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28 settembre 2015

As Roma - Carpi 5-1 e tanti #AuguriCapitano

As Roma - Carpi 5-1: una vittoria per l'umore

 

As Roma - Carpi 5-1 : la Roma c'è


Sabato pomeriggio alle 18.00 si è disputata la sesta giornata di Campionato. L'As Roma ha incontrato la neopromossa Carpi.
Il risultato è stato quello "pronosticato" , ossia una vittoria di larga misura e questa è già una buona notizia.
In realtà in questo fine settimana le buone notizie non sono state sufficienti a bilanciare le brutte: fuori Totti, Dezko, Keita per almeno 20 giorni.
Allo Stadio Olimpico la Curva Sud ha proseguito il suo sciopero e il gioco, detto inter nos, continua a mancare.
Tre punti però sono arrivati e hanno fatto raggiungere alla Roma quota 11 riconsegnando a tutti un po' di umore, soprattutto dopo la sconfitta dell'Inter (la fortuna è eterna finchè dura) con la Fiorentina che l'ha agganciata a 15 punti.

As Roma - Carpi 5-1: quando la vittoria è del gruppo

La partita e i suoi marcatori


Ho dovuto lavorare al ristorante anche sabato a pranzo. Il pranzo è più veloce della cena e il servizio deve essere rapido. Una tavolata di 8 uomini di varie età aveva occupato gran parte della piccola sala. A servirli Marco che dopo un po' di tempo arriva in cucina con un dubbio:
"Secondo me quelli so' del Carpi"
Ci guardiamo tutti dubbiosi, così quando consegno loro il caffè a tavola lo faccio aggiungendo:
"Mica sarete venuti a vedere la partita?"
Un coro di "Si, certo!" si eleva durante la presa della tazzina ed è stato al momento di questa conferma che ho aggiunto:
"I vostri primi tre punti non avrete intenzione di prenderli con noi spero..."
E ancora una volta il coro unanime è stato:
"Certo! Cosi Garcia salta e arriva Carletto"
Il mio sorriso eloquente, come quello di chi sente una barzelletta poco divertente li ha portati alla resa:
"Però non fateci più di 3 gol e se segnamo noi ti penseremo"
"Voi segnerete sicuramente, però noi vinciamo e non so se con 3 o più gol".
Una premonizione niente male che però non aveva incluso 5 gol per opera di 5 marcatori diversi: il primo gol di Manolas, alla faccia di chi sul web lo ha preso in giro; il capolavoro Pjanic su punizione; la resurrezione di Gervinho; la zampata di Salah che ha tolto la gioia a Totti e il primo gol di Digne.
Una cinquina in cui stride l'assenza dell'unico marcatore che le scommesse avrebbero visto protagonista: Dzeko.
Una squadra che continua a segnare con tutti tranne con il suo centravanti...qualcosa continua a quadrare poco, qualcuno continua a non cambiare gioco.
Un'altra bella notizia è stato vedere Morgan De Sanctis parare il generoso rigore concesso al Carpi.
Si perchè questo Roma - Carpi è sembrata la partita del riscatto per chi aveva sbagliato nelle passate giornate. Così dopo l'esplosione di gioia di Manolas per il gol che lo libera dall'errore di un autogol maledetto a Genova, arriva la risposta del portierone giallorosso molto criticato in queste prime giornate. Bravo Morgan!

Insomma 90' minuti di calcio vero, quello che non puoi programmare, dove i marcatori sono quelli che si vogliono far perdonare e i portieri tornano ad accarezzare con voli e manate i volti di chi li ha derisi.

Come ogni copione ben scritto non poteva mancare il gol dell'ex. Marco Borriello ha fatto il suo sporco lavoro ma non ha esultato e, quando è stato sostituito, solo un parte di pubblico, decisamente poco intelligente, ha deciso di fischiarlo. Il resto degli spettatori gli ha tributato l'applauso dovuto a un professionista.

#AuguriCapitano anche da #Tacco12cm | photo: www.asromashirt.it


Totti, 39 anni e tripletta


La notizia più bella di questo fine settimana è stata sicuramente legata al nostro Capitano, non per il suo infortunio, che lo terrà fuori per un mese, ma per il suo compleanno e la sua ufficiale (e soprattutto vera) terza paternità.
Ieri sera Ilary Blasi durante il programma le Iene ha deciso di fare il regalo di compleanno al Pupone e a tutti i suoi ammiratori, dando l'annuncio della sua terza gravidanza.
La gioia è dilagata online e il compleanno di Francesco è apparso consacrato anche dall'alto.
Sembra proprio che il 3 e i suoi multipli siano diventati delle costanti nella vita di Francesco. 3 come i figli, 39 come gli anni, 300 come i gol... 3 il simbolo della vitalità e di molto altro.

Che un altro Totti venga alla luce perchè il Pupone resti eterno, per sempre.

#AuguriCapitano... #AuguriFrancè!


24 settembre 2015

Sampdoria - As Roma 2-1: la prima sconfitta

 
Sampdoria - As Roma 2-1: la prima sconfitta

 

Sampdoria - Roma 2-1, la prima sconfitta non si dimentica mai


Potrebbe essere questo il sottotitolo di un partita che definire assurda non rende l'idea. Un turno infrasettimanale che mi ha tenuta lontana dalla tv e concentrata sul lavoro mentre Mirko, di cuffiette munito, mi teneva aggiornata sull'evolversi di una partita dominata e persa. 
Dominata e persa, ci tengo a sottolineare questo. 
Chi mi segue lo sa, non sono mai tenera con la mia Roma, come quando si ama davvero qualcuno, non le risparmio critiche perchè la vorrei vedere sempre perfetta, meravigliosa, combattente, grintosa, sudata... in una parola Magggica
Ieri lo è stata.
Lo dicono i dati del possesso palla, dei corner, dei tiri in porta, delle azioni create... insomma lo dicono i numeri e non lo scrivo da tifosa ma lo valuto da sportiva. 
La Roma ieri sera ha giocato bene. Certo è stata poco incisiva, come spesso le capita, ma soprattutto è stata poco assistita dalla dea bendata. 
C'è da dirlo senza vergogna: la fortuna nello sport, come nella vita, gioca un ruolo fondamentale e nelle ultime gare la fortuna con la Roma non si sono incrociate nemmeno per sbaglio.  

Sampdoria - As Roma 2-1: Salah segna il momentaneo gol del pareggio

Racconto di una partita non vista


Ieri sera, quando la Roma ha subito il primo gol ho pensato che non fosse importante. Dopo un altro rigore netto non concesso ci può stare che la Sampdoria la buttasse dentro la nostra rete. Ero certa che questo non avrebbe influito sul resto della partita. La formazione al completo e il carattere giusto. Il piglio, quello che spesso è mancato, ieri sera traspariva dalle azioni, dalle parole del radiocronista, da una serie di dettagli che un tifoso riconosce. Finisce il primo tempo e al secondo un urlo scoppia nel cuore di Roma. Non lo dico in senso figurato, lo dico davvero. 
Mia sorella Fabiana, rientrando nel ristorante, ha detto: "Mi sa che la Roma ha pareggiato, s'è sentito un urlo!" 
E così è stato. Mentre suggerivo ai nuovi clienti i piatti del giorno, dalla cucina Mirko confermava il pareggio con la parola magica "Salah", un po' come l'Abacadabra Sim Sala(h) Bim
Una parola dalle suggestioni orientali, intrisa di speranza e di karma. Così con la mia di carma ho continuato a lavorare sperando di avvertire un altro urlo dalle strade di Roma, dalla cucina del ristorante, direttamente da Genova mi sarebbe andato bene qualsiasi urlo. 
Il tempo era quasi terminato, controllo l'orologio dal cellulare. Salgo in cucina a chiedere informazioni. Mirko è serio e non parla, non ha più le cuffiette. 
"Ma che è finita? 'Mbè?"
Alza appena lo sguardo: 
"Stiamo perdendo" 
"Ma com'è possibile??? Ecchecavolo... era meglio che non lo sapevo, ora mi rode davvero". 
Riprendo la via per la sala. Mi chiudo nella rabbia di chi tifa, una rabbia bastarda che si nutre dei tuoi pensieri, dei tuoi gesti, delle parole che vorresti dire ma ti s'ingoiano da sole come aborti naturali perchè è meglio che muoiano lì senza generare danni. Si nutre del tuo sonno, della tua stanchezza e ti lascia a macerare come un pesce sotto limone con crampi sparsi ovunque e pensieri omicidi.
Ce l'ho con la Roma, con Dzeko, con Mister Garcia... mi ripeto che non è possibile e mentre la mente vola ai calcoli della classifica non solo realizzo che l'Inter è a punteggio pieno ma anche che la Lazie ci ha superati. 
La situazione degenera in un rodimento acuto post partita irreversibile. 

Sampdoria - As Roma 2-1: Manolas segna un autogol che regala la vittoria alla Sampdoria

Salah, quel che Salah...


Paradossalmente la rabbia si attenua quando arrivo a casa. Accendo la tv e guardo la partita. La Roma corre, gioca tutta insieme, crea. La Roma c'è, Viviano para l'impossibile e se Manolas sbaglia è perchè è umano, perchè la palla scivola come il burro sulla teglia, come il panino che quando cade si rovescia perchè non c'è speranza che qualcosa vada dritto quando non è giornata.
Immediatamente non me la riesco a prendere più con nessuno. 
Penso che in passato abbiamo vinto le prime e perso le ultime e allora preferisco credere che se si verificherà il contrario magari sarà pure meglio. 
"Bisogna vedere il lato positivo" mi convinco e comincio a cercarlo nella giornata di Campionato appena conclusa.
Tanto per cominciare la squadra c'è, ha voglia di far bene, deve far bene perchè  è stata costruita per vincere e non ci sono scuse.
Un obiettivo che  è reso più  facile da una Juventus che pareggia in casa con il Frosinone e da un Napoli che acciuffa un solo punto fuori casa contro il Carpi. 
La Lazie vince ma in 11 contro 9. Insomma, il panorama attorno è confortante, c'è tempo per recuperare. C'è tutto il tempo anche perchè l'Inter inizi a giocare bene e a perdere, proprio come capita a noi.
Per conquistare gli scudetti ci vuole anche molta fortuna ma questa non dura mai troppo e allora è meglio che ci venga a far visita tra un po', nel frattempo bisogna continuare a correre, a crederci e a comportarsi da grande squadra.  Nessun lavoro duro è andato mai perso.
E' così l'umore di un tifoso sempre poggiato sul filo di un rasoio, violento e pacifista, innamorato e perso. Rapito dalla gioia al gol di Salah, per perdersi poi nel fatalismo di un Salah, quel che Salah.

23 settembre 2015

Roma - Sassuolo 2-2: 300 volte Totti

Roma - Sassuolo 2-2 : l'unica cosa bella, Francesco Totti e il suo gol n.300

 

Roma - Sassuolo 2-2 è già passato


Già ripartito il Campionato di Serie A con il turno infrasettimanale, non c'è tregua per quello che si preannuncia essere la stagione calcistica più interessante degli ultimi anni. L'Inter in testa a punteggio pieno si candida così come favorita per lo scudetto 2016 mentre l'As Roma aspetta di trovare una sua precisa identità decisamente persa nella partita contro il Sassuolo in casa. 

Roma - Sassuolo, meriti e demeriti

C'è da dire, in difesa della prestazione giallorossa, che il Sassuolo è un'ottima formazione, allenata da un bravo ex romanista Di Francesco e soprattutto con una tradizione che non ha smentito ossia: essere sempre imbattuta all'Olimpico.
In difesa di Mister Garcia si può sostenere che se non provava a cambiare la rosa in una partita come Roma - Sassuolo, dopo un Roma - Barcellona a dir poco sofferto,  la domanda è : in quale altra partita avrebbe avuto l'occasione di testare un'eventuale squadra b? 
Tuttavia il dubbio che potesse rimediare velocemente al suo esperimento mal riuscito resta. Perchè non far entrare Dzeko? Perchè cambiare 5 titolari quando il tourn over poteva coinvolgere meno giocatori titolari? Sono davvero stanchi questi titolari poco più che ventenni? Tutte domande cui molte risposte sono già state date. Ognuno ha la sua e non tutti i tifosi e i giornalisti sono d'accordo se non su un fatto, ossia che c'è qualcuno che non delude mai ed è a questo qualcuno che dedico il Tacco12cm di oggi. 

300 volte Francesco

Un errore della difesa avversaria è stata l'occasione per insaccare la palla dietro le spalle del portiere. Era la sua trecentesima volta. Un traguardo incredibile, per uno che compirà 39 anni tra pochi giorni e che 90 minuti, magari non li gioca tutti correndo, ma li gioca eccome. 
Francesco Totti che questa volta non ha nemmeno esultato, forse perchè conscio di un fuorigioco millimetrico, oppure perchè certo che quella rete lui l'avrebbe fatta davanti al suo pubblico, un giorno di settembre con il sole in faccia e i suoi figli a tifarlo dalla tribuna vip. 
Francesco che gira le spalle alla porta ed alza al cielo il suo braccio accennando con la mano un tre, come una benedizione, come un papa. Mentre la Curva Sud, quella che c'era, intonava : Un Capitano, c'è solo un Capitano e il tabellone riportava il momentaneo pareggio dell'1-1. 
300 volte gigante, Capitan Totti e il suo numero 10 sulle spalle. Un numero pesante portato con leggerezza come la fascia di Capitano personalizzata stretta sul braccio, pronta a lasciare il posto a nessuno finchè Francesco avrà gambe e fiato che glielo permetteranno. 
Francesco Totti e i suoi traguardi, quelli superati da un pezzo e quelli che chissà se mai li supererà, perchè il tempo passa inesorabile, passa con la furia di chi nulla teme, di chi vince sempre. 


Sampdoria - Roma 


Così domani contro la Sampdoria a Genova, Francesco non sarà presente, non è convocato. 
Lui che sul quel campo ha realizzato qualcosa di mai visto prima: ha raccolto gli applausi di uno stadio, che non era il suo, dopo aver segnato uno dei suoi gol più belli, esattamente il n. 152. 
Il tempo passa e chissà che domani, che è già oggi, non passino anche malumori di una domenica trascorsa con i morsi allo stomaco per aver preso un punto solo e niente più. 

Roma - Sassuolo 2-2: Chanel e Christian Totti festeggiano i 300 gol del loro papà


17 settembre 2015

Roma - Barcellona 1-1: Florenzi é Magico

Roma - Barcellona: 1-1: l'incredulità di Alessandro Florenzi dopo il gol

 

Roma - Barcellona, primo match di Champions League 2015-2016

Tanta paura di non essere all'altezza, paura di piombare nei meccanismi arruginiti di una mentalità perdente che spesso ci ha trascinato in figure peggiori di quelle che meritavamo.
Paura di sbagliare e lasciarsi travolgere da una squadra, forse la più forte del mondo, senza essere in grado di tirare fuori coraggio e talento.
Eppure il calcio è meraviglioso per questo, perchè per una sera anche uno scricciolo come Alessandro Florenzi, classe '91 romano, può lasciare un gigante come Piqué a bocca aperta al punto di dichiarare in un tweet:
 Uno dei più bei gol subiti nella mia carriera

Il gol di Ale, magico


Ale, che non si risparmia mai, che a pronunciarlo così accorciato alla "romana" è già di suo un urlo di gioia!
Ale piccolo, anche fisicamente, eppure così grande da sembrare immenso. Partita dopo partita, gol dopo gol, ruolo dopo ruolo. Sempre legato ai valori veri: la Roma e la sua famiglia.
Ale che ci ha già lasciati senza fiato quando è corso ad abbracciare la nonna in tribuna dopo averle dedicato il gol ( https://www.youtube.com/watch?v=nQyLpUXhtm8 ) e che ieri, come la parabola disegnata dal pallone è terminata con lo stesso pallone nella rete, è stato solo capace di portarsi le mani sul volto.
Lo stadio è esploso nello stordimento generale provacato dalla sorpresa e lui era lì fermo, incredulo, più stordito di tutti, convinto che questa volta l'aveva combinata proprio grossa.
Ale che "chi glielo avrebbe mai detto di segnare così al Barcellona in Champions League, quando si allenava per diventare un giocatore professionista". 
Intanto mentre lui si portava le mani al volto, tutti quelli che erano in campo con lui, quelli che erano sintonizzati davanti alla tv, seduti al loro posto in tribuna o a guidare un taxi; ad ascoltare la partita con le cuffiette in una cucina o dietro il bancone di una reception di un hotel; quelli che lavorano in un aeroporto, o nella nettezza urbana,  tutti ma propri tutti (forse anche quelli che già dormivano) avranno pensato che quel gol non poteva essere vero. 
Per un attimo il mondo si è fermato tra Roma e Barcellona, e chissà fino a dove, ed è rimasto con la bocca aperta e un solo pensiero: "Ma che gol ha fatto Ale???"
Florenzi non ha fatto un gol pazzesco, incredibile, unico, sensazionale, fantastico, esagerato, extraterrestre o con tutti gli altri aggettivi usati in tutte le lingue dei giornalisti commentatori.
Florenzi ha fatto una magia, solo la magia ti lascia così. Il suo è un gol Magico... anzi Maggico, con due "g" come lo è la Roma. 
Ha sfidato la squadra più forte del mondo e l'ha colpita senza che questa abbia avuto il modo e il tempo di rendersene conto. Come un mago, un'illusionista, un Campione.

Roma - Barcellona: la squadra festeggia il gol di Alessandro Florenzi

La lezione di Florenzi 


Certo il risultato di ieri non è solo merito di questo gol ma di una squadra intera che ha dato una grande lezione a tutti, in primis a lei stessa: il più forte si può combattere.
Non so se questo significa cambio di mentalità, per affermarlo dobbiamo aspettare altri match. Sicuramente si tratta di un passo in avanti per una Roma che in altre occasioni avrebbe perso partite come quella con il Frosinone in Campionato e sarebbe sprofondata con il Barcellona proprio come le era capitato con il Bayern lo scorso anno.
Essere ottimisti è un valore aggiunto di chi è consapevole dei propri mezzi e speriamo che almeno questo la Roma lo abbia ben a mente. Di sicuro lo sa Alessandro Florenzi, un guerriero mai domo.
Lo Stadio poi ieri sera ha dato il massimo: vestito nei suoi colori più belli, pieno di voce, euforia e gioia. Peccato per quelli presenti che hanno preferito tenere la bocca chiusa, sono quelli che non hannno ancora capito come funziona questo splendido sport o, forse, quelli a cui questo sport non interessa affatto e se così è non è nemmeno gente che merita la nostra attenzione.
Alessandro questo lo sa e lo sa tutta la Roma incluso Rudi Garcia che ieri sera ha preparato la partita nel miglior modo possibile.
Lo sa Daniele De Rossi che qualcuno si diverte ancora a criticare ma che ieri è stato stoico, come pure Iago Falque e Szczesny, che per colpa di Suarez ne avrà per un mese. Lo sanno tutti quelli che davanti alla maglia hanno la vista annebbiata d'amore.
Lo sa Francesco Totti che ieri era in panchina a guardare una partita che qualche anno fa avrebbe giocato da protagonista. Lui lo sa che la vita va così, che quella maglia è più importante del suo ego e che il sacrificio viene sempre ricompensato con una gioia.
Quella che ieri ci ha regalato Alessandro, quella che la Roma ci regalerà sempre, ogni volta che crederemo in lei.

Roma - Barcellona 1-1: lo stupore di Alessandro Florenzi





16 settembre 2015

Aspettando il Barça: Frosinone - Roma 0-2, una partita storica


Frosinone - As Roma 0-2, in campo si fa la storia

Quando li ho visti scendere in campo ero ancora incredula. Come la Juventus in serie B, così veder scendere l'As Roma sul campo del Frosinone è stata davvero un'esperienza atipica. Una di quelle cui credevi di non poter mai assistere nella tua vita ma che tuttavia crea uno stato d'animo di speranza ed ottimismo perchè ti fa pensare che tutto è davvero possibile e mai come oggi questa speranza è quella che ci occorre.
A Frosinone ho molti amici, gente con cui sono cresciuta fin da bambina sulle spiagge di Circeo e Terracina, in quel fazzoletto di costa sabbiosa  stretto tra il profilo della Maga Circe e la piccola Rio de Janeiro (così un giorno un turista francese ribattezzò il Monte Giove che sovrasta Terracina).
Li conosco bene i ciociari: fieri, appassionati, simpatici e orgogliosi.
Nemmeno loro ci credevano che sarebbe finita così, con una promozione in serie A intendo, e domenica scorso il pensiero di essere invasi dai romani alla sola terza giornata di Campionato li metteva decisamente in apprensione.
Il Matusa visto dalla tv è decisamente uno stadio da categoria minore: piccolo e non adatto al pubblico delle grandi occasioni.
"Madò guarda che stadio ma come si può giocare una partita di serie A in uno stadio così?"
Mirko è incredulo quando me, noi che a Frosinone ci volevamo andare ma alla fine abbiamo desistito sotto consiglio degli stessi amici ciociari che ci avevano preannunciato:
"Ci saranno al massimo 2500 biglietti ospiti" il che equivaleva a file lunghissime con il rischio che al proprio turno non si trovasse più posto.

Frosinone - Roma 0-2, il gol di Iturbe


La partita


Il divano di casa in queste occasioni è molto comodo. Certo, vista la formazione azzardata da Mister Garcia mi aspettavo un risultato decisamente più schiacciante. Devo riconoscere che Capitan Totti ha disatteso un po' le mie  aspettative, ero certa che con Dzeko lì davanti i suoi palloni sarebbero state rime baciate, codici decodificati, ami per pesci e versioni di latino tradotte dal greco. Insomma, nella mia testa di tifosa malata, con la sciarpa poggiata sul divano e un caffè stretto tra le mani, immaginavo uno spettacolo dalla facile esultanza.
Invece, invece i ciociari sono orgogliosi, Stellone è in gamba e l'As Roma è la solita As Roma un po' presuntuosa e con la testa altrove.
Così c'è toccato soffrire anche per una partita sulla carta "semplice" e questo non lo scrivo tanto per i rischi corsi in area di rigore, oggettivamente poco pervenuti, soprattutto per la mancanza di risoluzione da parte dell'As Roma che è riuscita a sbloccare il risultato solo allo scadere del primo tempo.
Circostanza per altro che non ha minimamente scalfito il Frosinone tornato in campo, dopo il break, più convincente che mai.
Devo confessare che all'ammonizione di Totti, sono scattata in piedi e come un'isterica ho iniziato a urlare per casa "arbitro cornuto" dato che i cartellini (pur se entrambi corretti) erano stati tirati fuori solo per i giallorossi mentre per i gialloblu niente anche se erano stati decisamente fallosi e sanzionabili in molte occasioni.
Fortuna che mentre sbraitavo per casa, passando dal bagno alla camera da letto, Iago Falque l'ha buttata dentro.
Mirko urla, io corro davanti alla tv. Salto un po' e sbiascico un delicato "ECCHECAZZO!" che mette in luce i miei studi dalle suore con orgoglio dei miei genitori.
Il secondo tempo la storia non cambia di molto. Due sostituzioni del Mister, piuttosto incomprensibili, salvo non li si vedano in ottica Champions che vuol dire: Roma - Barcellona.
Esce Dzeko, con la testa fasciata dal primo tempo per una botta rimediata in area di rigore ed entra Radja Nainggolan; poi esce l'autore del gol ed entra Iturbe.
Gervinho resta in campo e il Capitano pure, nonostante una prestazione sotto le media. Fortuna che il Frosinone non ne approfitta, un po' perchè il suo di capitano è dovuto uscire nel primo tempo per infortunio ed era l'unico in grado di sfruttare i calci piazzati, un po' perchè la qualità delle due rose era davvero troppo diversa.
C'è da dire che il Frosinone ha giustamente recriminato un calcio di rigore non concesso ma per fortuna Iturbe, l'uomo cui i tifosi ripongono altissime aspettative, ha chiuso i conti allo scadere del secondo tempo: firmando uno 0-2 che è entrato di merito nelle statistiche di una partita giocata per la prima volta nella storia.

Frosinone - Rome 0-1, gol di Iago Falque


Aspettando il Barcellona


La Roma è quindi arrivata a  7 punti e,  pur non essendo in testa a risultato pieno, si può ritenere soddisfatta. Intanto stasera si torna al debutto in Champions League con una squadra che amo profondamente e che come ogni grande amore conosco bene e temo anche perchè è la più forte de mondo: il Barcellona.
I blaugrana dell'ex Louis Enrique  sono un po' come la Roma per il Frosinone: una montagna insormontabile.
Una squadra praticamente perfetta la cui apparenza non mostra difetti e punti deboli.
Eppure... eppure qualche partita l'hanno persa anche loro, eppure anche Achille aveva il suo tallone e allora perchè no? Perchè non sperare almeno in una sconfitta dignitosa come quella che ha subito il Frosinone? O in una vittoria fortuita?
L'importante è crederci e non perdere la faccia per non perdere la testa. Sembra un gioco di parole ma è così che dovrà andare.
In campo avremo la migliore formazione possibile (Pjanic a parte purtroppo) e una certezza: non possiamo ripetere la Waterloo dello scorso anno contro il Bayern.
Il lavoro mi costringe lontana dallo stadio, in una serata che sarà frenetica e tremendamente isterica. Il cuore comunque sarà là con loro, come sempre, pronto a scoppiare di gioia e a innamorarsi ancora come ogni maledetta domenica e ogni maledetto mercoledì e chissà che la Roma non ci faccia un inaspettato regalo.

Leo Messi e Francesco Totti






10 settembre 2015

Due piedi sinistri, un cortometraggio sullo sport e non solo



Due piedi sinistri è un cortometraggio che parla di quanto lo sport, e la fede calcistica nello specifico, possano essere più importanti di tutto, anche di un handicap. 
Una sensibilità che associata alla bravura dei due piccoli protagonisti, Gabriele Sgrignuoli alias Mirko e Maria Elena Schiorlin nel ruolo di Luana, nasconde il tocco di una donna. 
Due piedi sinistri è infatti diretto dalla regista romana Isabella Salvetti.
La Salvetti ha un curriculum di tutto rispetto. Laureata in lettere moderne si trasferisce a Los Angeles per frequentare il master in Producing dell'AFI per poi lavorare per una casa di produzione americana. Continua la sua formazione a Londra e dal 2003 lavora nel settore come aiuto regista, ispettore di produzione, assistente alla regia. Due piedi sinistri è il suo quinto cortometraggio e gli è valso la nomination al David di Donatello.
Tacco 12 cm non può che scrivere un post su questo piccolo affresco di una Roma che somiglia a quella di un tempo: due bambini, il calcio in piazza, AS Roma e Lazio, il primo amore, una donna dietro la macchina da presa e una certezza... lo sport resta la migliore medicina di tutti. 
Buona visione! Nella speranza di vedere presto un lungometraggio della regista romana.

07 settembre 2015

Roma - Juventus: 2-1 : il Gigante Dzeko e la Juve lillipuziana

Roma - Juventus 2-1: il Gigante Dzeko schiaccia una lillipuziana Juventus

Roma - Juventus 2-1 mettiamo subito le cose in chiaro


C'è qualcosa di più bello di un lunedì che segue la domenica della vittoria della Roma sulla Juventus?
Due lunedì dopo la vittoria della Roma sulla Juventus!
Non scrivo il diario della Tifosa dalla fine di Aprile, quando lo scoraggiamento per una stagione calcistica deludente mi ha completamente pervasa, lasciando la mia testa priva di elaborare concetti originali in merito alla mancanza di gioco della squadra. Nemmeno il derby con la Lazio, vinto grazie al gol di Yanga Mbiwa (aspettato da me per un anno intero) mi aveva fatto cambiare idea.
Certo quel successo avera risollevato il mio umore ma il dispiacere per i punti persi nel girone di ritorno non li avremmo più recuperati e un'altra stagione era terminata "solo" con un prezioso secondo posto, per l'ennesima volta.
Così quando sabato 22 agosto il Campionato 2015-2016 ha avuto inizio, dopo un mercato estivo questa volta decisamente gratificante, ho visto la Roma scendere in campo contro il Verona, ero certa che ne avrei avuti di concetti da esprimere.
Purtroppo il debutto finito 1-1 non ha fatto che tirar fuori di nuovo i vecchi problemi. Come una coppia che si ama e si allontanta per qualche mese, nella speranza che una pausa di riflessione sia il rimedio sufficiente per appianare i diverbi cronicizzati dall'abitudine e alla prima occasione capisce che nulla è cambiato.
Così dopo Verona - Roma non ho scritto nulla e ho aspettato che Roma - Juventus venisse giocata.

Roma - Juventus, la prova del 9


Ai laziali e agli juventini che mi dicono: "Tanto ad Agosto voi vincete sempre il Campionato" rispondo lapidaria: "Nessuno qui ha parlato di Campionato. Abbiamo vinto una partita però, questo lo possiamo dire?"
Allora tacciono, abbassano gli occhi, si mordono le labbra e annuiscono. La verità non si può negare. La Roma finalmente è tornata. Rudi Garcia finalmente è tornato.
Una squadra rinnovata, ancora una volta ma questa con i giusti innesti, Dzeko in primis, che ha saputo gestire una Juventus, rimaneggiata dalla perdita di Pirlo, Tevez e Vidal, e vincere uno scontro diretto importantissimo.
Dopo un'estate all'insegna di colpi di mercato e una Curva Sud da dividere, con conseguente perdita di posti per gli abbonati già tesserati, la stagione in casa si è aperta con la protesta della Sud.
Una Curva Sud piena e muta, capace di cantare solo cori contro la polizia e i celerini mandati irresponsabilmente a offrire la propria pelle a 10 mila tifosi arrabbiati.
Un esordio pessimo sugli spalti che per fortuna non ha rispecchiato quello in campo. Lo Stadio strabordava di tutto. Il sole scioglieva i volti abbronzati e rilassati, il numero 10 di Totti campeggiava sulle spalle di donne, uomini e bambini mentre bicchieri di acqua fresca e birra gelata dissetavano bocche pronte a schiarire la voce per esultare.
Il numero 10 di Francesco Totti, il nostro Capitano che per la prima volta  a Verona non è stato schierato in campo e non è subentrato nei 90' per "scelta tattica".
Il nostro Capitano che anche contro la Juventus resterà in panchina, perchè gli anni passano per tutti e di lui avremo bisogno molto quest'anno e dobbiamo farlo giocare quando è necessario.
La banda degli Ultras Gonzaga era al completo: Marco, Christian, Sandro, Matteo, Mirko, Chiara e Antonella.
Sugli spalti Alma e i suoi 80 anni superati da tempo, aspettavano l'ennesima stagione dell'As Roma con lo stesso fremito di un ragazzino di 5 anni .
Marco torna all'Olimpico da papà, Christian da uomo innamorato, Sandro da padre attento e lavoratore premiato, Matteo da adolescente sempre meno bambino, Mirko da collezionista attento, Chiara da scrittrice curiosa e Antonella da cinquantenne favolosa.
Ognuno al suo posto, pronto per affrontare una nuova stagione proprio come Massimo che fisicamente si trovava davanti a un forno a sfornare pizza ma con il cuore era proprio dove eravano noi.

La partita


La formazione della Roma non era quella tipo.  Daniele De Rossi viene schierato come centrale di difesa, ruolo in cui si rivelerà perfetto (e guai a chi mi parla male di Daniele) ma che non è certo il suo, almeno non lo era stato fino a quel momento.
Francesco Totti è spettatore, un leone in gabbia. La partita inizia ed è subito Roma - Juventus con un rigore a favore della Roma, non concesso, dopo nemmeno un minuto di gioco.
La Roma non si arrende, continua a pressare mentre la Juventus si chiude nella sua area come una squadra provinciale, incapace di uscire fuori se non con sterili contropiedi .
Pogba è nervoso, forse troppo per essere un fuoriclasse, dimostra che la Juventus ha paura... che fine hanno fatto gli schemi di Conte? E Allegri che cosa è in grado di fare adesso che è orfano di un'eredità che ha sciupato con maestria nella scorsa stagione?
Nonostante qualche giallo non distribuito da Rizzoli e un predominio giallorosso evidente, chiedetelo al palo sotto la curva nord, la partita finisce i primi 45' con un risultato di parità 0-0.
Pieghiamo i giornali disposti sui sedili blu e ce li portiamo con noi mentre scendiamo le scale del settore 15 alla ricerca di un caffè e di un po' di acqua prima che di sgranchirci le gambe.
La Roma ci sta piacendo. L'ottimismo trapela dagli occhi del vecchio con la sigaretta in bocca, dalle fossette del bambino che divora il gelato e soprattutto dal chiacchiericcio divertito dei tifosi in fila al bar. La Roma c'è e questo oltre ad essere un conforto è una gran bella notizia.
Il secondo tempo assomiglia al primo: la Roma pressa mentre la Juventus aspetta.
Questa volta però la Roma attacca verso la Curva Sud. E' il 61' quando Pjanic batte una punizione al limite dell'area e lascia Buffon fermo. L'esplosione di gioia è incontenibile. Mi aggrappo a Mirko e non voglio si muova, ho bisogno di stritolare qualcunoper essere certa che quel gol meraviglia sia vero. La Roma vince 1-0 meritatamente.
La Curva Sud smette di protestare, di prendersela con l'altra Curva Sud che incita la squadra, e si accorge del vero motivo per il quale è allo stadio: tifare.
La Roma continua a pressare, Mister Garcia sostituisce Salah con Iturbe che rimedia subito un giallo per la Juventus e poi.. poi Evra viene espulso  ( del resto sempre meglio che mettere fuori Pogba) e al 79' Dzeko corre sotto la Sud per abbracciarla tutta: è 2-0 e Dzeko segna il suo primo gol giallorosso lasciando Chiellini inebetito. 
Lo Stadio impazzisce letteralmente. La gente salta da una fila all'altra. Mi giro per dare un cinque ai ragazzi dietro di me, non trovo nessuno. Sono tutti corsi verso il campo, come se potessero abbracciare quel gigante arrivato dal Nord, il gigante Dzeko - Gulliver cui basta una pedata per schiacciare gli juventini - lillipuziani che cercano di legare mani e piedi a una Roma troppo grande per rimanere vinta.
Un gol bianconero all'87' di Dyabala non rovina la festa a nessuno, anche se una parata incredibile di Szczesny allo scadere della partita, per un attimo blocca la digestione a una vittoria che aveva già profuso il suo sapore di pasta fatta in casa, un sapore autentico.

La vittoria

Un successo voluto, ecco il significato di Roma - Juventus.  Una Roma coraggiosa che ha inflitto alla Juventus, per la prima volta nella sua storia, la seconda sconfitta successiva in campionato lasciandola a 0 punti.
Qualcosa forse sta cambiando lo dice l'arbitro che nonostante la sua direzione di gara insufficiente non è stato capace di fermare il successo giallorosso. Lo dice il palo che ancora trema e lo dice Pogba miracolosamente sfuggito al cartellino rosso, oltre al rigore negato di cui tutti dobbiamo parlare perchè è quando si vince che certe cose vanno dette.
Una vittoria voluta dal gruppo che significa: Totti in panchina e Digne, appena arrivato e già combattente, in campo. Signifia Falque titotale e Gervinho a guardare.
Significa De Rossi Capitano vero, con buona pace di chi gli vuole male. La Roma è pronta per raggiungere un traguardo e siamo pronti anche noi. 

01 settembre 2015

Notizia, mia sconosciuta

Tacco12cm: che fine hanno fatto le notizie?

La torta di frutta sta finendo la sua cottura dentro il forno a 180°.
La frutta si è cotta bene e una leggera frolla di burro, farina e zucchero adagiata su di essa ha assunto un colorito dorato. 
Il profumo ha invaso il soggiorno, come i pensieri hanno invaso la mia testa in questi lunghi mesi che mi separano dal mio ultimo post.
Il mio problema è stato un blocco creativo dovuto dalla convizione che quello che mi circonda è decisamente peggiore di quello che produco eppure riesce ad avere un riscontro più alto.
Non sono un'intellettuale e non credo di aver mai avuto la pretesa di esserlo. Sono una che si è sempre impegnata per svolgere bene il suo lavoro, qualsiasi esso sia. Ferma all'Apologia di Socrate di cui ricordo solo l'insegnamento che ho voluto far mio: io so di non sapere
Con questo insegnamento ho sempre studiato per lavorare, cercando di capire cosa nel mio sforzo potesse trasformarsi in vantaggioso per la comunità.
Ho lavorato presso agenzie di stampa sportiva, ho scritto per giornali, partecipato nelle redazioni e produzioni di programmi televisivi. Ho avuto una mia rubrica radiofonica, ho cercato di studiare il web e l'informazione sul web arrivando a fondare il mio blog e scrivendo per testate online. Al momento mi sto dedicando al cibo. 
Se qualcuno mi chiede se sia o meno soddisfatta del mio lavoro, beh gli risponderei di si, perchè ho conosciuto molta gente e ho dovuto imparare ad applicare la mia arte creativa a una varietà di argomenti che spaziano dalla politica allo spettacolo, dalla moda al cibo, dalla cronaca alla narrativa. Ho conosciuto molti uomini e molte donne che avrebbero meritato più fama di quella che hanno raccolto, più meriti di quelli che hanno ricevuto. Alcuni di loro sono morti, altri sono ancora al lavoro. Altri aspettano il loro giorno fortunato, nella speranza che chi tiene fili non abbia dimenticato il loro indirizzo.
Credo di sapere come funziona questo mondo della comunicazione, che vuol dire tutto e niente. Il lavoro giornalistico in senso stretto è l'insieme di tutte quelle attività volte a dare una notizia.
 E' giornalista un fotografo, un reporter, un montatore. E' giornalista chiunque voglia trasmettere una notizia e lo faccia con criteri precisi rispondendo alle famose 5 W: Who? What? When? Where? Why? ossia Chi, Cosa, Quando, Dove e Perchè.
Tutto il resto è commento, è chiacchiera, è nulla. Ed è questo nulla dilagante che mi avvilisce. Un nulla che ricopre posti di prestigio, che invade le bacheche di facebook e i palinsesti televisivi.
Di giornalisti grandi come Miriam Mafai, Oriana Fallaci e Peppe Fava ce ne sono pochi, pochissimi.
In quanti credono nel mestiere che fanno? In quanti cercano la notizia a costo della morte? E soprattutto: cosa s'intende per notizia?

Oriana Fallaci

Cosa s'intende per notizia


Quest'estate hanno tenuto banco il figlio della coppia dell'acido, il matrimonio di Beatrice Borromeo con il bel Pierre Casiraghi, la love story tra Nike Rivelli e Yari Carrisi, il calciomercato che è diventata una compravendita d'interessi nascosti al pubblico e di soldi da far girare.
Negli ultimi giorni poi abbiamo davvero toccato il fondo: sbattuti sui social compaiono le foto dei corpi morti dei bambini sulla spiaggia. Corpi di bimbi che avranno avuto l'età di mio nipote, costretti ad affrontare il mare per un futuro migliore.
Cosa stiamo diventando? Esiste un'etica nella mia professione, esiste un codice che ha lo stesso spessore morale di quello di Ippocrate per i medici. Non si può e non si deve pubblicare tutto.
La notizia è un fatto di cronaca (nera, rosa, gialla...) considerato importante e di rilievo per chi lo leggerà. Il confine è sottile e spesso viene calpestato,  privato di filtri al punto di fiondarsi sui lettori come un sasso scagliato con una mazzafionda.
La notizia deve avere una fonte certa, delle testimonianze e delle prove altrimenti si tratta di giudizio e qui si entra in un altro campo: quello della diffamazione.

Cosa volete che vi dica? Quest'estate ho preferito leggere narrativa e anche su questo fronte ho avuto qualche delusione. Fermo restando un bellissimo libro sulla storia delle scarpe e dell'emancipazione della donna attraverso quello che è diventato per molti solo un feticcio ma che invece negli anni ha assunto sempre più un valore non solo estetico ma ideologico.
Gli altri romanzi mi sono apparsi ben scritti e raccontati ma pieni di riferimenti tecnologici che tra qualche anno verranno superati come la storia che raccontano. 
Possibile che non si riesca a raccontare un contenuto senza dover citare Facebook, Twitter, Instagram e tante altre applicazioni più o meno note come Yelp, WhatsApp e via dicendo?
Insomma una storia dovrebbe parlare di valori di cui, paradossalmente, la tecnologia è priva. Quello che cerco di dire è quello che nella sua "ignoranza" (intesa nel senso di volontà di non sapere) dice sempre mia madre: questa società è alla frutta.
Dove sono finiti i valori? Come può l'umanità andare avanti se si fonda su tutto ciò che è futile e superabile? Per cosa si combatte, in nome di chi, di quale principio?

Tacco12cm, il blog che va oltre il tacco...


Oltre Tacco 12 cm

Riflettendo su tutto ciò ho cercato di collocare di nuovo il mio blog Tacco 12 cm e sono giunta alla conclusione che continuerà a svolgere il suo lavoro. Tacco 12 cm è nato con lo scopo frivolo di trattare argomenti che sono a cuore alle donne, a partire dalle scarpe da cui prende il nome, fino a superare quegli stessi argomenti per vederli da un'angolatura meno superficiale e più profonda. Per esempio il cm del nome del blog non significa solo centimentri ma anche Chiara Maria, il mio nome.
Si può valicare l'apparenza, buttare giù un clichè come quello che le donne per far carriera debbano aprire le gambe. Per avere successo forse funziona così ma per rimanere in cima ci vuole testa oltre che tacchi altissimi.
Vorrei solo parlare di noi e di quello che c'interessa e ne vorrei parlare bene. Tacco 12 cm non è un blog per donne ma anche di uomini perchè non esistono le une senza gli altri. 
Auguro a tutti voi un buon inizio di Settembre e uno stomaco forte per ingoiare tutte le cazzate che ci faranno assaggiare. 

 



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