TinyDropdown Menu

24 ottobre 2012

Le scelte delle donne: Alessandra Ferri e sua figlia Matilde

Alessandra Ferri con la figlia Matilde - la ballerina ha rinunciato alla carriera per crescere le sue bambine 


In Prima Pagina su La Repubblica oggi mi ha colpito l'articolo di Michela Marzano, di cui vi riporto il link: 
Trovo che la sua analisi sulle donne sia meritevole di essere condivisa, fosse solo per tentare di capire quello che ci sta succedendo. 
Ieri sera, riuscendo a ritagliare 15 minuti per rimanere nel tema "che andiamo sempre di fretta", ho goduto di una "merenda" con la mia amica Nica. Lei prossima mamma, donna in carriera, mi ha confessato la bellezza di starsene a casa. Della lentezza delle quotidianità cui dedicare cura e attenzione. Una vita priva di stress che non significa solo andare più adagio ma anche affrontare i malesseri, come la disoccupazione, con un atteggiamento diverso, più propositivo e positivo.  
L'ascoltavo e la capivo benissimo. Nonostante non abbia un pancione di 9 mesi e le preoccupazioni di una futura mamma. Lei non ha detto altro che quello che tutte le donne intelligenti che conosco pensano: 
"Vivi senza pensare al domani. Tutto si può fare, con qualche sacrificio ma con serenità". 
Se si vuole un figlio e una famiglia, la carriera non è coniugabile. Mi riferisco alla carriera "vera" quella che ti permette di comprarti un paio di Manolo o un Rolex senza rimpianto si quanto speso in tempo di crisi e  ristrettezze. Lusso che poche donne possono permettersi. Ci sono persone disposte a rinunciare a una gratificazione professionale pur di lasciare un segno in questa vita. Pur di dare la precedenza a quelli, che a mio avviso, sono i valori che rendono una persona serena, felice e degna di aver vissuto. Valori antichi, forse, ma intrinsechi alla nostra natura di essere donna. E lo dico leggendo le cronache. Per esempio è proprio di ieri la notizia che Carmen Russo aspetta un figlio a 53 anni. Forse prima non aveva avuto la fortuna o il tempo di concepirlo. Forse, prima, non voleva rinunciare alla sua carriera. Si perché mentre gli uomini posso concepire figli come se piovesse, senza rischi sulla loro carriera (anzi più figli si hanno, più si è "potenti" e "fighi"), per le donne una gravidanza è spesso una condanna. Si è automaticamente tagliate fuori dal sistema lavoro. 
La Marzano spiega come questo ricatto sia soprattutto psicologico. Se il lavoro c'è è comunque ingombrante. Così si diventa mamme per poi avere i sensi di colpa, perché non si riesce a dedicare tempo ai  propri figli. Se mamme non lo si diventa? Si soffre di un'assenza tutta la vita o ci si riduce a diventare mamma in un età in cui la natura preferirebbe fossi nonna. 
Difficilmente cambierà qualcosa in un Paese immobile come il nostro ma mi sento di dire per chi avesse qualche dubbio, salvo eccezioni come Margherita Huck o RitaLevi Montalcini, se una donna preferisce  dedicarsi ai figli è una donna in carriera più delle altre fosse solo per aver avuto il coraggio di optare per la scelta più difficile.

























Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...