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04 novembre 2013

La Roma, la vetta se la tiene stretta


Un altro lunedì da primi in classifica.
Inizia così il mese di Novembre: 31 punti, 10vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte.
Ieri sera me ne stavo seduta sulla stessa sedia sulla quale ho visto Udinese - Roma, distratta al punto giusto, quello che ti permette di non farti venire il crepacuore, con davanti un bel bicchiere (poi due e infine tre) di Barbera per mantenere lo stato d'animo in quella leggerezza necessaria che aiuta a superare gli ostacoli con più facilità.
Prima di un esame all'Università mia nonna mi diceva sempre:
"Bevici su un bel bicchiere di vino rosso! Quando uno beve le cose le dice meglio, vedrai come ti ricordi tutto e se non te lo ricordi almeno ci ridi su!"
Già quando uno beve le cose le vive meglio, senza quei freni inibitori che si collegano alla testa pronti a farti scattare ansie e preoccupazioni.
Eppure qualcosa non è andato per il verso giusto. Quando ha segnato Kevin Strootman m'è parso un segno, non lo nascondo, pure questa vinciamo! m'è so' detta con la bocca serrata ma era più un modo per autoconvincermi che altro. 
Dentro, in fondo sentivo che qualcosa sarebbe potuto andare storto. 
Lo sapevo quando vedevo quei ricci di  Cerci muoversi sulla fascia sempre in anticipo rispetto a Balzaretti. La vista di quello sfrontato mi innervosiva al punto d'inveire contro la Roma che in attacco non usava gli esterni mai, neppure quando c'era un ammasso di giocatori granata ad aspettarci al limite della loro area di rigore. 
Quando poi arriva il gol di Cerci il riccioletto maledetto, mi alzo, urlo, sbraito, tiro a terra qualcosa che mi era capitata tra le mani e me la prendo con un fallo che andava fischiato e che invece l'arbitro Banti non ha neppure visto.
"Benatia era in ritardo" tuona Mirko dal profondo del divano dove era finito dopo quel gol che pareva essere arrivato sulla sua pancia e averlo trascinato in un angolo del cuscino, quasi lo avesse seppellito vivo. 
Non aggiunge altro mentre io riempio casa di parole, di urla e minacce.
"Era fallo, cazzo!!! Fallo!!!"
Il copione si ripete dopo un po' quando nessuno segna ma Maicon fa un volo nell'area di rigore. 
Questa volta però le parti s'invertono. Mirko urla e io rispondo:
"Era iniziato fuori".
La cosa buffa è che alla fine di una partita che la Roma e il Mister hanno gestito magistralmente, l'unico fallo che ci doveva far saltare dalle sedie, noi non lo avevamo visto. 
Sto parlando del fallo da rigore netto su Miralem Pjanic.
Garcia docet: non parlo delle decisioni arbitrali. Così mi adeguo, perché la Roma è da una vita che non può affidarsi all'omino dal fischietto in bocca.
Un romanista sa che quando scende in campo il primo nemico da combattere è proprio lui. 
Così sfuma il sogno dell'undicesima vittoria consecutiva. Sfumano i 5 punti di vantaggio e la Roma per un momento torna ad essere umana.
C'è qualcosa di male nell'essere umani? No, anzi. Chi è umano non ci sta, sa cosa significa vincere e cosa perdere. Chi è umano vive delle emozioni ed è per quelle che lotta. Non a caso ci ha segnato Alessio Cerci. 
Il secondo gol ai romanisti è di un figlio suo. Di un ragazzo che è romanista dentro e che c'ha quella rabbia e quella fame tipico dei romanisti veri.  
Meglio Alessio dunque che qualcun altro. Meglio oggi che a fine Campionato. 
Torino - Roma è stata già archiviata adesso bisogna concentrarsi sulla prossima partita. 
IL'Olimpico di Roma ospita il Sassuolo e questa volta in campo ci sarà un atteso ritorno, quello di Gervinho. 
Siamo più pronti che mai e non temete la Roma la vetta se la tiene stretta...parola di Tacco12. 

PostScriptum: "Prima o poi doveva accadere" ha detto Daniele. Già la Tabellina del 3 del resto era finita è giunta l'ora di ricominciare di nuovo...

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