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25 novembre 2016

#25 Novembre: No alla Violenza sulle Donne!


Il 25 Novembre è la giornata dedicata all'eliminazione della violenza sulle donne. 
Pinkintalia in collaborazione con varie associazioni e con il supporto anche di Tacco12cm ha organizzato una giornata per affrontare il tema da molti punti di vista. 
Hanno partecipato donne dello spettacolo come Barbara De Rossi, Isabel Russinova e Milena Miconi; politiche come l'onorevole Valeria Baglio e Serena Pellegrino; personalità dello star system come Tiziana Rocca; rappresentanti di associazioni; professionisti come avvocati e medici. 
Lo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico non solo femminile ma soprattutto maschile nei confronti di un problema che riguarda soprattutto loro. 

Tra gli interventi che segnalo quello della scrittrice Cinzia Tani: 

"Io come RAI mi vergogno dello spot sul femminicidio, quello è uno spot raccapricciante. Quello vuol dire che una bambina, quella che nel video dice: Io da grande sarò picchiata da mio marito. Ora ha 8 anni vuol dire che tra 20 anni la situazione non sarà cambiata. Quindi lo spot ci dice guardate che fra 20 anni quando questa ragazzina sarà cresciuta non sarà cambiato nulla. Lavoro in Rai da molti anni e devo dire che questo spot veramente mi fa paura"  



Ha poi proseguito:  

"Insegno storia sociale e mi occupo dei fenomeni dei delitti. Femiside parola coniata da due psichiatre inglesi Jane Caputi e Diane Russell e significa omicidio che avviene in coppia dove lui uccide lei nel 98% dei casi mentre Feminiside è il termine creato dalla grande antropologa Marcela Lagarde che si è occupata delle donne uccise Ciudad Juarèz, il posto dove vengono uccise più ragazze nel mondo e Feminicidio vuol dire qualsiasi azione viene fatta contro la donna come violenza, infibulazione e spose bambine. Ma noi oggi ricordiamo il Femmicidio che avviene per 3 motivi: maltrattamenti in casa che ci sono sempre stati ma non si arrivava mai all'uccisione, questo è figlio dell'emancipazione femminile e delle separazioni. Servono dei centri di recupero maschile, servono i soldi per la messa in sicurezza e per i braccialetti elettronici, le donne hanno un ruolo importantissimo perchè gli uomini sono figli delle mamme e infine serve la figura dello psicologo che si occupi di affettività. Facciamo stare insieme maschi e femmine".

ecco qui il link per ascoltare l'intervento: https://www.facebook.com/chiaramariagargioli/videos/vb.206325592765882/1214639825267782/?type=2&theater

Cinzia Tani, scrittrice a #25Novembre



21 novembre 2016

Telefona quando arrivi, il nuovo libro di Paolo Ruffini


Tacco12cm intervista con Paolo Ruffini per il suo romanzo "Telefona quando arrivi"
A vederlo con quella faccia un po' così, sempre a metà tra il serio e la presa in giro non avrei mai pensato che intervistare Paolo Ruffini potesse essere tanto divertente e formativo. Classe 1978, una formazione che lo porta a svolgere tanti mestieri: quello di attore, di regista, di presentatore. La sua passione per il cinema lo spinge a fondare l'associazione Nido del Cuculo. Dopo averlo visto sul palco di Colorado e averlo letto come blogger nel suo blog #solocosebelle è giunto il momento di prenderlo sul serio, perchè quando si parla di ricordi e memoria si ride molto ma lo si fa seriamente. 
 
Il grande pubblico ti conosce come conduttore e attore e invece oggi t’intervisto nei panni dello scrittore…
Pensa te… come me la tiro!
Ti devo dire invece che sei stato una bellissima scoperta, sarà che sono del tuo stesso anno e mi sono ritrovata in tutti i tuoi ricordi… non so però mi è molto piaciuto. Come nasce questo libro?
Forse tu saresti più brava di me perché io ci sto talmente dentro che non saprei raccontarlo. Credo che sia soltanto un piccolo percorso della memoria per ricordarsi di come eravamo prima dell’avvento del web.  Cerco ovviamente di sospendere il giudizio, di non fare il conservatore, dire che eravamo meglio prima  o siamo meglio ora. Ovviamente questo obiettivo lo fallisco totalmente e mi lascio andare a dei sentimentalismi straordinari per quanto riguarda la tv di una volta, delle frasi, delle cose che succedevano tipo delle frasi come quelle che diceva il mio babbo “io intanto scendo, vado a scaldare la macchina”, oppure “telefona quando arrivi” o ancora quando si vedeva una macchina che aveva la nostra stessa macchina e ci si salutava.
Era molto più social no?
Secondo me era molto più social quello che quello che c’è ora, anche perché se te apri Facebook trovi tanta di quella cattiveria da non sembrare molto social. Facci caso, anche quando ti ritrovi a condividere momenti in compagnia e si sta seduti a tavola, ti accorgi che chi hanno tutti la testa chinata sul telefono. Così più che social si diventa a-social.  
Forse un tempo tutto era più reale…
C’era una concretezza diversa data anche dal fatto che se andavi in un posto chiedevi le informazioni; non c’erano i cellulari ma si arrivava puntuale lo stesso, si lavorava, si prendevano gli appuntamenti telefonando. C’erano una serie di cose che tu ti dici “come si faceva?” Ecco mi pongo dei dubbi, forse non ho la cultura per avere delle risposte.  Sono tutti piccoli spunti interessanti e semplici, di cose minimali che c’erano e non ci sono più.
Hai detto bene, tutti piccoli spunti ma tantissimi perché il tuo è un libro che si articola in capitoli più o meno brevi e toccando i più svariati argomenti. Per esempio mi ha fatto molto ridere quando tu racconti, già nella parte del prologo, di film come E.T. , i Goonies e La Storia Infinita che erano considerati dei capolavori già all’epoca della loro uscita e poi parli di Una Poltrona per due e di Piccolo Lord pellicole sempre presenti sui canali tv nei giorni di Natale… tuttora.
Tutti i titoli che trovi, se ci pensi pensi bene sono tornati anche nei cinema in una versione riveduta e corretta. La verità è che non ci s’inventa più nulla. Se tu prendi anche il cinema americano allora 007 è una serie ancora in voga ma che riprende un personaggio degli anni ’30. Batman e Spiderman sono degli anni ’50, Star Wars è iniziato nel 1977. Se tu pensi ai miti del cinema dopo il 2000 fai fatica a trovarli. Rambo, Rocky e Star Treck, le storie di fantascienza sono tutte storie vecchie, nate tanti anni fa. Ora hanno rifatto i Ghostbusters, ci sono i robot di Robocop di Atto di Forza quindi è come se adesso tutto ciò che è nuovo faticasse  ad attecchire. E’ perché semplicemente c’è una dispersione totale. Ricordo quando la mia nonna diceva : “Cosa danno stasera?”  Quando Italia Uno si diceva “sul sei.” Ora se pensi che  ci sono 20 canali di cinema, poi c’è il +24, il +1 . C’è Premium, Fastweb, Infinity, Alice, Netflix, Sky ovviamente è un bene, perché crea tante possibilità, tanta scelta per il pubblico però anche la dispersione di quello che è il ricordo e anche l’idea di condividere qualcosa con qualcuno in un ufficio, in una scuola, anche quello era importante e bello.
Tra la foto, la cartolina e il vhs cos’è che ti manca di più?
“La pellicola cinematografica… lì va beh, si passa all’orgasmo puro”.
E’ fuori ? ti ricordi ? Cercavi il film e non c’era . A me manca il Vhs, sai cosa? Te fai conto che in casa ho 16mila fila di cui 10 mila originali e 6 mila registrati da me. Quindi figurati cosa significa per me registrare , potevi andare avanti e indietro. Anche il videoregistratore aveva una destinazione d’uso, ora io ho un telefono come tanti ma in realtà uso solo 3 funzioni. Prima avevamo gli scaffali più pieni ma c’era un’ attenzione più precisa e perspicua di alcune cose. Adesso abbiamo poche cose che fanno tante cose però non so, ci manca qualcosa.

A pag.17 scrivi : Ricordo che mio fratello riuscì a procurarsi una VHS del film, ma non avevamo ancora il videoregistratore, allora per farmela vedere si fece prestare una videocamera, l’attaccò alla scart del televisore e riprodusse la videocassetta con quella. Che goduria! Che meraviglia!
E vedemmo StarWars e fu un evento. Non so quante persone hanno registrato Nel nome della Rosa quando andò in onda per la prima volta su Raiuno.
Ricordi anche gli spot nel tuo libro e tu ne hai girato anche uno, quello del Kinder Cereali, che era una delle tue merende preferite. Perché quelli del 1978 oltre a essere gli ultimi a non aver usato il cellulare a scuola, sono anche quelli che facevano merenda…
A volte ascolto persone che dicono “ho mangiato di tutto e di più” oppure “questo è come un diamante, è per sempre” non si sono inventati nulla di nuovo.
Ci sono delle cose del passato che rimangono nel presente? 
La cosa del passato che rimane è la coscienza dei bambini almeno fino a 5 anni. Poi cominciano a usare l’ipad invece della penna questo è il futuro però quell’incanto che soltanto i bambini che nascono possono avere, nel senso di fede nei confronti delle favole, dei draghi. L’incanto dei bambini verso la favola, quello rimarrà sempre.
C’è un’altra cosa che mi ha fatto molto ridere ma semplicemente perché mi è successa recentemente. Ho una cugina nata nel 1996 e non ricordo per quale ragione, mi è capitato di dire la parola Gettone e lei mi ha chiesto “Cos’è?” e questa domanda mi ha lasciata di sasso: primo perché mi sono sentita vecchia in un secondo e poi perché mi è venuto da dire : “ma non è possibile che tu non sappia cos’è un gettone”. Beh, tu dedichi un capitolo proprio a questo e lo intitoli : io sono Getto-nato, ce lo racconti?
I Gettoni servivano per telefonare, adesso sembrerà assurdo ma esistevano le cabine telefoniche e prima delle schede telefoniche, per telefonare serviva il gettone che valeva 200 lire e a volte capitava che pagavi con il gettone e ti guardavano di traverso perché non era tanto “ganzo” pagare con il gettone, però era merce di scambio. A me questa cosa mi faceva impazzire, l’idea cioè di comprare qualcosa con una moneta che serviva per telefonare.
Il pomeriggio si vedeva BimBumBam… oppure Ciao Ciao
Ai tempi c’era la tv generalista che dedicava un’ora al giorno per i bambini. I puffi li conoscono tutti grandi e piccini. Oggi invece c’è una scelta talmente ampia che o hai bambini o non sai  di quale cartone animato si stia parlando. Il settoriale ha reso tutto meno pop.
E poi quando si era più grandi si è passati a Non è la Rai .
Ho dei ricordi… trasmissione meravigliosa la mia preferita era Francesca Gollini, i miei primi pruriti. Quando tornavo da scuola c’era Non è la Rai.  A volte penso sia cambiato il pubblico. Oggi siamo molto più esigenti, molto più noiosi. Se te pensi al Festival Bar c’era Den Harrow che cantava palesemente in playback e tutti lì a ballare e cantare, oggi Gianni Morandi non può nemmeno andare a fare la spesa di domenica che si prende una montagna di critiche.
Paolo ti facciamo ascoltare una colonna sonora… vediamo se indovini... (in radio parte una colonna sonora di un famoso film)
Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis 1985 con Michael J.Fox e Christopher Lloyd. Vi dico una cosa su questo film. Robert Zemeckis, che è l’ideatore di Ritorno al Futuro, ha proibito proprio un contratto nella sua licenza che qualche studio hollywoodiano possa fare un remake o un sequel. Ritorno al Futuro non si farà mai più. Quello è e quello sarà per sempre.  Niente sarà mai abbastanza. Io sono uno StarWarsista  e devo dire che quello è stato prodotto dopo, anche se bellissimo, è stato uno sputtanamento di tutto. La storia non doveva uscire fuori da dove ormai era imprigionata.
C’è qualcosa “di nuovo” che invece reputi una gran bella invenzione?
Youtube, Wikipedia… non sono contrario alla possibilità che oggi tutto sia più raggiungibile. Però contesto il modo. Un tempo, oltre a ottenere l’obiettivo imparavi come cercare qualcosa. Sono solo polemico sul  fatto che non sappiano più chiedere un’indicazione,  ho il timore di perdere il contatto umano e così la memoria. Oggi ci sono scoperte straordinarie. Prima denunciare certi reati era complicato, ora la tecnologia è andata avanti e aiuta anche chi ha più problemi, la stessa medicina ci ha dato risorse diverse., questo è molto importante.  La verità è che ho scritto questo libro “Per ricordarsi di quando si era felici e non dimenticarsi di esserlo sempre”. 

(Intervista realizzata il 10 novembre a SlashRadio, la Radio dell'Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti Onlus)

“Telefona quando arrivi” – Sperling&Kupfer  
prezzo 17,00 euro 

31 ottobre 2016

Sveva Casati Modignani racconta il suo "10 e Lode" e non solo


Tacco12cm intervista con Sveva Casati Modignani
Qualche giorno fa ho avuto la fortuna d'intervistare, insieme a Luisa Bartolucci, la scrittrice Sveva Casati Modignani che è intervenuta a Slash Box, il programma pomeridiano in onda su Slash Radio. Di seguito vi propongo la trascrizione dell'intervento della scrittrice, prima nella classifica dei libri più venduti della narrativa italiana in queste 3 settimane dall'uscita del suo libro. 
Un'intervista ricca di consigli, con anticipazioni sul prossimo lavoro di Sveva Casati Modignani, di pensieri sulla scuola, sulle donne e sugli uomini. 
Buona lettura. 
Come ci si sente a trovarsi lì in vetta, primi nella classifica dei libri di narrativa italiana con l’ultimo libro “10 e lode”?
Queste sono cose che vanno e vengono, l’importante è che il libro piaccia a chi lo legge.
Eh, 'mbè direi proprio di si, il libro è uscito il 4 ottobre ed è appunto il libro più venduto degli autori italiani, quindi un grosso successo editoriale come ogni volta che esce un suo libro del resto. Cos’ha questo romanzo in più?  Di solito si dice che l’ultimo romanzo è quello più amato dallo scrittore, è così?
Insomma si, perchè è piccolino è appena nato. Mi va bene che lo coccolino ma io sto già lavorando ad altro…
Ah, si..chi si ferma è perduto. Ora ci ha incuriosito. Nessun anteprima?
In ogni mio romanzo, racconto un aspetto del nostro Paese e questa volta ho raccontato il mondo della scuola è un mondo che riguarda i docenti, i ragazzi, i genitori. Un mondo che riguarda un po’ tutti e questo, evidentemente, interessa a molti.
In "10 e Lode" racconta la sua idea di come dovrebbe essere di fatto la scuola e di come forse oggi non è...
E’ vero che la legge della Buona Scuola si è assolutamente rivelata fallimentare. Non serviva quella del governo Renzi, c’era già anche quella della ministra Gelmini, poi è arrivata quest'ultima a peggiorare le cose.  Questo ti da l’idea di quanta poca importanza diano le nostre Istituzioni all’istruzione. Perché istruzione, non significa solo inculcare ai nostri ragazzi la didattica ma significa anche farli diventare adulti, maturi e consapevoli. Allora sotto questo aspetto nessuna attenzione per le nostre scuole che già da un punto di vista fisico crollano, implodono, sono assolutamente 9 su 10 disastrate con i plafoni che cadono in testa ai ragazzi, con le porte sconnesse, le finestre che non chiudono, i mobili sgangherati. La formazione dei ragazzi è importante e quindi anche il ruolo dei docenti ma anche i docenti  vengono trattati malissimo. A cominciare da una renumerazione vergognosa. Il nostro è il solo Paese europeo in cui i docenti sono sottopagati.  Un’altra riprova della scarsa considerazione che si attribuisce alla scuola, all’istruzione e alla cultura in generale. Ricordo benissimo che c’è stato un Ministro qualche anno fa che ha detto che non c’erano soldi per la cultura perché poi quella non rende. Mentre il nostro è un Paese immerso nella cultura e se questa venisse stimolata, seguita e curata l’Italia potrebbe vivere di essa.
Guardi proprio in questi giorni leggevo che la lingua italiana è la quarta lingua più studiata al mondo proprio per questo motivo: per l’arte, per la cultura, per la musica…
Noi siamo nati in un Paese immerso nella bellezza e non ce ne rendiamo conto perché nessuno ci stimola a farlo. Se tu vai in Irlanda questi ti mostrano 4 stanzine squallide in cui era vissuto Dickens. E quello era un museo, s’inventano le cose pur di stimolare l’interesse e la cultura della gente. Da noi tutto questo non esiste ed è molto triste e poi si ripercuote su tutto il resto e ci stupiamo che il nostro Paese vada a scatafascio?  Non è vero che la scuola italiana non funziona fino in fondo, in alcune cose funziona benissima ma questo lo si deve ai docenti che pur sottopagati danno il massimo. Pensi che questo governo manda in pensione gli insegnanti a 67 anni e insegnare è un lavoro logorante. Ci sono tanti ragazzi che con la legge della Buona Scuola vengono mandati da una punta all’altra dello stivale con una serie di disagi come l' allontanamento delle famiglie, il non poterle vedere e il doversi mantenere da soli. Guardi la nostra scuola è disastrata dalle Istituzioni ed è trattata in modo eccellente da parte di molti, molti, molti docenti. 
Nel suo libro parla anche dell’inclusione degli immigrati e di come vengono trattate le donne.
Fatima è piccina, ha 18 anni e ha un fidanzato italiano e già questo è uno scandalo. Inoltre è incinta e la famiglia la massacra. Non è necessario andare troppo lontano in realtà perché anche donne italiane ogni giorno vengono uccise, maltrattate e violentate purtroppo.
Molti dei suoi libri sono diventati sceneggiatura e fiction. Si rimane soddisfatti e quanto si ha modo di mettere la propria personalità nella realizzazione di questi prodotti cinematografici?
Le fiction non mi appartengono. Io scrivo per chi legge, la scrittura dei romanzi ha un linguaggio diverso da quello cinematografico. Il complimento più bello che ho ricevuto è stato “bello lo sceneggiato… però il libro mi è piaciuto di più”.
La funzione delle fiction basate sui romanzi è molto importante per esempio per le persone non vedenti come pure gli audio libri. Lei ha avuto mai modo di fare delle letture ad alta voce?
No, mi è stata proposta ora la lettura di "10 e Lode" per i non vedenti, per fare uscire il libro scritto e l'audiolibro insieme. Mi hanno detto però che dovrò passare 8 giorni in sala di registrazione e io ho detto “grazie, no” però ci sarà un attore a leggere il mio libro.  E’ un progetto che sta nascendo questo dell’audiolibro.
Come fa a mantenere sempre salde le file della trama?
Che bella questa domanda che non ha una risposta. Scrivere è la mia gioia ed è il mio mestiere e io scrivo così. Non ho mai fatto una scuola di scrittura, che può insegnarti a scrivere ma se dentro di te non hai storie, perché ci si nasce, se non sei nato affabulatore, non scriverai mai un romanzo. Perché si nasce con questo dono, del quale nessuno di noi ha merito, di raccontare. E’ così, il buon Dio mi ha fatto questo regalo.
Qual è il personaggio al quale è più legata.
Anche questa non ha una risposta. Perché i personaggi cui sono più legata sono quelli del romanzo che sto scrivendo. Il rapporto autore e personaggi è bellissimo. Di solito prima li corteggio a lungo perché voglio che si aprano a me, che mi raccontino la loro storia. Poi con loro vivo molti, molti mesi …il tempo che mi occorre per la loro storia.
Di solito quanto tempo le occorre?
Scrivo un libro ogni anno e mezzo, consideri che per un anno e mezzo io vivo in loro compagnia. Quando la storia è finita, io sono felice di salutarli, di lasciarli andare.
Dove le piace scrivere?
A casa mia. Non riesco a scrivere se non a casa mia.
Usa il computer oppure preferisce penna e carta?
Giammai! Sono antitecnologica e uso con gioia la mia vecchia Valentina rossa che mi accompagna da  45 anni e ha scritto migliaia e migliaia di pagine.
Lei ha scritto La moglie magica, noi donne siamo un po’ magiche?
Beh, un pochino si.
Come valuta gli uomini la scrittrice Casati Modignani?
Credo che gli uomini di oggi non siano mai stati così tanto in difficoltà, perché le donne si sono evolute.  Le donne sono cambiate, sono molto più consapevoli di se’ e quindi non sono più disposte a essere ancelle umili e ubbidienti ma reclamano il loro ruolo.  Troppo spesso le donne sono state, e sono tuttora, maltrattate, bistrattate e nella migliore delle ipotesi, scarsamente considerate. Lei pensi che fino a 70 anni fa, quando una donna ricca si sposava, la sua dote poteva essere gestita solo dal marito. Quindi passava dalla tutela del padre a quella del marito. Ora le donne stanno diventando molto più consapevoli del loro valore. E’ importante in una coppia che uomini e donne si confrontino su un piano paritetico. Ognuno dei due ha delle proprie caratteristiche da portare nella costruzione di una vita a due e quindi sottovalutarne uno dei due, fa solo male alla salute, mi creda…
Io le credo… preferisce lodi o critiche?
Posso dirle che sono molto più sensibile alle critiche che alle lodi. Ho bisogno delle critiche invece le lodi, ho un carattere un po’ così… le ritengo immeritate. Non mi riconosco un grande valore.  Mi ritengo solo uno strumento per raccontare le storie che mi nascono dentro.
Le è mai capitato di confrontarsi con un racconto breve?
Come no, nell'estate del 2015 ho scritto per il Corriere della Sera ogni settimana un racconto. Parlando di donne in estate. Nel racconto mi sento molto castigata, anche se Checov mi ha insegnato che scrivere racconti è molto più difficile che romanzi. Lui scrive in 5 pagine una vita intera e lo racconto a tutti.
A cosa sta lavorando la nostra scrittrice?
Questa volta la storia si svolge nel mondo operaio e la figura maschile che mi sta coinvolgendo molto è quella di un sindacalista. Mai come adesso sento quanto bisogno ci sia di raccontare un altro dei disastri attuali del nostro paese che quello della scarsissima competenza di chi ci governa nella loro cecità e incapacità di risolvere la crisi che stiamo attraversando.
Sempre ambientata a Milano?
Eh, purtroppo si ragazzi  Sono milanese, qui sono nata e vivo da sempre e Milano è la città che conosco meglio. La realtà di Milano non è così diversa da Canicattì.
S’innamorerebbe mai di un uomo più giovane di lei?
La Sveva ha l’età di Matusalemme e il periodo dell’innamoramento in quel senso lì è proprio finito. Sono una che continua a innamorarsi e ad amare la vita, il dono più bello che ci è stato fatto. 
Gli uomini di un tempo sono migliori o peggiori di oggi?
Generalizzare non è mai bello. Credo che una donna desideri accanto a sè un uomo responsabile, un uomo onesto, un uomo virile ma non in senso sessuale nel senso “sono la tua spalla, appoggiati a me". 
Allora forse gli uomini di oggi…
Sono più fragili, stanno vivendo un momento di grande difficoltà, non sono più padroni della donna. Temono il giudizio delle donne e probabilmente il maltrattamento della donna è legato proprio a questo. Il violento è un vile che si serve della sua forza fisica per annientare la donna che è più fragile di lui da un punto di vista fisico ma è tanto più forte di lui da un punto di vista psicologico e lui non l’accetta.
La figura maschile del libro che sta scrivendo è quella di un sindacalista e quella femminile?
Forse sarà quella di una parrucchiera, noi donne dobbiamo molto alla nostra parrucchiera.
C’è un messaggio che vuole lasciare ai suoi lettori?
Vorrei dire che la vita, che io amo tantissimo non è una passeggiata per nessuno, però è l’avventura più bella che ci sia dato di percorrere. E vorrei che la percorressimo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, con entusiasmo senza mai abbattersi davanti alle difficoltà. Qualche volta elevando il pensiero al cielo, a chi ci ha fatto, a chi ci ha messo al mondo, ha chi ci ha offerto questa opportunità e che la speranza non va mai abbandonata anche nelle situazioni più difficili. Perché speranza è un bella parola e una bella persona.

23 ottobre 2016

Spiazzo, pizza e fritti da provare

 
Spiazzo - lo stile che ci piace


Spiazzo nasce sulle ceneri di Bibere Bistrot, negli spazi rinnovati grazie all'abile mano dell'architetto Davide Loddo. Vetrate come ingressi e ambienti bianchi e ricchi di luci. Un bancone lunghissimo dove degustare tra tanti tipi di cocktails e calici di vino sia rosso che bianco. 
Circa 40 coperti interni e 30 esterni apparecchiati con tovagliette in carta dalla grafica old style,  cosa che denota un gusto vintage vincente perchè legato a materiali moderni e a un'atmosfera intima e familiare. Luci sospese con un filo conferiscono alla sala un'aria di festa. Taglieri di legno alle pareti sembrano portare la memoria nella cucina delle nostre nonne.
I fratelli Fabio e Alessio Mattaccini  hanno voluto regalare alla scena romana una pizza "contemporanea" come loro stessi hanno definito la pizza di Spiazzo e lo hanno fatto cercando di portare i clienti in spazi familiari, quasi si trovassero comodamente a casa loro.

La Pizza

Un impasto ad alta idratazione, circa l'85%, temperatura controllata e almeno 48 ore di lievitazione per conferire alla pizza di Spiazzo un gusto fragrante, croccante e leggero. 
Un format nuovo che si basa sulla possibilità di assaggiare diversi tipi di condimenti grazie all'assaggio in spicchi. 
Il menu prevede pizze Classiche (Marinara, Margherita e Romana), pizze Tipiche (con un accurata selezione d'ingredienti freschi e del territorio) e le pizze più audaci "spiazzanti" che lo Chef decide di proporre a rotazione a sua discrezione. Un esempio? Pizza sgombro e patate. 

Spiazzo . pizza con i peperoni

e tutto il resto...  

Quello che di Spiazzo mi è piaciuto molto è, non solo l'impasto della pizza, ma la croccantezza e l'impanatura dei suoi fritti
Da Spiazzo potrete assaggiare, e dovete assaggiare, i supplì che ho testato nella versione: carbonara, broccoli e salsiccia e infine cacio e pepe. Decisamente meritevoli. 
Se il fritto è la vostra passione da Spiazzo l'offerta è davvero varia e golosa. Oltre ai supplì, ci sono i lingotti (che prendono il nome dalla loro forma da lingotto per l'appunto) e i ripienti fritti. 
La cucina offre anche alcuni primi piatti della tradizione classica come matriciana e carbonara e una selezione di secondi a scelta dello Chef tutti rivisatati e realizzati con prodotti del territorio.
A condurre le danze è lo Chef  Mattia Lattanzio, già  "Chef Emergente Centro 2015" che pensa anche ad abbinamenti beverage per pizza aperitivo e pizza dopocena

Spiazzo, il supplì che "spiazza"


Tacco 12 cm vi può raccontare la sensazione positiva anche grazie alla location, ubicata in un posto delizioso dove poter trascorrere una serata nel pieno della movida romana senza però essere immersi nel traffico della Capitale. 
Tacco 12cm vi può raccontare di un supplì alla carbonara che l' ha letteralmente "spiazzata" sia per il suo ripieno, che pensava fosse il tradizionale pomodoro e mozzarella, sia per la sua cremosità non facile da rendere senza creare grumi con le uova, sia infine per la croccantezza della panatura unta al punto giusto e fritta con olio evidentemente di qualità. 
Tacco 12cm vi può infine raccontare che crede ci siano tutti gli ingredienti perchè Spiazzo diventi il prossimo punto di ritrovo per molti romani. 

Prendete nota degli orari: dal martedì alla domenica dalle 18.30 fino a mezzanotte e nel fine settimana fino alle 2.00. Andate a provate mi raccomando ma mai di lunedì, aspetto i vostri commenti!

Spiazzo
via Antonio Pacinotti 83 
00146 Roma 
tel 06 5562738
e.mail info.spazio@gmail.com 
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Spiazzo -  come sul terrazzo di casa tua
 
Spiazzo - Pizza e fritti da provare

16 ottobre 2016

Sofitel Wine Days 2016: degustazione al buio

Sofitel Wine Days - tacco 12cm all'assaggio

Avete ancora tempo per partecipare ai Sofitel Wine Days in programma fino al 31 Ottobre 2016. 
Tacco 12cm è già andata ed è qui proprio per scrivere di questa esperienza altamente consigliabile.

Avete mai provato a degustare dei vini al buoio? Eh avete capito bene...al buio. 

Tacco 12cm si! L'appuntamento era alle ore 18.00 presso il Sofitel Hotel di Villa Borghese. Una location molto raffinata dove sono arrivata con il solito fiatone per paura di essere in ritardo. 
Erano le ore 18.04. Per fortuna non ero la sola ritardataria. 
L'invito rivoltomi da Livia Belardelli, wine coach, era di natura duplice: uno degustare al buio per imparare a capire come chi non vede percepisce il gusto, che evidentemente diventa fontamentale più della vista; 
due quello di vivere in veste di blogger e ristoratrice un'esperienza dove potessi degustare dei vini buoni per poi raccontarli e per mettere me stessa alla prova del gusto. 
Sicuramente il primo obiettivo è stato raggiungo : il gusto senza la vista sa giocare brutti scherzi e allo stesso tempo esaltare le papille gustative in modo incredibile. 
Il secondo obiettivo ha chiaramente dimostrato che la sommelier di casa è senza pericolo d'insediamento mia sorella! 







Sofitel Wine Days


La serata è iniziata con degli assaggi salati e un drink di benvenuto, con lo scopo di non iniziare la degustazione a stomaco vuoto. Dopo qualche minuto Livia, che ha organizzato e condotto la serata, ci ha spiegato che la catena di alberghi Sofitel del gruppo AccorHotels è giunta al quinto anno dei suoi "Sofitel Wine Days", una manifestazione dedicata al vino in cui ci saranno un susseguirsi di eventi dove neofiti e appassionati avranno l'opportunità di avvicinarsi al mondo del vino proprio per dimostrare l'interesse di Sofitel a questo mondo.
La serata BlindWine Taste organizzata da Livia, in collaborazione con l'Enoteca Trimani che purtroppo non ha potuto essere presente, era proprio una delle occasioni per capire qualcosa di più del mondo enologico. 

La Degustazione


Una volta contestualizzato l'evento, Livia ci ha spiegato (saremmo stati circa una ventina di ospiti) che prima di entrare nella sala dedicata alla degustazione, ci avrebbero dato una mascherina (tipo quella per dormire in aereo) e ci avrebbero condotto per mano fino alla nostra postazione. 
Così, un po' timorosi ma tutti soprattutto curiosi ci siamo avvicinati alla porta dove, in effetti ci hanno dotato della mascherina e condotto per mano al nostro tavolo. 
Il passaggio dalla luce al buio è stato forte. Una persona mi ha letteralmente guidato in uno spazio che non conoscevo, per farmi accomodare e per farmi toccare i 4 calici che avevo davanti a me. 
Non solo calici ma anche un block notes dove appuntare le mie impressioni (cosa che al buio è risultata alquanto complicata). 
Il mio tavolo era composto da 4 esperti del settore (io ero assolutamente la meno esperta del gruppo) che a loro volta toccavano il tavolo per orientarsi in quello spazio sconosciuto. 
Esilerante l'inizio quando una delle mie commensali sosteneva che alla sua destra si trovasse una sputacchiera e la persona davanti a me invece sosteneva che alla sua destra ci fosse una pianta, questo a indicare quanto avere gli occhi bendati fosse complicato. 

Sofitel Wine Days - Tacco 12cm all'opera

I Vini 


La degustazione è stata divisa in due parti: una prima parte consisteva nella degustazione di 4 vini al buio e la seconda parte degli stessi alla luce, con relativa presentazione delle aziende.
Nella prima parte ci è stato chiesto addirittura se avessimo individuato il vino rosso e quello bianco... non solo, se capivamo di quali vitigni si trattasse e se questi ci sembravano essere italiani o francesi. Un'impresa decisamente da intenditori.  
Diciamo che il nostro tavolo (la nostra squadra di "esperte") se l'è cavata piuttosto bene. Tranne me che ho sbagliato il primo vino, un grechetto fatto fermentare in piccoli fusti di legno, cosa che mi aveva portato fuori pista al punto di scambiarlo per un rosso! 
Scherzo del gusto poco allenato perchè lo stesso vino alla luce degustandolo, non poteva che apparirmi come un bianco, quale in effetti era. Si trattava di un Latour a Civitella del 2014.  
Con gli occhi sbendati ci hanno presentato anche il secondo vino, un francese Louis Moreau Chablis 1er Cru; il terzo, un francese rosso Clos du Caillou Chateauneuf  du Pape 2014 e il quarto rosso italiano Notturno dei Calanchi Pinot Noir di Paolo e Noemia D'Amico un'azienda del Lazio. 
Tutti vini scelti per parlare di Francia e Italia in un rapporto che a volte è più stretto di quello che può sembrare anche se devo dire che i vitigni francesi e italiani sono decisamente riconoscibili. 
Vedere quei bicchieri e quei vini ha, in qualche modo, fuso l'esperienza della vista con quella del gusto. Un'eperienza unica culminata con un brindisi al sapore di Champagne. 
Sono stata molto felice di vivere un'esperienza come quella proposta dal Sofitel Wine Days, credo che ogni volta che qualche novità entri a far parte del proprio bagaglio di esperienze si viva un momento indelebile. Complimenti anche a Livia che ha gestito la situazione, pur senza Paolo Trimani, in modo molto professionale e competente. 

Eccoci tutte insieme a Livia Belardelli a fine serata, magicamente sobrie!

09 ottobre 2016

Sisal WinChef e Chef Angelo Troiani, un gioco gustoso!


Mercoledì all'ora di pranzo, mentre gran parte della stampa si concentrava sull'apertura del nuovo mercato all'interno della Stazione Termini, la sottoscritta si domandava per quale motivo lo chef Angelo Troiani l'avesse invitata a pranzo insieme a pochi altri giornalisti e blogger. Era proprio il caso di domandarsi cosa stesse bollendo in pentola... 
Arrivata al Convivio Troiani ho incontrato un po' di colleghi e amici e mi sono messa con loro in attesa di qualche ulteriore chiarimento. 
Dopo un po' di tempo, e un via vai di arrivi e partenze, il mistero s'è palesato. Angelo Troiani racconta della sua partecipazione a un progetto che ha come protagonista Sisal. 

Sisal WinChef 

Lo chef Angelo Troiani si mette in gioco! Sarà lui il conduttore e giudice del contest ideato da Sisal Wincity al centro del quale ci sono il cibo e gli chef. Di cosa si tratta, vediamo insieme. Sono state selezionate 4 città italiane : Roma, Firenze, Milano e Catania oltre a 12 chef (tre per città) che si sfideranno davanti ai fornelli per ottenere lo scettro di vincitore di tappa interpretando il migliore piatto usando gli ingredienti tipici regionali che lo Angelo Troiani indicherà loro.  Unico vincolo oltre al rispetto degli ingredienti sarà che ogni piatto dovrà essere innovativo, sostenibile e replicabile. 
A giudicare una giuria di 5 esperti che valuterà l'esecuzione del piatto in base a criteri tecnici, di adattabilità e riproducibilità ai format Wincity e ai criteri assegnati di esaltazione della tradizione locale. 
Gli Chef vincitori di tappa andranno a giocarsi la sfida finale prevista a Milano presso Wincity di P.zza Diaz il 15 dicembre 2016 alle ore 19.30. 
Per la sfida finale gli chef dovranno preparare ricette ispirate agli ingredienti stagionali. Lo chef vincitore assoluto otterrà un premio in denaro oltre a firmare il piatto vincente che sarà inserito nel menu delle sale Ssal Wincity di Catania, Firenze, Milano e Roma. 

"L'obiettivo che più di tutti ci sta a cuore è quello di integrarci con le città in maniera armonica e costruttiva cogliendone sempre gli elementi caratterizzanti. Tra questi, certamente la leva enogastronomica è un ingrediente indispensabile per garantire lo spirito di leggerezza e divertimento che è proprio delle nostre sale" queste le parole di Massimo Ingrassia responsabile di Sisal Wincity. 

Tappe e Chef 

S'inizierà con Roma. Giovedì 11 ottobre - Wincity Vespasiano Roma - Via Vespasiano, 19/23. A sfidarsi saranno : Andrea Viola, attuale proprietario del ristorante San Giorgio a Maccarese; Davide Cianetti, Executive Chef del ristorante Pierluigi a Roma e Stefano Marzetti, Executive Chef presso il ristorante Mirabelle
Seconda tappa Milano, giovedì 10 novembre - Wincity Diaz Milano - Piazza Diaz,7. A partecipare saranno: Omar Allievi Personal Chef presso Attila&co; Federico Comi, Souls chef nell' Osteria Brunello e nel Bento Sushi Restaurant e Stefano Ceriani, Saucier presso il ristorante Tano passami l'olio
La terza tappa toccherà Catania, il 17 novembre - Wincity Catania - Piazza Trento, 12. I protagonisti di questa tappa saranno: Valentina Chiaramonte del locale Fud Off ; Carlo Sichel proprietario del ristorante Il Carato e Giulia Carpino, la più giovane di tutti soli 23 anni, Executive Chef dell'azienda vinicola Barone di Villagrande
Ultima tappa sarà Firenze, il 30 novembre - Wincity Firenze - Viale Giovine Italia, 11/D Rosso. Qui si sfideranno: Maria Probst, chef de La Tenda Rossa a Cerbaia in Val di Pesa; Alberto Sparacino, chef del locale Cum Quibus di San Gimignano e Beatrice Segoni, Chef del ristorante Konnubio di Firenze. 

La sfida finale si terrà il 15 dicembre al Wincity Diaz Milano. 

Sisal

Sisal è un'azienda attiva dal 1946, la prima Azienda italiana a operare nel settore del gioco come concessionario dello Stato. Oggi conta 22 punti vendita sul territorio nazionale, nei quali tutti i prodotti di gioco e servizi del Gruppo si fondono perfettamente con una ristorazione di alta qualità e con l'intrattenimento che va da eventi musicali e comici a serate a tema per il lancio di nuovi giochi, il tutto riassunto nel brand Sisal Wincity "Eat.Drink.Play".

Pranzo al Convivio Troiani

Adesso torniamo a noi. Una volta capito il "gioco" abbiamo iniziato a giocare! 
Accomodata al tavolo in ottima compagnia, dopo l'iniziale ammirazione per l'omaggio reso all'autunno con la riproduzione di un albero di grissini e patatine fritte dai colori autunnali, ho apprezzato il menu che lo chef Angelo Troiani aveva preparato per l'occasione: 



- Sfizio di Benvenuto 
-Polpo verace "Scordato" nel tegame, finta maionese di lamponi (che non è una maionese) 
- fagiolini e mele verdi 
- Sfogliatella di broccoli percorino romano e bagnacauda all'aglio nero (piatto dedicato agli ingredienti del territorio)
- Spaghetti "Felicetti" ajo e ojo, peperoncino, pecorino romano, gamberi rossi, limone, menta e scaglie di mandorle
- Agnello Dop della campagna romana
- Quasi insalata romana : arancio, finocchio, olive...cioccolato bianco! 



Il tutto accompagnato da una selezione di vini : Oltrepò pavese brut "Selezione Convivio" Pinot nero 2008, Monsupello; Pinot bianco del Collio 2013 M. Schioppetto; Merlot del Lazio "Montiano" 2009 Falesco e Mascato passito di Pantelleria "Ben Rye" 2013 Donnafugata

Cos'altro aggiungere? 

Sono andata via felice anche perchè lo chef mi ha omaggiato di un sacchetto con su scritto: "L'Amatriciana di Chef Troiani per WinChef 2016" perchè qui si gioca ma ad Amatrice no. 






02 ottobre 2016

Clicks&Heels presenta Tanya Heath: tacchi su misura


Capita di camminare per una vietta laterale di via del corso, per la precisione via Vittoria, e trovare una piccola vetrina piena di scarpe dai colori alla moda e soprattutto piena di tacchi delle più svariate misure e fantasie. Praticamente il paradiso! 
Potete immaginare la mia sorpresa e la mia gioia: esiste un posto così e io non ne sapevo nulla? 
Entro curiosa e m'imbatto nelle proprietarie Roberta, Francesca e Ilaria che mi raccontano di questa loro avventura nata circa un anno fa, che ha come protagonista un marchio francese: Tanya Heath. 
Mi mostrano la tomaia della scarpa e iniziano a sfilare e infilare tacchi di ogni tipo facendomi letteralmente uscire le papille dagli occhi. 
Una scarpa e tutti i tacchi che vuoi, di tutti i colori, larghi o a stiletto, borchiati o glitterati, monocolare o arcobaleno.

Il personaggio

Tanya Heath nasce in Canada e dopo la laurea decide di trasferirsi a Parigi, dove ormai vive da più di 20 anni. 
Dopo aver completato i suoi studi con una laurea in Business presso la ESCP Europe, studiando anche il francese, inizia la sua carriera nel campo delle strategy consulting e insegna disruptive innovation per 8 anni in una importante scuola d'ingengneria in Francia. 
Per chi si stesse chiedendo cosa sia diruptive innovation ecco la risposta in un blog di Wired: il termine disruptive innovation è stato introdotto in letteratura dal Prof. Clayton Christensen nel 1995 nell'articolo Disruptive Technologies: Catching the Wave (Harvard Business Review) scritto insieme a Joseph Bower. 
Alla base del concetto di disruptive innovation c'è una riflessione: per quale motivo le aziende di successo investono massivamente in tecnologie che soddisfano i bisogni dei propri clienti "attuali" ma falliscono al contempo nel guardare a nuovi mercati che i clienti del futuro esploreranno?
le disruptive innovations introducono un'insieme di funzionalità completamente nuove e spesso lontane da quelle richieste e valutate dal mercato attuale. Innovazioni di questo tipo portano ad una ridefinizione del prodotto, servizio o modello di business proposto al cliente nella direzione di una maggior semplificazione e democratizzazione dell'innovazione (aumento dell'accessibilità e riduzione del costo). 
Per la loro portata disruptive (traduzione nella lingua italiana: di disturbo, perturbatrici), innovazioni di questo tipo ridefiniscono radicalmente l'ecosistema e il ruolo nell'ecosistema produttivo delle imprese, il concetto di valore per il cliente e i modelli di business delle aziende stesse. 
Tutto questo lavoro per Tanya ha avuto uno scopo importante quello di riuscire a realizzare il suo sogno: ideare e creare la prima scarpa al mondo con tacchi rimovibili e intercambiabili, in altezze e stili differenti




Il progetto

Il sogno di Tanya diventa realtà grazie all'impegno, al lavoro, all'applicazione di 14 ingegneri che, nell'arco di 2 anni e mezzo, hanno reso l'arcata plantare perfetta e il meccanismo del tacco funzionale e pratico
Una scarpa dunque magica che si fonda su un dualismo: quello di rispondere alla domanda se una scarpa possa essere sia comoda e che bella.
La soluzione è presto detta: basta creare delle tomaie classiche da sdrammatizzare con dei tacchi colorati e divertenti insieme.  
Dualità che prosegue nella scelta dei nomi dati alle stesse tomaie e ai tacchi: le prime hanno tutte un nome femminile mentre le seconde un nome maschile, ispirati e dedicati alle persone che hanno contribuito alla crescita del marchio Tanya Heath. 

Tacchi

La scelta dei tacchi è incredibile! Ne esistono centinaia di diversi colori, altezze, fantasie, stili. 
Si possono combinare tra loro creando infinite combinazioni e riuscendo ad accontentare ogni gusto. 
Tre le collezioni : Power, dedicata alle donne che lavorano tutto il giorno e in continuo movimento; Liberty, linea per i momenti di libertà dalla cena fuori con le amiche, alla giornata da dedicare allo shopping; Seduction, per le donne che vogliono sedurre senza avere male ai piedi!

Un'idea geniale non proprio economica ma decisamente fattibile. 

Se qualcuna di vuoi volesse approfondire l'argomento l'appuntamento è da Clicks&Heels in via Vittoria, 71 dove non troverete solo queste favolose scarpe ma anche accessori originali che sono certa apprezzerete molto.

Le scoperte di Tacco12cm in giro per Roma e per il mondo proseguono, voi rimanete sempre connesse! 
 





25 luglio 2016

Barbie, the icon a Roma



Barbie è a Roma, per la precisione Barbara Millicent Roberts è a Roma.

Tutti la conoscono. C'è chi la ama alla follia al punto di voler diventare come lei, chi le dedica un Museo permanente ( si trova a Berlino ), chi le punta il dito contro come esempio sbagliato per tutte le adolescenti anoressiche sue emulatrici.
Insomma, la bambola più famosa di tutti i tempi non ha avuto, e non ha una vita facile nonostante le apparenze. E' stata portata più volte in tribunale e nessuno si è accorto del suo impegno civile al punto che il suo nome è diventato negli anni sinonimo di "ragazza bella ma senza testa".
La verità si trova a metà strada.
Per quello che mi riguarda Barbie è stato un bellissimo gioco, un sogno in cui proiettarsi e mai come oggi ripercorrendo i suoi 56 anni di vita mi sono resa conto di quanto di più lei abbia significato per noi bambine.
E' vero, Barbie è un'icona, un modello cui aspirare non tanto per la sua bellezza, quanto per il suo carattere, la sua forza di volontà e le sue scelte.
Altro che bambola... ce ne fossero di Barbie.

Barbie, the Icon un po' di storia

Uscita sul mercato nel lontano 9 marzo 1959, Barbara, detta Barbie, era una pallida moretta stretta in un costume intero a righe, sopra dei vertiginosi tacchi a spillo.
Come qualche anno più tardi dirà il fashion designer Robert Best:
"Faceva sembrare perfettamente normale l'abbinamento costume - tacchi a spillo".
Era quindi mora, tanto per confutare il primo punto : bionda e stupida. Negli anni poi le sue acconciature cambiano e la sua vita si arricchisce di amici e di un guardaroba da far invidia alle dive di cui la stessa Barbie vestirà i panni nel corso dei decenni.
Barbie nasce grazie alla signora Ruth Handler, moglie di Elliot Handler uno dei fondatori della famosa azienda Mattel.
La signora Ruth osserva la figlia mentre gioca. La vede spesso intenta a ritagliare i giornali ricchi di volti delle dive più famose dell'epoca: Marilyn Monroe, Liz Taylor, Sandra Dee.
Perchè non produrre una bambola con le fattezze di una diva? Del resto chi di noi non ha sognato di diventare bella come una diva del cinema?
La sua insistenza e la sua collaborazione con l'ingegnere Jack Ryan le permettono di realizzare quella che diventerà la bambola più famosa di tutti i tempi.
Lo sapete che vengono vendute 3 Barbie al secondo e che Barbie ha reso felici le bambine di oltre 150 paesi?


Barbie chi è?


Barbie nasce come modella e poi diventa responsabile di una casa di moda. Il suo curriculum vanta oltre 100 mestieri e tutti estremamente diversi l'uno dall'altro. Da insegnante di yoga a Presidente degli Stati Uniti d'America. Barbie è nata nel Wisconsin, nella cittadina di Willows è stata fidanzata per 43 anni con Ken da cui ha preso una pausa di riflessione per due anni, per poi tornare sui suoi passi. Barbie non si è mai sposata, parla 50 lingue e non si è mai laureata.
Vi rendete conto? E c'è ancora chi la chiama scema???
Ha viaggiato tantissimo e ha sempre avuto un tenore di vita molto alto: macchine di lusso, case con ascensore e barche da miliardaria. Tuttavia è una che si adatta: ha avuto un camper e una cinquecento.
Barbie ha una grande famiglia della quale però poco c'interessa. E' lei la vera rivoluzionaria, quella che ha cavalcato gli anni cercando di cambiare per rimanere coerente al suo compito: essere un'icona positiva per le bambine.
Ha ispirato famosi designer come Vera Wang e Louboutin e molti, molti altri. 

Barbie, the icon ecco alcune delle prime bambole

La mostra 

La  mostra si articola in 5 sezioni: 
Da Teenage Fashion Model Doll a Fashionista e riguarda proprio l'aspetto della moda, centrale nella vita di Barbie. 
I Can Be. Barbie Careers: mostra la filosofia di Barbie "Io posso diventare...", una filosofia che ha inspirato e incoraggiato tre generazioni di ragazze, pronte a esplorare un mondo dove tutto è possibile (nelle foto Barbie CocaCola e Barbie Pilota) 
Barbie Family: in questa sezione si scopre la grande famiglia di Barbie composta da 3 sorelle, un fratello e tanti amici. Qui si può davvero cadere nella nostalgia più profonda, davanti alla casa di Barbie con l'ascensore o guardando il camper con tutti gli accessori.
Barbie in Viaggio . Dolls of the World. E' la sezione dedicata a tutte le etnie che Barbie ha inarnato, mettendo in evidenza un legame tra culture diverse a indicare che la varietà multietnica è da intendersi come valore contemporaneo imprescindibile.
Nell'ultima sezione Barbie Divas, Barbie interpreta le icone del cinema. Quelle che non solo appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi ma che hanno creato uno stile e un trend che solo Barbie poteva consacrare con la loro emulazione. Nella gallery di seguito potrete riconoscere Kate Middleton, Tippi Hedren protagonista del film Uccelli di Alfred Hitchcock, Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany , Olivia Newton John in Grease.

Barbie nelle nuove modalità : curvy e con altezze e etnie varie


Barbie non è molto simpatica, forse perchè appartiene a quella categoria di persone che oltre a essere bella è anche intelligente.
Decisamente insopportabile eppure è una bambola con un messaggio, anzi molti messaggi: cercare la bellezza e metterla in pratica in ogni ambito.
La  pratica della bellezza in un mondo dove il brutto, il terrificante, l'orrofico vanno sempre più prendendo spazio è una pratica difficile e dura. Barbie non è un bionda stupida, è il gioco ideato da una madre per una figlia le cui aspettative erano quelle di un mondo di uguaglianza tra razza, sesso e religione.
Ci pensate che la vendita delle Barbie è vietata dal 2003 in Arabia Saudita perchè non conforme ai principi dell'Islam?
Barbie è una rivoluzionaria che ama gli animali, ne ha posseduti ben 38 animali. E' una donna moderna, Barbie è una forma di speranza e si sa... la speranza è l'ultima a morire.

Barbie, the icon : il reportage di tacco12cm


Barbie, the Icon

Complesso del Vittoriano, Roma
Dal 15.04.2016 al 30.10.2016
Dal lun. al giov. 9.30 - 19.30 | ven. e sab. 9.30 - 22.00 | dom. 9.30 - 20.30
Costo biglietto intero 12 euro - ridotto 10 euro
sito: www.ilvittoriano.com

 





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