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10 ottobre 2012

La Maglia è onorata, solo se sudata

Mentre lascio lo stadio una domanda mi arriva all'orecchio, così a sua insaputa: 
"'N sai che è successo???" 
E' una ragazza che con il tono di chi sta per farti una rivelazione eccezionale si rivolge al ragazzo che le cammina accanto e che le risponde: "Che è successo?" 
Lei con l'aiuto delle mani, per rendere la sua notizia ancora più grandiosa, risponde: 
"Ha vinto la Roma!" e aggiunge " E non ha preso nemmeno un gol". 
Eccoci signori e signore. Siamo così noi romanisti. Noi che ci prendiamo in giro da soli. Noi che, se usciamo dallo stadio e la nostra squadra non ci ha convinto, mostriamo un sorriso a metà. 
"Fortuna che c'era l'Atalanta altrimenti nei primi venti minuti prendevamo 4 gol come con la Juventus" Mirko scuote la testa. 
"Così non va" continua Sandro "Destro ha deciso che mi deve far perdere la scommessa con te" mi dice. Lo guardo e, ancora imbestialita per l'espulsione a sorpresa di Osvaldo dalla formazione,  gli rispondo: 
"Sandro hai telefonato anche a Zeman per far rimanere Osvaldo in panchina?"
Noi romanisti quelli che hanno messo in atto l'ultima scaramanzia possibile prima di perdere la speranza. 
"E' regolare che abbiamo vinto. Ci siamo dati appuntamento davanti alla Pasticceria". 
Christian ha ragione l'ultimo anno dell'appuntamento davanti alla Pasticceria abbiamo sfiorato lo scudetto. 
Guardo il piccolo Diego che quando cammina non poggia i talloni. Sembra che voli. Con quel volto dipinto con tante piccole lentiggini, a sottolineare meglio gli occhi puffosi
"E' Diego il nostro porta fortuna! Quando viene lui vinciamo sempre" dico la mia e poi faccio l'occhiolino al piccolo dalla faccia furba.
Lo stadio ha tremato per 90' minuti, perché più forte di un terremoto è la paura di perdere tre punti, poi d'un tratto si è fermato. L'aria si è riempita di note che da mesi erano rimaste imbavagliate. Grazie Roma è l'inizio dei titoli di coda di una domenica finalmente vincente. 
E mi scoppia il cuore e me lo voglio cantare tutto quell'inno che mi riporta indietro di 30 anni quando papà lo faceva ascoltare a me e Fabiana a loop nella sua vecchia Audi A 100 grigio metallizzata. 
Un salto nel tempo come quando prima del fischio d'inizio della gara avevano sfilato sul tappeto rosso:  Tancredi, Bruno Conti, Rocca, Falcao, Aldair e tutti gli altri campioni che nel passato ci hanno regalato il loro impegno e la loro bravura. Ex giocatori che sono entrati nella nostra storia.
Campioni di un calibro tale da commuovere. Alma con gli ancora occhi lucidi considera: 
"Dopo aver visto quei Campioni ci tocca guardà 'sti disgraziati che non giocano". 
Non è solo la saggezza di Alma a pensarla così. La Curva mette in bella mostra gli striscioni a caratteri cubitali che gridano: la maglia è onorata solo se sudata, da oggi chi tradisce è meglio che sparisce. Questa Curva merita rispetto. 
E così, questa volta, sembra proprio che la Roma abbia ascoltato. Per paradosso la paura di perdere è diventata l'arma per vincere.

POSTSCRIPTUMLAZIE: I Cugini (di qualcun altro) parlano di una Roma fortunata. Beh, direi che la fortuna della Roma è stata quella di non giocare di nuovo con la Juventus...e poi se vinciamo sul campo non si lamentano, se vinciamo a tavolino pure...mi sa che l'unica soluzione sarà vincere  con loro. Parola di Tacco12.


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