, dove siamo rimasti. 
Tra i tuoi progetti ci sono altri libri?
Tutto quello che avevo da dire sulla Roma l'ho scritto nell'ultimo capitolo del libro 55 secondi. Se scriverò un libro sarà su altri argomenti. Adesso sono contento di lavorare in Radio e a Roma Radio. Mi piacerebbe di nuovo poter scrivere un programma come la "Domenica del Romanista" (Retesport) per poter parlare di cultura romanista e raccontare qualcosa di originale. Il più possibile almeno. Perché la Roma è un pezzo della vita di tanta e tanta gente....

Ringrazio Tonino con un "Forza Roma!" Mi sento meglio. Più sollevata, felice di appartenere a una categoria di tifosi fatta di gente per bene, appassionata e innamorata. Rileggo nei miei appunti le risposte che Tonino mi ha rilasciato ed ecco che mi appare nitida quella pace che andavo cercando, una pace fatta di versi e di parole messe in un equilibrio perfetto:

... che la Roma sia tra le stelle e brilli di luce propria e possa così un giorno prendersi tutto il cielo...

Dino Viola, del resto, già ce l'aveva insegnato quando, dopo una sconfitta in un  Roma - Juventus del 1983,  disse: "Sono proprio le cadute che fanno risorgere" e allora è da tempo che abbiamo imparato la lezione e anche se a volte la delusione ci assale noi non piangiamo, perchè piange il debole, i forti non piangono mai. 

Dino Viola, Presidente As Roma



12 ottobre 2014

Matrimoni Famosi. Dalla Canalis alla Hunziker, spose da favola.

Matrimoni Famosi: Michelle Hunziker ora signora Trussardi

Michelle Hunziker chiude la stagione dei matrimoni Vip


Da settembre a ottobre sono stati 4 i matimoni vip che hanno fatto molto parlare: 
quello di Elisabetta Canalis, di George Clooney (che non si è sposato con la Canalis!), di Carlotta Mantovan con Fabrizio Frizzi e per concludere in bellezza il matrimonio di Michelle Hunziker con Tomaso Trussardi

Matrimoni famosi ma anche Matrimoni belli e basta come quelli delle mie amiche : Giorgia, Vanessa e Valentina.
Sei spose ciascuna con uno stile e un'interpretazione personale del giorno più bello. 

Pronte per lanciarvi in sei spose da sogno???

Iniziamo con Elisabetta Canalis
Lei è già bella di suo. Fisico statuario. Ha deciso di dire si al suo Brian Perri. Tra tutte c'è da dire che la ex velina è quella che meno ha valorizzato il suo corpo. 
Lo stilista scelto è l'italiano Alessandro Angelozzi. La buona notizia è che dopo le nozze, invece di finire nell'armadio, il bel vestito di Elisabetta è finito all'asta ed è stato acquistato per 5.500 euro che serviranno a sostenere la comunità Criaturas di Alghero che si occupa dell'accoglienza di minori. 
Brava Eli! Voto : 7
Nonostante le critiche ricevute, ci tenevo a dare un bel 9 a Belen Rodriguez
L'invitata che nessuno vorrebbe invitare, perchè si sa che lei brilla di luce propria ha sfoggiato un nude look provocante. Il suo vestito blu elettrico dello stilista libanese Zuhair Murad era incantevole. 
Non raggiunge il 10 perchè forse, in occasione del matrimonio di un'amica, avrebbe dovuto rimanere più low profile.

Matrimoni Famosi: la Canalis sposa il 14 Settembre 2014



Amal Allamudin è la seconda sposa famosa di settembre. 
La 36 enne, avvocatessa libanese, è diventata la signora Clooney. Il 29 settembre 2014 a Venezia è apparsa avvolta in uno degli abiti da sposa di quello che è considerato una star tra gli stilisti: Oscar della Renta
Magra, alta e sinuosa in quanto a stile ne ha da vendere. Hanno fatto il giro del mondo i vestiti che ha sfoggiato nei 3 giorni di festeggiamento al Lido. Accessori di lusso, incluso il bel George, sempre al con lei.
Da segnalare anche il vestito in pizzo e fiori di Giambattista Valli Couture. Pazzesco.
Voto: 10 per il vestito, il marito e ... la messa in scena. 
Matrimoni Famosi: Amal Alamuddin e George Clooney   

09 ottobre 2014

Tutto può cambiare, dal 16 ottobre 2014


 

Tutto può Cambiare - Begin Again,  dal 16 ottobre 2014 nelle sale italiane


Keira Knightley e Mark Ruffalo sono i protagonisti di una storia intrisa di una passione, quella per la musica, che li solleverà dalle faticose ripartenze a cui la vita costringe sempre.
Un film che apre degnamente la stagione autunnale per gli amanti della commedia americana, con una colonna sonora imbarazzante per la sua bellezza e una scenografia tra le più viste ma sempre tra le più belle: New York City
A sceneggiare e dirigere questo gioiellino è John Carney, già noto al pubblico per il suo film Once
Raccontare la trama, apparentemente poco originale, limiterebbe le aspettative su un film rivelazione. Per questo motivo voglio scrivere solo i motivi che mi spingono a dichiarare che questo lungometraggio è destinato a diventare un cult.

5 Motivi che faranno di "Tutto può Cambiare" un Cult

Tutto può Cambiare, Keira Knightley e Mark Ruffalo
Mark Ruffalo, nel film Dan, è strepitoso. Il suo ruolo di agente discografico sull'orlo del fallimento non è certo una novità nel panorama cinematografico, eppure la sua interpretazione, unita a una penna che ne delinea delle sfumature sofisticate, lo rende degno di concorrere a qualunque podio predisposto nei festival cinematografici di questa stagione.
Ingrassato e alcolizzato il suo volto prende forma e meraviglia quando la musica lo coglie. 
Da non perdere la scena in cui ascolta Greta (Keira Knightley) esibirsi per la prima volta. Il suo orecchio e i suoi occhi già "arrangiano" il pezzo con viole, archi e pianoforte. 
Bello anche come viene sviscerato il rapporto tra Dan  e sua figlia Violet (l'attrice Hailee Steinfeld). Un rapporto difficile ma sincero salvato anche questo dal talento musicale di entrambe. 
Il loro duetto chitarra e basso su un tetto di New York davanti all'Empire State Building è da brividi. 

New York City una città che pur se vista centinaia di volte come sfondo di pellicole importanti, ha la capacità di mostrarsi sempre attraente, nuova, dinamica. La terra dove tutto è possibile in cui convivono tante anime. Quella del tipico newyorkese Dan, che ha toccato il successo un tempo e poi si è ritrovato a sfidare la cattiva sorte perdendo ripetutamente; e quella della "straniera" Greta arrivata con entusiasmo, travolta dalle promesse di una capitale che apre le porte a tutti senza discriminazioni e trovatasi improvvisamente sola e triste quando New York le ha rubato il suo amore. 
Una città che offre e toglie ma che alla fine ti regala sempre una nuova chance
Suggestiva e splendida negli scorci che il regista ha scelto come set dell'album itinerante che Greta realizza con Dan in giro per i vicoli, i tetti e le stazioni metro. Piccoli quadri da cui riensci a cogliere odori e rumori. 

Tutto può Cambiare: 5 motivi che lo rendono già un cult

La Musica. Lei è ovunque, dalla prima scena fino all'ultima. Dal night dove Greta è costretta a suonare dal suo amico Steve (James Corden), alla passeggiata di Greta e Dan scandita dal ritmo delle loro playlist :
Capisci molto da una persona ascoltando la sua playlist (Dan)
La musica invade tutto, questo è il motivo per cui la amo (Dan)
La musica è nella storia d'amore di Dan con sua moglie Miriam, interpretata dalla bravissima Catherine Keener, nello spinotto ricordo del loro primo appuntamento. E' nella storia di Greta con Dave, il bel Adame Levine dei Maroon 5, due cantautori loro che trovano ispirazione l'uno con l'altra per comporre i loro pezzi.

Greta, senza nulla togliere a Keira Knightly brava ma sempre un po' uguale nel suo modo di recitare, la vera forza del film è come è stato scritto il suo personaggio. 
Apparentemente così fragile nasconde una determinazione e una potenza che sorprendono lo spettatore. Sa quello che vuole, sa quello che vale. Una rivoluzionaria che compie le sue battaglie a suon di note e di scelte. Una donna che non si piega e rimane coerente fino alla fine. Una passionaria dei giorni nostri, una musicista che mi ha fatto venire una gran voglia d'imparare a suonare. 

Le citazioni. Questo film è ricco di citazioni da quelle cinematografiche : Jerry Maguire, Taxi Driver e Judy Garland nel Mago di Oz. A quelle musicali con i nomi di Nora Jones, ai The Cardigans, da Carol King a Bob Dylan, da Randy Newman alla storica casa di produzione Electric Lady Studios fondata da Jimi Hendrix dove realmente sono state registrate le musiche scritte da Gregg Alexander per il film.

Begin Again - Tutto può Cambiare è un concentrato di vita, un film davvero ben fatto. 

Tutto può Cambiare: Keira Knightley e Adam Levine dal 16 ottobre al cinema
Tutto può Cambiare, un film di John Carney con Keira Knightley, Mark Ruffalo, Adam Levin | durata 104 minuti | uscita 16 ottobre 2014 | distribuito da Lucky Red


06 ottobre 2014

Juventus - Roma 3-2: Ecco cosa non si può rubare.

Juventus - Roma per un romanista vero è peggio di un derby. 

Una partita diversa dalle altre perchè non sai mai come potrà andare a finire, anzi è più corretto scrivere perchè sei curioso di capire cosa succederà questa volta. Cosa s'inventeranno per vincere questa volta, come riusciranno a "rubare" una partita. 
Questo è quello che hai in testa e quasi sempre, alla fine, il tuo presentimento prende forma e ammetti con te stessa "lo sapevo".
La Roma di quest'anno però è una Roma forte. Lo scrivo e lo penso, senza timore, senza scaramanzie.
La mia Roma quest'anno è davvero una gran bella squadra e la Juve, che è forte a sua volta, aveva solo un modo per fermarla, il solito... ottenere dei favori arbitrali. Giocare sporco, stile Juventus.
Il fatto è che questa volta è stato così palese e sfacciato da non crederci. A differenza delle volte precendenti non si sono limitati a un rigore, a un gol all'ultimo minuto o a uno in fuori gioco. No, questa volta hanno preso tutto insieme il pacchetto e ce l'hanno sbattuto in faccia con la linguaccia di Bonucci davanti alla telecamera.
Una faccia piena di rabbia come se qualcuno stesse rubando al ladro un pareggio che, nonostante i due rigori inesistenti per loro, sarebbe pure potuto essere giusto perchè la Juve è una squadra forte, molto forte. 
Ti ritrovi avvelenata a urlare e a intossicarti l'anima, l'anima e non il fegato perchè è quella che ci metti tutte le volte che guardi la tua Roma, che tifi la tua squadra.
Ti avveleni e ti ripeti con razionalità: "Chi te lo fa fare? Chi? E' ora di piantarla". 
Hai superato da un po' i trenta e ti viene da piangere.
Le lacrime le trattieni solo per rispetto di te stessa, solo perchè ti sentiresti ulteriormente fuori posto e non è giusto. Le ingoi le lacrime come le ingiustizie che già subisci nella vita di tutti i giorni e ormai ci hai fatto "il callo" , che vuoi che sia una in più o una in meno soprattutto se si parla di calcio.
Eppure non ci riesci a mantenere un certo distacco, non ce la fai proprio perchè il cuore e la ragione da sempre percorrono strade parallele e non s'incrociano mai.
Finisce una partita che sembra frutto di una droga leggera (anzi pesante!) tale è il livello di allucinazione che assume e vedi comparire sullo schermo lui: il tuo Capitano.
Gli vedi gli occhi lucidi, la faccia rassegnata, stanca... come la mia, come quella di Mirko, come quella di mio Padre e di tutti i padri che hanno trasmesso a un figlio un "credo" o una "malattia" come dice mia mamma che aggiunge:
"Che vi arrabbiate a fa' se tanto lo sapete, non capisco perchè continuate a perdere tempo con il calcio".
E per la prima volta ti accorgi che tua madre sul calcio può avere ragione.
Ci dobbiamo rassegnare? Dobbiamo smettere di andare allo stadio di parlarne, d' incazzarci??? Smettere d'indignarci, di credere che il Calcio sia un gioco e basta?
La Juventus avvelena tutto.
Anche l'esultanza di De Rossi che era così esausto che al gol d'Iturbe invece di essere felice sembrava voler ammazzare qualcuno.
Loro, la Juventus e gli Juventini (con le dovute eccezioni), hanno questa capacità di tramutare la gioia in dolore, di vincere una Champions con i morti sul campo (i morti veri).
Loro sono quelli che a fine partita, dopo aver sputato sugli avversari (sputato davvero e non per reazione a qualcuno ma per il puro gusto di schifare chi è alla loro altezza) hanno pure il coraggio di parlare di stile.
Loro cui tutto è  permesso, loro che hanno i tifosi che invece di vergognarsi (non tutti se devo essere sincera) si sentono più forti e più arroganti che mai. Scrivono "zitti" sui post perchè loro azzittiscono le persone. Loro comandano. Loro dettano legge.
Loro che, facendo così, occupano le pagine di giornale e del web della Loro presenza invece di lasciare spazio alla meraviglia del rigore realizzato da Francesco, allo spettacolo e alla gioia del gol del veloce e piccolo Iturbe. All'eleganza di Gervinho che invece di buttarsi in area di rigore resta in piedi, alla poesia dei tifosi corsi fino a Torino, alla bellezza di una squadra che ha dimostrato di essere fortissima nonostante la sconfitta e alle parole ancora più belle del nostro Capitano che la definisce la squadra sconfitta :
"...non so se dall'arbitro o meno, ma non dalla Juve...con loro è sempre così"
Già e allora ti definiscono piagnone o pippa, perchè quando uno non ha argomenti usa sempre le stesse parole. Un vocabolario fatto d'insulti il Loro, insulti e basta. 
Mister Garcia sviolina come a dire "la solita musica" e sul calcio ieri si è steso un altro velo di tristezza, come un lutto inaspettatato nonostante sei al corrente della grave malattia.
Spegni la tv con il cuore a pezzi perchè ogni volta Loro ti distruggono una speranza, quella di un Calcio migliore. Ti fanno entrare in guerra con il cuore che ti hanno appena stropicciato. 
Ma io ho deciso che voglio crederci, devo crederci a questo Sport perchè se ci togliete pure questo ditecelo che cosa ci rimane. 
Potete toglierci la certezza di un lavoro, di una famiglia, di un futuro ma la bellezza del Calcio no, mi dispiace. 
Il Calcio ha troppe varianti libere, il Calcio ha i giocatori, la gente, i campi bagnati prima di essere calpestati; ha bambini che rincorrono un pallone e sogni che profumano di terra scottata dal sole. 
Ha le ginocchia sbucciate, i capelli sudati. 
Il Calcio ha maglie strette e calzettoni da lavare, scarpini da pulire prima di andare a giocare. 
Il Calcio ha il cuore di fare gol davanti a mamma e papà, ha gli occhi azzurri del mio Capitano che non si è voluto muovere dalla sua città. 
Mi dispiace cara gente ma io non ci sto. Questo sogno me lo tengo e se non lo troverò più in un campionato di serie A poco importa
Andrò a cercarlo la domenica pomeriggio nel campetto della scuola calcio sotto casa mia, su una spiaggia in una sera d'estate, in un film di qualche tempo fa, in una foto dimenticata tra gli album di famiglia. 
Loro questo non me lo possono rubare e nemmeno la gioia sulla faccia del mio Capitano dopo aver segnato un gol, nemmeno quella me la ruberanno mai.

Juventus - Roma 3-2: la gioia del Capitano dopo il pareggio 1-1


04 ottobre 2014

Tumore al Seno: ottobre il mese della prevenzione

Ottobre: il mese della prevenzione contro il tumore al seno


Ottobre il mese dedicato alla prevenzione per combattere il tumore al seno!

Essere donna è qualcosa di meraviglioso, perchè le donne sono meravigliose ed è per amore nei confronti di noi stesse che ci sono appuntamenti che non si possono rimandare. 
Il tumore al seno colpisce 1 donna su 10 ed è la forma più diffusa di tumore nei soggetti di sesso femminile. La sua incidenza è in forte crescita e sono previsti 41.000 nuovi casi da qui ad un anno. 
Sono più a rischio le donne tra i 30 e i 50 anni ma tutte, e ribadisco, tutte le donne dai 25 anni in su devono prevenire il problema con una ecografia e poi (dai 40 anni in su) la mammografia, interventi che possono salvarvi la vita, infatti questo tipo di tumore rimane la prima causa di morte tra i tumori che colpiscono le donne e il 25% tra tutti i tipi di tumore.
La Lilt, lega italiana per la lotto contro i tumori, ha scelto ottobre come mese simbolo di questa lotta.  
Per tutto il mese i 395 ambulatori Lilt saranno a disposizione per visite senologiche e controlli clinici strumentali
Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio Lilt più vicino, in cui effettuare anche esami di diagnosi precoce e controlli, si può chiamare, per informazioni, il numero verde Sos Lilt 800-998877 o consultare i siti www.nastrorosa.it  o www.lilt.it  dove saranno pubblicati anche gli eventi organizzati nelle varie città italiane nel mese di ottobre.

Ricordatevi che tra le forme di prevenzione esiste anche l'autopalpazione e se non sapete come si fa, ecco qui un video che può aiutarvi: 


Scegliete d'indossare il Nastro Rosa, non rimandate, la vita è troppo preziosa per lasciarla in lista d'attesa.

01 ottobre 2014

ManchesterCity - AsRoma 1-1: Totti segna, l'Europa s'inchina

 
Manchester City - AsRoma: Totti segna ed è Storia!

Totti segna contro il Manchester City ed entra nella Storia

Un Amore così grande, un amore così... tanto caldo dentro e fuori, intorno a noi... 

Un Amore Così Grande è la colonna sonora che ho scelto per questa pagina di diario. L'ho scelta perchè esprime bene quello che ho provato "sentendo" Manchester City - Roma

Del resto questa è una pagina che parla d'Amore. 
Solo l'Amore per mio padre poteva farmi rinunciare alla visione di una partita di Champions perchè la potesse vedere lui, tanto per cominciare. Una questione di par condicio: una volta a me e una te e questa volta è toccato a lui. 
Così, armata di buona volontà sono andata a lavorare al ristorante e sono scesa in campo, pronta a sfamare gli affamati di turno. Tutto questo mentre in un altro campo scendeva la mia Roma. 
Adesso voi capirete che quando si lavora in un ristorante al centro non si può avere la televisione o la radio accesi, l'unico lusso che ci è concesso un cellulare posizionato strategicamente per buttare un occhiolino quando si ha un attimo di tregua. 

Ore 20.10
Fabio, uno dei camerieri di sala con cui lavoro di cui ieri era anche il compleanno, mima in cucina a zio Fabrizio l'urlo di gioia al gol del pareggio di Miralem Pjianic lo scorso mercoledì. Sento un urlo e dalla sala faccio un salto:
"Ma che è iniziata?" 
Le lancette mi dicono di no. Torno a lavorare con una tensione che cresce di pari misura con lo scorrere del tempo. 
Ore 20.50
Zio Fabrizio si avvicina mentre passo un'ordinazione a Mario. 
"Perdiamo" mi sussurra in un orecchio. 
Lo guardo come quando si guarda qualcuno per capire se sta scherzando, tanto che lui precisa: 
"Maicon... hanno segnato su rigore, ha fatto fallo Maicon". 
Porca miseria allora è vero. 
So' passati solo 4 minuti, so'! Eccheccazzo! Penso.
Sta serio quando me lo confessa come se avesse sbagliato a cucinare un piatto, anzi peggio. Non so se dirlo a Fabio, quello poi si agita... cerco di non incrociare il suo sguardo. 
Un indiano con famiglia al seguito non ha prenotato ma vuole mangiare lo stesso. Continuiamo a dirgli che non abbiamo posto. Lui non molla resta fermo. Mario gli spiega che vorrebbe accontentarlo ma non può, lui è irremovibile. 
"Ora gli do una capocciata" dice Mario mentre io già isterica di mio rischio davvero di mandarlo a quel paese. La Roma perde e pure l'indiano ce se mette! 
Ore 21.05 
Nessun urlo dalla cucina, un silenzio fastidioso: come si fa a lavorare sereni quando la Roma perde? La gente chiede e rompe e parla un'altra lingua ma che vuole??? ma che scassa??? Ma a questi del calcio non gliene frega niente?
Guardo zio sperando di trovare una risposta. Lui di scatto si gira esulta. Mi precipito in cucina: 
"Cucchiaio!"
"Che cucchiaio ti serve, ce l'hai già" gli indico le posate.
"Totti!!! Ha pareggiato il Capitano, ha fatto er cucchiaio!"
Totti ha fatto er cucchiaio! Totti... solo lui può fare queste cose. Mi viene da piangere. Fabio chiede nervoso dalla sala qualche notizia, gli basta un cenno, una parola. Mi avvicino e gli dico "Totti". 
Si continua a lavorare più leggeri. Manca ancora tanto ma la Roma c'è! Totti c'è, come sempre e da sempre. 
Ore 21.45 
Fine primo tempo, corro in bagno a guardare il cellulare di straforo. Riesco a leggere al volo i commenti di Mirko che iniziano con un: 
"già perdiamo cazzo, rigore assurdo" 
proseguono con:
"traversa di Maicon" e concludono con un "Francesco dajeee, Cucchiaio dajeee". 
Faccio appena in tempo a rispondere; "Amore registraaaaa!" e a leggere un messaggio di Luciana che scrive: 
"Da pauraaa, tifiamo anche per te!"
Mi ributto in sala rosicando per non potermi godere una partita bellissima.
Ore 22.10 
La partita è ricominciata da un po'. Nessuno dice niente. Tutti evitiamo d'incrociare gli sguardi. Salgo in cucina.
"Caffè doppio" chiede Andrea dalla sala. 
Per conferma faccio un due con le dita e Fabio capisce che stiamo perdendo 2-1. Rimane per un attimo in silenzio poi : "Che è, perdiamo???" 
Mi viene da sorridere. Gli dico di stare tranquillo che la Roma lo sa che è il compleanno suo e che non gli farebbe mai un torto del genere. Tutto sottocontrollo ancora 1-1.
Ore 21.21 
Papà scrive: "Adesso stiamo soffrendo! Totti è uscito!"
Come al solito papà mi deve mettere l'ansia. Faccio finta di non aver letto. Tiro dritto fino alle 22.30 quando controllo quanti minuti mancano. Ancora 5 di recupero. Non ce la posso fare. Vorrei tanto sapere perchè cavolo uno deve soffrire in questo modo.
Ore 22.38 
Papà : "E' finita, si poteva pure vince!!!" 
Mirko:"Daje finita pari ma quante occasioni perse porca miseria!" 
Ho anche 29 notifiche dal gruppo della famiglia Celata&Co. ma non riesco a leggere tutto.
L'entusiamsmo è palpabile. Tutti sembriamo soddisfatti ma così stanchi, così stanchi che "pare che abbiamo giocato pure noi" e mentre il mondo celebra Francesco Totti con un nuovo record, quello di giocatore in attività più anziano ad aver realizzato un gol in Champions League, il mio appagamento cresce. 

    C'è il cuore che batte , sempre più veloce
Ad ogni rincorsa , esplode una voce
Chi grida vittoria , non sa darsi pace
Disegna la storia, Solo chi è capace

Un Amore Così Grande torna a girarmi in testa e non vedo l'ora di tornare a casa, di vederlo in faccia il mio Capitano mentre fa quello scatto e la butta dentro, come un ragazzino, come al campetto sotto casa sua qualche anno fa. 
Un Amore così Grande quello dei tifosi per lui, lui che gli applausi li prende negli stadi di Spagna e Inghilterra, lui che ha scelto una maglia per sempre, lui omaggiato da tutto il Mondo meglio di quanto faccia il suo stesso Paese. 
Voglio tornare a casa per vedere se qualcuno ha ancora il coraggio di mettere in discussione un Campione, voglio vedere le prime pagine che lo celebrano e quel cucchiaio di Manchester che lo ha fatto diventare Storia.
Un Amore Così Grande perchè è solo Nostro ed è per questo che la gente è 'nvidiosa. Per questo chiacchiera e se addanna cercando di smontare qualcuno che vive come una condanna.
E sapete che ve dico? Noi lasciamola parlà, tanto quello che ci godiamo è qualcosa che nessun altro tifoso mai capirà, si chiama Amore.


Fabio Caressa su Sky : "Francesco Totti, Il più grande giocatore di sempre"

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