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24 maggio 2011

bene mangiare...tanto pagare???

Signore e Signori, 
questa sera l'ho dedicata a me. Nella caldissima Milano, bagnata da un sudore che mi ricordava più Agosto che Maggio, ho scelto con cura il salotto della mia cena. Considerando che ero sola, ho scelto un posto di cui si parlasse bene che non fosse troppo lontano dall'albergo dove alloggio. Mi piace seguire i consigli di chi ne sa più di me e così la scelta è caduta sul ristorante "Porca Vacca". Quando sono arrivata, l'ambiente caldo e il servizio attento mi hanno subito fatto sentire a casa. Il cestino con i panini appena sfornati e ancora caldi mi ha definitivamente conquistato. Ho scelto con cura un antipasto di pere avvolte in guanciale su letto di pecorino fuso e a seguire un filetto di cinta senese nel suo lardo croccante con mele. A concludere un ottimo tiramisu. Ogni piatto è stato presentato con grazia e le porzioni, certo non abbandonanti, si sono rivelate della quantità giusta a saziare lo stomaco e ad esaltare le papille gustative. Il pecorino raccolto sul pane di sesamo e frumento ricordava la merenda dei contadini, quando nei campi, nei pomeriggi estivi, la merenda assiste la stanchezza. La carne del filetto  si scioglieva nella bocca amalgamandosi perfettamente al lardo che la copriva con affetto, regalandole  quel avanzamento di gusto che la mela corona a soddisfazione pura. Il tiramisu, in fine, era un dosaggio  esatto di crema al mascarpone e biscotti bagnati di caffè come al mio palato conviene. Mando anche il ribes che accompagna il dessert. Chiudo gli occhi e mi godo queste emozioni di gusto perché oggi avevo voglia di festeggiare, così senza un perché. Magari perché un altro giorno di lavoro è terminato e domani tornerò a Roma. Sinceramente non so. So che ci sono giorni che sono nati per festeggiare questo motivo. Un non compleanno in grande stile innaffiato da un calice di rosso toscano e concluso con un caffè rigorosamente amaro. In sottofondo una musica soft diventata più vivace quando un Brazil festaiolo si è diffuso per accompagnare una torta di compleanno. Adoro Maggio, perché è il mese in cui ci s'innamora. Perché arriva l'estate, perché c'è un giorno in cui il dolore mi coglie ma è seguito da quello che me lo toglie. Perché inizia la stagione dei compleanni, perché ci sono le rose. Il conto arriva ed è l'unico dettaglio salato della serata. Sarà per questo che il locale si chiama Porca Vacca??? Perché il cliente quando riceve il conto implora così? Sapete che vi dico? Chissene Strafrega :-) è stata una cena dedicata a me, una sera d'estate prima del tempo, seduta in a tavola immaginando di condividere il desco con te per cancellare la lontananza e l'assenza. Per non pensare.  Nella vita ci salva il cibo e la fantasia solo così per me sarà sempre Maggio.  

La Roma è fede pura e Totti è il suo profeta

"Ite, missa est" così si è concluso il Campionato. "Andate in pace, la messa è finita" e ho provato lo stesso sollievo di quando, bambina, mi congedavo dalla messa domenicale, felice di tornare a casa. Spalle al campo, libera dal male.
«Rendiamo grazie a Dio!», ho pronunciato nel mio
cuore, desiderosa di veder finire una stagione brutta,
sprecata, inutile. La Santa Messa fatta di due letture, un salmo e il vangelo è la metafora più calzante per le partitedell’As Roma, fatte di due tempi, un intervallo e un vangelo: Francesco Totti. Il Messia del gioco in campo: quello che corre, che segna, che ha la maglia sudata e che, qualche volta, finisce anche in croce per la salvezza della sua squadra. I fedeli erano tutti schierati pronti a espiare un solo peccato, quello di crederci, crederci sempre.
E i discepoli in campo hanno spesso deluso. Mirko, Sandro e io eravamo come i ragazzini in fondo alla chiesa, vicino all’uscita, pronti a catapultarsi fuori all’aria aperta. La Curva Sud sembrava il coro ordinato dei ragazzi dell’azione cattolica (certo i testi erano meno "puri" di quelli parrocchiali ) e quando "Un Capitano, c’è solo un Capitano" si è levato in aria, l’eco ha riempito lo stadio vuoto assumendo una solennità religiosa.
Alma non stava bene e non è potuta venire. Colpa delle gambe capricciose, stanche anche loro di condurla sull’altare sacrificale di uno spettacolo che non merita la sua immolazione. Aveva preparato due bottiglie di spumante per brindare e festeggiare la fine di un campionato che, di esaltante, ha promesso tanto e regalato poco. Il resto della banda era schierata: la mitica Antonella, trafelata per colpa del traffico sull’Aurelia, vicino a lord Fabietto, fuggito dalla Basilicata pur di essere presente. Sulla stessa fila little Matteo, reduce da una vittoria a Baseball (finalmente!). Una fila sopra, Sandro, impegnato a battere le mani a Capitan Totti. Marco era a casa, questa volta ha mantenuto la parola. Mirko e Christian commentano già la tristezza della domenica orfana del calcio. In un angolo dei Distinti Nord, il mio sguardo si posa ammirevole su un piccolo quadrato di tifosi sampdoriani che non hanno smesso un attimo di sventolare le bandiere blu cerchiate. Un solo striscione ai loro piedi e la scritta che urlava: Ti Amo. Circa cinquanta innamorati arrivati da Genova per tifare una squadra già retrocessa in serie B. Sono loro la parabola del calcio. L’amore vince sempre, e avere fede è l’unica soluzione. Io ce l’ho. In Totti e nella maglia. Lui è la professione di fede di chiunque si riconosca un romanista vero. Lui ha, nel bene e nel male, plasmato la squadra a sua immagine e somiglianza. Tutto il resto non conta più. E così sia.

23 maggio 2011

UNA PREGHIERA PER UN PAPA' E UN'AVE MARIA PER NOI.

Sono colpevolmente lontana dal mio Blog, per mancanza di tempo. Vi sembra una giustificazione accettabile? A me no. E quindi oggi, mentre questo FrecciaRossa diretto a Milano sfreccia mezza Italia come un razzo (un po' troppo) tento di buttar giù qualche pensiero sensato. La verità è che oggi mi è venuta in mente Elena, la bimba di due anni morta in questi giorni perché dimenticata dal papà. I giornali e le televisioni hanno subito messo alla gogna l'uomo, oggi indagato per omicidio ma senza dolo, come fosse un assassino. Come se un padre, un padre nel senso proprio del termine, volesse il male per un figlio. A salvarlo dalla gogna la moglie che ha difeso il marito come una compagna fiera dell'uomo che ha accanto. Questa è una storia triste che ci fa capire come la vita di tutti i giorni sia diventata piena di minuti che passano, d'impegni improrogabili, di preoccupazioni perché si arrivi sempre al momento giusto dove gli altri lo richiedono. Alla notizia mia sorella, neo mamma, ha commentato: "poveraccio, sarà stato distrutto dalla stanchezza come lo sono io...certe volte il cervello gioca brutti scherzi". Intanto Elena vive nei corpi di altri tre bambini e chi dice che la sua vita non sia stata data perché dopo due anni non arrivasse la sua morte? Siamo tutti vittime di un destino sconosciuto. La dobbiamo piantare di giudicare e colpevolizzare. Dobbiamo guardarci dentro e tirar fuori quello che di buono c'è per donarlo, in primis, a noi stessi e poi agli altri. Stiamo perdendo tutto senza nemmeno rendercene conto. Anche i nostri svaghi sono diventati impegni...e mentre questo treno corre verso la sua stazione mi sento il cuore in pena.  La sensazione d'inadeguatezza che ci accompagna ogni volta che facciamo una scelta, ogni volta che indossiamo un vestito è colpa del nostro non amarci come dovremmo. La nostra vita è costellata di persone che condizionano i nostri umori per l'eccessivo peso che gli attribuiamo, senza renderci conto che, chi vale e chi ti ama veramente, non è motivo di malumore o preoccupazione ma solo di gioia e sollievo. Mai come di questi tempi dobbiamo vivere l'oggi, minuto per minuto perché il futuro è un dono e se saremo bravi e capaci ce lo costruiremo noi. Il sole è ancora alto anche se sono le otto e un quarto di sera. Significa che l'estate è alle porte...che tra pochi giorni riabbraccerò mia sorella dopo tre mesi e mezzo ... che la vita è troppo bella per correrle dietro senza fermarci ogni giorno a guardarla e ammirarla. Significa che se hai un amore lo devi accudire e ringraziare ogni giorno, non lo devi trascurare mai. La mia preghiera questa sera è si per la piccola Elena ma anche per suo papà, perché da quel mercoledì maledetto la sua vita non sarà più come prima, perché siamo essere umani e lo impariamo solo sbagliando. Ieri era Santa Rita e il mese di Maggio già volge al termine. Un tempo sentivo le voci delle suore davanti casa mia recitare il rosario alle 7 di sera, nel mese della Madonna. Adesso non prega più nessuno. Mi piacerebbe che questo mondo pregasse di più, se non altro perché la preghiera richiede tempo e concentrazione. Qualsiasi sia il dio che si prega, qualsiasi sia il motivo della contemplazione, richiede qualche minuto solo per te e per il tuo cuore. 
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