
Che cosa abbiamo fatto per vincere? Ciò che serviva: il gol di Simplicio con li abbiamo buttati fuori dalla Coppa Italia.
A fine primo tempo nessuno credeva in un epilogo del genere. Marco e Christian, durante l’intervallo, volevano tornarsene a casa: “Una partita oscena, se partiamo ora tra venti minuti ce la vediamo comodamente dal divano”. Quarantacinque minuti di silenzio e di totale voltastomaco. “Va beh che è Carnevale ma Ranieri c’ha voluto fare uno scherzetto?” dico a Mirko mentre con lo sguardo finisco in Curva Nord e la nausea, mi prende subito allo stomaco. Decido di cambiare prospettiva così mi concentro sul campo ma la partita non mi fa sentire meglio. Adriano, grande e grosso, sembra un sacco di patate. SuperMarco fa l’eremita, non per colpa sua. “E’l’ultima volta, non vengo più” si lamenta Sandro mentre il piccolo Matteo si augura che sia una bugia. Poi ecco la Roma che conosco. Quella che ti riempie di luce anche se la nostra luce, il nostro Capitano, oggi purtroppo è espulso. Scendono in campo il Francese e il Montenegrino. La partita si accende. Si sente lo scoppiettìo come di pop corn; si vedono i coriandoli caderti addosso. La Montemario impazzisce sembra tutta Curva Sud fino a lì. E’ l’effetto Borriello, che segna di nuovo su rigore. La mano destra devo averla schiacciata in non so quale abbraccio. Ho perso la sensibilità ma il cuore batte, sono viva. Un vantaggio durato poco poco. Poi solo Roma. “Il Carnevale se non è brasiliano che Carnevale e’?” deve aver pensato Simplicio che, micio, micio, ha toccato la vittoria a fil di palo. La Sud ha iniziato a ballare la Samba. La Curva laziale si è dileguata nel nulla sotto il nostro coro, classico ormai con loro, “Non vincete mai!”. Battiamo le mani a Capitan Futuro e inviamo un pensiero a Capitan Totti. Mascherina ti conosco, non ti capisco, ma ti conosco canto rivolta a Mister Ranieri, poi continuo a cantare perché per tutta la notte.
(tratto da Il Romanista 21 Gennaio 2011)
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