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22 settembre 2014

Roma - Cagliari: Florenzi, la Nonna e quel bacio

Roma - Cagliari: Florenzi segna e corre da nonna Aurora in tribuna

 

Florenzi corre a baciare la nonna dopo aver segnato un gol.

La Storia Mia con l'As Roma si arricchisce di un nuovo capitolo. Un episodio che racchiude in una promessa, una corsa, un bacio l'essenza del Calcio, quello con la C maiuscola ma come sempre procediamo per ordine.
Terza partita di Campionato.
Una domenica "normale" nel senso che la Roma gioca alle 15.00 di domenica. Una rarità di questi tempi, dove i diritti tv prendono il sopravvento e la "partita della domenica" in realtà è divenuta locuzione di un partita che si gioca indifferentemente il sabato come il mercoledì o il lunedì sera.
Una volta si pranzava veloce perchè bisognava vedere la partita alle 14.30. Nessun anticipo o posticipo solo mia madre che si lamentava:
"E' domenica, si mangia con calma!!!"
Appunto. Ora, per far contente le donne come lei che si lamentavano per così poco, il Calcio ha deciso d'imperversare ogni momento della settimana.
Comunque riprendiamo il nostro discorso.
Finisco di prepare i panini: uno con frittata di zucchine e cipolla rossa di Tropea e l'altro con petto di pollo panato e rucola e ci si avvia, con tutta la ciurma di amici verso sua maestà lo stadio Olimpico.
Giornata speciale anche perchè si festeggiava il doppio compleanno di Alessandro e di Matteo, padre e figlio e già in questo dovevamo accorgersi che qualcosa di romantico era nell'aria.
Per cominciare l'avversario sul campo era il Cagliari, allenato dal Boemo Zeman. Allenatore che per ben due volte ha preso posto sulla panchina giallorossa. Sempre accolto con grande entusiasmo, paladino di un calcio pulito e onesto, non ha mai ottenuto grandi successi.
Eppure il calcio è strano. Ci ha fatto perdere derby e partite all'ultimo minuto ma per Mister Zeman, l'uomo dalla sigaretta sempre accesa, c'è sempre un rispetto incredibile.
Cosa che manca per un altro personaggio. Capitano del Cagliari e figlio di uno dei più grandi e amati giocatori della Roma: Daniele Conti.

 
Totti non è tra i titolari e la partita non preoccupa più di tanto.
Inizia il match e bisogna aspettare solo 10 minuti per vedere Destro buttare il pallone alle spalle dell'esordiente Cragno.
Una palla che Florenzi gli aveva messo sul piede! Una palla che nel giro di un minuto torna sul piede di Alessandro per farsi lanciare nuovamente in rete.
Un 2-0 fulminio, troppo anche per una squadra che della filosofia di Zeman ha ancora molto poco, se non niente.
A quel punto, dopo aver raddoppiato, Alessandro Florenzi ragazzo di Acilia inizia a correre.
Non si ferma più.
Gli sguardi di tutti lo seguono con curiosità, convinti che vada ad abbracciare Mister Garcia o un massaggiatore suo amico. No. Lui prosegue la sua corsa. Supera con un salto il cancello che separa il campo dalla tribuna d'onore e sale sulle gradinate, tra la gente stupita.
"Andrà dalla mamma, dalla fidanzata" commentiamo dalla fila 15 del distinto sud.
No. Sale qualche scalino e abbraccia qualcuno forte, forte, poi riscende in campo e prende il suo cartellino giallo ma non gliene importa nulla perchè ha compiuto il suo dovere.
A fine partita Alessandro spiegherà:
"Sono andato a bracciare mia nonna Aurora. Lei è fantastica, ha 82 anni ed è venuta allo stadio per la prima volta, le avevo promesso che l'avrei salutata".
Già, qualcuno l'ha definito un episodio alla Libro Cuore. Per me questo è solo uno di quei mille episodi che rendono il Calcio (come tutto lo Sport in generale) bellissimo.
In quell'abbraccio era rinchiuso un mondo, fatto di sacrifici per una famiglia che vive alle porte di Roma ad Acilia, che ha creduto in quello scricciolo di ragazzino e l'ha visto correre sui campetti di periferia fino ad arrivare alla prima squadra di Roma. 
Una corsa quella di Alessandro Florenzi, che ha proseguito per anni, sulle montagne dei ritiri estivi fino alle spiagge con gli amici di sempre, dove il pallone era solo passione. 
Alessandro ha corso fino a perdere il fiato, l'ha fatto per anni. Fino ad arrivare a prendere a calci quel pallone per professione. Ha imparato a dosare bene le energie, anche se spesso esce dal campo con il volto paonazzo. 
A corso tanto fino a ieri, quando dopo aver segnato si è ricordato d aver fatto una promessa a una donna speciale. Quella che gli ha fatto trovare il pranzo pronto ogni domenica della sua infanzia, quella che racconta di lui a tutto il quartiere. 
La sua Aurora, una nonna che, anche a 82 anni, ha deciso di dire si al nipote: 
"Prometto che domenica vengo a vederti alla partita però tu mi prometti che poi me saluti?" 
Lei, con i suoi capelli bianchi e il caldo assurdo della fine d'estate che le bagna la fronte, la sua promessa l'ha mantenuta. 
Lei che avrà pensato "che ce faccio in mezzo a tutta 'sta gente! Me ne potevo 'sta a casa" poi guardando giù, nel rettangolo verde si sarà risposa sorridendo "Guarda Sandrino, che bravo che è diventato e chissà se me viene a salutà come quando era ragazzino e faceva gol nel campetto della parrocchia. Qui mi sa che non lo può fare". 
Lo può fare invece nonna Aurora, anche se gli costa un cartellino giallo. Anche se deve pagare una multa. Alessandro glielo aveva promesso e allora, non solo segna, poi corre dritto verso di lei. Salta le barriere, salta i gradini e la trova subito nonna Aurora che, nemmeno a dirlo, lo aspetta con le braccia aperte. 
Nonna Aurora che quando l'ha visto correre verso di lei ha iniziato a piangere, lei che non ci avrebbe mai creduto. Lei che ha capito che il suo Ale è rimasto quel bimbetto di una volta, quello che le promesse le mantiene anche davanti uno stadio pieno. 
Un abbraccio durato un attimo mai così eterno, mai così bello. Un applauso che ha coinvolto tutti i presenti sugli spalti e a casa. Una foto, quella che li ritrae abbracciati, dove non si vede un volto un triste. Tutti quelli che li circondano si rallegrano, si sorprendono come se la normalità fosse diventata un lusso.

Un bacio che concilia il pubblico con il Calcio, che ogni tanto ci appare per quello che è: un semplice gioco di sport ricco non solo di interessi economici ma soprattutto di emozioni, di sacrifici e di lacrime di gioia.



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