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26 aprile 2011

DIARIO DELLA TIFOSA: IL CRISTO, I DUE LADRONI, I FEDELI…E IL SAPORE DELLA CIOCCOLATA

La domenica mattina mi piace molto, soprattutto se è quella di Pasqua e se la Roma il giorno prima ha vinto. Il mio fioretto è terminato e, dopo 40 giorni di astinenza, ho mangiato la cioccolata. Ha un sapore buono proprio come lo ricordavo, lo stesso sapore che ha la vittoria. L’uovo di Pasqua dell’As Roma per me. La settimana Santa è stata rispettata a pieno. Dopo il martedì di passione è arrivato il sabato. A mezzogiorno, mi sono affacciata dagli spalti sul prato dell’Olimpico. I giocatori erano impegnati nel riscaldamento. Al rientro una valanga di fischi d’amore, di rabbia, di delusione.  C’erano anche i due ladroni, in croce, affiancanti dal nostro Cristo. Il francese e il montenegrino non hanno avuto il coraggio di uscire dal soli dal campo. “E’ Francesco che ha allungato il passo e gli è andato vicino, per proteggerli” dice uno sopra le mie spalle. Non m’importa. Per me parla il campo e la differenza, loro, non l’hanno mai fatta. Il Capitano c’è e si vede perché la Roma ha un’altra faccia e lo si capisce subito.  Lo stadio è semivuoto, la Curva per protesta non canta per un tempo intero e mostra uno striscione “Tra tessere e partite a mezzogiorno, al primo tempo…primo, secondo e contorno!” La partita inizia ed è subito gol, Totti esulta ma l’arbitro annulla per fuori gioco. “Sandro da casa dice che è stato millimetrico!” commenta Christian scuotendo la testa. Mi giro verso Mirko: “Se segna raggiunge Baggio, vero” lui annuisce speranzoso. Stiamo tutti aspettando quel record. Passa un solo minuto e, questa volta, il gol del vantaggio viene convalidato ma a realizzarlo è Perrotta. Si esulta senza esagerare. In campo tutti corrono prendono pali e traverse. “Poi dicono che Totti non fa la differenza”  commento rassegnata. La Signora Alma sfoggia un cappellino nero tutto segnato dalla parola Roma, le fa compagnia una signora di Trento tifosa giallorossa che “un giorno – dice Alma – devo portare a Trigoria”. Dietro di lei sono seduti Francesco e il suo amichetto Riccardo. Hanno otto anni in due ed è commovente vederli discutere di calcio con Alma che ne ha 80 più di loro. I tifosi ospiti saranno un centinaio e sono stati fatti accomodare nella parte alta della tribuna Montemario, accanto al distinto nord. Li guardo con insistenza perché mia cugina Sara, romanista doc, lavora e vive a Verona e lunedì di pasquetta sposerà Francesco, tifoso del Chievo, e pare che ci sia uno striscione loro dedicato. E’ così! E’ un piccolo lenzuolo bianco con scritto in nero: “Franc e Sara sposi!” Mi emoziono per lei. Uno striscione allo stadio con dedica è da farti accapponare la pelle. Lo stadio scoppia di bambini. Una indossa la maglia del papà che le fa da vestito. Ha il numero 10 sulle spalle. Un altro si addormenta con il ciuccio in bocca, l’unico che abbiamo visto perché nonostante l’impegno, la goleada non riesce e Totti deve rimandare la sua festa. Finisce 1-0 e per fortuna, perché la Roma ha guadagnato punti su Lazio, Udinese e Juventus. Per lo stadio le note di Grazie Roma tornano a riempire orecchie e bocche “Pensavo gli si fosse rotto il cd” sorride Mirko mentre un “che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova” riempie la bocca anche a lui. 

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