TinyDropdown Menu

26 settembre 2013

Primi su tutti


Qualcuno lo so cosa pensa: I soliti romanisti! e forse c'ha pure ragione ma secondo quelle persone come dovrebbe sentirsi un tifoso condannato ad anni di purgatorio quando finalmente in lontananza vede la porta del Paradiso????
Insomma anche una lucina lontanissima spingerebbe chiunque ad andare avanti ed essere felici. 
Eppure questa regola per noi romanisti ha una variante pericolosa che si chiama "diffidenza" o scaramanzia se preferite (e se si tratta di tifosi ottimisti). 
La prima ti fa sentire dentro una sorta di ansia inspiegabile. Un'angoscia tale che solo un romanista angosciato conosce. 
La seconda è quella che produce la fervente immaginazione a creare dei modi di dire che passeranno alla storia come l'ormai intramontabile: non succede, ma se succede... che alla fine non è successo ed è diventato l'adagio preferito dei cugini per sfotto' clamorosi. 
Come i lazialesi insegnano però: le pecure si contano alla fine e allora che la schiera dei tifosi romanisti, angosciati e scaramantici, per il momento si rallegri pensando a una classifica che li vede soli a 15 punti  con l'ennesimo record conquistato quello di 5 vittorie su 5. 
Ieri sera allo scadere del recupero mi sono sentita avvampare (e vi assicuro che la menopausa è ancora lontana) al solo pensiero che manca un'eternità e che quella classifica non resterà immutata. 
Non sarà possibile per altre 33 giornate...anche se 33 è un numero perfetto e un potenziale produttore di piacevole melodia.  
Vedere la partita in tv poi mi stressa molto di più di quando sono allo stadio. 
Per evitare lo stress ho consumato diverse ciambelline al vino rosso pucciate nel bicchiere di moscato e ho perso il mio tempo preoccupandomi del fantacalcio. Del resto ogni distrazione diventa lecita se serve ad alleviare il cuore, soprattutto se quel fenomeno di Benatia rischia di farmelo scoppiare. 
Infatti quando il francese, da terra, ha calciato un pallone che sembrava perso, nessuno si era accorto che la palla infilava la rete alle spalle del portiere blucerchiato.
Mirko sosteneva che il gioco fosse fermo, mentre Massimo e Luciana protestavano per un fallo da rigore. 
In quel caos io il pallone in rete l'avevo visto ma ero incredula e convinta che il gioco fosse stato fermato. Quando abbiamo realizzato il capolavoro di un giocatore, già apprezzato e stimato come uno dei migliori acquisti degli ultimi tempi, il grido è stato uno solo e così forte, che temo che i miei vicini laziali ne abbiano intuito il motivo con estrema facilità. 
Il raddoppio di Gervinho ha poi coronato una prestazione unica dell'ex Arsenal, complice anche il Capitano generoso che ha inventato una assist con il terzo occhio, quello che non vede ma sa. 
Roma Mia me farai morì. Lo penso appena comprendo che il Napoli pareggia e quando telefono a papà che dal ristorante finge un certo contegno. 
Così non succedeva da anni, non troppi a dire il vero ma di vincerne 5 su 5...beh, questo non era mai accaduto. E ti dimentichi che Garcia è stato espulso (e ancora non ho capito perché) e passi sopra al fatto che Maicon sia uscito per uno stiramento. 
Ti godi la Roma Caput Mundi e i fasti del successo ma pensi subito a domenica sera, contro il Bologna. Pensi che quest'anno iniziato così non potrà finire male. 
Che porca miseria se esiste un Dio del Calcio quello lo sa che abbiamo subito tante ingiustizie e che sarebbe ora di pagare il conto. Allora in fondo senti, che quella strana paura che hai dentro, quell'angoscia di perdere quanto ottenuto è solo il primo scalino verso il Paradiso e che se la Chiesa è tornata al Centro del Villaggio...qualche Santo ci sarà pure a fare il tifo per noi.

Post Scriptum Lazie: oggi si festeggia il quarto mese dell'impresa, come un amico mi ha ricordato. Pare che i lazialesi siano rimasti molto male perché le steelbook speciali per lanciare Fifa14 non abbiano incluso la Lazie tra le squadre scelte (Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma). Dicono che loro hanno vinto la Coppa Italia e che è una vergogna...dicono...Se continuano così non gli crederà più nessuno! Parola di Tacco 12.

24 settembre 2013

La Barberia a Testaccio: da Riccardino barba e baffistraordinari per un old style very fashion

    La Barberia di Riccardo
Je Suis Marie Antoinette è lieta di presentarvi un nuovo personaggio: Riccardo Sanfilippo, proprietario della Barberia, un piccolo locale in via Mastrogiorgio 13, nel cuore di Testaccio.
"Riccardì che alle 8 sei aperto?"
"Riccardì che se scendo dopo cena me li tagli i capelli?"
Riccardì è così che lo chiamano i suoi clienti, quelli che a Testaccio ci vivono o ci lavorano. Riccardino sorride e risponde:
"Si come no? Anche a mezzanotte sono qui".
Le conosce tutte quelle teste un po' matte, le ha plasmate e trasformate proprio come sognava da piccolo quando tagliava i capelli ai suoi amici:
"Ho capito che potevo creare e giocare con le teste come fossero creta da modellare. Ne ho fatto una ragione di vita e il mio mestiere, la mia arte. Le persone portano in giro un volto valorizzato da un taglio, la mia opera d'arte. La loro soddisfazione mi ripaga e mi carica di nuova linfa".
Riccardino, tanto ino non è.  Sul metro e 80 cm, capelli (per ironia della sorte) pochi a dispetto dei muscoli che ne ha molti. Fisico asciutto. Un sorriso con un dente scheggiato più da bambino sdentato che da pirata pericoloso ma la pelle colorata di tattoo proprio come un marinaio navigato. La nostra chiacchierata inzia tra le mura color porpora di un negozio piccolo e dallo stile molto personale.
Barbiere si nasce o si diventa?
Barbiere si nasce e si diventa, se uno si applica può diventare un buon barbiere , se nasci barbiere diventi IL BARBIERE. Se sono diventato quel che sono lo devo alle tante persone che hanno creduto da subito al mio potenziale e hanno tirato fuori ciò che era in me.
Chi ci ha creduto per primo offrendoti la testa, nel vero senso del termine?
Il primo in assoluto un mio amico, così per gioco. Il primo cliente però, dopo tanta gavetta, è stato un signore di circa 70 anni. Entrò nel negozio con aria curiosa, si sedette in poltrona  e mi disse:
"'A morè famme vede' se sai fa' cantà 'ste forbici!" La cosa m'intimidì.
Ricordo che aveva una montagna di capelli ma alla fine andò bene, le forbici cantarono così forte che in pochi giorni si sparse la voce e iniziai a fare sul serio.
Sul serio significa anche accettare le richieste più strane...ne ricordi una?
Il taglio più eccentrico che mi è capitato di eseguire l'ho fatto ad un signore di mezza età che odiava le macchinette e voleva, comunque, che gli rasassi la testa. Ho dovuto compiere tutto il lavoro a mano, o meglio, a forbice! Ricordo di averci impiegato parecchi minuti.
Riccardino all'opera nella sua Barberia
Il Barbiere è un artista. Come tale hai mai inventato un taglio tuo?
I tagli non s' inventano, si ripropongo con il tempo, con l'aggiunta di varianti. Ho sempre avuto la fortuna d'intuire quale sarebbe stata la prossima ondata di moda.
E pare che l'ultima arrivata sia quella Hipster. Puoi spiegare di cosa si tratta?
Non è altro che un miscuglio trash di tante mode anni 80 e 90. In Italia se ne parla ora , ma è una moda ormai vecchia, nata a New York parecchi anni fa. Tutti erano hipster: artisti, skaters, cantanti, qualche rocker addirittura alcuni rapper. Come sempre da noi le ondate arrivano quando in giro x il mondo hanno già allagato tutti da un pezzo.
Questa ultima tendenza è strettamente collegata ad un'altra: quella dei baffi, di Baffistraordinari.
Baffistraordinari è un gruppo facebook nato dalla passione dei suoi fondatori per i baffi come stile di vita. E' un progetto interessante che travalica la rete e si materializza con eventi dove ho avuto il piacere di essere ospitato insieme a personaggi di spicco come il calciatore Davide Moscardelli. In parecchi sono accorsi sia per farsi sistemare la barba che modellare i baffi. Gente che è arrivata a Roma anche da altre città. I fondatori sono ragazzi in gamba che credono molto in quel che fanno e credo che se continueranno così non potranno che avere grandi soddisfazioni.
Quanto tempo occorre per avere BaffiStraordinari?
Dipende dalla persona, per avere un buon baffo occorrono dai 2 ai 6 mesi ma soprattutto molta pazienza.
La tua Barberia è famosa non solo per la tua bravura ma anche perché è un piccolo gioiello, arredato con gusto...un locale old style...
E' vero il locale è un piccolo museo del barbiere . Ho messo parecchio tempo x trovare gli oggetti tramite internet, girovagando per mercatini e ricevendo regali. Quello che amo di più e la barber pole (insegna girevole da barbiere) è originale anni 40 e l'ho fatta venire dall'America. Tutta in legno e metallo ....vecchie maniere......
Dammi la definizione per te di barbiere e un'immagine.
L'aggettivo è Eterno. L'immagine è quella sacra e profana, uno e trino, barber - sedie - cliente....un trinomio che nei millenni è rimasto invariato, intatto, immutevole. Qualcosa di unico e magico tanto da sfuggire anche al progresso e la tecnologia.
Un consiglio a chi vuol intraprendere la tua carriera...
Sacrificio, pazienza e umiltà.
Il cliente famoso che vorresti entrasse nella tua Barberia...
Dave Gahan.
La differenza tra te e un barbiere qualunque...
Questo lo dovresti chiedere ai miei clienti.
Il tuo motto?
Abbassa la serranda solo quando il locale è vuoto.
Vorresti plasmare anche le teste delle donne?
No! No! Scherziamo? Quali donne??? I capelli delle donne li lascio tagliare ai parrucchieri...
Dacci un'anticipazione sulla moda di quest'anno ...
Credo che ancora per un po' di tempo sarà protagonista la rivisitazione anni '30 - '40. Si vede in giro anche con i tweed ride (ndr. ciclisti vestiti in british style, tipo belle epoque che ultimamente hanno invaso anche le strade della Capitale).
...e per gli amanti di baffistraordinari c'è un evento da segnare in agenda?
Basta iscriversi al gruppo Baffistraordinari su Facebook. Loro hanno in mente un inverno ricco di appuntamenti da non perdere. Poi se volete venire da me, l'appuntamento è tutti i giorni, tranne la  domenica.
Il locale è vuoto. Riccardino abbassa la serranda per la pausa pranzo, il tempo di mandar giù un piatto di pasta e poi di nuovo: lui, la poltrona e il cliente. Come un quadro di Norman Rockwell. Come qualcosa di eterno.

Norman Rockwell - Barbieri

23 settembre 2013

Roma - Lazie: con le piccole si vince facile


Il lunedì dopo il Derby vinto è bello come il primo lunedì "dopo un anno di lavoro" per dirla alla Lorenzo. Soprattutto se da mesi vivi l'onta di una finale persa, onta che, badate bene, non viene cancellata ma superata. 
Procediamo con ordine però.
Quelli che il Derby lo soffrono li riconosci subito. Li vedi vagare dalla mattina di Domenica con occhiaie e sguardi assenti. Diventano irascibili per nulla (vedi Mirko) e non mangiano o mangiano troppo. Li vedi partire alle 13 da casa, ma sono pronti già da mezzogiorno. Li vedi carichi, come il sole di settembre che ancora riscalda come fosse Agosto. Quelli che il Derby... li riconosci subito.
Il Derby, soprattutto quello del 22 settembre 2013, è così. Era il Derby che si doveva vincere, non c'era alternativa. Non c'erano forze per pensare a qualsiasi altro risultato. Non c'era pazienza, spazio, fiato. 
No. Ieri, come aveva detto Garcia in conferenza stampa, il derby andava vinto. 
Dato che negli ultimi tempi le scaramanzie non sono riuscite, la forza della disperazione ha preteso di partorire nuove opportunità di superstizione. Dopo la mia settimana benedetta da Papa Francesco (quello vero intendo), un caffè Nespresso Roma, più quello di rito con Antonella, Sandro (che l'ha preso d'orzo perché troppo agitato), Mirko, Christian, Marco e Matteo nel solito bar, è arrivata l'alternativa al percorso da seguire sotto l'ingresso della Sud. Sempre dritto nel centro delle colonne, nessuno slalom a destra dell'ultimo pilone. Dev'essere stato quello a farci vincere. Oppure il nuovo posto,  invece di mettermi seduta terza da destra della scalinata, ho preferito mettermi seconda da destra su una fila più in basso. Pochi accorgimenti ma fondamentali. 
Per non parlare dell'abbigliamento, nel dubbio ho portato tutto: maglia Lazio no Grazie e maglia scudettata di Francesco Totti. Insomma come al solito il mio dovere lo avevo svolto a pennello. 
A differenza dei soliti Derby, questa volta al mio ingresso in Sud vedo la Nord vuota con uno striscione che diceva una cosa tipo..." buon memorial noi ci beviamo 'na birretta e poi entriamo"...una cosa così di quelle che ti dovrebbero far arrabbiare ma che a me hanno solo fatto tirare un sospiro di sollievo. Vedere la Nord vuota è un piacere di gran lunga superiore a quello di vederla piena. 
Sono le 14 e qualche minuto, quando la squadra entra in campo per allenarsi.
"Morgan De Sanctis è proprio scocciato" commenta Mirko quando il portierone passa sotto la sud e i distinti mimando con le mani il gesto di alzare la voce. 
La Curva C'è e lui e molti altri nuovi giocatori la vedono per la prima volta. Un'emozione. Il dodicesimo uomo in campo è arrivato, magico e splendido, addirittura vestito da una coreografia ( o scenografia per i puristi della lingua ) inaspettata. 
All'ingresso in campo delle squadre per l'inizio della partita, dopo aver cantato Campo Testaccio e Roma Roma, la Curva si veste d'oro e porpora e di vessilli e dice a una Curva Nord assente e muta, la più dura delle verità: 
Il MIO NOME E' IL SIMBOLO DELLA TUA ETERNA SCONFITTA : a.s. ROMA
La partita ha inizio. Tra gli spalti c'è chi guarda e chi no. C'è chi sente nelle cuffiette, chi strappa  nervoso pagine di giornale. Il primo tempo di questa squadra, si sa, parte sempre un po' male. La Lazio è ben piazzata, me l'aspettavo fortuna su Candreva c'è la doppia marcatura. 
"Balzaretti da solo non gliela fa'!" è stato questo il ritornello di tutta la settimana. Già Balzaretti, croce e delizia di questa Roma e del mio fantacalcio (per scaramanzia l'avevo messo in tribuna), Balzaretti che invece da' a tutti (compresa me) una lezione: basta correre quando è necessario...anche poco ma bene. 
Grande Balza, che nel momento in cui aveva preso un palo e dagli spalti mi ha fatto pensare "ci risiamo", si è rimesso in piedi e ha trafitto Marchetti. Federico che è corso in Sud ed è tornato in campo asciugandosi le lacrime "Perché Daniele piangeva e ha fatto piangere pure me". 
E pure noi, a tutti. Nemmeno me lo ricordo come ho esultato, so solo che ho visto un 1 sullo schermo e finalmente ho sentito svanire quella sensazione d'ingiustizia che portavo dentro da mesi. 
La partita a quel punto diventava più tesa che mai. Da buona romanista ogni presagio oscuro prendeva forma nella mia mente. 
"Se non chiudiamo questa pratica c'è il rischio di una beffa" come Castroman, anni indietro ci insegnò. 
Concentrati dunque. La Curva è grande. La Curva è oltre. 
Arriva fino a casa di papà e mamma. Arriva a Torino dove zio Bri è scappato prendendo un treno alle 8 pur di evitare lo stress del derby. Arriva da Flavio nel giorno del suo ventiduesimo compleanno festeggiato davanti alla partita. Arriva alla reception dove mia sorella Claudia lavora e mi manda un messaggio per sapere come procede, con più grinta e tifo del solito da quando si è lasciata con il suo ex laziale. La Curva arriva anche da Fabiana, che divide casa con un marito juventino. Alla Garbatella da Alma, che la vecchiaia ha fermato nel fisico ma non nel tifo. Arriva a Salerno dove Serena ritrova qualche ora di svago e gioia. Arriva fino a Piccadilly Circus a Londra, invasa da tifosi giallorossi. 
La Curva arriva sulle montagne dove Giulia ed Elena Vittoria simpatizzano per la mia squadra. A Genova dove Guja ha la Roma nel cuore perché mi vuole bene. La Curva è ovunque ci sia un cuore. 
E' oltre lo Stadio e a concentrarci siamo in tanti, romanisti e gente di buona volontà, quella che non c'è più e guarda da lassù.  
A volte basta il pensiero, si dice, e così è stato. 
Così, quando nei minuti di recupero, Ljajic ha trasformato il rigore in un raddoppio  è scoppiata la gioia che attendeva di evadere dal 13 marzo 2011 quando la Roma vinse con una doppietta di Francesco, non il Papa lui è stato eletto sempre il 13 marzo ma del 2013. Coincidenze di Roma, viene da osservare. 
Grazie Roma accompagna squadra e allenatore in una corsa sotto la Sud. L'allenatore sul quale avevo detto di pronunciarmi solo dopo il 22 settembre, perché prima di tutto andava vinto il derby. 
E allora adesso lo posso dire: Garcia è un grande allenatore, uno che ha rimesso la Chiesa al centro del Paese. Certo con un Francesco in squadra l'impresa sembrava facile. Bravo lui e bravi tutti!
A fine gara telefonata a papà e a Fabiana. Poi Antonella si mette a ridere per un messaggio che gli ha mandato Luca, il fratello: 
"Nun c'è niente da fa' quest'anno con le piccole se vince facile"...quanto c'ha ragione...parola sua e di Tacco12.  

PostScriptumLazie: Vi ostinate a chiamare Memorial un derby che, comunque, valeva 3 punti... a tal proposito non sentite un venticello strano? Le temperature sono calate di botto. 

19 settembre 2013

Una mattina con Papa Francesco




Ieri, mercoledì mattina, sono stata in Piazza San Pietro per l'udienza generale del Papa. 
Ero nella stessa piazza il giorno in cui è stato eletto Papa e con il suo Buonasera ha iniziato a sovvertire i protocolli che la Chiesa, come istituzione, da secoli impone. 
Il Papa argentino ha incuriosito tutti, credenti e non, intellettuali e gente del popolo, giovani e anziani, bambini e bambine. Sul suo modo di far comunicazione sono già stati scritti molti articoli e confezionati diversi servizi televisivi. Eccomi qui dunque per raccontarvi anche la mia versione.
Vivere a Roma spesso fa rima con una serie di disagi, soprattutto legati al traffico, al turismo, alla politica. Tutto vero e a volte molto faticoso per la pazienza e la vita quotidiana di noi romani. Fortuna che ogni medaglia ha il suo rovescio e che a ogni lato negativo se ne accompagni uno positivo. 
Poter incontrare il Papa è senza dubbio uno dei vantaggi di cui godiamo. Si può essere fedeli o non esserlo, la figura bianca che la domenica pronuncia l'Angelus è la più famosa e carismatica del mondo. 
Sveglia presto dunque e alle 8.00 già in Piazza. Fortuna vuole che abbia il biglietto proprio di fianco all'altare, sfortuna che tra me e la transenna, dove il Papa passa a salutare i pellegrini, ci siano altre due file. Pazienza, sono qui per capire e pregare. I miei compagni di spirito e curiosità sono una coppia di Cinecittà, Sergio e Pina, ed una loro vicina di casa (che con tenacia ha raggiunto la transenna più lontana ed è riuscita a toccare e parlare con il Santo Padre). 
Sergio e Pina sono simpatici e le due ore che precedono la celebrazione della messa scorrono veloci. Il sole ci abbronza  e Sergio che è calvo (e non ha portato un cappellino) si bagna con l'acqua della bottiglietta che il buon Eligio (fotografo loro amico che ci ha accompagnati ai posti) gli ha dato. 
Mentre la Piazza si popola e il Mondo viene accolto dal colonnato candido del Bernini, noi chiacchieriamo di nipoti e di Roma. Scopro infatti che la abbiamo la malattia giallorossa e, come vecchi nostalgici e innamorati, raccontiamo le nostre scaramanzie e le partite che ci sono rimaste nel cuore nel bene e nel male. 
Prima che il Papa faccia il suo ingresso in piazza, un cardinale inizia a leggere tutte le delegazioni presenti. E' in quel preciso istante che ti senti una persona fortunata, quando ti accorgi che ci sono centinaia di persone che per essere lì sono partite dal Canada, Messico, Brasile, Argentina, Spagna, Portogallo, Scozia, Norvegia, Francia....da ogni parte del globo. 
All'improvviso si sente un boato. Il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza. Gira sulla Papa mobile, scende, saluta tutti toccandoli: 


"Quando andavo a confessare, chiedevo sempre al fedele se faceva l’elemosina. E poi gli chiedevo se quando la faceva guardava negli occhi la persona a cui stava dando dei soldi. E poi chiedevo se gli toccava la mano, o se gli lanciava la moneta. Perché noi dobbiamo toccare la carne di Cristo, dobbiamo prendere su di noi il dolore. La povertà non è una categoria sociologica o di classe. È la prima categoria teologale."



Quanto arriva sull'altare e lo vedo a pochi metri, avverto subito una grande differenza con i Papi che lo hanno preceduto e che ho incontrato. Avverto la sua spiritualità ma non la sua autorità. Sento come se quello che ho davanti è un parroco speciale, uno con cui si può parlare. Un buon amico, di cui fidarsi e non avere paura. 
La messa ha inizio ma è breve, solo una lettura (in tutte le lingue) e la predica. Questa volta Francesco parla della Chiesa come di una Mamma. E' molto legato all'immagine femminile. E' a sua nonna paterna che deve l'avvicinamento alla fede. Dice che le Mamme vogliono sempre il bene dei figli e che l'Università alla quale hanno studiato per diventare Mamme è quella del Cuore. 

Mi cattura l'attenzione Papa Francesco. A differenza di altre volte, riesco a seguire ogni singola parola della predica senza che la mia mente vaghi troppo. Dopo quasi un'ora riceviamo la benedizione che ha valore anche per i nostri familiari e soprattutto per i bambini e i malati. Spero che la mia di benedizione sia sufficiente per estenderla ai miei cari, a Mirko, a mio nipote Adriano e alla mia amica Serena. 
Mi concentro perché Gesù ascolti le miei preghiere tra le tante che lo raggiungono. Poi mi rassereno, vengo a sapere che mia zia Carla e mio zio Orlando sono presenti in piazza e allora sapendo che anche loro sono stati benedetti, so che a casa riusciamo a pregare per tutti. 
Dopo aver accolto i cardinali, il Papa inizia il suo giro tra le persone in prima fila (quelle con il biglietto che hanno diritto al baciamano, anche in chiesa esiste prima e seconda fila...nonostante siamo tutti uguali) e poi benedice i neosposi. Quando arriva ai frati cappuccini davanti a me, lo saluto e lo chiamo. Spero almeno mi veda, non accade. 
Procede dispensando saluti e sorrisi ai bambini, tanti che chiedono la sua benedizione. 
Riesce nell'impresa il piccolo Benedetto di un mese che il gendarme tiene in braccio su richiesta della mamma che non ha un posto in prima fila. Non ci riesce Alessio che ha tre anni e quando gli si chiede:
"Come lo devi chiamare il Papa quando passa?"  
Risponde: 
"Francesco Totti! Francesco Totti!" Strappandoci un sorriso a tutti. 
Alessio che poco prima, sorretto da Sergio sulla transenna, alla vista del Papa aveva detto:
"Queste sono emozioni grandi..." scimmiottando probabilmente un'espressione usata dalla mamma, era accompagnato nella sua impresa di vedere il Papa dallo zio Paolo che di anni ne aveva appena 7.
Zio Paolo che il Papa lo aveva già visto, ottenendo anche una carezza sulla testa, e che non avrebbe mai sbagliato nel chiamarlo perché tifava Lazio. 
Così, vicino al sacro anche il profano amore per il calcio si materializzava. Quel calcio bello però che niente ha a che fare con le cronache, per fortuna. E' ora di pranzo quando Papa Bergoglio sale sulla Papa Mobile e saluta la piazza già svuotata. 
M'incammino verso la mia Vespa, pensando che tanti dubbi riguardo al nostro Dio ce li ho ancora, che spesso la Chiesa mi ha deluso e che a volte mantiene delle posizioni che non mi convincono. Eppure mi sento serena e felice di aver incontrato nello sguardo, nel modo di essere Chiesa, in quello di parlare una Papa, che in fondo, la pensa come me perché è un essere umano. Insomma sono venuta a vedere l'effetto che fa' quello di trovarsi faccia a faccia con questo Papa Francesco e devo dire che è davvero come lo dipingono...un uomo di Chiesa come pochi se ne sono visti negli ultimi tempi. Ben arrivato e buon lavoro Francé....parola di Tacco12.





17 settembre 2013

Quanto sei bella Roma


Quanto sei bella Roma quando è sera...e soprattutto quando giochi al Tardini contro il Parma porti a  casa la terza vittoria consecutiva. Si lo so, il Campionato è lungo e quest'anno sono tutte forti, però negare la soddisfazione di una partenza inaspettata sarebbe proprio da laziali. 
Quindi godiamoci l'inizio in discesa, anche perché se il buongiorno si vede dal mattino e chi bene inizia è a metà dell'opera sono detti veri e saggi, beh, allora abbiamo di che gioire. 
Il pre partita è stato piuttosto scaramantico, non solo per il consueto rito di bere un Nespresso Roma, quanto per gli scongiuri che i due telecronisti di Sky mi hanno obbligato a mettere in pratica a seguito delle ripetute battute legate alle statistiche calcistiche della serie: Parma bersaglio preferito da Totti. Parma ultima squadra alla quale Totti ha segnato. Roma a pieno punteggio se vince in trasferta mai così bene dalla gestione americana. 
Insomma un presagio di parole che confermarle sembrava davvero difficile. Invece...invece. 
Oggi è martedì e la Roma è a punteggio pieno insieme al Napoli dopo una partita bella (e difficile) contro un Parma determinato che era passato in vantaggio. 
Gol di Florenzi, piccolo grande Ale. Poi ci pensa Totti al vantaggio con un gol, che non era in fuorigioco, segnato meglio di un rigore. Un gol da campione come le frasi che ha rilasciato a fine partita sul suo prossimo rinnovo in giallorosso: 
"Amo questa maglia, Tifo per questa maglia e la onorerò fino alla fine". 
Parole che sotterrano qualsiasi pregiudizio nei confronti di un uomo unico e fuori discussione. Per concludere un rigore che inaugura il primo gol di Strootman nel Campionato Italiano. Un rigore tirato con una forza, una decisione e un carattere che pochi giocatori hanno alla sua età. 
Nella settimana che ha dato il via al brutto tempo e che nel weekend saluterà definitivamente l'estate, è giunto il momento di dare una svolta a quelle annate passate a soffrire per via di un progetto, rimasto misterioso ai più, che per fortuna si è quasi infranto. 
Come chi mi conosce sa, il mio giudizio definitivo sulla nuova Roma di Monsieur Garcia, avverrà il 22 settembre sera. Perché a differenza di molti romanisti per me una squadra che reagisce e ha carattere deve, dopo i precedenti, vincere il Derby. Il Calendario ha deciso che questo fatico giorno capitasse già alla quarta giornata. Bene che subito ci sia la prova del nove. Sono in attesa spasmodica soprattutto perché finalmente rivedrò l'Olimpico dal vivo. 
Ragazzi ma da quanto tempo non andiamo allo stadio??? Purtroppo dallo stesso in cui siamo usciti con una sonora sconfitta e siccome il Calcio è meglio di una seduta dallo psicoterapeuta, è lui stesso che ti offre la via della guarigione. Rivivere lo stesso trauma per superarlo definitivamente. 
E a questo punto un nome mi viene in mente e mi è entrato infondo al cuore: Maicon. Occhio al ragazzo che già mi ha fatto sbucciare un ginocchio nell'esultanza della scorsa partita ( mi sono buttata sul tappeto come un calciatore sul prato verde ) e rischiavo di bissare ieri quando si è mangiato un gol facile, facile. Si vede che se l'è tenuto per un'occasione speciale. Un altro nome che mi auguro possa fare la differenza è quello di Marco Borriello che ieri ha fatto la sua bella figura per i pochi minuti che ha avuto a disposizione. Un giocatore necessario che sa come muoversi e aiutare la squadra (non dimentichiamoci del suo salvataggio miracoloso sulla linea di porta, lui che è un attaccante). 
Quindi ora tirare il fiato e prepararsi alla partita di domenica! Questa volta non ci sono scuse. Questa volta la Roma c'è e anche la Banda della Curva Sud con Chiara, Mirko, Sandro, Matteo, Lella, Alma, Marco e Christian è tornata...parola di Tacco12.

PostScriptumLazie: Il silenzio stampa è iniziato...

14 settembre 2013

Breakfast with Angie e Giorgino

Questa mattina look per una colazione da campioni con la mia amica Angie, super mamma di Giorgio.  Informale e sprint con camicia e pantaloncino jeans:


E colazione nel più american Chiara&TheEternalCity's Style! Guardare per credere:


Toast alla francese con sciroppo d'acero e frutta fresca :-) Slurp! Il Posto? Vicino piazza Istria da Bakery House


Questa si che é vita! Del resto si festeggiava per un'occasione speciale...❤ Happy Day to You❤...


09 settembre 2013

Scampoli di Shopping Settembrino...per le strade di Roma.



Ve lo avevo promesso ed eccomi qua. Senza speranze. Posso confermare che sono una shopping Girl da ricovero. La colpa però non è tutta mia. Insomma questa crisi ci sta mettendo a dura prova, molto dura. A prezzo pieno non si può comprare nulla (o quasi) e così, ci si pensa su tutta l'estate e il giorno in cui il dubbio t'assale: passeggiatina in centro o giornata al mare? scegli la prima opzione perché due passi costano meno...La mia carta di credito ride! Meno??? 
Così venerdì decido di prendere la vespa e dirigermi in centro. 
Andare in centro per me è come andare a casa. Fermo restando che conosco quasi tutti i commercianti, in quanto figlia di ristoratore, in quei vicoli tra Piazza Navona e Piazza della Rotonda ci sono praticamente cresciuta. La mia maestra ed educatrice è stata la mamma. Lei ogni sabato, giorno in cui non si andava a scuola, caricava me e le mie sorelle in macchina e ci portava a fare la passeggiatina in centro. 
La cosa fa sorridere perché altre mamme, probabilmente, portano i figli a passeggio nelle ville romane o sul litorale per respirare l'aria buona, ma le altre mamme non sono la mia. 
Lei ci ha insegnato, l'arte dello shopping e il gusto del bello. Devo ringraziarla oggi quando torno a casa con buste piene e soprattutto dopo aver consumato "spese intelligenti".
Venerdì, come vi dicevo, ho parcheggiato la mia vespa davanti a San Carlo ai Catinari (inizio via dei Giubbonari) e poi ho iniziato il mio giro. Era già ora di pranzo quando sono giunta in quei lidi e dunque la mia prima tappa è stata il Panificio Roscioli. 
Se alla mamma riconosco il merito dell'arte dello shopping e a mio padre che devo quella per la buona cucina. Così la pizza non è pizza se non è mangiata in certi posti. Uno di questi è senza dubbio Roscioli. Dopo una chiacchierata con Pierluigi, che ha solo il difetto di essere della lazio, ed aver gustato un bel pezzo di pizza rossa con la mozzarella e un supplì, mi dirigo al ristorante da Armando al Pantheon (fresco di apertura e di restauro ma di questo ne parlerò in un altro post). 
Lungo il percorso però mi ricordo che c'è un negozio della catena NOTA BENE, l'unico sopravvissuto in tutta Roma. Butto un occhio dentro, così tanto per...e cosa vedo??? Tutto tra il 50 e il 70%! Nei miei occhi i pallini del segno percentuale hanno iniziato a brillare come negli occhi di Poldo i panini con l'hamburger...avete presente??? Entro e scopro una commessa che deve partire per la Norvegia, una titolare che mi offre il caffè e un sacco di cose carine. Me ne accaparro due: un pantalone 100% in viscosa, color panna con dei motivi di farfalle celesti e una maglia in merletto a maniche lunghe. Il tutto a 60 euro. Non male considerando che le marche sono le danesi Margit Brandt e Keffe. Proseguo il mio tragitto e fino ad Armando e non compio ulteriori danni alla mia carta di credito. Saluto la mia famiglia, sento com'è andato il primo giorno di riapertura e mio cognato, proprio quando sto per uscire, lancia l'amo cui abbocco senza nemmeno provare ad affrancarmi. 
"Da George's fanno il 70% di sconto". 
Deglutisco e vado oltre. La mia meta è la Nespresso per le cialde, non sono previsti altri pit-stop. 
Arrivo, più o meno salva, a SanLorenzo in Lucina e scopro che la Nespresso è stata spostata in Piazza di Spagna. Proseguo per via Frattina e taglio in via Borgognona. Compro le cialde, compresi i nuovi aromi e torno verso via dei Giubbonari. Nel tornare indietro però devo passare da George's, devo! Hai visto mai che trovo qualcosa di veramente necessario. Così alcuni km e minuti dopo mi trovo davanti alla vetrina della boutique in via della Rotonda. Altro insegnamento ricevuto dalla mamma: 
"Non lasciarti intimorire dalle vetrine delle grandi firme. Entra sempre nei negozi possono nascondersi piacevoli sorprese!" 
E così ho fatto. Saluto le signore che lavorano lì e conoscono mia sorella (che compra spesso da loro). Provo un po' di cose e alla fine compro: due maglie a canotta una bianca e una nera e una maglietta nera di cotone a maniche corte ( sono dei must, servono sempre e di ottima qualità non ne ho mai ); una camicia bianca di Paul Smith rapisce il mio cuore come pure la maglia in seta rossa di Sophie. Ovviamente però che Tacco12 sarei se dopo una seduta del genere non avessi comprato nemmeno un paio di scarpe??? La vincitrice è stata una bella zeppa color neutro e cinturino in cuoio di Ash.
Il senso di colpa mi divora, nonostante il risparmio devo riconoscere sia stato piuttosto consistente. Torno a casa soddisfatta e perplessa. Devo trovarmi un lavoro, qualcuno ha bisogno di me??? Ho un tenore di vita troppo alto. Mi piacciono le cose belle e lo shopping di settembre. 
Lo so che in Siria c'è la guerra, lo so che Papa Francesco predica il digiuno e questo mi fa sentire ancora più meschina...ma so che ogni giorno una notizia tremenda mi scheggia il cuore e se decido di coprirlo con un bel vestito, forse m'illudo che sanguini di meno...a volte ci vuole. Parola di Tacco12.

02 settembre 2013

Il teppismo non appartiene al calcio


Il giorno dopo il gusto della vittoria rimane in bocca e si sparge con una rapidità tale da esplodere nel palato e ricoprendo tutti i sensi. 
Una partita che ha confermato la voglia di una squadra di esserci. Di rimanere in cima almeno per un'altra domenica. Lo stadio baciato dal sole rideva come un bambino che non parla e usa il sorriso come unico modo per comunicare. Rideva l'Olimpico quando il gigante Maicon insaccava il primo gol e portava la Roma in vantaggio. Il pubblico lo ammirava estasiato e da casa mi sbucciavo le ginocchia per buttarmi esultante a terra. Si a terra, sul tappeto del salotto, davanti alla tv con la voglia di abbracciare Maicon di tirarlo fuori dallo schermo, con la speranza che le mie urla di giubilo arrivassero a far tremare i suoi timpani. 
Sono una della Curva io, una che comunque c'è, mi senti???
Forse loro mi hanno sentita e l'euforia si è elevata a livelli tali da esaltare tutta la squadra. 
Segna Pjanic con un pallonetto che definire superbo è peccato e alla fine ecco la bomba di Ljajic, il neo acquisto. Una bomba che se esplode manda in frantumi la gioia: un pezzo sul campo, un pezzo sulle tribune e poi sulle case, negli uffici e nelle macchine. La gioia esplode e copre tutto e tutti o quasi...C'è sempre qualcuno che è allergico alla gioia.
La mia professoressa di Greco e Latino diceva: 
"La madre del cretino è sempre incinta" e quanto aveva ragione.
Piccoli tafferugli nel settore ospiti si erano avvertiti anche da casa. La Curva Sud vuota aveva lasciato spazio ai cori della tifoseria avversaria contestati da molti fischi. 
"Cretini questi eh?" veniva da dire dal divano di casa. 
Poi scopri che i cretini veri sono altri. Dopo una vittoria splendida invece di festeggiare un gruppo d'ingnoranti ha deciso di andare a tirare sassi al pulman del Verona, come se la sconfitta non fosse già sufficiente. 
Tragedia sfiorata, dicono i tg. Sfiorata per chi? per cosa? E' una tragedia solo se ci scappa il morto o il ferito? Dobbiamo piantarla di giudicare i drammi con il numero di vittime, anzi dovremmo iniziare a considerare il numero di vittime reale e non quello presunto o cadavere. 
Siamo tutti vittime. Mi sento ferita come se un sasso mi avesse preso in pieno la faccia spaccandomi il naso. Sono rimasta a casa per cori razzisti e cosa devo sopportare? Che dei teppisti, qualificati con l'aggettivo di Romanisti, mostrino al mondo una faccia violenta e crudele usando il nome della mia squadra. Quando la smetteranno di giocare alla guerra invece che al calcio? Quando capiranno che il pallone può essere davvero il più bel gioco del mondo? Un gioco...e basta???
Vorrei da qui lanciare un appello. 
Pregherei tutti i mezzi di comunicazione: dai giornali alle radio, dalle tv e ai siti web di adottare la parola TEPPISTA per indicare questi delinquenti che meritano i lavori forzati. 
Basta dare a questa gentaccia una collocazione sportiva, un aggettivo che gli dia l'appartenenza a una tifoseria. BASTA! Chi ama il calcio e tifa il calcio non è uno che tira sassi e soprattutto non è un ROMANISTA....parola di Tacco12.

01 settembre 2013

Mi chiamo Chiara, sono tifosa romanista tesserata in Curva Sud e non vado allo Stadio da 98 giorni.


Ci s'indigna anche per il calcio oggi. Il movimento degli Indignados è globale. 
Oggi 1 settembre, nonostante abbia per fede e amore sottoscritto il mio abbonamento annuale all'As Roma, sono costretta a vedere la partita, Roma - Verona, dalla Curva del Divano di Casa Mia. 
Comoda senza dubbio, soprattutto circondata da cose che amo e da una serie di confort che nemmeno lo Juventus Stadium mi garantirebbe. 
Sono solita cercare il lato buono dalle situazioni che si pongono a mio svantaggio. Quindi per iniziare direi che se ho sete o fame posso accedere al frigorifero senza problemi e soprattutto gratis. Inoltre se devo andare al bagno non ho problemi di pulizia o di attese per lunghe file. Non patirò né il caldo, né il freddo...e posso restarmene scalza senza paura di pestare cicche e altre sporcizie. 
Bisogna poi aggiungere che rimarrò a casa senza la preoccupazione di uscire alle 16.00 con ancora il pranzo sullo stomaco e quella sensazione di pennichella che si prende possesso di me regolarmente nel pomeriggio appena iniziato. 
Sembrano tutte ottime motivazioni per non sentirsi dispiaciuta e con quella sensazione d'incompletezza che solo un pranzo terminato senza dolce può somigliare.
Tutto bene dunque, se non fosse che la partita in tv è un'altra cosa. Essere lì ti rende partecipe in modo totale a quello che si dice il gioco di squadra. Diventi parte dei giocatori. Condividi con loro la gioia del gol. Respiri l'adrenalina del campo e ti convinci che sei la dodicesima persona a correre verso la vittoria. Ti emozioni come un neo acquisto che mette piede per la prima volta dentro lo Stadio Olimpico. Ti esalti nel vedere il nuovo allenatore guardare dalla tua parte. Si perché non esiste giocatore, allenatore o qualsiasi membro del team che entrando nello Stadio Olimpico non volga il suo sguardo verso la Curva Sud. Verso quel dodicesimo in campo che, se canta e si colora, sembra già farti archiviare la vittoria. Quale squadra può perdere con dei tifosi così??? Quale??? 
Senza parlare del fatto che questa sarebbe la prima partita dopo quella maledetta del 26 maggio.  
Il destino a volte è crudele, infatti sarò di nuovo al mio posto, con l'ennesima ansia (anzi maggiore), ad osservare la partita contro una squadra che mi ha beffato una Coppa proprio tre mesi fa. L'ultima partita che cui ho assistito sarà la prima che aprirà la mia stagione in Curva. 
Non è giusto! direbbe un laziale ma dato che laziale non sono, dirò con filosofia che certi incroci sono voluti dal destino e che, il destino, va' affrontato a testa alta. 
Allora saremo lì tutti insieme: io, Mirko, Sandro, Christian e Antonella. Spalle larghe e petto in fuori a prendere per il collo quella partita che ha significato sofferenza e umiliazione. Pronti a sfotterla e, perché no, a riprenderci Roma! 
Per questa domenica quindi appuntamento alle 18.00 davanti alla tv...già ma perché? 
Chi segue il calcio lo sa perfettamente ma le mie lettrici più modaiole, che sportive, potrebbero ignorarne la causa. Allora, per quanto assurda, voglio spiegarla loro. 
La Tifosa Indignata nasce proprio dalla motivazione di un provvedimento, a mio avviso, improprio. 
Un gruppo di idioti, perché solo così definisco chi nel 2013 per offendere un uomo negro compie il vergognoso verso BuBuBu imitando quello di una scimmia, hanno innalzato cori razzisti nei confronti di Mario Balotelli. 
Fermo restando che il giocatore in questione non lo considero particolarmente simpatico, ciò non toglie che qualsiasi insulto è una forma d'ignoranza e come tale deve essere condannata. Qualsiasi insulto (compresi i cori: Vesuvio lavali col fuoco, rivolto ai tifosi napoletani e gli annessi e connessi tipo Roma Ladrona). 
Così la Corte di Giustizia della Federazione Italiana Gioco Calcio ha stabilito che la punizione più adatta fosse chiudere la Curva Sud ai suoi sostenitori. Fin qui tutto bene, se non fosse che gli idioti, pure se arrivano a 100, non sono tutta la Curva e quindi per colpa dei "Soliti" ci rimettono tutti. Dei "Soliti" soggetti facilmente identificabili dalla Questura. 
Pare che l'antico adagio: Punirne uno per educarne 100 non abbia proseliti nei vertici della Figc. 
Qui infatti il detto si è capovolto: punire tutti e in modo assoluto. Tanto da non concedere alcuna possibilità, a coloro che sono idioti per il solo fatto di avere un abbonamento in CurvaSud, di acquistare i biglietti in un altro settore. 
Insomma una beffa totale per chi voleva concludere le vacanze godendosi la sua passione, il suo tormento, il suo stupefacente preferito. 
Non è la prima volta che vengono prese queste decisioni. Speriamo almeno che sia l'ultima. Se questo "sacrificio" serve a risolvere il problema, ben venga. Mi sento come un membro dei Tifosi Anonimi: 
Salve, mi chiamo Chiara e sono una Tifosa romanista tesserata in Curva Sud. Non vado allo Stadio da 98 giorni e dovrò resistere altre tre settimane. 
Ora beviamoci un caffè e concentriamoci su Roma - Verona e sempre forza Roma!

PostScriptuMLazie: Ieri contro la Juventus a Torino i Laziali avevano dichiarato: 
"Ci prenderemo la nostra rivincita!" riferendosi alla sconfitta subita in SuperCoppa. 
Non ho capito...a me pare che l'unica cosa che si sono presi sono stati altri quattro gol...poi dici che quando parlano uno non li capisce...parola di Tacco12.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...