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08 gennaio 2015

#Je Suis Charlie: "Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio"

#Je Suis Charlie: Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio.


#Je Suis Charlie

Avrei voluto parlare di altro ma l'attentato terroristico di ieri alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, ha spezzato la mia matita.
Avevo in programma un post sulla vittoria della Roma contro l'Udinese e sui miei buoni propositi per questo 2015 ma i fatti hanno presso il sopravvento e i buoni propositi sono andati a farsi fottere.

Chi è Charlie?


Torniamo qualche anno indietro e cerchiamo di capire chi è Charlie Hebdo.
Charlie Hebdo è un settimanale francese che affonda le sue radici nel 1960 in un giornale che si chiamava Hara-Kiri. Quando un nome segna un destino. Harakiri, è quella forma di suicidio rituale cui ricorrevano i samurai giapponesi. Un nome che portava la croce e la consapevolezza di un'informazione basata sulla Satira, ovvero quella forma di letteratura fortemente politica che mette in luce le contraddizioni della società promuovendone il cambiamento.
Charlie Hebdo è una rivista satirica, laddove la Satira rappresenta, per dirla citando un vignettista italiano Giorgio Forattini, "una grande dimostrazione, la più alta espressione di libertà e democrazia".
Ci tengo a usare le parole giuste perchè sono loro che spiegano la gravità dell'attentato di Parigi.
Charlie Hebdo, dunque, da sempre si è distinto per il suo carattere satirico, tanto che i fondatori di Hara-Kiri definirono il loro operato "journal bête et méchant" ossia "giornale stupido e cattivo".

Nel 1970 la morte del generale Charles de Gaulle e  il mensile Charlie di Bernier e Delfeil de Ton, ispirato al nome del personaggio di Peanuts Charlie Brown, influiscono su quello che poi diventerà il nome della nuova rivista: Charlie Hebdo.
Con vicende alterne da quel lontano 1970, la rivista prosegue nel suo percorso di provocazione "costruttiva" e nel 2006  decide di pubblicare la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten che tanto scalpore avevano sollevato nel mondo musulmano.
Charlie Hebdo con quel numero vende 160 mila copie e con le successive due ristampe altre 400 mila. Questo episodio porterà alla pubblicazione del Manifesto dei dodici , una lettera di risposta da parte degli intellettuali che mette in guardia dall'islasmismo considerato il nuovo totalitarismo dopo stanlinismo, fascismo e nazismo.

Nel 2011 la redazione di Charlie Hebdo viene distrutta a seguito del lancio di alcune bombe Molotov.

Fino all'attentato del 7 Gennaio 2015 con l'uccisione di 12 persone tra cui Charb, direttore della rivista,  e tre dei più importanti vignettisti al mondo: Jean Cabut detto Cabu, Georges Wolinski, Bernard Maris e Bernard Verlhac detto Tignous.

Charb oltre a prevedere l'attentato in Francia in una delle sue vignette più recenti, aveva detto in un'intervista:
Preferisco Morire in piedi che vivere in ginocchio 
#Je Suis Charlie: dubbi e interrogativi su una tragedia che colpisce tutti.


Siamo in Guerra?


Il caso Charlie Hebdo ha costretto tutti a una riflessione forzata: la Satira deve censurarsi da sola oppure la libertà di pensiero ed espressione deve essere difesa sempre e comunque?
I musulmani e l'Islam possono ammazzare qualcuno che la pensa diversamente da loro? La colpa è dei paesi democratici?

Il mondo sembra concorde nel condannare il gesto senza appello ma la paura è che si strumentalizzi questa tragedia nel modo sbagliato.

In un famoso articolo del 2001 Oriana Fallaci scriveva:
"Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre", è forse giunto quel momento? 
La decadenza occidentale è completa? Gli interrogativi sono tanti e difficili. Personalmente ritengo che ci siamo principi che non possono essere messi in discussione e tra questi ci sono : la libertà di espressione e la democrazia.
Sono due cardini per i quali molti nostri antenati sono stati uccisi, due diritti inalienabili della persona.
La mia riflessione alla ricerca di una risposta si sposta tra le parole che caratterizzano il dibattito e mi lascia besita. Corro da termini come Democrazia, che trova nel greco la sua lingua madre e significa "potere del popolo", e termini come Libertà di Manifestazione ossia un diritto riconosciuto a tutte le democrazie moderne e sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e nella nostra Costituzione all'art 21:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione.
Chi sta cercando di toglierci questo perderà e di questo sono certa, di questo sono certa. 

Liberté, Egalité, Fraternitè è nel motto della Rivoluzione Francese, di quel Paese oggi piegato nel dolore, che si trova la soluzione ai pesanti quesiti di oggi.

Libertà, Uguaglianza e Fratellanza... prendete in giro il nostro Dio, nessuno vi ucciderà a seppellirvi sarà una risata lo dice uno slogan di tanti anni fa...
La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà

2 commenti:

  1. sono vicina ai parenti dei deceduti , ma tutta questa storia mi sembra ormai arrivata alla frutta.
    volevano un motivo per iniziare altre guerre.
    la gente è cieca poichè non conosce la manipolazione mediatica.
    e per questo forse ci stanno riuscendo.
    ci vuole molto consenso per continuare i conflitti nel medio oriente.
    .....ora sto guardando sky tg24 ed è davvero una sceneggiata.
    io proporrei il perdono ...vediamo come i grandi della terra la prendono?

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