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31 dicembre 2014

Capodanno, in rosso per un 2015 senza guai

Capodanno: il 2015 sarà Rosso scacciaguai e portafortuna

 

Un Capodanno diverso dal solito?

Non ci penso proprio. Con le temperature glaciali sono calate anche le mie esigenze di un divertimento sfrenato ad ogni costo. Quest'anno Capodanno sarà intimo e caldo e sarà Rosso!

A dispetto dei concerti in piazza e dei festoni nei locali, trascorrerò l'ultimo dell'anno con la mia migliore amica, suo marito, la mia dolce metà e altri amici. La riflessione della serie "ci siamo invecchiete" è scattata in automatico ma la risposta è risultata semplice e indolore: "si". 
Nel film la Grande Bellezza, Jap Gambardella sostiene: 

"La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare"
e così è per me anche se la scoperta l'ho fatta prima dei 65 anni, credo che la regola si possa applicare già da questa sera tanto per far iniziare il 2015 nel migliore dei modi. 
Non mi metterò a fare grandi bilanci di questo 2014 pieno di accadimenti come una scatola di Lego, piuttosto voglio ringraziarlo per quello che è stato, per avermi permesso di godermelo tutto e in salute. 
Ringrazio il 2014 per gli episodi emozionanti, come l'espressione sognante sulla faccia di Mirko quando ha visto il suo idolo Jimmy Page in persona a Londra. 
La gioia ritrovata di assistere al ritorno di una persona cara, considerata "persa". Il volto di Bea quando mi ha inviato un sms dicendomi che era incinta e poi la faccina di Mirta quando è venuta al mondo. Ringrazio il 2014 per il libro pubblicato di mio padre grazie alla sua bravura e volontà di ferro. Grazie 2014 per avermi fatto conoscere nuove amiche con cui lavorare e ridere come Nerina e Giada. Grazie per avermi insegnato qualcosa in più dello scorso anno, per il buon vino e il buon cibo. Per i libri pieni di parole e di storie infinite.
All'inizio del 2014 vi avevo consigliato un'idea, quella della  Memory Jar, un barattolo in cui mettere dei foglietti con appuntanti sopra gli eventi più importanti del vostro anno. L'avete fatto?
Dal mio barattolo sono usciti fuori ben 14 foglietti, di cui due biglietti del cinema. Avrei dovuto scriverne di più ma quello che ne è uscito fuori è un quadro confortante. Ho scritto solo cose belle tranne una e questo vuol dire che se gli episodi brutti ho preferito tralasciarli forse non erano così gravi o comunque erano risolvibili. 
Mi meraviglia trovare domande come "Cos'è l'amore?" o frasi del tipo: "Inizio dei Mondiali in Brasile: L'Italia vince contro l'Inghilterra".   Lorenzo e Claudia sposi. Matrimonio Vanessa e Paolo. Un nuovo paio di scarpe è nel mio armadio! (Questo è più di un foglietto)
Quindi spero che il prossimo anno sarà ricco di emozioni da scrivere, come questo passato e mi piacerebbe trovare tra i foglietti del mio Memory Jar, tre annotazioni in più su tre desideri che ho nel cuore.
Per quel che riguarda il diario della Tifosa, voglio scusarmi con i miei lettori abituali ma non ce l'ho fatta a commentare Roma - Milan, troppa delusione e rabbia hanno preso il sopravvento. 
Un rigore non assegnato e, come sempre, poca concretezza da parte della Roma che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca prima di un dolce Natale. 

Che il vostro 2015 sia sano, felice e pieno di scarpe perchè per affrontare la vita ci vogliono sempre un paio di scarpe nuove! Auguri a tutti voi di cuore. 



15 dicembre 2014

Genoa - As Roma 0-1: la vetta è vicina

Genoa - As Roma 0-1: Naingollan, il nostro ninja esulta dopo il gol del vantaggio

 

Genoa - As Roma 0-1, la Roma vince eppure qualcuno non è contento

I tifosi so' strani. Ce ne sono di tanti i tipi come le piante, come gli animali. Ci sono quelli che tifano la maglia e quelli che tifano i giocatori, quelli pessimisti di natura e quelli che non si arrendono mai nemmeno al 90' sul 4-0. 
Del primo tipo ne conosco davvero pochi, di solito sono i bambini alla prima fase del tifo. Del secondo ne conosco uno in particolare: mio padre. Per lui la Roma è al di sopra di ogni dubbio. Lui è l'incarnazione del motto "non si discute, si Ama".
Tutto questo per raccontarvi della partita di domenica. Protagonisti : Chiara e Mirko, due tipi di tifoso diversi. 
La posizione sul divano era quella comoda della partita di domenica finalmente alle 15.00. Pancia piena e piedi scalzi, cellulare nella mano per controllare i commenti del gruppo Fantacalcio su WhatsApp e tazzina di caffè che mi guarda per essere svuotata. 
La partita inizia, il campo di Genova è sempre disastrato ma non abbiamo scuse dobbiamo vincere infatti la Juventus ci ha nuovamente servito sul palmo della mano la possibilità di accorciare le distanze. 
Online e su Sky i commenti sull'incapacità della Roma di approfittarne m'innervosiscono. 
"Ne approfitteremo come le altre volte" commenta qualcuno credendosi simpatico, uno di quei tifosi "pessimisti" di cui accennavo sopra. 
I telecronisti Sky mettono in dubbio le potenzialità della Roma dicendo che "il contraccolpo psicologico" per l'uscita dalla Champions League può aver "buttato giù" l'umore della squadra, "bisogna vedere che reazione avranno i giocatori" dice uno dei commentatori. 
La Roma è uscita dalla Champions perchè non era forte abbastanza, cosa che invece è (e lo è abbastanza) per il Campionato Italiano.
Avvelenata dalla visione di Juventus - Sampdoria, per le valutazione arbitrali come sempre a senso unico, vi lascio immaginare la mia reazione quando, a meno di un minuto dall'inizio, c'è un fallo da giallo per il Genoa che viene graziato dall'arbitro. Grazia che non spetta ad Astori e, dopo qualche minuto, nemmeno a Yanga - MBiwa che si prendono un bel cartellino giallo che per Astori, diffidato, significa squalifica al prossimo turno. 
Stessa sorte per Pjanic e poi c'è chi si lamenta a fine partita dell'arbitraggio, va beh procediamo. 
La Roma fa la partita. Nessun pericolo dalle parte di De Sanctis. 
Tanti gol mangiati e poi arriva l'episodio: Nainggolan, atterrato da Perin, cade in area di rigore. Perin espulso e alla Roma viene assegnato il calcio di rigore. 
Ora qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè se a cadere è Naingollan a calciare deve essere Ljajic. Al posto di Perin subentra l'esordiente portiere Lamanna.
Alla parola "esordiente" io e Mirko ci siamo guardati in faccia sicuri di quello che sarebbe accaduto e infatti non esistono distinzioni di tifoseria davanti a queste cose. Il tifoso romanista lo sa, quando entra un esordiente farà di certo il fenomeno. Così Ljajic tira e Lamanna para. Il risultato è fermo sullo 0-0 ma il Genoa giocherà in 10 per 60 minuti, l'idea di potercela fare è tangibile. 
Il tempo di pensare si può fare, che il solito, unico, immenso, fenomeno, ninja Nainggolan sforbicia dal limite dell'area e segna un gol meraviglioso. 
Io e Mirko saltiamo in piedi dal divano, urlando come matti un "Dajeee" lungo da qui fino a Marassi. Pochi minuti e finisce il primo tempo. 
Rifacciamo il caffè e prendiamo un dolcetto. Nell'attesa ricontrolliamo le occasioni. Scende nella gola l'ultimo pezzo di pasticcino e la partita ha nuovamente inizio. 
Il copione è sempre lo stesso ma con i due centrali giallorossi ammoniti bisogna stare attenti. Per fortuna Maicon è, insieme al Ninja, instancabile.
La Roma nonostante gli sforzi, spreca e non raddoppia. Il fantasma di un nuovo passo falso avanza terrificante ed è a questo punto che escono fuori le due anime del tifoso. 
Mirko inizia a inveire contro una squadra che "gioca male e non si può vedere" mentre io tiro fuori la migliore delle arringhe di difesa sostenendo che la Roma ha costruito tanto e che gli è mancato il gol ma "questa partita la vince, la vince per forza". 
Quando Totti sta per entrare in campo, un siparietto bellissimo si mostra alle telecamere. 
Keita vuole dare la fascia al Capitano ma lui lo rimanda in campo alla sua maniera : 
"Nooo, va' a giocà!"
Al 93' quando il Genoa segna un gol, successivamente annullato, Mirko giaceva morto sul divano e io per alcuni attimi ho pensato di non potercela fare, poi il miracolo: gol in fuorigioco (e c'era!) quindi non convalidato. 
Mi giro verso Mirko e inizio a cantargli : "Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male!" e poi aggiungo "Hai visto? Hai finito di piangere e lamentarti? Abbiamo vinto, abbiamo! e gioisci invece di lamentarti".
Lui se la prende e dice che sono i tifosi come me, quelli che esaltano la squadra a non farla crescere. Non ne usciamo, per me ieri la Roma ha fatto il suo dovere: accorciare le distanze con la Juventus e collocarsi al secondo posto in classifica a -1 dalla vetta. 
Non m'interessa come ha vinto, se poteva farne altri 3, non me ne importa nulla perchè i Campionati si vincono anche così, soprattutto così. Come credete che li abbia "vinti" la Juventus giocando sempre bene???
Ho gioito perchè Roma Mia è andata contro i pronostici dei soliti lamentosi, di quelli che la davano già morta.
Una partita difficile che, secondo me, merita di essere segnata sul calendario come quella di qualche anno fa, quando un'altro giocatore con gli occhi a mandorla, segnò un gol che avrebbe significato terzo scudetto. 
Nel frattempo oggi è stato sorteggiato il nostro avversario in Europa League, sarà il Feyenoord. Tifosi paura? Io No. Daje Roma, Daje!!!




13 dicembre 2014

As Roma - Manchester City 0-2 : la Champions ai Campioni

 
AsRoma - Manchester City 0-2: la Roma è fuori dalla Champions

La Roma ha perso 0-2 all'Olimpico contro un Manchester City "rimaneggiato" e fortunato.

C'è chi lo dice dal giorno del sorteggio, giocatori inclusi. Qualcuno ha raccontato di uno di loro uscire quel giorno dal centro sportivo di Trigoria, ridendo e dichiarando:
"Ok, vinceremo l'Europa League".
Non mi sorprende dunque l'epilogo che mercoledì sera all'Olimpico si è avverato, sotto gli occhi innamorati di 60 mila tifosi. 
Testimoni oculari di un omicidio di massa, tutti compatti sulla scena del crimine, ci siamo ritrovati a difendere la vittima che ha provato a sopravvivere, opponendosi a un destino che la voleva morta. 
Cosi, come un gladiatore contro un leone, quanto può provare a lottare?  Fino alla morte ed è questo che Roma mia ha fatto.

"Roma o Morte!"

Eccolo il grido, proprio come l'epitaffio inciso sulla base della statua di Garibaldi al Gianicolo. Un'esortazione il cui senso originario era diverso ma che voglio interpretare come un comando, che  tutti i giocatori della squadra hanno eseguito: "Onora Roma e fallo con tutte le forze".

Martedì sera, a inzio partita, il calore della gente scioglieva il freddo e l'umidità di una serata che voleva congelare le emozioni, per tenersele dentro qualche altro mese ancora.
Quello che mi piace di più, quando scrivo il mio diario, è soffermarmi sui particolari più che sulla cronaca calcistica, di quella ne sono già piene le bocche a fine primo tempo e le prime pagine dei giornali il giorno seguente. 
Quello di cui scrivo è una raccolta di attimi, pennellate di vita che la partita in campo maschera in un contorno invisibile e poco interessante. 
Non racconterò quindi del palo preso quando si sarebbe potuto pareggiare, nè di un primo tempo che ha visto i giocatori della Roma coraggiosi combattenti e sfortunati. 
Vi racconterò, piuttosto, di mio padre che cucinava con la radiolina accesa, sperando di poter fare la "sua parte" mentre sfamava gente senza fede sportiva e di come ha accennato a un piccolo salto quando il radiocranista ha detto "Palo! Roma vicinissima al gol!"
Delle donne e dei bambini che mostravano un' espressione di pura sorpresa e gioia quando ritrovavano la loro faccia sfondare l'Olimpico sul grande schermo. 
Voglio raccontarvi dei panini con le polpette e il sugo ancora tiepidi per scaldarsi sugli spalti dove il Borghetti non è più presente, e della pizza con la nutella congelata; delle innumerevoli sciarpe tese durante Roma Roma; dei fumogeni colorati che non permetto di vedere la partita ma la rendono più calorosa e allegra; della Curva Sud, di una Curva che, al 90' dopo una sconfitta che è valsa la squalifica dalla Champions League, ha gridato a una sola voce: 
"Vinceremo il Tricolor!" 
Illusi, pazzi, stanchi e disperati??? No. Chi è innamorato non è stanco mai, non è pazzo mai, non è illuso mai. E non si tratta del solito tifoso della Roma, di quello che "è il male della Roma" perchè non vuole una squadra forte, perchè si accontenta.
No, amici miei, siete lontani anni luce se pensate questo. Il vero tifoso della Roma sa come finiscono certe partite e lo sa prima di altri e vede quando la maglia, perchè solo quella conta, quando la maglia è sudata. Mercoledì sera quella maglia lo era.
 I giocatori erano stanchi e non volevano andare sotto la Curva per il rimmarico e lo sconforto.  Per la vergogna di non essere all'altezza. Come una mamma conosce i pregi e i difetti di un figlio, fino a dove può arrivare così la Curva ha capito che quest'anno non si poteva andare oltre.
L'Olimpico ha regalato ancora una serata unica, una di quelle che rinnovano la mia fede calcistica. Ci vuole coraggio per giocare contro i più forti, ci vuole coraggio per non mollare fino alla fine ed è il coraggio che rende un uomo diverso dall'altro. 
Per questo Christian si è scaraventato contro quelli che al secondo gol subito si sono alzati e se ne sono andati impedendo a chi : "la Roma la tifa davvero, di vedere la partita fino alla fine". 
Fino alla fine... come la fede giallorossa, come un credo, come un vero tifoso.
E fino alla fine andremo, anche questa volta, magari in un' Europa League che qualcuno disprezza, oppure solo in un Campionato che è alla portata, perchè la Roma è forte, fortissima. E un tifosa lo sa, come una mamma per cosa la sua squadra può lottare.

Post Scriptum:  Se non ho narrato di Roma - Sassuolo è solo perchè avrei dovuto scrivere qualcosa di poco piacevole nei confronti di un paio di persone, così ho deciso di aspettare prima di dire la mia su Daniele De Rossi e su Mister Garcia.

10 dicembre 2014

La Muffineria, un angolo di Londra a Roma

La Muffineria, in via Ostiense a Roma

 

Muffin dolci e salati. Se amate i Muffin La Muffineria è il posto che fa per voi


Trovarlo è stato un po' complicato per me che considero via Ostiense, a Roma,  a partire dalla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre per finire a Piramide.
Nonostante la mia convinzione alla fine la missione è stata compiuta. Infatti, come San Paolo sulla strada di Damasco, qualcuno mi ha ricordato che esiste un'altra parte di via Ostiense, quella dove c'è la mia ex facoltà di Lettere.

Se appartenete anche voi al popolo degli amanti dei muffin, quelli che ne mangerebbero uno al giorno e che passerebbero una gran parte del loro tempo a sfornarne di tutti i gusti, questo è il locale che fa per voi.

Allora avrete senza dubbio già provato il posto di cui oggi voglio raccontarvi. Avevo sentito parlare tempo fa di questo locale specializzato nelle soffici golosità e allora perchè non farci un salto, mi sono detta. In sella alla mia vespa, nonostante le intemperie mi sono avventurata.

La Muffineria: ingresso con altalena
 Un paio di altalene all'ingresso ti attendono per darti il benvenuto, simbolicamente pronte a farti spiccare il volo per un'esperienza divertente e gustosa.
Poi un bancone letteralmente costruito con i libri: perchè mai un posto del genere non c'era quando ero costretta a trascorrere giornate intere in facoltà? Ingiustizie.
Non appena superata la porta, vengo accolta con cordialità e mentre cerco un posto per ricaricare il cellulare, mi osservo intorno ed aspetto il mio calice di bianco con un buon maffin salato mortadella e stracchino che viene infornato subito dopo il mio ordine.
Devo attendere i minuti sufficienti perchè il muffin sia pronto. Sulle pareti spartiti ripiegati e frasi occupano i miei pensieri.
La Muffineria, particolare di una parete

Una scala porta al piano superiore che vado a visitare.
Un'altra sala accogliente mi si presenta con comode sedute, libri e giochi da tavolo sparsi. Durante la settimana, mi spiegano i due ragazzi che gestiscono il locale, si organizzano serate jazz e karaoke.

La Muffineria, il mio muffin appena sfornato


 
Il muffin arriva bollente. Ha proprio un bell'aspetto, mentre lo apro per raffreddarlo un po', una ragazza entra e ordina una serie di varietà salate e dolci di muffin da portare via.
Penso che non è una cattiva idea e che per cena qualche muffin tiepido è proprio buono.
Lo penso ancor di più quando mangio il mio: saporito, profumato e tiepido. Mi viene voglia di mangiarne altri due ma l'ora di cena si avvicina e preferisco evitare.

La Muffineria, muffin mortadella e stracchino
M'informo sugli orari che il locale osserva e con sorpresa scopro che è sempre aperto. Mi ripropongo di tornarci il prima possibile per una buona colazione o un pranzetto veloce.
Mi è piaciuta proprio la Muffineria, un posto molto "milanese" e uso questo aggettivo esclusivamente in modo positivo perchè a Milano su queste cose sono avanti da tempo. E se "milanese" non vi piace, direi "londinese" o "berlinese"...
Una via di mezzo tra un bistrò e un bar, elegante e attento al dettaglio oltre che al cibo. Dal salato al dolce un posto dove si può meditare o chiacchierare.

E poi quello che in assoluto mi è piaciuto è stato il bancone... guardate qua:

La Muffineria, l'originale bancone fatto interamente di libri 







La Muffineria, via Ostiense 383, Roma | 06 83904695 | e.mail info@lamuffineria.net | fb www.facebook.com/LaMuffineria

02 dicembre 2014

As Roma - Inter 4-2: i conti tornano sempre.

 
AsRoma - Inter 4-2: Miralem Pjanic autore di una doppietta

As Roma - Inter è finita 4-2, in clima di euforia amplicato dal provocatorio comportamento dell'ex di turno Pablo Daniel Osvaldo.

Già nei giorni precedenti era salita un po' di tensione. La partita con l'Inter è sempre una specie di derby per me, vuoi per il loro gemellaggio con i cugini laziali, vuoi perchè il mio ex capo è interista e soprattutto per colpa di un ricordo che ha segnato il mio tifo nel lontano 3 maggio 1999. 
Era un Roma - Inter finito 4-5 con un gol di testa di Diego Simeone al minuto 87 proprio sotto la Curva Sud. Una delusione che ancora brucia.
Ne è passato di tempo da quella partita in cui i bagarini ci avevano venduto gli unici biglietti disponibili fuori dai cancelli e io e Andrea M. (il mio migliore amico di tanti anni fa) avevamo trovato solo posti in piedi, appoggiati alla fine delle scale d'ingresso di uno dei settori della Sud. Uno stadio pieno come quello non lo ricordo, se non per occasioni davvero speciali. 65.966 spettatori, recitava il tabellino post match. Roba da capogiro, roba di un calcio che è scomparso davanti a sua maestà la "diretta televisiva".

A distanza di 15 anni però i conti tornano.

AsRoma - Inter 4-2: l'esultanza sotto la Curva Sud

Il tempo restituisce quello che ti prende ed è così che è arrivato il 30 novembre 2014, silenzioso e galantuomo, pronto a ridare il maltolto.
In campo una Roma superiore a quella del lontano 1999 e un'Inter probabilmente meno forte. Insomma le parti si sono capovolte ma in campo è sempre una gara avvincente.
Sugli spalti eravamo al completo: io, Mirko, Christian, Marco, Antonella, Sandro e Matteo. Ancora increduli per la partita di Mosca ma convinti della forza della nostra squadra, una forza che non svanisce con qualche pareggio e un paio di sconfitte.
Daniele, altro fedele abbonato, mostra ancora un po' di malcontento e inizia si lancia in una serie di lamentele che arrivano alla provocazione con la seguente frase: 
"Dodò pure le punizioni ora batte, che non lo rimpiangi Dodò?" 
Sapeva che a una frase del genere Christian avrebbe ceduto con la sua veemenza, un misto di urla e romanistità che si trasforma nella risposta:
"'O rimpiangerai tu Dodò, 'n vedi questo. Che me toccà sentì? Nun ce venì allo Stadio no? Che ce vieni a fà, tanto mo' pe' 'na partita pareggiata è un miracolo se 'namo a ffà l'Intertoto". 
In fila ai tornelli per entrare in Curva si ride, l'aria è distesa nonostante la notizia della vittoria della Juventus a 4 secondi dalla fine del derby.
"Nun ce se crede! Er Padreterno dalla parte loro c'hanno".
Qualcuno non si trattiene, a me rode dentro ma taccio. Concentrazione è la parola d'ordine. A dire la verità un po' c'avevo sperato nell'impresa del Torino. Poche ore prima avevo detto a mio padre, sicuro che i bianconeri avrebbero vinto 4-0, che poteva essere la domenica buona per l'aggancio.
"Ma che stai a dì? Noi con l'Inter non abbiamo una partita facile".
Un "mah" era uscito spontaneo dalla mia bocca cucita su una faccia dall' espressione dubbiosa. 
Non c'è stato un solo momento nel quale ho temuto una defaillance della mia Roma. Un romanista si distingue anche per questo, un romanista sa... ma questo già ve l'ho spiegato la volta scorsa.
Con i panini pronti, uno con il polpettone e una mini baquette (scusate i francesismi ma è tutta colpa di mister Garcia), con mozzarellina di bufala e prosciutto, ero pronta ad affrontare qualsiasi nemico.
La Roma scende in campo e la Curva Sud non esita a fischiare Osvaldo che, da quando è diventato ex, dimostra la sua rabbia nei confronti di noi tifosi, come se fossimo la causa dei suoi fallimenti sportivi. 
Un atteggiamento da "poveretto" il suo che, preso dalla smania di dover dimostrare quanto fosse forte, ha iniziato a esibirsi in capovolte nell'area di rigore, alla ricerca di un gol che, ovviamente, è arrivato al minuto 12 del secondo tempo seguito da un' esultanza decisamente fuori luogo del "poveretto" argentino, soggetto affetto da egocentrismo compulsivo.
Un'esultanza per un 2-2 che ha definitivamente segnato la sconfitta della squadra di Mancini, perchè se non avesse provocato fuori luogo la Curva Sud (e quindi i giocatori in campo) forse la reazione non sarebbe stato tanto accanita. 
Facciamo un passo indietro quando a minuti rovesciati, ossia al 21esimo minuto del primo tempo, a sbloccare la partita era stato un veloce Gervinho che aveva scheggiato la palla nell'area di rigore dell'Inter mandando in estasi l'Olimpico. 
Un vantaggio durato appena quindici minuti quando Ranocchia butta la palla alle spalle di De Sanctis
Il primo tempo si conclude così mentre la pioggia cominciava a cadere, rompendo un caldo che sembrava più primaverile che invernale. L'ora del panino era arrivata sul pareggio, anche un tifoso gioca e ha bisogno di recuperare le forze.
"La Roma c'è si può fare".
La sensazione della vittoria è comune e si consolida quando al 2' del secondo tempo Holebas inizia a correre, a correre, a correre finchè non segna un meraviglioso 2-1.
"Non ci posso credere, Holebas mio che hai fatto!"
Che ha fatto???  Hai segnato mentre addentavo la mini baquette? Che modo è, senza avvisare, per poco mi strozzo! Tutti saltati in piedi mentre io a bocca piena rimanevo seduta. Mai mangiare un panino durante la partita, rischi di morire strozzata.
E poi arriva lui "il guastafeste", quello che se non sta al centro dell'attenzione si sente male. Osvaldo segna, non ha il coraggio di mostrare la maglietta bianca che porta sotto quella ufficiale e instiga tutto lo stadio alla rabbia collettiva. Pensate urla sotto la sua curva, inpiega 5 minuti per tornare in campo e con le braccia e i pugni chiusi continua ad agitarsi rivolto alla tribuna Montemario e alla Curva Sud. Riesce a fare tutto ciò senza nemmeno prendersi un cartellino giallo eppure Francesco Totti per molto meno contro la Juventus un cartellino giallo l'ha preso e come: inspiegabile.
Sarà stato questo il motivo che ha ispirato l'ennesima magia del Capitano che da terra, ancora una volta, dimostra di avere gli occhi dietro la testa creando un assist per quel fenomeno di giocatore che si chiama Miralem Pjanjic che segna di potenza e porta la Roma in vantaggio.
A questo punto accade qualcosa, forse l'arbitro si ricorda che non ha ammonito Osvaldo per l'esultanza poco appropriata, forse è solo stanco e non ce la fa più a correre, fatto sta che tira fuori un cartellino rosso per Mancini l'allenatore protestatore.
La Roma però non ha finito. 

26 novembre 2014

Cska Mosca - As Roma: 1-1. Un romanista lo sa.

Cska Mosca - As Roma 1-1, gol di Totti | photo www.facebook.com/officialasroma  
 

Cska Mosca - As Roma 1-1, l'approdo agli ottavi di Champions si complicano.

La penultima partita del girone di Champions League si è conclusa con un pareggio all'ultimo secondo (letteralmente) da parte dei russi. 
"Una beffa" per l'As Roma, così è stato definito da molti il risultato che complica parecchio la situazione dato che il Manchester City ha vinto contro il Bayern Monaco piazzandosi a quota 5 insieme a Cska Mosca e ad As Roma
Per quello che mi riguarda parlare di beffa è sbagliato, un romanista lo sapeva già che sarebbe finita così, nel modo più complicato possibile intendo. 
Un romanista lo sa, non perchè si piange addosso o per pessimismo, badate bene non è questo il senso del mio "un romanista lo sa". Tutt'altro. 
Un romanista lo sa perchè chi conosce e segue la Roma è come una mamma con un figlio. La conosce talmente bene che prevede le sue mosse e soprattutto entra nella sua testa. 
Ieri sera avevo amici a cena, mi ero organizzata in maniera tale che tutto fosse pronto prima del calcio d'inizio. La televisione era rimasta spenta fino a un quarto d'ora prima delle 18 proprio per ottimizzare i tempi ed evitare che la distrazione prendesse il sopravvento. 
Aliciotti in forno messi. Condimento per la pasta, già pronto in padella. Birra in frigo e ... acqua, manca l'acqua porca miseria! Sms al volo a Mirko che arriva a casa alle 18.20 tutto trafelato e senza bottiglie in mano. 
La Roma gioca bene e non mi va di arrabbiarmi e allora penso che, se per una sera si va avanti a birra, chissene frega, del resto Mirko aveva in mente solo la Roma come si può non giustificarlo considerata l'importanza della competizione?
Sul divano concentrati fino a quel minuto, il 43, quando Totti prende la palla per battere una punizione. 
Normalmente il primo pensiero davanti a quella scena è uno solo: la palla che si scaglia contro uno dei poveri malcapitati giocatori schierati in barriera. 
"Cazzarola manca Pjanic" dice Mirko preoccupato.
Questa volta però no. Mi sento stranamente tranquilla, perchè un romanista lo sa. La sensazione era sintetizzabile nella segue frase: "Il Capitano gli sfonna la porta". 
Lo penso e lo scrivo a Barbara su Whatapp. 
Francesco segna, apre le gambe e infila il dito in bocca e lo sapevo che sarebbe andata così. 
Lo sapevo perchè Totti è un fuoriclasse, lo sapevo perchè è il nostro Capitano e quando c'è da risolvere partite così, ci pensa lui, sempre. 
Lo sapevo perchè un romanista lo sa e quando rivedo le immagini e scorgo Daniele De Rossi buttarsi a terra per evitare di deviare la punizione, implodo d'amore, di quell'amore per la Roma che solo un Totti, un De Rossi e un Florenzi possono capire.
Il secondo tempo inizia in un modo che poco mi piace e allora divento insofferente. Quando gli episodi e soprattutto gli atteggiamenti prendono una piega inaspettata, l'unica cosa che mi rimane da fare è distrarmi. 
Così inizio a prendere la pentola dell'acqua e a tagliare il pane. Riscaldo i broccoletti mentre taglio in piccole parti la pizza con il rosmarino. 
Mirko si avvelena e quando Naingollan si mangia il gol del raddoppio (cosa già capitata a Florenzi nel primo tempo e prima del gol di Totti) la sensazione che qualcosa di "fastidioso" stesse per palesarsi prende il sopravvento. 
Un romanista lo sa che, se non si chiudono le partite quando ti capitano le occasioni, prima o poi il gol lo prendi. 
Così mentre avvenivano i cambi a 10 minuti dalla fine, in me cresceva la convinzione che se Mirko non fosse saltato sul divano urlando come un pazzo per il raddoppio, questa partita mi sarebbe andata di traverso come una lisca di pesce in gola o "un cazzotto di Tayson" per citare sua divinità Totti. 
Un romanista lo sa. 
Lo sa che se la Roma al minuto 92 e 50 secondi invece di spazzare la palla, se la fa scippare a metà campo, quella stessa palla finirà alle spalle del suo portiere. E così è andata. Palla persa e gol preso allo scadere del recupero. 
Peggio di così? Si, c'è sempre peggio di così, c'è la possibilità remota che un Bayern Monaco imbattuto possa essere sconfitto da un Manchester City che ha finora dimostrato di essere in pessima condizione. 
Una probabilità talmente remota che è capitata. Grazie a Benatia, che si è fatto buttare fuori costringendo la squadra di Guardiola a giocare per quasi tutta la partita in 10 contro 11. Cosa che per altro stava facendo benissimo dato che, dallo svantaggio iniziale, era passata in vantaggio in poco tempo. Però un romanista lo sa, lo sa che se non si crea la condizione peggiore, perchè unica, per la sua Roma non ci sarebbe sufficiente ansia per andare allo stadio il 10 dicembre.

Un romanista lo sa come andrà a finire?

In realtà credo che tutti possiamo fare qualcosa: per esempio evitare di andare allo stadio se non ci si va mai.
Evitalo per la Roma, tifoso occasionale, perchè ogni volta che lo stadio è quello "delle grandi occasioni" la Roma fallisce. 
Non ti è bastato vedere Roma - Bayern Monaco? E dire che lì di gol ce ne sono stati 8. Vogliamo parlare del 26 Maggio famoso allora? Ancora non ti ho convinto, se vuoi proseguo? 
Ecco, ti supplico, fatteli bastare. Rimanitene al caldo di casa tua, con un bel pezzo di pizza tra le mani, tifando come sei solito, dal posto che "per tua" scelta è quello da cui segui il Campionato. Guarda te lo suggerisco pure con un po' d'invidia, perchè al calduccio si sta tanto bene, si sta.
Un romanista lo sa che quella a Roma contro il Manchester City sarà una battaglia e non una guerra, quindi, lo sa che qualche chances di vincere la Roma ce l'ha ancora. 
Basterà scendere in campo concentrati per 90 minuti, portiere compreso.
Il rodimento prende il posto dell'euforia ma per fortuna ci sono gli amici a cena così tra una birra e un whisky anche il rodimento si scioglie e la consapevolezza prenda il posto della paura. 
Basterà non avere paura. 
L'impresa si può fare, un romanista lo sa

ps. comunque per chi ama le complicazioni ecco tutto quello che può ancora capitare perchè l'As Roma si qualifichi :  www.gazzetta.it/Calcio/Champions-League/Roma


24 novembre 2014

Atalanta - As Roma: Roma brutta ma tre punti belli...

Atalanta - As Roma 1-2 | photo www.facebook.com/officialasroma/photos

Una brutta As Roma vince a Bergamo contro l'Atalanta di un Colantuono furente. 


Si nasce belli e si muore ancora più belli: con le rughe della vita che ti solcano il volto, con gli occhi pieni di quelle immagini che hai racimolato strada facendo e con il cuore ricucito in più punti ma ancora pulsante.
E' per questo motivo che una Roma brutta non può esserlo per sempre e che una partita poco brillante può trasformarsi in bella quando, al fischio dell'arbitro, la classifica ti spara in vetta per un'ora per poi rimandarti al secondo posto in attesa del giorno in cui la cima sarà solo tua.
Le partite sono così e se uno nasce bello difficilmente diventa brutto. 
L'AS Roma quest'anno e come una miss in un concorso di bellezza di piccoli sgorbi, passatemi il paragone vanitoso, deve combattere solo con l'esperienza di un'altra miss, la Juventus, bella si ma soprattutto furba, una miss che "sa come va il mondo", mettiamola così. 
Orfana di Totti, e di molti altri, la Roma ha iniziato male la partita. 
Al primo minuto, nemmeno il tempo di sedersi davanti al proiettore di zio Bri, che un gol di Moralez frena ogni entusiasmo. 
Roma mia che te succede???
La formazione di casa Gargioli alle ore 18.00 di un sabato pomeriggio di fine novembre è la seguente: Zio Bri, Mirko, io e Giulia. 
Zio Bri commenta la partita con Fabio al cellulare e inveisce contro Cole; Mirko inveisce contro Cole e Astori; io inveisco contro Cole, Astori, l'arbitro Massa e tutto il mondo. Giulia se ne sta in silenzio, tanto io inveisco anche per lei.
Papà è disperso in Toscana probabilmente alla ricerca di un televisore dove poter vedere la partita. 
Al minuto 24' un gol meraviglioso di Ljajic (a mio avviso il migliore in campo) riporta la situazione in pareggio ma solo dopo una loro traversa e un episodio dubbio nello loro area di rigore. 
Gli ammoniti nemmeno si contano, praticamente tutti i nostri, e pensare che a fine gara il "romanista" Colantuono si lamenta della terna arbitrale quando è difficile spiegare come i falli di Dramè nessuno li abbia visti. 
Al 43' Radja Nainggolan, il nostro Ninja e il mio Moicano, raddoppia e porta la Roma, e tutta la platea di casa mia, con un balzo in cima al mondo. 
Radja mio che dio te benedica da qua all'eternità! Ma chi te c'ha mannato a Roma, extratterestre con er ciuffo in testa??? 
Altro che E.T. i nostri alieni non sono buoni per niente: corrono e se decidono di buttare giù la porta lo fanno, ah se lo fanno. 
Il secondo tempo è stata una tortura. 
Loro che non mollavano e noi che non riuscivamo a mettere in rete quel gol che avrebbe significato vittoria. 
Daniele De Rossi poi la stava combinando grossa... ma  la sua esultanza finale lo riscatta di qualsiasi prestazione. 
Lui è uno di noi e, dato che ho il cuore tenero, non ce la faccio proprio a scrivere male di Daniele. Ha l'anima giallorossa, l'emozione, il fiato, la paura, il sangue giallorosso. Lui è la parte della Roma che pulsa e che sogna. E' noi.
L'arbitro fischia la fine di una partita che ha visto al 90' l'espulsione di Boakye, giocatore dell'Atalanta, per aver insultato l'arbitro.
La partita di Bergamo è già un ricordo, domani in un clima da pinguini, la Roma dovrà dimostrare di essere una grande squadra contro il Cska a Mosca in un girone di Champions League davvero difficile.
Una partita che sono pronta a giocare dal divano di casa mia con tutta la voce che ho... e voi?
  

20 novembre 2014

Dr White: il primo studio dentistico per gli 0-16 anni di Roma


 
dr.white, nasce a Roma il primo centro di odontoiatria pediatrica e ortondosia | photo www.facebook.com/studiodrwhite

Dr White è il primo centro a Roma di odontoiatria pediatrica e ortodonsia dagli 0-16 anni 

Chi di voi non è cresciuto in uno studio dentistico? Ricordo ancora il giovedì pomeriggio quando mio padre mi portava dall'ormai defunto dottor Cardi, nel centro storico, in uno studio meraviglioso che si affacciava su Piazza Navona. La mia unica consolazione a quell' appuntamento fisso era che all'uscita sarei andata a comprare le caramelle colorate. 
Sarà per questo che sono rimasta molto colpita dalla notizia che un mio amico il Dottor Stefano Marini, insieme ai suoi colleghi, ha deciso di aprire un centro specializzato per l'odontoiatria pediatrica e l'ortodonzia. 
Così ho deciso di fargli qualche domanda ed ecco qui per voi un'intervista che spiega tutto, ma proprio tutto, su Dr White. 
Quindi mamme e zie all'ascolto vi auguro buona lettura!

Dr White è un ambulatorio per bambini e adolescenti: a chi è venuta l'idea e come è stata accolta dai vostri clienti?
L'idea viene dalla nostra esperienza lavorativa. In questi anni di cure specialistiche ci siamo resi conto di quanto un bambino avesse bisogno di un ambiente diverso dagli adulti. La percezione di ciò che li circonda è diversa dalla nostra, quindi un ambiente giocoso e colorato li aiuta moltissimo ad accettare le cure di cui hanno bisogno. L'obiettivo è trasformare il "rito" del dentista un momento piacevole e di gioia. Naturalmente il nostro progetto non si ferma solo all'aspetto architettonico infatti tutti gli operatori all'interno del Dr White sono specializzati nella cura del bambino e dell'adolescente.

E' un progetto che vuole dar luogo a un franchising oppure è più volto a diventare uno studio d'eccellenza in questo settore?
Al momento siamo concentrati nel far bene in questo studio. É possibile che in futuro verranno aperti altri centri.

Quante di queste realtà esistono a Roma e in Italia?
Naturalmente ci sono molti specialisti in Ortognatodonzia e  Odontoiatria pediatrica che operano negli ambulatori tradizionali, quasi nessuno invece completamente pensato, progettato e realizzato con questo specifico obiettivo. A Roma credo sia il primo centro di questo genere.

Una volta cresciuti i ragazzi dovranno scegliere un altro dentista?
No! A pochi metri dal Dr White è presente la nostra struttura principale, lo studio a.p.g.r. un grande centro odontoiatrico con certificazione qualità iso 9001 (anche questa cosa più unica che rara) in cui più di 15 medici odontoiatri si occupano di tutti gli aspetti della salute orale.

Dr. White, come nasce questo nome?
Il nome Dr white è pensato naturalmente per essere facilmente ricordato e soprattutto che esprimesse, insieme al logo, allegria al primo impatto.

Nello specifico quali sono i servizi "in più" che Dr. White offre ai suoi piccoli clienti? (per esempio esistono kit, regali, diplomi o cose del genere ?)
In primo luogo bisogna sottolineare che nel nostro centro si utilizzano tutte le migliori tecniche per l'approccio al bambino anche odontofobico.  È possibile eseguire la sedazione cosciente per i pazienti particolarmente ansiosi ad esempio.  La gratificazione del piccolo paziente é importante quindi si, sono previsti piccoli doni o diplomi alla fine delle cure.

Parliamo di costi. Si sa che di questi tempi il dentista è una spesa ancora più "pesante" da sostenere per le famiglie, siete uno studio convenzionato? Avete delle agevolazioni per chi ha più di un figlio?
Abbiamo tutte le convenzioni con le più importanti assicurazioni sanitarie nazionali, la convenzione con il club medici per le cure a tasso zero, e sono previsti sconti per le famiglie che hanno più di un bambino in cura o nella quale i genitori sono in cura presso lo studio a.p.g.r.

13 novembre 2014

Il Tea Time più originale della Capitale fatelo in legatoria...

Tea Time e Book exchange nella legatoria di Roberto Mannoni

Legatoria libri d'Arte Mannoni, dove si rilegano rapporti umani


Quando tutto sembra uguale, proprio quando nessuno riesce a stupirti, ecco che arriva l'artista di turno, quello che rilega libri ma in realtà fa molto di più.
Ero in giro per Monteverde, finita in via Revoltella per errore, quando il mio occhio cade su una piccola legatoria che attrae la mia attenzione perchè mi appare subito molto diversa dalle altre.
Sarà che le uniche volte che ho avuto a che fare con una negozio di quel tipo sono state quando dovevo rilegare la mia tesi, fatto sta che la Legatoria libri d'Arte Mannoni è apparsa alla mia vista come un miraggio o il canto di una sirena. E' stato un breve "viaggio", è per questo che ve ne parlo.
La prima cosa che mi è piaciuta è stata di trovare fuori dalla vetrina, poggiati sul marciapiede una pila di libri colorati e vari con un piccolo cartello che li sovrastava, su cui era scritto "Books Exchange", scambio di libri.
Il fatto che fosse scritto in inglese denunciava la giusta aspettativa di un pubblico anche internazionale e questo, in quartiere come Monteverde poco turistico e poco di passaggio, l'ho considerato un atteggiamento hight profile , da vincenti. 
Inoltre l'idea stessa di uno scambio libri mi ha commossa, in una città cinica dove nulla si presta e molto si ruba, c'è ancora qualcuno romantico come me che crede nello scambio e nella condivisione.
Sulla porta d'ingresso un poster con su scritto "Tea Time, ogni venerdì dalle 17.30 in poi" non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni : il Tea Time del venerdì

Varcata la porta della piccola (e piena) bottega scorgo cinque persone a chiacchierare attorno a un tavolo con torte, biscotti, bicchieri e teire.
"Benvenuta" mi dice Roberto, che da lì a poco avrei scoperto essere il padrone di casa, e per un momento mi sento come Alice Nel Paese delle Meraviglie. 
Perdincibacco vuoi vedere che sono finita in un libro? 
Per un secondo rimango spaesata e se stessi vivendo una sorta di Tea Time in Rome parafrasando il titolo e la trama di Midnight in Paris di Woody Allen?
"Possiamo offrirti un po' di tè?" prosegue il cortese proprietario, ovviamente ignaro del mio stupore e delle mie considerazioni mute.
"Si, grazie" rispondo e poi chiedo: "Offrite il Te?"
A quel punto Roberto mi dice che ogni venerdì, dalle 17.30 in poi, chi entra nella sua legatoria è il benvenuto. Un appuntamento che dura da quasi due anni, perchè si possa fermare il tempo (almeno una volta a settimana) per guardarci in faccia e parlare un po'. Per scambiarci emozioni, idee, notizie e attenzione. 
Legatoria di Libri d'Arte di Roberto Mannoni: per chi ama il Blues e i libri


Lo ascolto insieme a un'altra coppia di neofiti increduli che esista ancora qualcuno che voglia "rivalutare il quartiere" e creare delle "relazioni umane".
Roberto nel suo racconto si lascia aiutare da un amico, ospite fisso degli incontri del venerdì e dalla signora Maria che lo aiuta con il tè e gli ospiti. Durante la sua spiegazione un paio di amici si affacciano per avvertire che sono un po' in ritardo ma arriveranno a breve.
Roberto sorride a tutti e risponde:
"Non preoccupatevi siamo qua".
Qualcuno porta un dolce, qualcun altro un biscotto.
Guardarsi attorno è bellissimo, gli oggetti che popolano il negozio tirano fuori il ritratto della persona che lo gestisce: un'anima nobile nei sentimenti che ama il Blues e i libri, ai quali ridona la vita con rilegature d'altri tempi.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni: copertine di pelle lavorate a mano da Roberto Mannoni

Mi mostra con orgoglio le copertine di pelle di pelle di alcuni libri, vere e proprie opere d'Arte i cui gigli dorati sono fatti uno ad uno a mano da lui. Un lavoro certisino, frutto di passione ed esperienza.
Roberto Mannoni è figlio d'arte, già suo nonno era nel settore della legatoria e poi suo padre. Avevano perso tutto, Roberto aveva provato a intraprendere un'altra arte essendo lui una persona molto eclettica e creativa, ma alla fine ci sono mestieri che scorrono nel sangue, quelli con i quali sei cresciuto e che diventano parte di te senza che nemmeno ne sia consapevole.  Così ha deciso di ritentare, pur se con tante difficoltà e ostacoli,  e destino ha voluto che quando ha ricomprato la macchina per rilegare si ritrovasse davanti a quella che era di suo nonno.
Anni di sacrifici, momenti in cui stava per chiudere di nuovo, però il cuore ti da la forza per non mallare e lui è ancora lì , pronto a distribuire la sua arte a chi gliela commissiona.
Tante iniziative gli nascono dal desiderio di trovare delle soluzioni alternative al concetto di legatoria in senso stretto. Così nasce il Books exchange e il Tea Time, perchè rilegare non è altro che "ricucire" e magari rendere più bello qualcosa che qualcuno considera demodé e passato... un po' come i rapporti umani all'interno di un grande città.
Roberto non fa altro che il suo mestiere, il rilegatore, cerca di riportare in vita una società che non c'è più.
Andate a trovarlo perchè è prima di tutto un'esperienza umana, cosa davvero rara. 

Libreria di Libri d'Arte Mannoni

 
Legatoria di Libri d'Arte Mannoni, via Revoltella  86, Roma | tel 06 58202285 | Facebook : www.facebook.com/legatoriamannoni

10 novembre 2014

As Roma - Torino: il ritorno di Kevin, Totti e i Tigri

 

AsRoma - Torino 3-0 : Totti e Ljajic festeggiano il 3-0

La Roma vince contro il Torino 3-0. Altro che crisi: 6 partite su 6 in casa vincendo e senza prendere gol.

L'appuntamento è alle 19.15 davanti casa di Sandro.
Arriviamo un po' aggravati, per via di un pranzo luculliano con digestione difficile al seguito. La Juventus ha rifilato 7 gol al Parma del povero Donadoni ed è saldamente prima a 28 punti in classifica.
"Dobbiamo vincere non esiste altro risultato" Marco lo dice serio, perchè ogni domenica è una lotta alla conquista di quel primo posto così vicino, eppure sempre troppo lontano.
"La buona notizia è che la Lazio ha perso" prosegue.
"S'erano già montati la testa, s'erano" conferma Mirko tirando un sospiro di sollievo.
Arriva Christian, la "squadra" è al completo si può marciare verso l'Olimpico.
Una domenica sera di novembre, troppo calda per essere in autunno inoltrato, troppo serena perchè una sconfitta la possa rovinare.
Un po' di umidità ti afferra la pelle e le ossa, come un accappatoio bagnato o l'odore dello spogliatoio di una piscina. 
La preoccupazione non ci appartiene. Nonostante le due sconfitte con il Bayern e quella con il Napoli abbiamo tutti la sensazione che la Roma c'è, che Nun C'è Problema.
Manca ancora un'ora quando Campo Testaccio inizia la sua strofa tra le voci di chi già anima la Curva Sud sempre presente. 
Qualcuno racconta della trasferta a Monaco, di quanto sono organizzati fuori dal nostro Paese, il nostro maledetto Paese su cui non facciamo che sputare lamentele ma dal quale non riusciamo ad andare via. 
"Devi vedere la metro, ogni 5 minuti!" Massimo è tornato soddisfatto nonostante la sconfitta, Monaco è bella come tutto il resto anche con la neve.
Intanto in campo una vecchia conoscenza si riaffaccia a palleggiare. Riappare lo stesso, con la sua faccia ingrughita e il naso rosso, secco e lungo. Un fumetto di un eroe antico, un tipo dall'aria cattiva ma dal cuore tenero: Kevin Strootman, dopo 8 mesi è di nuovo in campo. 
Lo Stadio lo accoglie con un applauso lunghissimo che destabilizza il suo carattere serio. Un applauso che contagia anche i suoi compagni di squadra, emozionati di vederlo in campo quanto noi dagli spalti e che cominciato ad applaudirlo come se lo vedessero anche loro per la prima volta dopo tanto tempo.
"Eh, mo' che tornano, perchè devono tornà tutti devono,voglio vede' se ridono gli altri" mi gonfio di orgoglio e mi compiaccio che tante attese stanno per concludersi. Immagino di nuovo Castan, Maicon e Astori al loro posto. Ora che Kevin è al centrocampo a breve riavremo la nostra "vera" Roma.
La partita inizia ed è evidente, da subito, che la Roma è padrona del campo, tanto che non si arriva nemmeno al minuto 10' che Torosidis (quello che in Champions magari no ma in Campionato certo che si ) la butta dentro ed esulta come un matto, come noi. 
Francesco Totti lo trovo sublime: distribuisce palle a destra, a sinistra e al centro sempre con la testa alta, sempre alla sua maniera. Gli manca solo il gol. 
Roma - Torino procedeva come una commedia americana, una di quelle che non hai mai visto ma che già sai come va a finire, tanto sono tutte uguali.
Siamo al minuto 27' e a segnare il suo primo gol in Campionato questa volta è Keita. 
Grande e fragile Keita, sempre pronto a lavorare. Lui che segna e poi disegna nell'aria un cuore gigante con le dita e bacia la maglia. Si, bacia la maglia un gesto tanto antico, quanto meraviglioso pieno di archetipi la cui lettura passa tra mille partite e mille anni fa. 
La partita prosegue mentre si chiacchiera dell'Inter, che pareggia con il Verona, e di Yaya Touré, che manda la palla in curva e colpisce al volto una bambina. 
Chiacchiere da Stadio che si fanno per deconcentrarsi un po', stemperando la tensione che, seppur latente, non abbandona mai un tifoso. 
Al secondo tempo nulla cambia, anche il gol arriva dopo 10 minuti. Questa volta ad insaccare è Ljajic che dopo azzittisce tutti. Lo vediamo solo un attimo però perchè De Rossi corre a coprirgli la faccia con la scusa dell'esultanza per il gol. Grande Daniele, Capitano nell'anima. 
"Chi ha azzittito quello?" la Curva è risentita da un gesto così stupido, così stupido che non vale la pena per me spenderci una sola parola in più. 
"Bambini" biascico mentre applaudo per un gol davvero bello. 
La partita prosegue con un Gervinho che corre come un pazzo e che così sento commentare da una voce che proveniva dalle mie spalle: 
"Quello è abituato a core, è nato in Africa. La mattina se svegliava e coreva perchè altrimenti se lo magnavano i tigri e i leoni..."
I tigri è stata la cosa più bella di tutta la partita. Una partita bellissima macchiata da qualche gesto poco intelligente. Compreso quello del Capitano che non si discute e si ama ma è caduto nuovamente nella sua definizione di ragazzino della parocchia. Quello che gioca per vincere e per segnare incurante di un cartellino giallo e di una squalifica da non peggiorare. 
Contrattempi del mestiere, di chi gioca sempre e soprattutto per un solo scopo: dimostrare di essere il n.10 sempre, anche a 38 anni, anche quando lo sanno tutti che sei un fuoriclasse. 
La classifica compare sullo schermo: Roma 25. 
Siamo secondi e la Lazio non è più terza. Papà al telefono è di nuovo contento. Lo sento distratto e mi alleggerisco anche io un po', lo vorrei sempre sentire così: felice.
Ci sono situazioni in cui certe parole non dovrebbero esser dette, nemmeno pensate forse. Situazioni in cui la "pancia" prende il posto del "cuore" e che puntualmente le azioni che ne conseguono si dimostrano sciocche e nocive per tutti. 
Parlo della vita come dell'As Roma, che è una famiglia pure lei, e quello che capita nelle famiglie è che a volte qualcuno perda la pazienza e dica la cosa sbagliata. Così Francesco ha fatto la cosa sbagliata, uscire dal campo senza sedersi in panchina lui che è il Capitano e deve essere d'esempio a tutti non dovrebbe mai uscire dal campo in quel modo. 
Ho sempre amato il calcio perchè lo ritengo la parabola della vita è per questo che voglio concludere oggi con la frase di un Capitano, il nostro Capitano prima di Francesco, Ago che scriveva così: 

"Nel calcio si vince insieme, la squadra e quello che le sta intorno: riserve, massaggiatore, allenatori ecc. - siano essi professionisti o semplici amatori - e aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre". 

E aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre...

AsRoma - Torino 3-0: il ritorno di Kevin Strootman

09 novembre 2014

Bayern Monaco - Roma 2-0: ai piedi del Bayern ma a testa alta

Bayern Monaco - Roma 2-0 : ai piedi del Bayern ma a testa alta

 

La Roma a Monaco ai piedi di un Bayern troppo forte. 


Questa volta non l'ho vista. Dopo l'umiliazione dell'andata, una cosa era certa: non sarebbe potuta andare peggio.
Magra riconsolazione, lo so, ma è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno che fasciarsi la testa ormai rotta in sette pezzi. 
La previsione tutto sommato si è rivelata corretta, i gol presi sono stati solo 2. La Mia Roma è uscita di nuovo sconfitta, il colosso Bayern Monaco non ha avuto alcuna pietà nemmeno questa volta e allora sposo le parole di Daniele De Rossi che ha osservato: 
"Siamo forti e possiamo ancora vincere lo scudetto. La sconfitta di Napoli ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Quella di Monaco ci dice che siamo forti ma non abbastanza per vincere la Champions League". 
E così sia. 
Per fortuna il girone è quasi alla fine e la classifica è impietosa, specchio di un Bayern Monaco assolutamente senza avversari degni del suo potenziale. Se ne sta lì in alto a guardare dalla vetta dei suoi 12 punti (ha vinto tutte le partite) le seconde Roma e Cska a 4. Fortuna che con i russi all'andata abbiamo vinto facile e la differenza reti ci vuole in vantaggio su di loro per il secondo posto.
Il Bayern è tanta roba, troppa per chi torna in Champions dopo 4 anni. 
Quindi, tornando a mercoledì sera, ho lavorato al ristorante e la partita l'ho seguita solo grazie al cellulare animato dal gruppo Fantacalcio e dai messaggi di Mirko.
Non vi nascondo che quando il primo messaggio di Mirko è stato: 
"Un'altra Roma, sembra di essere tornati alle prime giornate di Campionato" ho intimamente sognato di portare a casa un punto e magari 3 all'ultimo minuto.  Cose da romanisti, sogni che non si controllano vagano in un angolo della nostra testa e affiorano non appena gli si lascia un piccolo spazio.
Fabio mi chiede ogni due minuti cosa fa la Roma.
"Allora? Allora?" 
"Allora che Fabiè? Ti ho detto fino a 3 minuti fa che stiamo 0 a 0 non sei contento?"
Fabio non sorride nemmeno, lui è molto più teso di me. Appartiene a quella categoria che nun s'arende perchè la Roma è la n1
Lui crede nei miracoli e nega l'evidenza di un Bayern che non si può arginare soprattutto se, ad aginarlo sono giocatori come Torosidis e Holebas.  
Giocatori utili per un Campionato lungo ma non presentabili in una competizione come la Champions League sarebbe come dire che Fabio Volo va a fare un campionato di scrittura con Nick Hornby.
Fabio mi chiede di nuovo "Che fa la Roma?" ed è in quel momento che mi accorgo che il Bayern ha segnato al 38' minuto. 
"E' finito il primo tempo e perdiamo 1-0".
E poi succede, come tutte le volte, che ci rimango male perchè alla fine ci credi sempre, perchè la paura di una nuova figuraccia si presenta educata con un "posso entrare?". 
Inizia il secondo tempo a Monaco, mentre a Roma mi districo tra una faraona e un abbacchio scottadito e il tavolo 7 che ti chiede ancora cicoria ripassata. Il cellulare vibrare nella tasca del grembiule tra tappi di sughero, penne e apribottiglie. 
Avremo pareggiato??? 
"Che fa la Roma? Che fa?"
Fabio mi pressa peggio dei giocatori tedeschi che non mollano l'osso nemmeno al 90', come qualcuno mi ha detto nel gruppo fantacalcio: 
"Saranno pure forti ma ve sembra normale?"
Mah, il dubbio assale il debole e il perdente quindi preferisco pensare che sia normale. Il Bayern Monaco raddoppia al minuto 63' e l'unico extraterrestre in campo mi pare Neur quel gigante buono che ha anche mangiato proprio qui da Armando al Pantheon qualche tempo fa. 
"Chi mangia da Armando ha superpoteri!" 
Papà trova cosi il suo bicchiere mezzo pieno e poi aggiunge: 
"Ma non poteva stare a mangiare qui stasera invece di perde tempo in campo?" 
Già... forse quelle due parate miracolose non le avrebbe fatte e Nainggolan dopo e Gervinho prima, ci avrebbero potuto regalare un sogno.
Fabio continua a chiedere e quando al 79' vedo che per loro entra tale Rode, mi sembra un segno. 
Abbandono ogni speranza e inizia a rodere un po' anche a me. 
La partita finisce e Fabio non s'arrende: 
"Che fa il Manchester City?" 
Controllo e vedo che il Cska ha fatto il colpaccio: il City ha perso. Fabio è al settimo cielo. 
"Siamo secondi se pareggiamo passiamo uguale... anzi te dirò basta..."
lo interrompo con un : 
"Non me scoccià, non fa calcoli che qua poi lo sai come finisce".
Lui non mi ascolta continua a parlare mentre ormai con la testa sono già a Roma - Torino. 
Il Campionato si può vincere e allora è il momento di tornare a scalare la classifica. 
Con il talento si vincono le partite, ma è con lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati
Parola di Michael Jordan uno che la palla in rete l'ha messa tante volte e allora Dajeee facciamolo vedere a tutti che la Roma c'è ed è forte, anzi fortissima.

06 novembre 2014

Galameo, il biscotto per i bimbi e ... per le zie!

 
Galameo: alimenti per bambini

 

Galameo il regalo giusto per i bimbi della vostra vita, parola di una zia Chiara 

 

Voglio rendervi partecipi di una bella scoperta: i prodotti alimentari per bambini Galameo.
Un'azienda tutta italiana, della provincia di Napoli, nata dall'amore di Dario Meo per il cibo buono e sano. 
Quello che nasce dalla terra e finisce sulle nostre tavole senza aggiunta di additivi e aromi.
Frollini fatti con ingredienti semplici: Farina 00, latte intero fresco, uova, zucchero semolato, zucchero a velo, cacao, burro e vaniglia. 
Biscotti made home confezionati in un secchiello di plastica, perchè va con il biscotto si nutre il corpo ma con il secchiello si nutre lo spirito del gioco!
Infatti ai tre tipi di frollino si abbinano tre giochi da fare con i propri bimbi: ai Frollini di latte è abbinato il gioco del Tris; ai Frollini al cacao, il gioco Nomi Cose e Città e ai Frollini al latte e al cacao,  il gioco della Dama.
Per la linea salata al momento c'è la salsa al pomodoro "Sugo Galameo", prodotto con pomodori coltivati in Italia e trasformati a poche ora dalla raccolta. 
Pochi prodotti ma buoni e soprattutto di qualità.
A pensarci bene sono i cibi preferiti dai bimbi: la passata di pomodoro, che è il sugo più semplice che c'è, e i biscotti al latte e al cacao da inzuppare nel latte per la colazione.
Così, dopo aver meglio "studiato" questa nuova linea alimentare, ho pensato che Galameo fosse proprio il regalo adatto da portare ai miei nipotini, tipi per niente facili e soprattutto abituati bene in quanto a cibo e a giochi.

Vi mostro com'è andata...


I primi sono stati Giorgio e Bianca, rispettivamente due anni e 8 mesi. 
Giorgio ha subito amato la confezione secchiello che ha prima osservato a dovere, facendo finta di leggere le regole del gioco, per poi fiondarsi sui biscotti e finirli in due morsi. Un successone!
Bianca è troppo piccola per poter assaggiare i deliziosi frollini che Giorgio divorava eppure, anche lei ha trovato il modo di esprimere il suo apprezzamento, usarndo il contenitore Galameo come un tamburello. Anche per questo Galameo è bello! 

Galameo, biscotti per bimbi: Giorgio&Bianca (foto autorizzata da Michelangela Scuderi)
Il giorno seguente sono andata da Adriano, quasi 4 anni, figlio di mia sorella Fabiana che è una chef. Adriano, ha un soprannome importante: l'Imperatore, immaginate voi quanto possa essere critico.
La sua attenzione è stata catturata dalla bottiglia di sugo per la quale ha voluto indossare il suo cappello da cuoco in erba:
"Facciamo la pasta zia!"
Giunto il momento del dessert,  ha infilato una mano nel secchiello dove i frollini al latte aspettavano di essere mangiati.
L'Imperatore ha portato l'indice alla guancia in segno di apprezzamento.
Si! Galameo segna un'altro gol. 

Galameo, biscotti e sugo per bimbi: Adriano, l'Imperatore (foto e autorizzazione di Fabiana Gargioli)
La terza tappa è stata casa di mia cognata Ambra.
Lì avevo due giudici ad aspettarmi: Flavio, 6 anni, e Adriano Piccolo, 1 anno e mezzo, (a casa lo chiamiamo così sia perchè è il più piccolo di casa, sia per distinguerlo da Adriano l'Imperatore).
Anche loro due sono degli ossi duri.
Flavio, in attesa di vederlo finire in padella, ha deciso di usare il sugo come cannocchiale. Ve l'ho detto è un tipo tosto lui, ci vuole vedere chiaro! "E' come il sugo di mamma?" mi chiede. Gli rispondo di si con la testa ma solo all'assaggio mi ha dato il suo ok!
Adriano Piccolo invece ha preferito usare il secchiello per fare una buona musica, tanto il biscotto è da mangiare dopo cena, quindi meglio trovare il modo di divertirsi lo stesso.
Galameo fa 3 su 3!

Galameo, biscotti e sugo per bambini: Flavio&Adriano (foto autorizzata da Ambra Serini)
Zia Chiara è soddisfatta, ha finalmente il regalo che aspettava di trovare da tempo: sano, gustoso e che piace alle mamme e ai suoi nipotini!
A tavola bisogna mangiare bene e, se lo si fa giocando, ogni pasto diventa un divertimento.
Se poi dobbiamo dirla tutta c'è stato un quarto incontro: quello tra zia Chiara e il secchiello di frollini Galameo ed è finita alla maniera dei grandi, che sono solo piccoli un po' cresciuti:
biscotti, vino e pancia piena!

Galameo: alimenti per bambini... e per grandi!

Galameowww.galameo.it  e info@galameo.it

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