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13 novembre 2014

Il Tea Time più originale della Capitale fatelo in legatoria...

Tea Time e Book exchange nella legatoria di Roberto Mannoni

Legatoria libri d'Arte Mannoni, dove si rilegano rapporti umani


Quando tutto sembra uguale, proprio quando nessuno riesce a stupirti, ecco che arriva l'artista di turno, quello che rilega libri ma in realtà fa molto di più.
Ero in giro per Monteverde, finita in via Revoltella per errore, quando il mio occhio cade su una piccola legatoria che attrae la mia attenzione perchè mi appare subito molto diversa dalle altre.
Sarà che le uniche volte che ho avuto a che fare con una negozio di quel tipo sono state quando dovevo rilegare la mia tesi, fatto sta che la Legatoria libri d'Arte Mannoni è apparsa alla mia vista come un miraggio o il canto di una sirena. E' stato un breve "viaggio", è per questo che ve ne parlo.
La prima cosa che mi è piaciuta è stata di trovare fuori dalla vetrina, poggiati sul marciapiede una pila di libri colorati e vari con un piccolo cartello che li sovrastava, su cui era scritto "Books Exchange", scambio di libri.
Il fatto che fosse scritto in inglese denunciava la giusta aspettativa di un pubblico anche internazionale e questo, in quartiere come Monteverde poco turistico e poco di passaggio, l'ho considerato un atteggiamento hight profile , da vincenti. 
Inoltre l'idea stessa di uno scambio libri mi ha commossa, in una città cinica dove nulla si presta e molto si ruba, c'è ancora qualcuno romantico come me che crede nello scambio e nella condivisione.
Sulla porta d'ingresso un poster con su scritto "Tea Time, ogni venerdì dalle 17.30 in poi" non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni : il Tea Time del venerdì

Varcata la porta della piccola (e piena) bottega scorgo cinque persone a chiacchierare attorno a un tavolo con torte, biscotti, bicchieri e teire.
"Benvenuta" mi dice Roberto, che da lì a poco avrei scoperto essere il padrone di casa, e per un momento mi sento come Alice Nel Paese delle Meraviglie. 
Perdincibacco vuoi vedere che sono finita in un libro? 
Per un secondo rimango spaesata e se stessi vivendo una sorta di Tea Time in Rome parafrasando il titolo e la trama di Midnight in Paris di Woody Allen?
"Possiamo offrirti un po' di tè?" prosegue il cortese proprietario, ovviamente ignaro del mio stupore e delle mie considerazioni mute.
"Si, grazie" rispondo e poi chiedo: "Offrite il Te?"
A quel punto Roberto mi dice che ogni venerdì, dalle 17.30 in poi, chi entra nella sua legatoria è il benvenuto. Un appuntamento che dura da quasi due anni, perchè si possa fermare il tempo (almeno una volta a settimana) per guardarci in faccia e parlare un po'. Per scambiarci emozioni, idee, notizie e attenzione. 
Legatoria di Libri d'Arte di Roberto Mannoni: per chi ama il Blues e i libri


Lo ascolto insieme a un'altra coppia di neofiti increduli che esista ancora qualcuno che voglia "rivalutare il quartiere" e creare delle "relazioni umane".
Roberto nel suo racconto si lascia aiutare da un amico, ospite fisso degli incontri del venerdì e dalla signora Maria che lo aiuta con il tè e gli ospiti. Durante la sua spiegazione un paio di amici si affacciano per avvertire che sono un po' in ritardo ma arriveranno a breve.
Roberto sorride a tutti e risponde:
"Non preoccupatevi siamo qua".
Qualcuno porta un dolce, qualcun altro un biscotto.
Guardarsi attorno è bellissimo, gli oggetti che popolano il negozio tirano fuori il ritratto della persona che lo gestisce: un'anima nobile nei sentimenti che ama il Blues e i libri, ai quali ridona la vita con rilegature d'altri tempi.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni: copertine di pelle lavorate a mano da Roberto Mannoni

Mi mostra con orgoglio le copertine di pelle di pelle di alcuni libri, vere e proprie opere d'Arte i cui gigli dorati sono fatti uno ad uno a mano da lui. Un lavoro certisino, frutto di passione ed esperienza.
Roberto Mannoni è figlio d'arte, già suo nonno era nel settore della legatoria e poi suo padre. Avevano perso tutto, Roberto aveva provato a intraprendere un'altra arte essendo lui una persona molto eclettica e creativa, ma alla fine ci sono mestieri che scorrono nel sangue, quelli con i quali sei cresciuto e che diventano parte di te senza che nemmeno ne sia consapevole.  Così ha deciso di ritentare, pur se con tante difficoltà e ostacoli,  e destino ha voluto che quando ha ricomprato la macchina per rilegare si ritrovasse davanti a quella che era di suo nonno.
Anni di sacrifici, momenti in cui stava per chiudere di nuovo, però il cuore ti da la forza per non mallare e lui è ancora lì , pronto a distribuire la sua arte a chi gliela commissiona.
Tante iniziative gli nascono dal desiderio di trovare delle soluzioni alternative al concetto di legatoria in senso stretto. Così nasce il Books exchange e il Tea Time, perchè rilegare non è altro che "ricucire" e magari rendere più bello qualcosa che qualcuno considera demodé e passato... un po' come i rapporti umani all'interno di un grande città.
Roberto non fa altro che il suo mestiere, il rilegatore, cerca di riportare in vita una società che non c'è più.
Andate a trovarlo perchè è prima di tutto un'esperienza umana, cosa davvero rara. 

Libreria di Libri d'Arte Mannoni

 
Legatoria di Libri d'Arte Mannoni, via Revoltella  86, Roma | tel 06 58202285 | Facebook : www.facebook.com/legatoriamannoni

10 novembre 2014

As Roma - Torino: il ritorno di Kevin, Totti e i Tigri

 

AsRoma - Torino 3-0 : Totti e Ljajic festeggiano il 3-0

La Roma vince contro il Torino 3-0. Altro che crisi: 6 partite su 6 in casa vincendo e senza prendere gol.

L'appuntamento è alle 19.15 davanti casa di Sandro.
Arriviamo un po' aggravati, per via di un pranzo luculliano con digestione difficile al seguito. La Juventus ha rifilato 7 gol al Parma del povero Donadoni ed è saldamente prima a 28 punti in classifica.
"Dobbiamo vincere non esiste altro risultato" Marco lo dice serio, perchè ogni domenica è una lotta alla conquista di quel primo posto così vicino, eppure sempre troppo lontano.
"La buona notizia è che la Lazio ha perso" prosegue.
"S'erano già montati la testa, s'erano" conferma Mirko tirando un sospiro di sollievo.
Arriva Christian, la "squadra" è al completo si può marciare verso l'Olimpico.
Una domenica sera di novembre, troppo calda per essere in autunno inoltrato, troppo serena perchè una sconfitta la possa rovinare.
Un po' di umidità ti afferra la pelle e le ossa, come un accappatoio bagnato o l'odore dello spogliatoio di una piscina. 
La preoccupazione non ci appartiene. Nonostante le due sconfitte con il Bayern e quella con il Napoli abbiamo tutti la sensazione che la Roma c'è, che Nun C'è Problema.
Manca ancora un'ora quando Campo Testaccio inizia la sua strofa tra le voci di chi già anima la Curva Sud sempre presente. 
Qualcuno racconta della trasferta a Monaco, di quanto sono organizzati fuori dal nostro Paese, il nostro maledetto Paese su cui non facciamo che sputare lamentele ma dal quale non riusciamo ad andare via. 
"Devi vedere la metro, ogni 5 minuti!" Massimo è tornato soddisfatto nonostante la sconfitta, Monaco è bella come tutto il resto anche con la neve.
Intanto in campo una vecchia conoscenza si riaffaccia a palleggiare. Riappare lo stesso, con la sua faccia ingrughita e il naso rosso, secco e lungo. Un fumetto di un eroe antico, un tipo dall'aria cattiva ma dal cuore tenero: Kevin Strootman, dopo 8 mesi è di nuovo in campo. 
Lo Stadio lo accoglie con un applauso lunghissimo che destabilizza il suo carattere serio. Un applauso che contagia anche i suoi compagni di squadra, emozionati di vederlo in campo quanto noi dagli spalti e che cominciato ad applaudirlo come se lo vedessero anche loro per la prima volta dopo tanto tempo.
"Eh, mo' che tornano, perchè devono tornà tutti devono,voglio vede' se ridono gli altri" mi gonfio di orgoglio e mi compiaccio che tante attese stanno per concludersi. Immagino di nuovo Castan, Maicon e Astori al loro posto. Ora che Kevin è al centrocampo a breve riavremo la nostra "vera" Roma.
La partita inizia ed è evidente, da subito, che la Roma è padrona del campo, tanto che non si arriva nemmeno al minuto 10' che Torosidis (quello che in Champions magari no ma in Campionato certo che si ) la butta dentro ed esulta come un matto, come noi. 
Francesco Totti lo trovo sublime: distribuisce palle a destra, a sinistra e al centro sempre con la testa alta, sempre alla sua maniera. Gli manca solo il gol. 
Roma - Torino procedeva come una commedia americana, una di quelle che non hai mai visto ma che già sai come va a finire, tanto sono tutte uguali.
Siamo al minuto 27' e a segnare il suo primo gol in Campionato questa volta è Keita. 
Grande e fragile Keita, sempre pronto a lavorare. Lui che segna e poi disegna nell'aria un cuore gigante con le dita e bacia la maglia. Si, bacia la maglia un gesto tanto antico, quanto meraviglioso pieno di archetipi la cui lettura passa tra mille partite e mille anni fa. 
La partita prosegue mentre si chiacchiera dell'Inter, che pareggia con il Verona, e di Yaya Touré, che manda la palla in curva e colpisce al volto una bambina. 
Chiacchiere da Stadio che si fanno per deconcentrarsi un po', stemperando la tensione che, seppur latente, non abbandona mai un tifoso. 
Al secondo tempo nulla cambia, anche il gol arriva dopo 10 minuti. Questa volta ad insaccare è Ljajic che dopo azzittisce tutti. Lo vediamo solo un attimo però perchè De Rossi corre a coprirgli la faccia con la scusa dell'esultanza per il gol. Grande Daniele, Capitano nell'anima. 
"Chi ha azzittito quello?" la Curva è risentita da un gesto così stupido, così stupido che non vale la pena per me spenderci una sola parola in più. 
"Bambini" biascico mentre applaudo per un gol davvero bello. 
La partita prosegue con un Gervinho che corre come un pazzo e che così sento commentare da una voce che proveniva dalle mie spalle: 
"Quello è abituato a core, è nato in Africa. La mattina se svegliava e coreva perchè altrimenti se lo magnavano i tigri e i leoni..."
I tigri è stata la cosa più bella di tutta la partita. Una partita bellissima macchiata da qualche gesto poco intelligente. Compreso quello del Capitano che non si discute e si ama ma è caduto nuovamente nella sua definizione di ragazzino della parocchia. Quello che gioca per vincere e per segnare incurante di un cartellino giallo e di una squalifica da non peggiorare. 
Contrattempi del mestiere, di chi gioca sempre e soprattutto per un solo scopo: dimostrare di essere il n.10 sempre, anche a 38 anni, anche quando lo sanno tutti che sei un fuoriclasse. 
La classifica compare sullo schermo: Roma 25. 
Siamo secondi e la Lazio non è più terza. Papà al telefono è di nuovo contento. Lo sento distratto e mi alleggerisco anche io un po', lo vorrei sempre sentire così: felice.
Ci sono situazioni in cui certe parole non dovrebbero esser dette, nemmeno pensate forse. Situazioni in cui la "pancia" prende il posto del "cuore" e che puntualmente le azioni che ne conseguono si dimostrano sciocche e nocive per tutti. 
Parlo della vita come dell'As Roma, che è una famiglia pure lei, e quello che capita nelle famiglie è che a volte qualcuno perda la pazienza e dica la cosa sbagliata. Così Francesco ha fatto la cosa sbagliata, uscire dal campo senza sedersi in panchina lui che è il Capitano e deve essere d'esempio a tutti non dovrebbe mai uscire dal campo in quel modo. 
Ho sempre amato il calcio perchè lo ritengo la parabola della vita è per questo che voglio concludere oggi con la frase di un Capitano, il nostro Capitano prima di Francesco, Ago che scriveva così: 

"Nel calcio si vince insieme, la squadra e quello che le sta intorno: riserve, massaggiatore, allenatori ecc. - siano essi professionisti o semplici amatori - e aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre". 

E aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre...

AsRoma - Torino 3-0: il ritorno di Kevin Strootman

09 novembre 2014

Bayern Monaco - Roma 2-0: ai piedi del Bayern ma a testa alta

Bayern Monaco - Roma 2-0 : ai piedi del Bayern ma a testa alta

 

La Roma a Monaco ai piedi di un Bayern troppo forte. 


Questa volta non l'ho vista. Dopo l'umiliazione dell'andata, una cosa era certa: non sarebbe potuta andare peggio.
Magra riconsolazione, lo so, ma è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno che fasciarsi la testa ormai rotta in sette pezzi. 
La previsione tutto sommato si è rivelata corretta, i gol presi sono stati solo 2. La Mia Roma è uscita di nuovo sconfitta, il colosso Bayern Monaco non ha avuto alcuna pietà nemmeno questa volta e allora sposo le parole di Daniele De Rossi che ha osservato: 
"Siamo forti e possiamo ancora vincere lo scudetto. La sconfitta di Napoli ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Quella di Monaco ci dice che siamo forti ma non abbastanza per vincere la Champions League". 
E così sia. 
Per fortuna il girone è quasi alla fine e la classifica è impietosa, specchio di un Bayern Monaco assolutamente senza avversari degni del suo potenziale. Se ne sta lì in alto a guardare dalla vetta dei suoi 12 punti (ha vinto tutte le partite) le seconde Roma e Cska a 4. Fortuna che con i russi all'andata abbiamo vinto facile e la differenza reti ci vuole in vantaggio su di loro per il secondo posto.
Il Bayern è tanta roba, troppa per chi torna in Champions dopo 4 anni. 
Quindi, tornando a mercoledì sera, ho lavorato al ristorante e la partita l'ho seguita solo grazie al cellulare animato dal gruppo Fantacalcio e dai messaggi di Mirko.
Non vi nascondo che quando il primo messaggio di Mirko è stato: 
"Un'altra Roma, sembra di essere tornati alle prime giornate di Campionato" ho intimamente sognato di portare a casa un punto e magari 3 all'ultimo minuto.  Cose da romanisti, sogni che non si controllano vagano in un angolo della nostra testa e affiorano non appena gli si lascia un piccolo spazio.
Fabio mi chiede ogni due minuti cosa fa la Roma.
"Allora? Allora?" 
"Allora che Fabiè? Ti ho detto fino a 3 minuti fa che stiamo 0 a 0 non sei contento?"
Fabio non sorride nemmeno, lui è molto più teso di me. Appartiene a quella categoria che nun s'arende perchè la Roma è la n1
Lui crede nei miracoli e nega l'evidenza di un Bayern che non si può arginare soprattutto se, ad aginarlo sono giocatori come Torosidis e Holebas.  
Giocatori utili per un Campionato lungo ma non presentabili in una competizione come la Champions League sarebbe come dire che Fabio Volo va a fare un campionato di scrittura con Nick Hornby.
Fabio mi chiede di nuovo "Che fa la Roma?" ed è in quel momento che mi accorgo che il Bayern ha segnato al 38' minuto. 
"E' finito il primo tempo e perdiamo 1-0".
E poi succede, come tutte le volte, che ci rimango male perchè alla fine ci credi sempre, perchè la paura di una nuova figuraccia si presenta educata con un "posso entrare?". 
Inizia il secondo tempo a Monaco, mentre a Roma mi districo tra una faraona e un abbacchio scottadito e il tavolo 7 che ti chiede ancora cicoria ripassata. Il cellulare vibrare nella tasca del grembiule tra tappi di sughero, penne e apribottiglie. 
Avremo pareggiato??? 
"Che fa la Roma? Che fa?"
Fabio mi pressa peggio dei giocatori tedeschi che non mollano l'osso nemmeno al 90', come qualcuno mi ha detto nel gruppo fantacalcio: 
"Saranno pure forti ma ve sembra normale?"
Mah, il dubbio assale il debole e il perdente quindi preferisco pensare che sia normale. Il Bayern Monaco raddoppia al minuto 63' e l'unico extraterrestre in campo mi pare Neur quel gigante buono che ha anche mangiato proprio qui da Armando al Pantheon qualche tempo fa. 
"Chi mangia da Armando ha superpoteri!" 
Papà trova cosi il suo bicchiere mezzo pieno e poi aggiunge: 
"Ma non poteva stare a mangiare qui stasera invece di perde tempo in campo?" 
Già... forse quelle due parate miracolose non le avrebbe fatte e Nainggolan dopo e Gervinho prima, ci avrebbero potuto regalare un sogno.
Fabio continua a chiedere e quando al 79' vedo che per loro entra tale Rode, mi sembra un segno. 
Abbandono ogni speranza e inizia a rodere un po' anche a me. 
La partita finisce e Fabio non s'arrende: 
"Che fa il Manchester City?" 
Controllo e vedo che il Cska ha fatto il colpaccio: il City ha perso. Fabio è al settimo cielo. 
"Siamo secondi se pareggiamo passiamo uguale... anzi te dirò basta..."
lo interrompo con un : 
"Non me scoccià, non fa calcoli che qua poi lo sai come finisce".
Lui non mi ascolta continua a parlare mentre ormai con la testa sono già a Roma - Torino. 
Il Campionato si può vincere e allora è il momento di tornare a scalare la classifica. 
Con il talento si vincono le partite, ma è con lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati
Parola di Michael Jordan uno che la palla in rete l'ha messa tante volte e allora Dajeee facciamolo vedere a tutti che la Roma c'è ed è forte, anzi fortissima.

06 novembre 2014

Galameo, il biscotto per i bimbi e ... per le zie!

 
Galameo: alimenti per bambini

 

Galameo il regalo giusto per i bimbi della vostra vita, parola di una zia Chiara 

 

Voglio rendervi partecipi di una bella scoperta: i prodotti alimentari per bambini Galameo.
Un'azienda tutta italiana, della provincia di Napoli, nata dall'amore di Dario Meo per il cibo buono e sano. 
Quello che nasce dalla terra e finisce sulle nostre tavole senza aggiunta di additivi e aromi.
Frollini fatti con ingredienti semplici: Farina 00, latte intero fresco, uova, zucchero semolato, zucchero a velo, cacao, burro e vaniglia. 
Biscotti made home confezionati in un secchiello di plastica, perchè va con il biscotto si nutre il corpo ma con il secchiello si nutre lo spirito del gioco!
Infatti ai tre tipi di frollino si abbinano tre giochi da fare con i propri bimbi: ai Frollini di latte è abbinato il gioco del Tris; ai Frollini al cacao, il gioco Nomi Cose e Città e ai Frollini al latte e al cacao,  il gioco della Dama.
Per la linea salata al momento c'è la salsa al pomodoro "Sugo Galameo", prodotto con pomodori coltivati in Italia e trasformati a poche ora dalla raccolta. 
Pochi prodotti ma buoni e soprattutto di qualità.
A pensarci bene sono i cibi preferiti dai bimbi: la passata di pomodoro, che è il sugo più semplice che c'è, e i biscotti al latte e al cacao da inzuppare nel latte per la colazione.
Così, dopo aver meglio "studiato" questa nuova linea alimentare, ho pensato che Galameo fosse proprio il regalo adatto da portare ai miei nipotini, tipi per niente facili e soprattutto abituati bene in quanto a cibo e a giochi.

Vi mostro com'è andata...


I primi sono stati Giorgio e Bianca, rispettivamente due anni e 8 mesi. 
Giorgio ha subito amato la confezione secchiello che ha prima osservato a dovere, facendo finta di leggere le regole del gioco, per poi fiondarsi sui biscotti e finirli in due morsi. Un successone!
Bianca è troppo piccola per poter assaggiare i deliziosi frollini che Giorgio divorava eppure, anche lei ha trovato il modo di esprimere il suo apprezzamento, usarndo il contenitore Galameo come un tamburello. Anche per questo Galameo è bello! 

Galameo, biscotti per bimbi: Giorgio&Bianca (foto autorizzata da Michelangela Scuderi)
Il giorno seguente sono andata da Adriano, quasi 4 anni, figlio di mia sorella Fabiana che è una chef. Adriano, ha un soprannome importante: l'Imperatore, immaginate voi quanto possa essere critico.
La sua attenzione è stata catturata dalla bottiglia di sugo per la quale ha voluto indossare il suo cappello da cuoco in erba:
"Facciamo la pasta zia!"
Giunto il momento del dessert,  ha infilato una mano nel secchiello dove i frollini al latte aspettavano di essere mangiati.
L'Imperatore ha portato l'indice alla guancia in segno di apprezzamento.
Si! Galameo segna un'altro gol. 

Galameo, biscotti e sugo per bimbi: Adriano, l'Imperatore (foto e autorizzazione di Fabiana Gargioli)
La terza tappa è stata casa di mia cognata Ambra.
Lì avevo due giudici ad aspettarmi: Flavio, 6 anni, e Adriano Piccolo, 1 anno e mezzo, (a casa lo chiamiamo così sia perchè è il più piccolo di casa, sia per distinguerlo da Adriano l'Imperatore).
Anche loro due sono degli ossi duri.
Flavio, in attesa di vederlo finire in padella, ha deciso di usare il sugo come cannocchiale. Ve l'ho detto è un tipo tosto lui, ci vuole vedere chiaro! "E' come il sugo di mamma?" mi chiede. Gli rispondo di si con la testa ma solo all'assaggio mi ha dato il suo ok!
Adriano Piccolo invece ha preferito usare il secchiello per fare una buona musica, tanto il biscotto è da mangiare dopo cena, quindi meglio trovare il modo di divertirsi lo stesso.
Galameo fa 3 su 3!

Galameo, biscotti e sugo per bambini: Flavio&Adriano (foto autorizzata da Ambra Serini)
Zia Chiara è soddisfatta, ha finalmente il regalo che aspettava di trovare da tempo: sano, gustoso e che piace alle mamme e ai suoi nipotini!
A tavola bisogna mangiare bene e, se lo si fa giocando, ogni pasto diventa un divertimento.
Se poi dobbiamo dirla tutta c'è stato un quarto incontro: quello tra zia Chiara e il secchiello di frollini Galameo ed è finita alla maniera dei grandi, che sono solo piccoli un po' cresciuti:
biscotti, vino e pancia piena!

Galameo: alimenti per bambini... e per grandi!

Galameowww.galameo.it  e info@galameo.it

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