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29 aprile 2011

C'ERA UNA VOLTA E PER FORTUNA C'E' ANCORA...GRAZIE KATE!


Kate entra in chiesa. con il suo vestito bianco di Sarah Barton, erede di Alexander McQueen. Lui nella sua tenuta rossa, emozionatissimo e le sussurra un "you're beautiful"!Nella cattedrale solo alberi e cespugli vivi...e ti aspetti che esca il coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie perchè tutto faccia quadrato.
Una favola, finalmente. Dopo tante brutte notizie, dopo morti, terremoti, devastazioni finalmente un mondo di emozioni sane. Fatte di gioia e di sogni. Le favole non passano mai di moda e così ti ritrovi incollata alla tv ad ammirare una ragazza borghese sposare il futuro Re d'Inghilerra. Lo show dei cappellini riempie gli occhi, la visione degli sposi il cuore. E' bella Kate. Faccia pulita, fisico da modella e semplicità allo stato puro. Nessun velo esagerato; nessuno strascico di 20 metri. E' questa Kate, una che rispetta l'etichetta ma non ne approfitta. Una che vuole rimanere sobria e "modesta" mentre tutto intorno impazzisce. Il bouquet anche sembra troppo piccolo davanti a un evento così grande. Lei non piange. Tiene la sua corona come fosse leggera. I suoi pendenti come due gocce d'acqua. William le giura amore eterno e lei manda giù la saliva ma non versa una lacrima. Poi è il suo momento e a mandare giù la saliva sfoderando un sorriso sotto sotto è lui. Sono felici e le lacrime non servono. Chissà cosa avrebbe pensato Diana ma da oggi la principessa è una e si chiama Kate. E' mora, molto magra e ha degli zigomi pronunciati ed alti. Saluta e sorride a tutti. E' fine ed educata. L'unica cosa che non riesco a capire sono le SCARPEEEE!!! Sembra che non siano pervenute. Il matrimonio dura poco e William e Kate già sono sposi. Qualcuno commenta che il vero vincitore è il padre della sposa : "Gli ha svoltato la vita". Annuisco ma sono una romantica e mi  piace pensare che "in malattia e in povertà" Kate rimarrà sempre accanto al suo principe...come in una favola. Il cerimoniale è stato rispettato al minuto. Gli sposi si affacceranno dal balcone alle 14.30 italiane...e a noi non resta che sognare ed augurare lunga vita al futuro Re e alla futura Regina d'Inghilterra. Del resto qui non si ha a che fare con l'amore per la monarchia o no, qui si ha a che fare con il materiale che serve per fabbricare i sogni...
C'è qualcuno che ha fatto i paragoni con Grace Kelly sostenendo che l'abito sia molto simile...ecco qui il confronto. A mio avviso, come direbbe Woody Allen, "A qualcuno bisognerà pur ispirarsi" e come modello di riferimento...beh, trovo che Kate abbia avuto gusto!!!

26 aprile 2011

DIARIO DELLA TIFOSA: IL CRISTO, I DUE LADRONI, I FEDELI…E IL SAPORE DELLA CIOCCOLATA

La domenica mattina mi piace molto, soprattutto se è quella di Pasqua e se la Roma il giorno prima ha vinto. Il mio fioretto è terminato e, dopo 40 giorni di astinenza, ho mangiato la cioccolata. Ha un sapore buono proprio come lo ricordavo, lo stesso sapore che ha la vittoria. L’uovo di Pasqua dell’As Roma per me. La settimana Santa è stata rispettata a pieno. Dopo il martedì di passione è arrivato il sabato. A mezzogiorno, mi sono affacciata dagli spalti sul prato dell’Olimpico. I giocatori erano impegnati nel riscaldamento. Al rientro una valanga di fischi d’amore, di rabbia, di delusione.  C’erano anche i due ladroni, in croce, affiancanti dal nostro Cristo. Il francese e il montenegrino non hanno avuto il coraggio di uscire dal soli dal campo. “E’ Francesco che ha allungato il passo e gli è andato vicino, per proteggerli” dice uno sopra le mie spalle. Non m’importa. Per me parla il campo e la differenza, loro, non l’hanno mai fatta. Il Capitano c’è e si vede perché la Roma ha un’altra faccia e lo si capisce subito.  Lo stadio è semivuoto, la Curva per protesta non canta per un tempo intero e mostra uno striscione “Tra tessere e partite a mezzogiorno, al primo tempo…primo, secondo e contorno!” La partita inizia ed è subito gol, Totti esulta ma l’arbitro annulla per fuori gioco. “Sandro da casa dice che è stato millimetrico!” commenta Christian scuotendo la testa. Mi giro verso Mirko: “Se segna raggiunge Baggio, vero” lui annuisce speranzoso. Stiamo tutti aspettando quel record. Passa un solo minuto e, questa volta, il gol del vantaggio viene convalidato ma a realizzarlo è Perrotta. Si esulta senza esagerare. In campo tutti corrono prendono pali e traverse. “Poi dicono che Totti non fa la differenza”  commento rassegnata. La Signora Alma sfoggia un cappellino nero tutto segnato dalla parola Roma, le fa compagnia una signora di Trento tifosa giallorossa che “un giorno – dice Alma – devo portare a Trigoria”. Dietro di lei sono seduti Francesco e il suo amichetto Riccardo. Hanno otto anni in due ed è commovente vederli discutere di calcio con Alma che ne ha 80 più di loro. I tifosi ospiti saranno un centinaio e sono stati fatti accomodare nella parte alta della tribuna Montemario, accanto al distinto nord. Li guardo con insistenza perché mia cugina Sara, romanista doc, lavora e vive a Verona e lunedì di pasquetta sposerà Francesco, tifoso del Chievo, e pare che ci sia uno striscione loro dedicato. E’ così! E’ un piccolo lenzuolo bianco con scritto in nero: “Franc e Sara sposi!” Mi emoziono per lei. Uno striscione allo stadio con dedica è da farti accapponare la pelle. Lo stadio scoppia di bambini. Una indossa la maglia del papà che le fa da vestito. Ha il numero 10 sulle spalle. Un altro si addormenta con il ciuccio in bocca, l’unico che abbiamo visto perché nonostante l’impegno, la goleada non riesce e Totti deve rimandare la sua festa. Finisce 1-0 e per fortuna, perché la Roma ha guadagnato punti su Lazio, Udinese e Juventus. Per lo stadio le note di Grazie Roma tornano a riempire orecchie e bocche “Pensavo gli si fosse rotto il cd” sorride Mirko mentre un “che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova” riempie la bocca anche a lui. 

21 aprile 2011

DIARIO DELLA TIFOSA: ASPETTANDO LA RESURREZIONE DI PASQUA…

Oggi è 21 Aprile 753 A.C.: Tanti Auguri Roma mia. Città Eterna, vecchia e giovane insieme. Unica. Caput Mundi nei secoli e per i secoli. Scrivo queste parole e i brividi mi scorrono sulla pelle rizzandomela, come solo un’emozione sa fare. Che ne sanno quegli undici in campo con una maglia rossa cosa significa giocare a calcio in una squadra dal nome così? Le vecchie armature avrebbero reso meglio l’idea probabilmente. Combattere per onorare La Città. Contro l’Inter è stata la delusione più grande della stagione. Una sconfitta di misura che può anche essere ribaltata nella partita di ritorno ma non può ribaltarsi nel mio cuore. Nessuna voglia, passione, gioco sono scese in campo. Trafitta come Giulio Cesare a morte. Noi siamo Roma. Noi siamo una squadra che non si arrende, che può anche perdere ma combattendo. Allo stadio un gruppo di americani si è seduto qualche fila sotto la mia. Uno aveva la maglietta n.30 con scritto Toni. Altri urlano quando vedono la Curva, stranamente, vestirsi con i colori della nostra bandiera. Chi sono questi? Che ne sanno di noi? Marco prima di partire da casa aveva dichiarato: “Come segna l’Inter me ne vado” e Mirko gli aveva risposto: “Spero di uscire dalla Coppa, questi giocatori non si meritano nulla”. L’ultima romantica sembravo essere io: voglio quella stella sul petto. La voglio per Alvaro, un tifoso prematuramente scomparso. La voglio perché ho speso soldi, tempo e ho preso freddo e pioggia; perché la inseguo da tre anni; perché me la merito quella stramaledetta stella sul petto. Arrivo allo stadio e mi accorgo la stella della squadra, unica a brillare, si chiama Francesco Totti e, lui, stasera non c’è. E’ buio. Quanti passaggi sbagliati, quante azioni prevedibili al punto di annullarti l’entusiasmo. Alma non c’è, spero stia a casa e spero che stia bene. “Andiamo a Milano?” propone Christian prima del fischio d’inizio. Poi i neroazzurri passano in vantaggio con un gol di un ex laziale e alla fine Sandro gli risponde: “Non inventatevi niente, questa volta non vi seguo”. E sapete qual è la cosa peggiore? Che nonostante tutto, io, a Milano, ci andrei! Ci andrei perché la Roma è la mia squadra e non può essere quella che ho visto in campo. Non può essere quella che perde meritatamente per la terza volta consecutiva in casa. Magari sabato Cristiano festeggerà la vittoria facendo la barba, e non i capelli come erroneamente avevo scritto nello scorso diario, a Sandro. Del resto ieri era martedì santo e la Chiesa contemplava il tradimento di Giuda. Per sabato è prevista la Resurrezione.
Ps. Errata corrige anche sull’età del piccolo Diego. Matteo mi ha fatto notare che il fratellino ha già compiuto sei anni a Marzo. Chiedo scusa ma del resto quando la Roma perde essere lucidi è una dura impresa.

19 aprile 2011

DIARIO DELLA TIFOSA: QUANDO ARRIVANO GLI AMERICANI???


Quando finisce questa maledetta stagione??? Il Palermo c'ha fatto fuori con tre gol. Tre come il palleggio di Mister Montella su una palla uscita dal campo e come i fischi dell'arbitro per decretare la fine dell'ennesimo incubo stagionale. Mi sono arresa addirittura alle scaramanzie, quindi l'idea che Antonella si sia messa a scattare le foto prima della partita, non è stato  certo motivo di sconfitta. Quello che dovevo considerare un presagio funesto è stato la perdita del mio abbonamento dopo Roma-Juventus, "qualcuno lassù mi ama!" dovevo pensare, invece mi sono affrettata a ottenere il duplicato. Prendo posizione sugli spalti tutta contenta quando, altro segno di avvertimento, notiamo tutti un po' di movimento in Tribuna Montemario.  "Un signore ha avuto un infarto" dice Christian, mentre lo staff medico sta praticando un massaggio cardiaco. Mi sorprende sempre osservare come, mentre per qualcuno la partita sta per terminare, per altri è solo al principio. Lo speaker annuncia le formazioni, chi le sente gli risponde, chi lotta con la vita no. Lo stadio sembra un formicaio. Uno di quelli che si tengono in salotto dentro un contenitore di vetro. Un po' di sabbia e dentro si possono osservare tante formiche ognuna al suo lavoro, tutte vicine e pronte a seguire quella che la precede. Così quando Vucinic manda fuori un pallone troppo facile da buttare in rete, una parte delle formiche umane ha preso la porta d'uscita seguita da un'altra parte che l'ha raggiunta non appena il Palermo è passato in vantaggio. Nessuno l'avrebbe mai immaginato quando esultava sul suo posto all'ennesimo rigore e duecentroquattresimo gol di Capitan Totti. Tutti pensavamo di essere fuori dai meccanismi mal oliati di questa stagione infame. "Quando arrivano gli americani?"mi chiedo come fossi in una guerra di trincea. Gli americani hanno firmato ma i risultati ancora non si vedono. Alla fine del primo tempo sono corsa a prendere un caffè. "Menez non lo sopporto più" Fabio si rivolge a Mirko che addenta un cornetto alla panna. Sandro distribuisce le partecipazioni del suo matrimonio mentre borbotta un: "Meno male che Cristiano mi ha tagliato i capelli dopo la vittoria al derby, adesso chissà quando me li taglierà di nuovo!" Dietro di lui a dare un calcio a una lattina c'è il suo secondogenito. Al posto del piccolo Matteo, che prima di tempi sospetti si è dato al baseball, è infatti arrivato Diego di appena sei anni. Fortuna che c'era lui, almeno ho trascorso il secondo tempo a leggere sul giornale i nomi dei giocatori della Roma e mi sono distratta. Diego non ha ancora sei anni e sa già leggere ma solo i nomi dei giocatori giallorossi. Gli ho spiegato che il prossimo anno andrà in prima e saprà leggere nomi nuovi, speriamo. Lo stadio si svuota. Gli stomaci brontolano chi per rabbia chi per fame. "Stasera ci rifacciamo con Real - Barcellona" pensa Mirko ad alta voce mentre Fabio sconsolato augura a tutti buona Pasqua "Non lo so se vengo sabato prossimo". Il prossimo sabato, male che vada, avrò terminato il fioretto della cioccolata e questo già mi par essere motivo di grande conforto.

13 aprile 2011

MARIA SENSI - RICETTE DAL CUORE GIALLOROSSO



"L'importante è cucinare con amore, tutto quello che viene fatto con il cuore è un piacere", queste le parole di Maria Sensi per spiegare la sua passione per il cibo. Il suo libro "Ricette dal cuore giallorosso" di Sitcome editore, è stato presentato al teatro Quirino, ieri sera, davanti un nutrito numero di amici e giornalisti.
Sabrina Ferilli ha preceduto tutti. La bella madrina dell'As Roma ha chiacchierato con la signora Maria e si è fatta autografare una copia del libro. Ha sorriso ai fotografi e poi è andata via per lasciare la scena all'attrice principale della serata. Presenti, più emozionate della mamma, le tre figlie: Rossella, Silvia e Maria Cristina. Il Presidente della Roma sfoggia un'ottima forma: "Mi sono un po' dimagrita" confida agli amici e aggiunge: "ma mica devo fare la modella". E' serena, lo si vede da come saluta le persone che l'acclamano. Giacca nera avvitata su dei pantaloni stretti, sostenuta da un sandalo intrecciato nero che le mostra il piede curato. Mantenersi in forma con una mamma cuoca come la sua non deve essere un'impresa facile, soprattutto quando le prepara la carbonara che confessa essere "il mio piatto preferito". Maria Cristina ha dei gusti un po' diversi. Si definisce ghiotta di risotti e degli involtini con il prosciutto, mentre Silvia sorride come a dire "è buono tutto". A tifare per la regina della serata non potevano mancare Bruno Conti, Daniele Pradè e Vito Scala. Ognuno con una copia del libro della signora Maria che quasi non li vede, tanta è l'emozione. Centottantaquattro pagine di segreti gustosi e foto seducenti. Ce n'è per tutti i gusti: per chi ama la tradizione; per far mangiare i bambini; per una sana alimentazione da calciatori e per i golosi. A presentare l'evento è Corrado Ruggieri, del Corriere della Sera con l'aiuto di Massimo Gilletti. Il presentatore, tifoso juventino, sfoggia un insolito abbinamento: camicia bianca e cravatta celeste. "E' stato un errore - dice - se volete me ne vado". Poi ci racconta un po' perfidamente (un piccolo scoop) di quando era fidanzato con Antonella Clerici, oggi signora della cucina, ma un tempo convinta sostenitrice del fastfood MacDonald's.
"Mangio poco ma mangio bene quindi mangio a casa" è invece la confessione che Franco Sensi ha fatto sulla cucina di sua moglie al giornalista Roberto Renga che continua a raccontare: " La sala dove la signora Maria cucina è meravigliosa. Oggi a capotavola, dove un tempo sedeva suo marito, hanno preso posto i due nipotini più grandi". La scena ti compare davanti agli occhi ed è subito odore di casa. Lo chef Antonello Colonna parla dell'importanza che ha una madre nel tramandare certe ricette, la signora Maria lo rassicura: "Le mie figlie sono tutte bravissime! Rossella è una cuoca fantastica". Tra risate e chiacchiere un applauso scalda la sala: Claudio Ranieri è arrivato. L'ex allenatore di Roma è un amante del cibo e smentisce il luogo comune sui calciatori che mangiano poco: "Non è vero. Durante il ritiro con l'Atletico Madrid sono ingrassato di due chili, come anche i giocatori, e quando allenavo il Chelsea uno dei miei giocatori più forti, prima della partita mangiava 6 uova ed è ancora un giocatore fortissimo".
Maria Sensi a questo punto ammette di non essere mai entrata nella cucina di Trigoria: "Sono sempre stata al mio posto" tiene a precisare e quando Ruggieri le chiede una ricetta per Totti, lei risponde: "Un dolce alla Nutella".  E' rinomato che qualsiasi dessert al cucchiaio sarebbe perfetto per il goloso Capitano della Roma. Se la fame vien mangiando per la signora Sensi è arrivata non lavorando. "Franco e io di comune accordo abbiamo deciso che mi sarei dedicata alla famiglia. Ed è stato in quel momento che mi sono fatta venire la passione. Per la cucina ci vuole passione e pazienza. Il momento più bello della giornata è quando alle sette meno un quarto di mattina, esco di casa e vado al mercato a fare la spesa". Mamma, cuoca e moglie. Questa sera indossa l'orologio del marito: "perchè mi piace avere sempre qualcosa di Franco con me".
Si commuove e continua a firmare autografi. Che prepara stasera per cena? Risponde sorridendo:"La verità?Nulla, vado a mangiarmi una pizza con gli amici".
 

06 aprile 2011

TRA IL MAGO E LO STREGONE VINCE LA VECCHIA SIGNORA


Il posticipo della domenica ha un grande pregio: in caso di sconfitta puoi consolarti di non aver buttato l’intero fine settimana a roderti dentro. Contro la Juventus, la Roma doveva vincere. Doveva farlo per noi tifosi. Doveva farlo per lei stessa, perché è così che “le principesse diventano regine” (Di Benedetto dixit). Doveva farlo e basta, perché era stata una giornata d’estate e quando c’è il sole e la vita ti sorride, deve continuare ad andare tutto nel verso giusto. In realtà qualche presagio c’era stato. Venerdì al supermercato mi era caduta una bottiglia di olio e per la prima volta ero andata allo stadio in vespa perché ad Antonella non partiva il suo motorino. Accadimenti fortuiti che si sarebbero potuti tramutare in eventi favorevoli se non fosse finita con un gol di Krasic e uno di Matri. “Il Mago” (sempre secondo il signor Di Benedetto) ha provato a mettere in scena i suoi numeri ma l’incantesimo si è infranto su un avversario forte quanto provocatorio. Lo stregone Storari non è caduto nell’illusione Tottiana. Intuisce il trucco e accarezza la palla, che procede la sua corsa verso la linea di porta ma senza attraversarla. In distinti si sussulta per il mancato vantaggio. Tutti vestiti a Totti, con cartoncini bianchi con scritto il nome del capitano in rosso passione. Una passione che in Quaresima deve pur iniziare a essere espiata e quale giorno migliore se non quello contro la Vecchia Nemica Signora? Sandro sfoggia un capello ancora corto, nonostante sia passato qualche giorno: “Ho pagato la scommessa del derby, Cristiano m’ha tagliato tutto!” Quanto avrei voluto che Cristiano rasasse di nuovo Sandro a fine partita! L’atmosfera era serena, troppo. Tanto che domando a Marco e Christian: “Solo io sono preoccupata stasera?” Lo stadio scoppia, come un gavettone pronto a rinfrescarti. La signora Alma sfoggia orecchini e catenina a tema As Roma; Antonella fa le foto di rito “perché portano bene” e Fabietto ci dice che diventerà papà per la seconda volta. Dovevano vincere anche perché non avevo telefonato a quello scaramantico di mio padre. Roma sciupona. Menez, l’Indisponente, decide di mettersi a passeggiare al ventesimo del primo tempo, sfidando la pazienza anche dei tifosi più tolleranti. Intanto un dubbio avanza: “Va a finire che questi fanno un tiro e…” blocco Mirko prima che finisca: “Non dire quello che pensiamo tutti, ti prego!” Secondo tempo dal titolo: Roma sparita. “Un Capitano, solo un Capitano” e qualcuno urla a De Rossi, qualcun altro dice a Vucinic: “m’hai proprio rotto!” Il gol della Juventus arriva puntuale. Il sosia di Nedved, troppo solo sulla fascia, non sbaglia.  “Si sapeva!” esclamo rassegnata. I cambi arrivano tardi e qualcuno si stupisce nel vedere uscire Perrotta invece di Menez: “Ma chi l’ha raccomandato a questo?” Matri esulta quando Sandro va via deluso. Il dolore della sconfitta arriva piano, come quello di un taglio. I minuti scorrono impietosi nemmeno ci stessimo divertendo. Solo la Curva canta.  “Ma che se canta?” chiedo, mentre Mirko mi dice che in settimana escono i biglietti di Coppa Italia.
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