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31 dicembre 2014

Capodanno, in rosso per un 2015 senza guai

Capodanno: il 2015 sarà Rosso scacciaguai e portafortuna

 

Un Capodanno diverso dal solito?

Non ci penso proprio. Con le temperature glaciali sono calate anche le mie esigenze di un divertimento sfrenato ad ogni costo. Quest'anno Capodanno sarà intimo e caldo e sarà Rosso!

A dispetto dei concerti in piazza e dei festoni nei locali, trascorrerò l'ultimo dell'anno con la mia migliore amica, suo marito, la mia dolce metà e altri amici. La riflessione della serie "ci siamo invecchiete" è scattata in automatico ma la risposta è risultata semplice e indolore: "si". 
Nel film la Grande Bellezza, Jap Gambardella sostiene: 

"La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare"
e così è per me anche se la scoperta l'ho fatta prima dei 65 anni, credo che la regola si possa applicare già da questa sera tanto per far iniziare il 2015 nel migliore dei modi. 
Non mi metterò a fare grandi bilanci di questo 2014 pieno di accadimenti come una scatola di Lego, piuttosto voglio ringraziarlo per quello che è stato, per avermi permesso di godermelo tutto e in salute. 
Ringrazio il 2014 per gli episodi emozionanti, come l'espressione sognante sulla faccia di Mirko quando ha visto il suo idolo Jimmy Page in persona a Londra. 
La gioia ritrovata di assistere al ritorno di una persona cara, considerata "persa". Il volto di Bea quando mi ha inviato un sms dicendomi che era incinta e poi la faccina di Mirta quando è venuta al mondo. Ringrazio il 2014 per il libro pubblicato di mio padre grazie alla sua bravura e volontà di ferro. Grazie 2014 per avermi fatto conoscere nuove amiche con cui lavorare e ridere come Nerina e Giada. Grazie per avermi insegnato qualcosa in più dello scorso anno, per il buon vino e il buon cibo. Per i libri pieni di parole e di storie infinite.
All'inizio del 2014 vi avevo consigliato un'idea, quella della  Memory Jar, un barattolo in cui mettere dei foglietti con appuntanti sopra gli eventi più importanti del vostro anno. L'avete fatto?
Dal mio barattolo sono usciti fuori ben 14 foglietti, di cui due biglietti del cinema. Avrei dovuto scriverne di più ma quello che ne è uscito fuori è un quadro confortante. Ho scritto solo cose belle tranne una e questo vuol dire che se gli episodi brutti ho preferito tralasciarli forse non erano così gravi o comunque erano risolvibili. 
Mi meraviglia trovare domande come "Cos'è l'amore?" o frasi del tipo: "Inizio dei Mondiali in Brasile: L'Italia vince contro l'Inghilterra".   Lorenzo e Claudia sposi. Matrimonio Vanessa e Paolo. Un nuovo paio di scarpe è nel mio armadio! (Questo è più di un foglietto)
Quindi spero che il prossimo anno sarà ricco di emozioni da scrivere, come questo passato e mi piacerebbe trovare tra i foglietti del mio Memory Jar, tre annotazioni in più su tre desideri che ho nel cuore.
Per quel che riguarda il diario della Tifosa, voglio scusarmi con i miei lettori abituali ma non ce l'ho fatta a commentare Roma - Milan, troppa delusione e rabbia hanno preso il sopravvento. 
Un rigore non assegnato e, come sempre, poca concretezza da parte della Roma che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca prima di un dolce Natale. 

Che il vostro 2015 sia sano, felice e pieno di scarpe perchè per affrontare la vita ci vogliono sempre un paio di scarpe nuove! Auguri a tutti voi di cuore. 



15 dicembre 2014

Genoa - As Roma 0-1: la vetta è vicina

Genoa - As Roma 0-1: Naingollan, il nostro ninja esulta dopo il gol del vantaggio

 

Genoa - As Roma 0-1, la Roma vince eppure qualcuno non è contento

I tifosi so' strani. Ce ne sono di tanti i tipi come le piante, come gli animali. Ci sono quelli che tifano la maglia e quelli che tifano i giocatori, quelli pessimisti di natura e quelli che non si arrendono mai nemmeno al 90' sul 4-0. 
Del primo tipo ne conosco davvero pochi, di solito sono i bambini alla prima fase del tifo. Del secondo ne conosco uno in particolare: mio padre. Per lui la Roma è al di sopra di ogni dubbio. Lui è l'incarnazione del motto "non si discute, si Ama".
Tutto questo per raccontarvi della partita di domenica. Protagonisti : Chiara e Mirko, due tipi di tifoso diversi. 
La posizione sul divano era quella comoda della partita di domenica finalmente alle 15.00. Pancia piena e piedi scalzi, cellulare nella mano per controllare i commenti del gruppo Fantacalcio su WhatsApp e tazzina di caffè che mi guarda per essere svuotata. 
La partita inizia, il campo di Genova è sempre disastrato ma non abbiamo scuse dobbiamo vincere infatti la Juventus ci ha nuovamente servito sul palmo della mano la possibilità di accorciare le distanze. 
Online e su Sky i commenti sull'incapacità della Roma di approfittarne m'innervosiscono. 
"Ne approfitteremo come le altre volte" commenta qualcuno credendosi simpatico, uno di quei tifosi "pessimisti" di cui accennavo sopra. 
I telecronisti Sky mettono in dubbio le potenzialità della Roma dicendo che "il contraccolpo psicologico" per l'uscita dalla Champions League può aver "buttato giù" l'umore della squadra, "bisogna vedere che reazione avranno i giocatori" dice uno dei commentatori. 
La Roma è uscita dalla Champions perchè non era forte abbastanza, cosa che invece è (e lo è abbastanza) per il Campionato Italiano.
Avvelenata dalla visione di Juventus - Sampdoria, per le valutazione arbitrali come sempre a senso unico, vi lascio immaginare la mia reazione quando, a meno di un minuto dall'inizio, c'è un fallo da giallo per il Genoa che viene graziato dall'arbitro. Grazia che non spetta ad Astori e, dopo qualche minuto, nemmeno a Yanga - MBiwa che si prendono un bel cartellino giallo che per Astori, diffidato, significa squalifica al prossimo turno. 
Stessa sorte per Pjanic e poi c'è chi si lamenta a fine partita dell'arbitraggio, va beh procediamo. 
La Roma fa la partita. Nessun pericolo dalle parte di De Sanctis. 
Tanti gol mangiati e poi arriva l'episodio: Nainggolan, atterrato da Perin, cade in area di rigore. Perin espulso e alla Roma viene assegnato il calcio di rigore. 
Ora qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè se a cadere è Naingollan a calciare deve essere Ljajic. Al posto di Perin subentra l'esordiente portiere Lamanna.
Alla parola "esordiente" io e Mirko ci siamo guardati in faccia sicuri di quello che sarebbe accaduto e infatti non esistono distinzioni di tifoseria davanti a queste cose. Il tifoso romanista lo sa, quando entra un esordiente farà di certo il fenomeno. Così Ljajic tira e Lamanna para. Il risultato è fermo sullo 0-0 ma il Genoa giocherà in 10 per 60 minuti, l'idea di potercela fare è tangibile. 
Il tempo di pensare si può fare, che il solito, unico, immenso, fenomeno, ninja Nainggolan sforbicia dal limite dell'area e segna un gol meraviglioso. 
Io e Mirko saltiamo in piedi dal divano, urlando come matti un "Dajeee" lungo da qui fino a Marassi. Pochi minuti e finisce il primo tempo. 
Rifacciamo il caffè e prendiamo un dolcetto. Nell'attesa ricontrolliamo le occasioni. Scende nella gola l'ultimo pezzo di pasticcino e la partita ha nuovamente inizio. 
Il copione è sempre lo stesso ma con i due centrali giallorossi ammoniti bisogna stare attenti. Per fortuna Maicon è, insieme al Ninja, instancabile.
La Roma nonostante gli sforzi, spreca e non raddoppia. Il fantasma di un nuovo passo falso avanza terrificante ed è a questo punto che escono fuori le due anime del tifoso. 
Mirko inizia a inveire contro una squadra che "gioca male e non si può vedere" mentre io tiro fuori la migliore delle arringhe di difesa sostenendo che la Roma ha costruito tanto e che gli è mancato il gol ma "questa partita la vince, la vince per forza". 
Quando Totti sta per entrare in campo, un siparietto bellissimo si mostra alle telecamere. 
Keita vuole dare la fascia al Capitano ma lui lo rimanda in campo alla sua maniera : 
"Nooo, va' a giocà!"
Al 93' quando il Genoa segna un gol, successivamente annullato, Mirko giaceva morto sul divano e io per alcuni attimi ho pensato di non potercela fare, poi il miracolo: gol in fuorigioco (e c'era!) quindi non convalidato. 
Mi giro verso Mirko e inizio a cantargli : "Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male!" e poi aggiungo "Hai visto? Hai finito di piangere e lamentarti? Abbiamo vinto, abbiamo! e gioisci invece di lamentarti".
Lui se la prende e dice che sono i tifosi come me, quelli che esaltano la squadra a non farla crescere. Non ne usciamo, per me ieri la Roma ha fatto il suo dovere: accorciare le distanze con la Juventus e collocarsi al secondo posto in classifica a -1 dalla vetta. 
Non m'interessa come ha vinto, se poteva farne altri 3, non me ne importa nulla perchè i Campionati si vincono anche così, soprattutto così. Come credete che li abbia "vinti" la Juventus giocando sempre bene???
Ho gioito perchè Roma Mia è andata contro i pronostici dei soliti lamentosi, di quelli che la davano già morta.
Una partita difficile che, secondo me, merita di essere segnata sul calendario come quella di qualche anno fa, quando un'altro giocatore con gli occhi a mandorla, segnò un gol che avrebbe significato terzo scudetto. 
Nel frattempo oggi è stato sorteggiato il nostro avversario in Europa League, sarà il Feyenoord. Tifosi paura? Io No. Daje Roma, Daje!!!




13 dicembre 2014

As Roma - Manchester City 0-2 : la Champions ai Campioni

 
AsRoma - Manchester City 0-2: la Roma è fuori dalla Champions

La Roma ha perso 0-2 all'Olimpico contro un Manchester City "rimaneggiato" e fortunato.

C'è chi lo dice dal giorno del sorteggio, giocatori inclusi. Qualcuno ha raccontato di uno di loro uscire quel giorno dal centro sportivo di Trigoria, ridendo e dichiarando:
"Ok, vinceremo l'Europa League".
Non mi sorprende dunque l'epilogo che mercoledì sera all'Olimpico si è avverato, sotto gli occhi innamorati di 60 mila tifosi. 
Testimoni oculari di un omicidio di massa, tutti compatti sulla scena del crimine, ci siamo ritrovati a difendere la vittima che ha provato a sopravvivere, opponendosi a un destino che la voleva morta. 
Cosi, come un gladiatore contro un leone, quanto può provare a lottare?  Fino alla morte ed è questo che Roma mia ha fatto.

"Roma o Morte!"

Eccolo il grido, proprio come l'epitaffio inciso sulla base della statua di Garibaldi al Gianicolo. Un'esortazione il cui senso originario era diverso ma che voglio interpretare come un comando, che  tutti i giocatori della squadra hanno eseguito: "Onora Roma e fallo con tutte le forze".

Martedì sera, a inzio partita, il calore della gente scioglieva il freddo e l'umidità di una serata che voleva congelare le emozioni, per tenersele dentro qualche altro mese ancora.
Quello che mi piace di più, quando scrivo il mio diario, è soffermarmi sui particolari più che sulla cronaca calcistica, di quella ne sono già piene le bocche a fine primo tempo e le prime pagine dei giornali il giorno seguente. 
Quello di cui scrivo è una raccolta di attimi, pennellate di vita che la partita in campo maschera in un contorno invisibile e poco interessante. 
Non racconterò quindi del palo preso quando si sarebbe potuto pareggiare, nè di un primo tempo che ha visto i giocatori della Roma coraggiosi combattenti e sfortunati. 
Vi racconterò, piuttosto, di mio padre che cucinava con la radiolina accesa, sperando di poter fare la "sua parte" mentre sfamava gente senza fede sportiva e di come ha accennato a un piccolo salto quando il radiocranista ha detto "Palo! Roma vicinissima al gol!"
Delle donne e dei bambini che mostravano un' espressione di pura sorpresa e gioia quando ritrovavano la loro faccia sfondare l'Olimpico sul grande schermo. 
Voglio raccontarvi dei panini con le polpette e il sugo ancora tiepidi per scaldarsi sugli spalti dove il Borghetti non è più presente, e della pizza con la nutella congelata; delle innumerevoli sciarpe tese durante Roma Roma; dei fumogeni colorati che non permetto di vedere la partita ma la rendono più calorosa e allegra; della Curva Sud, di una Curva che, al 90' dopo una sconfitta che è valsa la squalifica dalla Champions League, ha gridato a una sola voce: 
"Vinceremo il Tricolor!" 
Illusi, pazzi, stanchi e disperati??? No. Chi è innamorato non è stanco mai, non è pazzo mai, non è illuso mai. E non si tratta del solito tifoso della Roma, di quello che "è il male della Roma" perchè non vuole una squadra forte, perchè si accontenta.
No, amici miei, siete lontani anni luce se pensate questo. Il vero tifoso della Roma sa come finiscono certe partite e lo sa prima di altri e vede quando la maglia, perchè solo quella conta, quando la maglia è sudata. Mercoledì sera quella maglia lo era.
 I giocatori erano stanchi e non volevano andare sotto la Curva per il rimmarico e lo sconforto.  Per la vergogna di non essere all'altezza. Come una mamma conosce i pregi e i difetti di un figlio, fino a dove può arrivare così la Curva ha capito che quest'anno non si poteva andare oltre.
L'Olimpico ha regalato ancora una serata unica, una di quelle che rinnovano la mia fede calcistica. Ci vuole coraggio per giocare contro i più forti, ci vuole coraggio per non mollare fino alla fine ed è il coraggio che rende un uomo diverso dall'altro. 
Per questo Christian si è scaraventato contro quelli che al secondo gol subito si sono alzati e se ne sono andati impedendo a chi : "la Roma la tifa davvero, di vedere la partita fino alla fine". 
Fino alla fine... come la fede giallorossa, come un credo, come un vero tifoso.
E fino alla fine andremo, anche questa volta, magari in un' Europa League che qualcuno disprezza, oppure solo in un Campionato che è alla portata, perchè la Roma è forte, fortissima. E un tifosa lo sa, come una mamma per cosa la sua squadra può lottare.

Post Scriptum:  Se non ho narrato di Roma - Sassuolo è solo perchè avrei dovuto scrivere qualcosa di poco piacevole nei confronti di un paio di persone, così ho deciso di aspettare prima di dire la mia su Daniele De Rossi e su Mister Garcia.

10 dicembre 2014

La Muffineria, un angolo di Londra a Roma

La Muffineria, in via Ostiense a Roma

 

Muffin dolci e salati. Se amate i Muffin La Muffineria è il posto che fa per voi


Trovarlo è stato un po' complicato per me che considero via Ostiense, a Roma,  a partire dalla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre per finire a Piramide.
Nonostante la mia convinzione alla fine la missione è stata compiuta. Infatti, come San Paolo sulla strada di Damasco, qualcuno mi ha ricordato che esiste un'altra parte di via Ostiense, quella dove c'è la mia ex facoltà di Lettere.

Se appartenete anche voi al popolo degli amanti dei muffin, quelli che ne mangerebbero uno al giorno e che passerebbero una gran parte del loro tempo a sfornarne di tutti i gusti, questo è il locale che fa per voi.

Allora avrete senza dubbio già provato il posto di cui oggi voglio raccontarvi. Avevo sentito parlare tempo fa di questo locale specializzato nelle soffici golosità e allora perchè non farci un salto, mi sono detta. In sella alla mia vespa, nonostante le intemperie mi sono avventurata.

La Muffineria: ingresso con altalena
 Un paio di altalene all'ingresso ti attendono per darti il benvenuto, simbolicamente pronte a farti spiccare il volo per un'esperienza divertente e gustosa.
Poi un bancone letteralmente costruito con i libri: perchè mai un posto del genere non c'era quando ero costretta a trascorrere giornate intere in facoltà? Ingiustizie.
Non appena superata la porta, vengo accolta con cordialità e mentre cerco un posto per ricaricare il cellulare, mi osservo intorno ed aspetto il mio calice di bianco con un buon maffin salato mortadella e stracchino che viene infornato subito dopo il mio ordine.
Devo attendere i minuti sufficienti perchè il muffin sia pronto. Sulle pareti spartiti ripiegati e frasi occupano i miei pensieri.
La Muffineria, particolare di una parete

Una scala porta al piano superiore che vado a visitare.
Un'altra sala accogliente mi si presenta con comode sedute, libri e giochi da tavolo sparsi. Durante la settimana, mi spiegano i due ragazzi che gestiscono il locale, si organizzano serate jazz e karaoke.

La Muffineria, il mio muffin appena sfornato


 
Il muffin arriva bollente. Ha proprio un bell'aspetto, mentre lo apro per raffreddarlo un po', una ragazza entra e ordina una serie di varietà salate e dolci di muffin da portare via.
Penso che non è una cattiva idea e che per cena qualche muffin tiepido è proprio buono.
Lo penso ancor di più quando mangio il mio: saporito, profumato e tiepido. Mi viene voglia di mangiarne altri due ma l'ora di cena si avvicina e preferisco evitare.

La Muffineria, muffin mortadella e stracchino
M'informo sugli orari che il locale osserva e con sorpresa scopro che è sempre aperto. Mi ripropongo di tornarci il prima possibile per una buona colazione o un pranzetto veloce.
Mi è piaciuta proprio la Muffineria, un posto molto "milanese" e uso questo aggettivo esclusivamente in modo positivo perchè a Milano su queste cose sono avanti da tempo. E se "milanese" non vi piace, direi "londinese" o "berlinese"...
Una via di mezzo tra un bistrò e un bar, elegante e attento al dettaglio oltre che al cibo. Dal salato al dolce un posto dove si può meditare o chiacchierare.

E poi quello che in assoluto mi è piaciuto è stato il bancone... guardate qua:

La Muffineria, l'originale bancone fatto interamente di libri 







La Muffineria, via Ostiense 383, Roma | 06 83904695 | e.mail info@lamuffineria.net | fb www.facebook.com/LaMuffineria

02 dicembre 2014

As Roma - Inter 4-2: i conti tornano sempre.

 
AsRoma - Inter 4-2: Miralem Pjanic autore di una doppietta

As Roma - Inter è finita 4-2, in clima di euforia amplicato dal provocatorio comportamento dell'ex di turno Pablo Daniel Osvaldo.

Già nei giorni precedenti era salita un po' di tensione. La partita con l'Inter è sempre una specie di derby per me, vuoi per il loro gemellaggio con i cugini laziali, vuoi perchè il mio ex capo è interista e soprattutto per colpa di un ricordo che ha segnato il mio tifo nel lontano 3 maggio 1999. 
Era un Roma - Inter finito 4-5 con un gol di testa di Diego Simeone al minuto 87 proprio sotto la Curva Sud. Una delusione che ancora brucia.
Ne è passato di tempo da quella partita in cui i bagarini ci avevano venduto gli unici biglietti disponibili fuori dai cancelli e io e Andrea M. (il mio migliore amico di tanti anni fa) avevamo trovato solo posti in piedi, appoggiati alla fine delle scale d'ingresso di uno dei settori della Sud. Uno stadio pieno come quello non lo ricordo, se non per occasioni davvero speciali. 65.966 spettatori, recitava il tabellino post match. Roba da capogiro, roba di un calcio che è scomparso davanti a sua maestà la "diretta televisiva".

A distanza di 15 anni però i conti tornano.

AsRoma - Inter 4-2: l'esultanza sotto la Curva Sud

Il tempo restituisce quello che ti prende ed è così che è arrivato il 30 novembre 2014, silenzioso e galantuomo, pronto a ridare il maltolto.
In campo una Roma superiore a quella del lontano 1999 e un'Inter probabilmente meno forte. Insomma le parti si sono capovolte ma in campo è sempre una gara avvincente.
Sugli spalti eravamo al completo: io, Mirko, Christian, Marco, Antonella, Sandro e Matteo. Ancora increduli per la partita di Mosca ma convinti della forza della nostra squadra, una forza che non svanisce con qualche pareggio e un paio di sconfitte.
Daniele, altro fedele abbonato, mostra ancora un po' di malcontento e inizia si lancia in una serie di lamentele che arrivano alla provocazione con la seguente frase: 
"Dodò pure le punizioni ora batte, che non lo rimpiangi Dodò?" 
Sapeva che a una frase del genere Christian avrebbe ceduto con la sua veemenza, un misto di urla e romanistità che si trasforma nella risposta:
"'O rimpiangerai tu Dodò, 'n vedi questo. Che me toccà sentì? Nun ce venì allo Stadio no? Che ce vieni a fà, tanto mo' pe' 'na partita pareggiata è un miracolo se 'namo a ffà l'Intertoto". 
In fila ai tornelli per entrare in Curva si ride, l'aria è distesa nonostante la notizia della vittoria della Juventus a 4 secondi dalla fine del derby.
"Nun ce se crede! Er Padreterno dalla parte loro c'hanno".
Qualcuno non si trattiene, a me rode dentro ma taccio. Concentrazione è la parola d'ordine. A dire la verità un po' c'avevo sperato nell'impresa del Torino. Poche ore prima avevo detto a mio padre, sicuro che i bianconeri avrebbero vinto 4-0, che poteva essere la domenica buona per l'aggancio.
"Ma che stai a dì? Noi con l'Inter non abbiamo una partita facile".
Un "mah" era uscito spontaneo dalla mia bocca cucita su una faccia dall' espressione dubbiosa. 
Non c'è stato un solo momento nel quale ho temuto una defaillance della mia Roma. Un romanista si distingue anche per questo, un romanista sa... ma questo già ve l'ho spiegato la volta scorsa.
Con i panini pronti, uno con il polpettone e una mini baquette (scusate i francesismi ma è tutta colpa di mister Garcia), con mozzarellina di bufala e prosciutto, ero pronta ad affrontare qualsiasi nemico.
La Roma scende in campo e la Curva Sud non esita a fischiare Osvaldo che, da quando è diventato ex, dimostra la sua rabbia nei confronti di noi tifosi, come se fossimo la causa dei suoi fallimenti sportivi. 
Un atteggiamento da "poveretto" il suo che, preso dalla smania di dover dimostrare quanto fosse forte, ha iniziato a esibirsi in capovolte nell'area di rigore, alla ricerca di un gol che, ovviamente, è arrivato al minuto 12 del secondo tempo seguito da un' esultanza decisamente fuori luogo del "poveretto" argentino, soggetto affetto da egocentrismo compulsivo.
Un'esultanza per un 2-2 che ha definitivamente segnato la sconfitta della squadra di Mancini, perchè se non avesse provocato fuori luogo la Curva Sud (e quindi i giocatori in campo) forse la reazione non sarebbe stato tanto accanita. 
Facciamo un passo indietro quando a minuti rovesciati, ossia al 21esimo minuto del primo tempo, a sbloccare la partita era stato un veloce Gervinho che aveva scheggiato la palla nell'area di rigore dell'Inter mandando in estasi l'Olimpico. 
Un vantaggio durato appena quindici minuti quando Ranocchia butta la palla alle spalle di De Sanctis
Il primo tempo si conclude così mentre la pioggia cominciava a cadere, rompendo un caldo che sembrava più primaverile che invernale. L'ora del panino era arrivata sul pareggio, anche un tifoso gioca e ha bisogno di recuperare le forze.
"La Roma c'è si può fare".
La sensazione della vittoria è comune e si consolida quando al 2' del secondo tempo Holebas inizia a correre, a correre, a correre finchè non segna un meraviglioso 2-1.
"Non ci posso credere, Holebas mio che hai fatto!"
Che ha fatto???  Hai segnato mentre addentavo la mini baquette? Che modo è, senza avvisare, per poco mi strozzo! Tutti saltati in piedi mentre io a bocca piena rimanevo seduta. Mai mangiare un panino durante la partita, rischi di morire strozzata.
E poi arriva lui "il guastafeste", quello che se non sta al centro dell'attenzione si sente male. Osvaldo segna, non ha il coraggio di mostrare la maglietta bianca che porta sotto quella ufficiale e instiga tutto lo stadio alla rabbia collettiva. Pensate urla sotto la sua curva, inpiega 5 minuti per tornare in campo e con le braccia e i pugni chiusi continua ad agitarsi rivolto alla tribuna Montemario e alla Curva Sud. Riesce a fare tutto ciò senza nemmeno prendersi un cartellino giallo eppure Francesco Totti per molto meno contro la Juventus un cartellino giallo l'ha preso e come: inspiegabile.
Sarà stato questo il motivo che ha ispirato l'ennesima magia del Capitano che da terra, ancora una volta, dimostra di avere gli occhi dietro la testa creando un assist per quel fenomeno di giocatore che si chiama Miralem Pjanjic che segna di potenza e porta la Roma in vantaggio.
A questo punto accade qualcosa, forse l'arbitro si ricorda che non ha ammonito Osvaldo per l'esultanza poco appropriata, forse è solo stanco e non ce la fa più a correre, fatto sta che tira fuori un cartellino rosso per Mancini l'allenatore protestatore.
La Roma però non ha finito. 
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