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23 gennaio 2013

Hushpuppy ci trascina nel suo film: Re della Terra Selvaggia


Ieri sera, la mia amica Vale, mi ha invitato all'anteprima di un film opera prima candidato a quattro premi Oscar: Miglior Regia, Miglior Film, Migliore Sceneggiatura Non Originale e Miglior Attrice protagonista. 
Il titolo originale è Beasts of the Southern Wild e sarà nelle sale italiane il 7 Febbraio con il nome 
RE della TERRA Selvaggia. Qualsiasi nome vogliate usare (per me l'originale è  sempre quello più calzante) è un film per il quale ho un solo aggettivo: pregno. 
Avevo saputo di ottime recensioni, addirittura commenti entusiastici di Barack Obama e Oprah Winfrey, ma difficilmente mi faccio incantare dalla critica. I critici sono dei tecnici, degli addetti ai lavori e molto spesso giudicano con occhi poco puri, inquinati. Così ho letto una breve sinossi e mi sono accomodata nella poltrona rossa dell'ultima fila della sala 1 del Cinema Barberini e ho aspettato.
Lo schermo si è illuminato nel buio e mi sono ritrovata, catapultata, in una zona paludosa di un delta del Sud americano. Ho iniziato a mangiare, bere e ad accendere fuochi d'artificio con gli abitanti della Grande Vasca. Ho camminato a piedi nudi, sono andata vestita di sole mutande e ho rotto granchi con le mani per poi succhiarne la polpa. Ho sentito i cuori. Il cuore degli animali e delle piante. Il cuore di quella gente. Se sono riuscita in questa trasposizione è stato grazie a un bambina di 6 anni di Hushpuppy (Quvenzhané Wallis). Un nome incantevole. Da eroina. Da Capo, come vuole suo padre Wink. Da Capitana Coraggiosa. 
La nostra protagonista, abbandonata da una mamma mai dimenticata, vive con il padre che le insegna l'arte della sopravvivenza in una terra dove gli uragani e il pericolo di rimanere sommersi è all'ordine del giorno. 
Un'interpretazione memorabile per una bimba che recitava per la prima volta. Memorabile al punto da valerle la candidatura all'Oscar come Migliore Attrice Protagonista e fissando un record quello di essere la più giovane candidata di sempre agli Acadamey Awards in questa categoria. 
"Quando l'acqua scende, voglio baciare in bocca la terra!" 
Ecco la frase che ho scelto perché ritengo sia la perfetta sintesi di questo lungometraggio. Per alcuni versi mi ha ricordato la letteratura di Verga e il cinema del neorealismo del secondo dopoguerra. Quello di Ladri di biciclette per intenderci. Pochi soldi per realizzarlo e attori presi dalla strada..(e che attori!). Storie pregne di amore, raccontato con l'arma migliore "la verità". Solo il vero tira fuori la crudeltà della natura (animali morti e in stato di decomposizione, molto RossoMalpelo) e te la sbatte in faccia. 
Molto riuscita la scena in cui Hushpuppy dice al padre: "Che ti credi che non vedo io?"  E quella in cui il padre, malato, non può più negare la sua malattia e lei si arrabbia: "Vuoi liberarti di me?" Con la faccia di Hushpuppy che il regista, nella post proiezione ci ha confessato essere "arrabbiata rossa", perché quella "arrabbiata viola" , per dirla con le parole di Quvenzhané: " E' meglio che non te la faccio.E' tremenda!"  
Un Pasolini più romantico. Un regista, sceneggiatore di soli 32 anni : Benh Zeitlin. Un ragazzo che  si è trasferito su quelle terre e tra quella gente per comprenderne la forza e il coraggio. Perché come spiega un precetto del giornalismo e della scrittura: si racconta meglio ciò che si sa e si vede. 
Un regista che, con il suo staff e l'aiuto di alcuni ragazzi di un centro sperimentale di cinema, ha confezionato una favola moderna di 92 minuti. 
La realtà, il dramma, i sentimenti e la magia onirica si riassumono in una  scena che si può definire "la scena" del film.  Hushpuppy, di ritorno da un locale "sognato" dove, per un attimo sente la presenza della sua mamma, vive un' esperienza di crescita che la riconduce sui suoi passi. Un processo di maturazione che le fa capire che il suo posto non è in quella realtà di mamme e magia ma nella Grande Vasca vicino al padre morente. Sulla strada del ritorno, accompagnata dalle sue amichette, è  rincorsa da animali che sembrano enormi cinghiali. Tutte attorno a lei scappano. Hushpuppy si gira e si ferma ad aspettarli. Il naso dell'animale le respira sul volto. Hushpuppy gli parla e lui si ritira. Hushpuppy ora è pronta a veder andar via suo padre (altro interprete sublime, soprattutto se si considera che il suo vero mestiere è vendere donuts). 
E' cittadina di un mondo in cui bisogna lottare e lei non ha più paura. 
Auguro a questo film e a tutti coloro che lo hanno realizzato di vincere tutte e quattro le statuette. E' ora che il cinema torni a raccontare per immagini e parole. E'ora che vengano premiati i professionisti del racconto.  Era ora che il coraggio, mano nella mano con la speranza, tornasse sul grande schermo. Grazie. 

PostScriptum:... e grazie alla distribuzione italiana Satine film e Bolero film per averlo portato in Italia. 

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