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11 febbraio 2015

Sanremo 2015: Il Festival dei ricordi

  Sanremo 2015 è iniziato. 


Sanremo è arrivato, meno in pompa magna del solito ma in gran stile. Lo hanno già definito nazional popolare più del solito e così è stato.
Personalmente Sanremo per me è un rito. Lo è perchè è una di quelle "tradizioni" che mi accompagnano dalla nascita. Non esiste un anno della mia vita in cui Sanremo non sia andato in onda. Figlia di una mamma appassionata solo di musica italiana, Sanremo era l'appuntamento con le canzoni della colonna sonora di un'intero anno della mia vita. Aspettavo sognante di vedere i fiori sul palco (soddisfazione cui purtroppo ci hanno disabituato da diversi anni) e i vestiti delle vallette, di ascoltare le canzoni dei miei cantanti preferiti.

I fantastici anni 80


Sarà per questo motivo che quando ieri sera ho visto scendere dalla scalinata dell'Ariston, niente poco di meno che Albano e Romina Power mi sono sentita catapultata nel lontano 1984. Nonostante la forma "appesantita" di una coppia all'epoca inossidabile (oggi un po' meno), una serie di stonature e qualche reciproca "frecciatina" di troppo, ho avuto la netta percezione di un'emozione dimenticata quando li ho sentiti intonare "Ci sarà".
Come Linguini in Ratatouille, ho rivisto la tv con i miei occhi di bambina seduta sul divano di casa dei miei, ipnotizzata su quella che era una Romina Power angelica nel suo abito bianco e meravigliosa con un grande fiore incastrato trai capelli lunghissimi.
Questa emozione antica l'hanno provata solo quelli che negli anni '80 erano bambini. Anni in cui tutto sembrava essere perfetto. Il boom economico rendeva tutti benestanti e non era un problema mettere al mondo i figli, mantenerli e permettersi delle lunghe vacanze.
Era il Febbraio 1984 l'anno in cui la Roma ancora non aveva ancora perso la finale di Coppa dei Campioni, in cui sogni erano a portata di mano e tutto poteva cambiare. Tutto sarebbe potuto diventare realtà proprio come in un grande sogno americano. Sarei dovuta essere adulta in quegli anni lì, la mia vita sarebbe stata completamente diversa.
Ci sarà una storia d'amore e un mondo migliore, ci sarà la tua ombra al mio fianco vestita di bianco...  
Loro cantavano e Romina sorrideva ad Albano che, solo qualche anno più tardi, avrebbe avuto altri due figli con una che a Romina non le può nemmeno pulire i tacchi. E' mancata quella complicità sul palco, quell'amore è sfiorito come quel fiore che trai capelli Romina non porta più. Quella canzone ha scosso quelle certezze italiane fatte di speranza, famiglia e voglia di riscatto.
Come da tradizione, ogni anno, appena il Festival comincia telefono alla mia amica Roberta e per tutta la sera commentiamo: palco, canzoni, ospiti e vallette.
All'epoca dei social il commento parte online e la condivisione è quella di una community gigante.
Quello non mi piace, quello si...
Ieri sera mi sono piaciuti Chiara, sempre impeccabile; Malika Ayane, che mi ha fatto venire i brividi; e Alex Britti,  il mio musicista preferito.
Ho applaudito Nek, che si sta invecchiando magnificamente, e apprezzato il coraggio di Grazia Di Michele con Mauro Coruzzi (conosciuto come Platinette).
Mi sono inorgoglita con la performance di Tiziano Ferro perchè è uno che "ce l'ha fatta" nonostante sia un personaggio fuori dai canoni dello star system. Lui un ex grasso, gay che tutti adorano perchè è bravo, simpatico e "mi ricorda troppo Massimo Ranieri" per dirla alla Mirko.
A me ricorda più un Michael Buble italiano, sarà per questo che mi piace tanto.

Una montagna di ricordi

Dicevo che Sanremo per me è una tradizione e una montagna di ricordi.
Per esempio l'anno che fecero gli accoppiamenti italiani-stranieri ricordo che passai la serata a piangere al bagno perchè "gli stranieri a Sanremo non ci devono essere". Mio padre e mia madre devono aver capito in quel momento di avere una figlia totalmente scema.
Ricordo un Sanremo trascorso in ospedale, in quelle sere in cui avresti voglia di startene a casa, Sanremo a casa ti ci faceva sentire soprattutto se usciva dalla televisione piccola della cucina che tuo padre era stato costretto a collocarti piedi a letto in uno stanzone con 6 persone. Era il 1996 e quell'anno vinse la magnifica coppia Ron e Tosca con la canzone: Vorrei incontrarti tra cent'anni che l'allora mia prof d'inglese assicurò essere un sonetto di William Sheakspeare.
Sanremo è gareggiare per la canzone preferita e rimanerci male quando sul podio non c'è il tuo cantante del cuore, anche se questo non è garanzia d'insuccesso anzi.
Per esempio non amavo affatto la canzone di Luca Barbarossa la proclamarono tardissimo. Non mi piaceva perchè la trovavo triste da morire con quel ritornello "portami a ballare, uno di quei balli lenti che nessuno balla più" era il 1992.
Tuttavia i miei ricordi più affezionati risalgono ai Festival della fine degli anni '80.  
Si può dare di più di Tozzi, Morandi e Ruggeri; Perdere l'amore di Massimo Ranieri e Ti lascerò cantata da Anna Oxa e Fausto Leali.

Festival di Sanremo 2015, le vallette e Carlo Conti

Un look da Festival 


Il Festival è una questione di cuore e di vestiti. Le vallette non rispondono certo ai canoni tradizionali: la Rocio Munoz Morales è un pesce fuor d'acqua, strizzata nei suoi bei vestiti e indottrinata con qualche "proverbio". Non mi pare una bellezza mozzafiato al livello di Valeria Mazza, Eva Herzigova o Letitia Casta.
Ricordo che per la festa dei miei 18 anni ho preteso la stessa pettinatura di Valeria Mazza, treccine che partivano dalla parte alta della fronte e rimanevano fisse per tutta la testa, perdendosi nei capelli sciolti verso la fine. Ho seri dubbi che qualcuno chiederà il look di Arisa per i suoi 18 anni, considerando che le diciottenni potendo permettersi un abito senza reggiseno non copierebbero nessun plagio anzi... ne farebbero un'imitazione senza dubbio "migliorata".
Lupus in fabula parliamo di Arisa. L'incarnazione perfetta del brutto anatroccolo invidioso, non riesco proprio a farmela stare simpatica mi dispiace per chi la pensa diversamente da me. Mentre salvo, quasi a pieni voti, Emma perchè è genuina e spontanea.
Carlo Conti non mi è simpatico ma il suo mestiere lo fa bene e ho apprezzato molto il ricordo melodico (affidato alla musica di Renato Zero) cantato dalle vallette-cantanti (anche questo è un punto a suo favore) degli interpreti della musica italiana scomparsi negli ultimi anni.

Festival di Sanremo 2015, i concorrenti Big

A volte ricordare è doloroso, a volte nel ricordo si trova conforto

Il Festival di Sanremo 2015 è un'edizione che non vuole dimenticare l'Italia, gli italiani e quello di buono che il nostro popolo ha creato.
L'unica nota stonata è stata l'intervento di Siani decisamente in imbarazzo, con battute fuori luogo e scontate. Anche questo ci sta, del resto se tutto fosse andato alla perfezione non sarebbe stato Sanremo.
Per concludere voglio rispondere a chi fa il solito "fighetto" della situazione. A quelli che "il Festival fa schifo" , "la canzone italiana blaaa" e "il Festival andrebbe cancellato"... beh, cari miei il Festival di Sanremo è come il giorno del compleanno, può non piacerti ma c'è e ci sarà ogni anno.
Si vede che non avete ricordi che ve lo lasciano amare come il vostro primo giocattolo passato ormai di moda. Siete orfani di una nonna che voleva ascoltare Toto Cotugno o una madre innamorata di Michele Zarrillo. Perchè dovete passare la vita ad andare controcorrente per forza??? Sanremo è una parte del Dna, fate prima a rassegnarvi e adesso... che vinca il migliore!

Festival di Sanremo 2015: Albano e Romina sul palco dell'Ariston

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