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07 settembre 2015

Roma - Juventus: 2-1 : il Gigante Dzeko e la Juve lillipuziana

Roma - Juventus 2-1: il Gigante Dzeko schiaccia una lillipuziana Juventus

Roma - Juventus 2-1 mettiamo subito le cose in chiaro


C'è qualcosa di più bello di un lunedì che segue la domenica della vittoria della Roma sulla Juventus?
Due lunedì dopo la vittoria della Roma sulla Juventus!
Non scrivo il diario della Tifosa dalla fine di Aprile, quando lo scoraggiamento per una stagione calcistica deludente mi ha completamente pervasa, lasciando la mia testa priva di elaborare concetti originali in merito alla mancanza di gioco della squadra. Nemmeno il derby con la Lazio, vinto grazie al gol di Yanga Mbiwa (aspettato da me per un anno intero) mi aveva fatto cambiare idea.
Certo quel successo avera risollevato il mio umore ma il dispiacere per i punti persi nel girone di ritorno non li avremmo più recuperati e un'altra stagione era terminata "solo" con un prezioso secondo posto, per l'ennesima volta.
Così quando sabato 22 agosto il Campionato 2015-2016 ha avuto inizio, dopo un mercato estivo questa volta decisamente gratificante, ho visto la Roma scendere in campo contro il Verona, ero certa che ne avrei avuti di concetti da esprimere.
Purtroppo il debutto finito 1-1 non ha fatto che tirar fuori di nuovo i vecchi problemi. Come una coppia che si ama e si allontanta per qualche mese, nella speranza che una pausa di riflessione sia il rimedio sufficiente per appianare i diverbi cronicizzati dall'abitudine e alla prima occasione capisce che nulla è cambiato.
Così dopo Verona - Roma non ho scritto nulla e ho aspettato che Roma - Juventus venisse giocata.

Roma - Juventus, la prova del 9


Ai laziali e agli juventini che mi dicono: "Tanto ad Agosto voi vincete sempre il Campionato" rispondo lapidaria: "Nessuno qui ha parlato di Campionato. Abbiamo vinto una partita però, questo lo possiamo dire?"
Allora tacciono, abbassano gli occhi, si mordono le labbra e annuiscono. La verità non si può negare. La Roma finalmente è tornata. Rudi Garcia finalmente è tornato.
Una squadra rinnovata, ancora una volta ma questa con i giusti innesti, Dzeko in primis, che ha saputo gestire una Juventus, rimaneggiata dalla perdita di Pirlo, Tevez e Vidal, e vincere uno scontro diretto importantissimo.
Dopo un'estate all'insegna di colpi di mercato e una Curva Sud da dividere, con conseguente perdita di posti per gli abbonati già tesserati, la stagione in casa si è aperta con la protesta della Sud.
Una Curva Sud piena e muta, capace di cantare solo cori contro la polizia e i celerini mandati irresponsabilmente a offrire la propria pelle a 10 mila tifosi arrabbiati.
Un esordio pessimo sugli spalti che per fortuna non ha rispecchiato quello in campo. Lo Stadio strabordava di tutto. Il sole scioglieva i volti abbronzati e rilassati, il numero 10 di Totti campeggiava sulle spalle di donne, uomini e bambini mentre bicchieri di acqua fresca e birra gelata dissetavano bocche pronte a schiarire la voce per esultare.
Il numero 10 di Francesco Totti, il nostro Capitano che per la prima volta  a Verona non è stato schierato in campo e non è subentrato nei 90' per "scelta tattica".
Il nostro Capitano che anche contro la Juventus resterà in panchina, perchè gli anni passano per tutti e di lui avremo bisogno molto quest'anno e dobbiamo farlo giocare quando è necessario.
La banda degli Ultras Gonzaga era al completo: Marco, Christian, Sandro, Matteo, Mirko, Chiara e Antonella.
Sugli spalti Alma e i suoi 80 anni superati da tempo, aspettavano l'ennesima stagione dell'As Roma con lo stesso fremito di un ragazzino di 5 anni .
Marco torna all'Olimpico da papà, Christian da uomo innamorato, Sandro da padre attento e lavoratore premiato, Matteo da adolescente sempre meno bambino, Mirko da collezionista attento, Chiara da scrittrice curiosa e Antonella da cinquantenne favolosa.
Ognuno al suo posto, pronto per affrontare una nuova stagione proprio come Massimo che fisicamente si trovava davanti a un forno a sfornare pizza ma con il cuore era proprio dove eravano noi.

La partita


La formazione della Roma non era quella tipo.  Daniele De Rossi viene schierato come centrale di difesa, ruolo in cui si rivelerà perfetto (e guai a chi mi parla male di Daniele) ma che non è certo il suo, almeno non lo era stato fino a quel momento.
Francesco Totti è spettatore, un leone in gabbia. La partita inizia ed è subito Roma - Juventus con un rigore a favore della Roma, non concesso, dopo nemmeno un minuto di gioco.
La Roma non si arrende, continua a pressare mentre la Juventus si chiude nella sua area come una squadra provinciale, incapace di uscire fuori se non con sterili contropiedi .
Pogba è nervoso, forse troppo per essere un fuoriclasse, dimostra che la Juventus ha paura... che fine hanno fatto gli schemi di Conte? E Allegri che cosa è in grado di fare adesso che è orfano di un'eredità che ha sciupato con maestria nella scorsa stagione?
Nonostante qualche giallo non distribuito da Rizzoli e un predominio giallorosso evidente, chiedetelo al palo sotto la curva nord, la partita finisce i primi 45' con un risultato di parità 0-0.
Pieghiamo i giornali disposti sui sedili blu e ce li portiamo con noi mentre scendiamo le scale del settore 15 alla ricerca di un caffè e di un po' di acqua prima che di sgranchirci le gambe.
La Roma ci sta piacendo. L'ottimismo trapela dagli occhi del vecchio con la sigaretta in bocca, dalle fossette del bambino che divora il gelato e soprattutto dal chiacchiericcio divertito dei tifosi in fila al bar. La Roma c'è e questo oltre ad essere un conforto è una gran bella notizia.
Il secondo tempo assomiglia al primo: la Roma pressa mentre la Juventus aspetta.
Questa volta però la Roma attacca verso la Curva Sud. E' il 61' quando Pjanic batte una punizione al limite dell'area e lascia Buffon fermo. L'esplosione di gioia è incontenibile. Mi aggrappo a Mirko e non voglio si muova, ho bisogno di stritolare qualcunoper essere certa che quel gol meraviglia sia vero. La Roma vince 1-0 meritatamente.
La Curva Sud smette di protestare, di prendersela con l'altra Curva Sud che incita la squadra, e si accorge del vero motivo per il quale è allo stadio: tifare.
La Roma continua a pressare, Mister Garcia sostituisce Salah con Iturbe che rimedia subito un giallo per la Juventus e poi.. poi Evra viene espulso  ( del resto sempre meglio che mettere fuori Pogba) e al 79' Dzeko corre sotto la Sud per abbracciarla tutta: è 2-0 e Dzeko segna il suo primo gol giallorosso lasciando Chiellini inebetito. 
Lo Stadio impazzisce letteralmente. La gente salta da una fila all'altra. Mi giro per dare un cinque ai ragazzi dietro di me, non trovo nessuno. Sono tutti corsi verso il campo, come se potessero abbracciare quel gigante arrivato dal Nord, il gigante Dzeko - Gulliver cui basta una pedata per schiacciare gli juventini - lillipuziani che cercano di legare mani e piedi a una Roma troppo grande per rimanere vinta.
Un gol bianconero all'87' di Dyabala non rovina la festa a nessuno, anche se una parata incredibile di Szczesny allo scadere della partita, per un attimo blocca la digestione a una vittoria che aveva già profuso il suo sapore di pasta fatta in casa, un sapore autentico.

La vittoria

Un successo voluto, ecco il significato di Roma - Juventus.  Una Roma coraggiosa che ha inflitto alla Juventus, per la prima volta nella sua storia, la seconda sconfitta successiva in campionato lasciandola a 0 punti.
Qualcosa forse sta cambiando lo dice l'arbitro che nonostante la sua direzione di gara insufficiente non è stato capace di fermare il successo giallorosso. Lo dice il palo che ancora trema e lo dice Pogba miracolosamente sfuggito al cartellino rosso, oltre al rigore negato di cui tutti dobbiamo parlare perchè è quando si vince che certe cose vanno dette.
Una vittoria voluta dal gruppo che significa: Totti in panchina e Digne, appena arrivato e già combattente, in campo. Signifia Falque titotale e Gervinho a guardare.
Significa De Rossi Capitano vero, con buona pace di chi gli vuole male. La Roma è pronta per raggiungere un traguardo e siamo pronti anche noi. 

28 aprile 2015

Inter - Roma 2-1: in scena il Calcio che non piace più a nessuno


Si scende di nuovo in campo

Non facciamo in tempo a mangiarci il fegato per una partita che subito ne arriva un'altra.
Domani sarà il turno del Sassuolo. Seconda trasferta consecutiva dopo il "disastro" di Milano e non dite che sono esagerata.
La Roma non vuole più vincere, non vuole più segnare e ha una sfortuna tipica degli "sfigati" e di quelli poco audaci.

La fortuna aiuta chi la cerca


Sabato non aveva iniziato male. Il gioco c'era, poi un gol inventato da Hernanes e un palo preso hanno trasformato la scena in un copione, ahimè, letto e recitato a memoria.
Il secondo tempo con l'uscita di Capitan Totti ha visto una squadra più dinamica e veloce, pronta a prendersi un punto con un gol rabbia di Radja Nainggolan che qualcuno vorrebbe sacrificare sulla via di Manchester per tenere Miralem Pjanic (almeno così leggo questa mattina su alcuni giornali).
Se la notizia fosse confermata non mi meraviglierebbe di certo perchè è questo che capita alla mia Roma ultimamente, essere lo specchio dell'Italia, del Paese di cui è Capitale: mandare via chi fa qualcosa di buono in nome e in sacrificio di cosa e di chi soprattutto?
Non ci sto.


Domenica allo scadere del tempo regolamentare Mauro Icardi ha segnato un gol "scontato" agli occhi di chi la Roma la conosce bene.
La Roma ha perso una partita con una squadra assolutamente mediocre ma l'ha persa meritatamente perchè vince chi davvero vuole vincere.
Non bisogna essere i più forti, bisogna avere voglia.
Troppe chiacchiere su mister Garcia che vuole andare via, su partenze senza ritorno di altri giocatori e su contratti in scadenza che non verranno rinnovati.
Basta.
Chiedo pietà a tutto questo girotondo che fa venire il volta stomaco lasciando chi è sulla giostra senza punti fermi, in balia del nulla.
Se a Francesco non rinnovano il contratto che problema c'è??? Lo dico da innamorata tottiana convinta ma Francesco ha quasi 39 anni ed è normale che possa non essere riconfermato almeno per quanto concerne una lunga durata. Magari gli proporranno altro ma, in finale, lui quello che può dare lo continua a dare sempre e da una vita, per quanto ancora potremo contare sul nostro Capitano?
Preoccupiamoci di avere una squadra, di non cambiare di nuovo tutti, di non ricominciare di nuovo. L'allenatore cambierà?
Forse si, e già questo potrebbe creare un problema perchè le squadre che vincono sono quelle che hanno un assetto ben definito, ricominciare ancora significherà aspettare ancora.


Dove si arriverà


Domenica quando la Lazio ha pareggiato in casa con il Chievo e la Juventus ha perso il derby di Torino, a differenza di molti romanisti, il mio umore è diventato ancora più insopportabile.
Un campionato senza padroni (Juve a parte, che comunque perde molti più colpi di quanto abbia fatto lo scorso anno) che si poteva gestire in modo diverso. Un'altra occasione persa, l'ennesima.
Tanto basta. 
L'Inter gioisce per i tre punti e tu scivoli al terzo posto con il Napoli a due punti e il fiato sul collo. Nemmeno una certezza nelle gambe e nella testa. La solita cantilena che recita: "Dobbiamo rialzarci subito".
La conferma di non conoscere più la propria indentità, la propria forza. Una squadra costruita per arrivare in Europa?
Mentre Allegri piange ai microfoni, guardo una classifica infame che getta dubbi su un secondo posto fino a due settimane fa certo. I conti dicono che ce la faremo ma se la Roma non torna a crederci nemmeno il 4 posto sarà certo.
E se pure lo acciuffassimo significherebbe preliminari il che sarebbe un pessimo inizio.
Non rimane che sperare nel Bayern Campione in Champions League per rendere meno ridicola la nostra figura europea. Certa che la Lazio vincerà la Coppa Italia, rimane una sola data per risollevarci dalla delusione. Una sola data ed è sempre più vicina.


Che calcio è questo 


Nel frattempo non scrivo più della malafede arbitrale che vedo dilagare di partita in partita, di squadra in squadra.
Piccole cose: un giallo non dato per evitare un'espulsione, punizioni non viste ecc.. ecc.. il "solito" direi e questo mi rattrista più di tutto.
Ho iniziato a perdere fiducia in un sistema che ho messo in discussione ma non ho mai abbandonato. Il sistema calcio che impazzisce da solo con una bomba carta che scoppia e per la quale si "sospende il giudizio" solo perchè si tratta di una tifoseria che non si chiama Roma o Napoli.
Siamo sinceri ma se una bomba carta fosse scoppiata a Roma al San Paolo o in qualsiasi altro stadio,  quanti giorni la curva Sud o Nord sarebbe rimasta chiusa??? Quanti???
Invece per Torino si sospende il giudizio.
Vogliamo poi dire qualcosa su Denis e delle sue 5 giornate per un pugno sferrato negli spogliatoi?
I giocatori sono saturi anche quando pareggiano all'ultimo minuto una partita importante non riescono a liberarsi dai rancori e a non cedere alle provocazioni.
Male lui e Tonelli che l'ha provacato.
Male perchè il calcio è altro... o almeno lo era appena qualche anno fa. 

18 marzo 2015

As Roma - Sampdoria, il silenzio di chi ama

As Roma - Sampdoria 0-2, il silenzio di chi ama

 

As Roma, assente ingiustificata


L'As Roma è assente ingiustificata, io no. Dopo 21 giorni torno a scrivere e chiedo scusa ai miei lettori. Lo so ogni tanto inizio i miei post così ma devo confessarvi che dopo le ultime partite ho avuto seriamente difficoltà a esprimere un giudizio su quanto stava capitando all'As Roma.
Dopo la vittoria con il Feyenoord ho sperato nella previsione di Capitan Totti quella che recitava:
"Se vinciamo giovedì, vinceremo anche lunedì contro la Juventus" ma così non è andata e la delusione ha prevalso sulla razionalità.
Una partita, quella contro i bianconeri, che si poteva perdere ma anche vincere. Una partita che serviva per riscattare quella "pagliacciata" dell'andata, che doveva rimettere in gioco tutto, ma che non ha rimesso in gioco niente.
Così priva di umore e di parole, dopo la fallita profezia di Totti, ho mantenuto il silenzio in attesa di un segno.

As Roma - Chievo 0-0


La settimana successiva il segno non c'è stato. Uno 0-0 contro il Chievo ci ha tenuto inchiodati miracolosamente al secondo posto, più per demerito di chi insegue che per merito della Roma stessa. A colpire, ancora una volta, la totale assenza di gioco e d'idee.
Nel mirino dei colpevoli entrano (o sarebbe giusto scrivere: entrano di nuovo) i due pilastri della squadra: Totti e De Rossi. Il primo perchè "vecchio" il secondo perchè "morto".
Certi soggetti che si definiscono tifosi ne hanno dette e scritte di tutti i colori senza vergogna, senza memoria. Penosi.
Anche per amore di Totti e De Rossi ho continuato a tacere. Ho voluto vedere fino a che punto il mio silenzio doveva protarsi. Fino a dove si può mantenere il fiato senza prendere ossigeno.

As Roma - Sampdoria 0-2: Totti e De Rossi


Fiorentina - Roma 1-1 di Europa League

Poi è stato il turno di un incontro tutto italiano per un trofeo internazionale. Quello dei Viola di Montella, presi a schiaffi dalla Lazio in Campionato, contro l'As Roma al Franchi alla ricerca ormai continua di riscatto.
Daniele De Rossi questa volta la combina davvero grossa, un suo errore procura il vantaggio della Fiorentina. Cosi "si butta malato" (si dice a Roma) ed esce, in preda ai sensi di colpa forse e alla consapevolezza che le critiche che gli vengono mosse da mesi, iniziano davvero a trovare terreno fertile.
La Roma soffre ma piano piano esce fuori.
L'uomo di questa rinascita si chiama Keita, che dopo aver pareggiato la partita con Juventus all'Olimpico, infila la testa su un cross dal calcio d'angolo di Florenzi e insacca alle spalle di Neto, che aveva già parato un rigore a LjaJic (l'unico ex che non segna).
E' ancora una volta 1-1 ma questa volta è un pareggio buono. Lo dicono tutti. Sprazzi di Roma tornano a farsi vedere. Daniele De Rossi a parte, la Roma sembra esserci, forse si può tornare a prendere fiato.
Aspetto ancora un po' prima di scrivere un post, prima di dire la mia. Come un pesce fuor d'acqua, che per paura di perdere ossigeno continua a boccheggiare, in attesa di un Roma - Sampdoria che potrebbe definitivamente getterami nel mare a nuotare.

As Roma - Fiorentina 1- 1, il gol di Keita

As Roma - Sampdoria 0-2


Si sa che, se per le quote della Snai l'As Roma è data favorita, la Roma porterà a casa il risultato meno scontato. Così è stato. Poteva vincerla, dato che non vinceva in casa dallo scorso 30 novembre 2014, e poteva addirittura pareggiarla, nessuno ne sarebbe rimasto sorpreso, ma no, no  la Roma questa partita ha deciso di perderla.
Rimanendo ancora inspiegabilmente al secondo posto ma guardando dall'alto a una sola distanza l'odiata Lazio che ha preso il volo e zitta, zitta ha ridotto la distanza.
Ecco starei trattenendo ancora il fiato se l'epilogo che mi si mostra non mi apparisse tanto tragico da togliermi definitivamente la parola. E allora ho deciso di parlare.
Per quanto ancora l'As Roma potrà rimanere incollata a questo secondo posto?
Ce la farà a vincere all'Olimpico contro la Fiorentina giovedì prossimo? Come si può risollevare una squadra che perde quando gioca bene e pareggia quando gioca male?
Che ci siano problemi grossi è evidente da tempo.
Anche se già da tempo avevo espresso il mio punto di vista, e se c'è una cosa che odio è ripetermi e dire "L'avevo detto", a questa Roma manca una Società. 

Manca una Società


Vorrei chiamare all'appello tutti quelli che se la prendevano con la famiglia Sensi, che sono gli stessi che dicono che Totti è finito o, peggio, che Totti è un problema.
Contro i blucerchiati Totti è stato il migliore in campo, unico fuoriclasse di una squadra senza palle.
All'As Roma manca una Società seria, in grado di essere presente e di tirare per le orecchie chi marcia male. Impariamo a dare un vero nome ai problemi.
Questa Società manca come un genitore in carriera, preoccupato dei suoi business e pronto a fare dei regali spropositati ai suoi pargoli per compensare le sue assenze.
"Eccoti lo Stadio, eccoti lo sposor Nike e il Roma Village. Poi un bel restyling a Roma Channel e una Radio tutta tua, contenta??? Facciamo un precampionato in Australia allora!"
Ecco le promesse di un genitore assente, uno che guarda le partite da Boston e non fa altro che viziare i suoi figli.

As Roma - Sampdoria 0-2 : il silenzio di chi ama, Emma Ferrero giallorossa

Il silenzio di chi ama


Contro la Sampdoria sono rimasta a casa. Fuori pioveva e l'umidità m'invadeva le ossa. Non avevo voglia di bagnarmi per questa Roma. Mi sono anche sentita in colpa. Mi sono detta "che razza di tifosa sei? Cosi vecchia ti sei fatta? " Poi ho aspettato.
Ho aspettato sul divano di casa di vedere una reazione in campo della squadra, di sudarsi una vittoria ma questa volta, oltre al danno anche la beffa.
Viviano para la qualunque e la Roma non concretizza anzi rimedia due gol. Sinisa dal bordo campo fa i salti di gioia, mentre il "Viperetta" si presenta alle telecamere con la figlia Emma e la sua sciarpa giallorossa al collo. Lui sbraita, inventa qualche gag e dichiara amore al suo allenatore.
Emma tace, parla solo quando interpellata. Tace con la sua sciarpa al collo e gli occhi tristi che guardano in giù.
Emma tace in un silenzio che parla d'amore, proprio come il  mio perchè chi ama aspetta in silenzio, certo che il proprio amore sarà ricambiato.
Quando uno ama con tutta l'anima, dove va a finire quella passione?  Prima o poi ritorna, ritorna per forza.

As Roma - Fiorentina, l'epilogo?

Giovedì nello Stadio Olimpico di Roma ci sarà il ritorno di Europa League contro la Fiorentina, non so come finirà e, a questo punto, sono relativamente preoccupata.
Potrebbe essere la svolta o la conferma di una stagione partita con aspettative altissime e finita a puttane.
Resterò muta, in silenzio, qualunque sarà il risultato, perchè chi ama non si accontenta di una carezza, chi ama merita molto di più. Merita amore eterno e rispetto.

27 febbraio 2015

Feyenoord - As Roma 1-2 e la previsione di Capitan Totti continua...

 
Feyenoord - As Roma 1-2: il primo gol di Adem Ljajic

Feyenord - As Roma 1 - 2 : il gioco continua...


Qualche giorno fa avevo iniziato il post sul dopo Hellas Verona - Roma con la seguente considerazione:
"Trovare le parole per consolare qualcuno tradito dal suo amore a volte può essere davvero difficile. Soprattutto se il primo a sentirsi ferito è chi deve consolare, perchè l'amore per la Roma è oltre la comprensione di qualcuno che non sia tifoso. A volte è oltre la comprensione dello stesso tifoso al punto che se qualcuno ti chiede: "Ma chi te lo fa fare?"
Poi mi ero fermata, incapace di scrivere considerazioni originali su quanto stava accadendo alla mia Roma. Così non avevo pubblicato il post in attesa che la partita di Europa League mi desse qualche spunto.

Impeccabilmente, dopo Feyenoord - As Roma 1-2, con gli spunti arriva anche la risposta alla domanda che poco sopra mi sono posta: ma chi me lo fa fare?
Il calcio me lo fa fare. Un gioco in cui si può vincere e perdere, si può avere fortuna o sfortuna, si può morire e risorgere.

Se nell'incontro di Verona, l'unico che meritava la mia nota di merito, era l'immenso Capitano Francesco Totti che al minuto 25' aveva segnato il suo gol n. 240 portando la Roma in vantaggio, in quel di Rotterdam voglio parlare di tutti, perchè finalmente ha giocato una squadra.

Feyenoord - AsRoma 1-2 : finalmente gioco di squadra

Il segreto della vittoria

La partita di Rotterdam ha dimostrato due cose: 1. Quando l'As Roma gioca da squadra, vince;
2. L'As Roma non ha dimenticato come si gioca e questa è la notizia più notevole. 
Certo non è stata una Roma impeccabile, ma nel complesso ha gestito una gara difficile, in un ambiente ostico e in uno stadio dove il Feyenoord non aveva mai perso. 
Il tutto con un atteggiamento maturo, che non ha ceduto alle provocazioni, e che l'ha premiata facendole guadagnare 3 punti e un passaggio di turno che, in questo momento, era fondamentale. 

Ogni maledetto giovedì

Ogni maledetto giovedì lavoro al ristorante di famiglia Armando Al Pantheon, del resto tra una cameriera e una giornalista la differenza è minima (se non per il trattamento economico che per il cameriere è migliore ovviamente). 
Potete immaginare cosa significhi per una famiglia di malati romanisti non vedere la partita? Qualche volta già ve ne ho parlato ma vi assicuro che ogni volta è un'agonia.
La tensione è sempre altissima, soprattutto se si gioca in Europa e se le altre squadre italiane si stanno qualificando tutte. Inoltre considerando il periodo poco "felice" della Roma, è ovvio che l'umore non sia proprio alle stelle.
In cucina zio Fabrizio è talmente agitato che non vuole sapere nulla, mentre mio cugino Flavio si sintonizza con il cellulare sulla frequenza radio che trasmette il match. 
Il mio via vai, dalla cucina alla sala, non mi permette di cogliere nessuna notizia. Ogni tanto chiedo frettolosamente a Flavio: "'Mbè come va?" e lui mi risponde con un: "Totti palonetto fuori" e dopo qualche minuto "Totti palo"!
"Eh cavolo però! Allora c'ha ragione papà siamo pure sfigati!!!" Papà che, da romanista malata, ha preferito una serata al teatro senza sapere cosa si sarebbe perso.
Zio mi azzittisce : "Non comincià adesso!"
E chi comincia??? Mi defilo in sala alla ricerca di piatti da alzare, di dolci da consigliare e caffè da distribuire. 
Intanto dalla radio si sentono solo fischi, tanti fischi, assordanti, fastidiosi, fino al minuto 47 del primo tempo quando Ljajic segna e allora ai fischi, si sostituisce un unico e fragoroso urlo di gioia del radiocronista. L'ansia si rompe e, in quel momento, quell'urlo interpreta lo stato d'animo di tutti noi all'ascolto. 
Salgo in cucina (scrivo salgo perchè ci sono 3 scalini che dalla sala conducono alla cucina a "vista") e mi nascondo nell'angolo, dove si trova mio cugino per un'esultanza muta ma tanto liberatoria. 
Il primo tempo termina così con Fabio, il cameriere di sala, che chiede: 
"Che succede? Chi ha segnato? Che dice Mirko (infatti Mirko di solito mi aggiorana via whatsapp)?" per poi commentare a risultato positivo raggiunto: 
"Tanto lo sapevo". 
Eppure a me quando la Roma segna la gioia dura un attimo. Vorrei che la partita terminasse, che tutto si concludesse all'istante perchè l'ansia mi uccide. 

Feyenoord - As Roma 1-2: il raddoppio di Gervinho


Il secondo tempo riprende sommerso da fischi. 
Il radiocronista parla di oggetti in campo e Mirko mi scrive di "partita cattiva" e "continue provocazioni da parte dei giocatori del Feyenoord". 
All'ansia si unisce un po' di preoccupazione: Perchè una partita di calcio deve trasformarsi in un incontro di pugilato?
Pochi minuti e Flavio mi avverte che la partita è sospesa.
Sospesa? E fino a quando? Dieci minuti non passsano mai. Dalla radio si sente di nuovo qualche fischio e una voce che descrive il gioco. 
Flavio è serio e mi comunica che il Feyenoord ha pareggiato
Non ci voglio credere. Questi hanno avuto un comportamento inadeguato in trasferta, oggi tirano oggetti in campo fermando una partita e tutto è "normale"? Magari passano pure il turno? 
Non parlerò di questo perchè non voglio rubare la scena alla festa... quindi proseguiamo.
Flavio dice che tanto la Roma fa ricorso ma l'assurdità della situazione m'innervosisce, senza considerare che dal minuto 9', esattamente quando la partita è stata sospesa, il Feyenoord giocava in 10 per l'espulsione di uno che ho soprannominato Tè Verde, per l'assonanza del suo nome alla bevanda, ironia della sorte nota per le sue doti calmanti.
Scendo di nuovo in sala. 
Meglio sparecchiare e scambiare qualche chiacchiera con i clienti. 
Dalla cucina trascorrono pochi minuti e si affaccia Flavio che, con le mani infilati nei guantoni gialli di gomma per pulire i piatti, mi indica un 1 con la destra e un 2 con la sinistra. Sorride e il nome di Gervinho arriva fino a Piazza del Pantheon. 
Ora bisogna solo tener duro. 

Appuntamento a lunedì sera

Quando l'arbitra fischia è finalmente vittoria. E allora a quel paese i mulini, i tulipani, gli zoccoli di legno e la sirenetta. A quel paese l'Olanda e la paura, la sfiga e la violenza. 
La Roma ha ritrovato un po' di quella fiducia che era sparita. Ha capito che l'Europa League si può fare, che la squadra non è sparita, che la vittoria ha un gusto più buono della sconfitta o del pareggio. 
Ed è fondamentale che tutto ciò sia successo alla vigilia di una partita tutta da giocare, di una rivincita tutta da vincere. 
Nel calcio ci sono match che durano 90' e match che durano una vita. 
Roma - Juventus è uno di quei match. L'As Roma lo sa e dopo la vittoria di ieri ne è certa: As Roma - Juventus è  pronta per essere giocata. 
Lo ha detto anche Capitan Totti ieri in conferenza stampa e in Totti we trust.
La vendetta va servita fredda... alle 20.45 di un lunedì 2 Marzo 2015, in uno stadio Olimpico pieno. Loro contro noi. 11 contro 12 e questa volta non basteranno 3 gol in fuori gioco per vincere.


16 febbraio 2015

As Roma - Parma 0-0: Pierrot, Lady Gaga e chissà...

As Roma - Parma 0-0, una partita triste come Pierrot

 

As Roma - Parma 0-0, una brutta partita 


Nel periodo di Carnevale alla Roma capita spesso d'incappare in partite tristi e piatte, che a volte si fermano a un insignificante 0 a 0, mentre altre si trasformano in disastri epocali (ricordo per esempio un Roma - Cagliari giocata di 1 febbraio 2013 finita 2-4).
Le cause di queste prestazioni potrebbero essere molteplici, la sostanza però è che non si vince da tempo e, soprattutto, che non lo si fa in casa contro squadre sull'orlo della disperazione come il Parma di Donadoni.
Nel mio cuore era riposta la possibilità che il ritorno di Gervinho potesse scuotere l'umore dello spogliatoio. Avevo la sensazione che potesse ricaricarlo un po' ma, evidentemente, mi sbagliavo.
In giro leggo che qualcuno se la prende con Mister Garcia, qualcun altro con i giocatori. E' un compito arduo ricercare le cause e forse non è così costruttivo.
Sarebbe forse il caso di concentrarsi sugli errori evidenti commessi da giocatori e tecnico per evitare il loro ripetersi.



Errare humanum est. Perseverare autem diabolicum. 


Iniziamo dal dire che sbagliare è umano, quindi che tutto può essere aggiustato. Quello che mi disturba terribilmente è la perseveranza con cui si prosegue nell'errore.
Mister Garcia per esempio ha schierato Doumbia.  Pur comprendendo la necessità di avere in campo una squadra offensiva, davvero non riesco a capire per quale ragione il francese abbia esposto un giocatore appena arrivato e, naturalmente spaesato, ai fischi (a mio parere inopportuni e ingiusti) della Curva Sud.
Errore, questo, che già aveva compiuto in precedenza quando aveva mandato in campo Ibarbo nonostante le sollecitazioni del Cagliari di farlo giocare dopo il 9 febbraio, giorno della visita medica. Il risultato è stato che Ibarbo sarà fuori almeno un altro mese.
Qual è questa fretta di voler buttare in campo i giocatori appena comprati quando in panchina ce ne sono di giovani con tanto di precampionato ben giocato sulle spalle?
Un altro errore lo imputo ai giocatori, anche quelli più bravi vedi Radja Nainggollan e Gervinho: il calcio è gioco di squadra, allora perchè giocate da soli? Perchè non correte insieme verso la meta invece d'innamorarvi di giocate singole che non portano a nulla?
L'ultimo errore è della società e delle maledette maglie con lo sponsor "speciale", come la migliore delle tradizioni anche questa volta con la scritta "buon anno" in cinese siamo stati capace di pareggiare. Non abbiamo vinto una sola volta, consiglierei d'indossare sponsor speciali solo in occasioni speciali.

As Roma - Parma 0-0, il Pierrot di Lady Gaga sulla cover di Applause


Perchè Pierrot?


Pierrot è una maschera della tradizione del Carnevale italiano.
Nata alla fine del '500 è stata, negli anni successivi, esportata in Francia prima e in Germania dopo, per poi essere conosciuta in tutto il Mondo. Una maschera triste con una lacrima dipinta sulla guancia.
Ecco questo Carnevale, che per fortuna finirà il prossimo mercoledì,  l'As Roma ha scelto la sua maschera, una maschera italiana trasformata da un francese. Una maschera triste.

Parma gioie e dolori


E pensare che la mia prima partita allo stadio fu proprio un Roma - Parma di qualche secolo fa.
Uno di quelli in cui la Curva cantava ancora "Solo i prosciutti, c'avete solo i prosciutti!"
Adesso nemmeno quelli c'ha il Parma, povera squadra in mano a una società che non paga i suoi dipendenti da mesi. Eppure nella loro povertà hanno più carattere della Roma, un allenatore che nonostante l'evidenza non si arrende e soprattutto una voglia di lottare finchè si può'.
Roma - Parma 17 giugno 2001 rimane poi "La Partita", quella che nessun tifoso romanista potrà mai dimenticare. Con i cancelli dell'Olimpico aperti dalle 10 di mattina e poi la festa, la grande festa del terzo scudetto.
Un'altra Roma... un altro Parma...

Il fatto però che il Napoli abbia perso e la Juventus non abbia preso tre punti contro il Cesena, m'induce ad avere speranza. C'è ancora un po' di tempo da mordere.
Questo è senza dubbio un Campionato giocato  sotto la media, pieno di ostacoli durante il percorso, e allora ho come la un'intuizione, come la sensazione che la famosa maschera di Pierrot sia più quella di Lady Gaga sulla copertina del suo singolo "Applause" che quella dei carri carnevaleschi.

Vuoi vedere che appena l'As Roma si cala la maschera, scattano gli applausi???




26 gennaio 2015

Fiorentina - As Roma 1-1, siamo come Willy Coyote con Road Runner

 
Fiorentina - As Roma 1-1, Ljajic al momento del gol del pareggio giallorosso

Fiorentina - As Roma 1-1 ha ridimensionato le aspettative dei giallorossi sulla vittoria scudetto


A dirlo sono in molti, forse troppi. Le categorie di persone che ne sono eccole suddivise nei seguiti tipi: "Quest'anno vincemo tutto", ossia il tipico energumeno da spiaggia che inizia a sparlarla grossa già dal pranzo di Ferragosto, complice il sole o il vino verrebbe da pensare, invece no.
"Non vinceremo mai niente", soggetto depresso cui la porola ottimismo risulta un foresterismo più che un termine italiano, pronto sempre a vedere il bicchiere vuoto se non rovesciato a terra.
Infine la categoria del "E' colpa dell'allenatore che non capisce un cavolo" con variante "di De Rossi che prende troppi soldi" oppure "di Totti che è un fenomeno ma ormai ha 38 anni" e infine "E' colpa de Ilary", perchè dare la colpa a una donna ci sta sempre bene.

La categoria "Ci manca la mentalità" 

Poi c'è la categoria nella quale m'inserisco che è un insieme di "Ci manca la mentalità", "Ci manca Pogba e quindi un campione che risolva le partite da solo".
Ci tengo a precisare che non mi ritengo una catastrofista. Siamo alla prima del girone di ritorno e ci sono ancora tantissimi punti a disposizione, il problema però resta la mentalità e più passa il tempo e più è evidente.
Su questo purtroppo non riesco più a mentire. L'As Roma sa reagire a uno svantaggio, sa giocare un bellissimo calcio quando è in vena ma non ha la rabbia, la cattiveria, la voglia di portare a casa 3 punti come dovrebbe essere.
Il perchè lo ignoro, come pure continuo a non capire come mai il nostro Mister non azzecca più un primo tempo che sia uno e mi viene il dubbio che non l'abbia mai azzeccato, tanto che lo scorso anno la Roma nel primo tempo segnava pochissimo.
Dobbiamo sempre "risistemare" schemi e testa alla fine del primo tempo, perchè?
Non voglio togliere merito alle squadre avversarie come la Fiorentina di ieri, fiera e padrona del campo, orgogliosa e bramosa di mordere l'AsRoma alla giugulare in uno dei suoi momenti di sonno. Brava la Viola e il suo allenatore, un ex-giocatore che mai potrà attirare le mie ire.

La partita dell'As Roma 


Ho cercato di guardare con poco coinvolgimento la partita di ieri, almeno nel primo tempo. Quando però i minuti iniziano a scorrere memorabili e senza pietà alcuna, l'agitazione mi coglie all'improvviso e inizio a urlare come una matta in preda al "Perchè? Perchè passate la palla indietro, cazzo!!!" 
La grinta c'è stata nei soliti minuti iniziali del secondo tempo, quando un Iturbe ispirato (finalmente) ha imboccato un Ljajic, sempre tra i miei preferiti, che l'ha buttata dentro come il più classico pronostico "gol dell'ex" prevedeva.
Nainggolan, pur non disputando una delle sue gare migliori, ha comunque tirato fuori la grinta. Totti, lui è stato il solito fuoriclasse, l'unico che la Roma abbia mai avuto. L'unico che si gira al volo e lancia la palla nella pallida speranza che qualcuno lo capisca e, purtroppo, nessuno lo capisce. Una coperta di cachemire su un'isola caraibica, un piatto di matriciana nelle mani di un vegetariano.
De Rossi ha salvato una palla quasi in porta (questo lo scrivo per chi ce l'ha sempre con lui) e Strootman si è fatto male, niente di serio sembra. Per il resto incornicerei l'espressione di Maicon e Mexes che prende per il collo Mauri... ops scusate quella è stata un'altra partita.

SS Lazio - Milan, Mexes perde la testa con Mauri


Siamo come Willy Coyote e Road Runner

 

Ed è mentre mi sedevo alla mia scrivania, intenta a buttar giù questo Diario della Tifosa che mi è venuto in mente il paragone con i famosi personaggi della Warner Bros.

Chi non conosce Willy Coyote e Road Runner con il suo "Beep Beep"? Solo uno che non è mai stato un bambino e immediatamente, per associazione d'idee o forse più di parole, ho cominciato a canticchiare la canzone di quel genio di Eugenio Finardi...

"Io mi sento come Willy il Coyote che cade ma non molla mai, che fa progetti strampalati e troppo complicati e a quel Beep Beep lui non lo prenderà mai...
Ma siamo tutti come Willy il Coyote che ci ficchiamo sempre nei guai, ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai... "



E dato che alla fine "Siamo tutti Willy il Coyote" ho trovato che la metafora tra AsRoma e Juventus con il cartonanimato disegnato da Chuck Jones potesse davvero dimostrarsi calzante.

L' As Roma "Willy Coyote" è lì pronta che progetta, compra giocatori, studia moduli vincenti e la Juventus "Beep Beep" le passa davanti seminandola, proprio quando sembrava che questa volta la Roma ce la potesse fare. Succede così a Willy ogni puntata, come ogni campionato succede all'As Roma.
Il povero Willy corre dietro a Road Runner dal 1949 fino a quando nell'ultimo episodio, dopo decenni di corse ed esperimenti a vuoto, Willy riesce a catturare il veloce nemico.

Chissà che non capiti anche alla nostra Roma qualche volta sbruffona e sognatrice, decisamente "umana" di acchiappare la Juventus Beep Beep proprio all'ultima giornata... tanto si sa che... 
ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai. 

01 novembre 2014

As Roma - Cesena: De Rossi segna ed è di nuovo vetta

As Roma - Cesena 2-0 : Daniele De Rossi segna il gol della vittoria | photo: www.sportmain.it

 

As Roma - Cesena, una vittoria che vale la vetta


Odio il turno infrasettimanale.
Lo odio perchè non posso essere nel mio Stadio a tifare la Mia Roma.  Lo odio, perchè mi perdo partite come Roma - Cesena, apparentemente insignificanti, facili, dal risultato scontato eppure imbevute di quello spirito che può dare alla testa tanto sono forti le emozioni che provocano.
Una partita iniziata con un commovente applauso per Stefano e Cristian, padre e figlio morti in un incidente stradale dopo Roma - Bayern.
In Curva Sud a prendere il loro posto la moglie di Stefano e la piccola sorellina di Christian. 
Un applauso lungo diversi minuti ha ammorbidito l'area umida della serata quando Morgan De Sanctis ha portato un grande mazzo di fiori giallorossi in omaggio ai due tifosi scomparsi. 
La commozione è tanta. La gente ha gli occhi umidi di una tristezza nata dall'incredulità per un episodio che la ragione non può comprendere. 
Tanti occhi d'acqua proprio come quella del mare dove Christian e il suo papà sono stati felici giusto un'estate fa. 
L'emozione è ancora stagna nei cuori quando Destro, a pochi minuti dal dal fischio d'inizio, grazie alla generosità di Gervinho, la butta dentro per l'1-0.
Non esulta Destro come un ragazzo ventenne dovrebbe fare. Esulta piuttosto come se segnare, quindi svolgere il proprio compito d'attaccante, fosse qualcosa di cui vantarsi. Come se essere primi in classifica, fosse solo merito suo. Peccato, non è l'atteggiamento di un vincente magari aveva solo una giornata storta. 
Tutto questo accade allo Stadio mentre mi trovo a lavorare al ristorante, con il cellulare a portata di vista, una cugina che non vuole sapere nulla perchè la partita poi la deve rivedere a casa, un collega (Fabio) più pazzo di me e papà che in cucina riesce a tenerci aggiornati in tempo reale. 
Mirko mi aggiorna dallo stadio ma dopo il primo gol non arriva nessun messaggio. 
"Possibile che solo 1-0 contro il Cesena?" 
Fabio non è tranquillo e sinceramente nemmeno io. Nel frattempo la Juventus continua a pareggiare. 
"Figurateee" dice papà.
Il tempo scorre da Armando al Pantheon, tra un piatto di fettuccine alle rigaje di pollo e un ossobuco. Scorre anche all'Olimpico e la cronologia della mia app sportiva recita: partita noiosa. 
Ancora 1-0. 
Risultato balordo perchè può trasformarsi in un pareggio all'ultimo minuto. La Juve intanto continua a pareggiare.
Salgo in cucina e vedo mio padre dimenarsi muto come in preda a una danza pugliese. 
"2! 2!" fa a bassa voce perchè mia cugina non senta. 
"Chi?" faccio io
"Chi?" replica Fabio
"Danielino". 
Ecco che me lo vedo sul campo mentre gli scoppia la vena dal collo su quella pelle chiara diventata paonazza dalla gioia. 
Mirko m'informa subito dell'aggiornamento dalla Curva Sud. Muovo le braccia in gesto di vittoria, Daniele ha finalmente segnato alla faccia di chi lo critica sempre, di chi lo chiama merceneraio, di chi mette in dubbio la sua professionalità e la sua importanza

Daniele non è Capitano futuro, Daniele è uno di noi. 

Uno che si sente male se la Roma perde, uno che darebbe la vita per la maglia che indossa e che merita d'indossare perchè solo chi ama la maglia sa cosa significa onorarla. 
Daniele De Rossi è un'esemplare raro del nostro Calcio, raro e come specie da proteggere ha un costo ed è per questo che merita rispetto. 

Scendo in sala più sorridente e rilassata, scambio qualche battuta con i clienti e poi sento un clacson dalla strada. 
"Un clacson? E' successo qualcosa" dico a Fabio che non mi ascolta. 
Salgo di nuovo in cucina. Su Whatsapp un delirio di messaggi: gruppo Celata, Puglielli, Burattini e co. è impazzito.  Mirko chiaramente delira. 
Eurosport dice: Genoa - Juventus 1-0 Antonini al 94'. 

Sono in giornate come queste, apparentemente insignificanti, che tutto ha un senso e che il sapore del calcio prende gusto nella bocca. La Juventus ha perso a Genova e La Roma è di nuovo prima in classifica a pari punti con la Vecchia Signora. 
Adesso si può ricominciare. 
Fabio corre a sfottere Willy, l'aiuto cuoco juventino che non gli risparmia mai battute velenose. Papà è incontenibile. Io cerco di capire da Mirko com'è andata e lui mi scrive così: 

"Una cosa incredibile. La partita era finita e i giocatori erano in campo, si stavano salutando con gli avversari quando sullo schermo compare il risultato di Genova. Una bolgia. I giocatori indicano a Mister Garcia il tabellone. Meraviglioso"

Così penso che la mia massima la vittoria della Juventus contro la Roma sarà il suo 26 Maggio è sempre più reale anche se a Napoli sarà una partita tosta e bisognerà usare un unica "arma": la gioia e il rispetto.

Amo il turno infrasettimanale, perchè è in un giorno qualsiasi della settimana che può tornare la meraviglia del calcio fatta di una vittoria, di una sconfitta, di un primo posto in classifica e di un bambino diventato angelo che da una foto mostra un 2-0 come se già lo sapesse, come se non fosse possibile nessun altro risultato.

As Roma - Cesena 2-0, il piccolo Cristian ce lo aveva predetto.

06 ottobre 2014

Juventus - Roma 3-2: Ecco cosa non si può rubare.

Juventus - Roma per un romanista vero è peggio di un derby. 

Una partita diversa dalle altre perchè non sai mai come potrà andare a finire, anzi è più corretto scrivere perchè sei curioso di capire cosa succederà questa volta. Cosa s'inventeranno per vincere questa volta, come riusciranno a "rubare" una partita. 
Questo è quello che hai in testa e quasi sempre, alla fine, il tuo presentimento prende forma e ammetti con te stessa "lo sapevo".
La Roma di quest'anno però è una Roma forte. Lo scrivo e lo penso, senza timore, senza scaramanzie.
La mia Roma quest'anno è davvero una gran bella squadra e la Juve, che è forte a sua volta, aveva solo un modo per fermarla, il solito... ottenere dei favori arbitrali. Giocare sporco, stile Juventus.
Il fatto è che questa volta è stato così palese e sfacciato da non crederci. A differenza delle volte precendenti non si sono limitati a un rigore, a un gol all'ultimo minuto o a uno in fuori gioco. No, questa volta hanno preso tutto insieme il pacchetto e ce l'hanno sbattuto in faccia con la linguaccia di Bonucci davanti alla telecamera.
Una faccia piena di rabbia come se qualcuno stesse rubando al ladro un pareggio che, nonostante i due rigori inesistenti per loro, sarebbe pure potuto essere giusto perchè la Juve è una squadra forte, molto forte. 
Ti ritrovi avvelenata a urlare e a intossicarti l'anima, l'anima e non il fegato perchè è quella che ci metti tutte le volte che guardi la tua Roma, che tifi la tua squadra.
Ti avveleni e ti ripeti con razionalità: "Chi te lo fa fare? Chi? E' ora di piantarla". 
Hai superato da un po' i trenta e ti viene da piangere.
Le lacrime le trattieni solo per rispetto di te stessa, solo perchè ti sentiresti ulteriormente fuori posto e non è giusto. Le ingoi le lacrime come le ingiustizie che già subisci nella vita di tutti i giorni e ormai ci hai fatto "il callo" , che vuoi che sia una in più o una in meno soprattutto se si parla di calcio.
Eppure non ci riesci a mantenere un certo distacco, non ce la fai proprio perchè il cuore e la ragione da sempre percorrono strade parallele e non s'incrociano mai.
Finisce una partita che sembra frutto di una droga leggera (anzi pesante!) tale è il livello di allucinazione che assume e vedi comparire sullo schermo lui: il tuo Capitano.
Gli vedi gli occhi lucidi, la faccia rassegnata, stanca... come la mia, come quella di Mirko, come quella di mio Padre e di tutti i padri che hanno trasmesso a un figlio un "credo" o una "malattia" come dice mia mamma che aggiunge:
"Che vi arrabbiate a fa' se tanto lo sapete, non capisco perchè continuate a perdere tempo con il calcio".
E per la prima volta ti accorgi che tua madre sul calcio può avere ragione.
Ci dobbiamo rassegnare? Dobbiamo smettere di andare allo stadio di parlarne, d' incazzarci??? Smettere d'indignarci, di credere che il Calcio sia un gioco e basta?
La Juventus avvelena tutto.
Anche l'esultanza di De Rossi che era così esausto che al gol d'Iturbe invece di essere felice sembrava voler ammazzare qualcuno.
Loro, la Juventus e gli Juventini (con le dovute eccezioni), hanno questa capacità di tramutare la gioia in dolore, di vincere una Champions con i morti sul campo (i morti veri).
Loro sono quelli che a fine partita, dopo aver sputato sugli avversari (sputato davvero e non per reazione a qualcuno ma per il puro gusto di schifare chi è alla loro altezza) hanno pure il coraggio di parlare di stile.
Loro cui tutto è  permesso, loro che hanno i tifosi che invece di vergognarsi (non tutti se devo essere sincera) si sentono più forti e più arroganti che mai. Scrivono "zitti" sui post perchè loro azzittiscono le persone. Loro comandano. Loro dettano legge.
Loro che, facendo così, occupano le pagine di giornale e del web della Loro presenza invece di lasciare spazio alla meraviglia del rigore realizzato da Francesco, allo spettacolo e alla gioia del gol del veloce e piccolo Iturbe. All'eleganza di Gervinho che invece di buttarsi in area di rigore resta in piedi, alla poesia dei tifosi corsi fino a Torino, alla bellezza di una squadra che ha dimostrato di essere fortissima nonostante la sconfitta e alle parole ancora più belle del nostro Capitano che la definisce la squadra sconfitta :
"...non so se dall'arbitro o meno, ma non dalla Juve...con loro è sempre così"
Già e allora ti definiscono piagnone o pippa, perchè quando uno non ha argomenti usa sempre le stesse parole. Un vocabolario fatto d'insulti il Loro, insulti e basta. 
Mister Garcia sviolina come a dire "la solita musica" e sul calcio ieri si è steso un altro velo di tristezza, come un lutto inaspettatato nonostante sei al corrente della grave malattia.
Spegni la tv con il cuore a pezzi perchè ogni volta Loro ti distruggono una speranza, quella di un Calcio migliore. Ti fanno entrare in guerra con il cuore che ti hanno appena stropicciato. 
Ma io ho deciso che voglio crederci, devo crederci a questo Sport perchè se ci togliete pure questo ditecelo che cosa ci rimane. 
Potete toglierci la certezza di un lavoro, di una famiglia, di un futuro ma la bellezza del Calcio no, mi dispiace. 
Il Calcio ha troppe varianti libere, il Calcio ha i giocatori, la gente, i campi bagnati prima di essere calpestati; ha bambini che rincorrono un pallone e sogni che profumano di terra scottata dal sole. 
Ha le ginocchia sbucciate, i capelli sudati. 
Il Calcio ha maglie strette e calzettoni da lavare, scarpini da pulire prima di andare a giocare. 
Il Calcio ha il cuore di fare gol davanti a mamma e papà, ha gli occhi azzurri del mio Capitano che non si è voluto muovere dalla sua città. 
Mi dispiace cara gente ma io non ci sto. Questo sogno me lo tengo e se non lo troverò più in un campionato di serie A poco importa
Andrò a cercarlo la domenica pomeriggio nel campetto della scuola calcio sotto casa mia, su una spiaggia in una sera d'estate, in un film di qualche tempo fa, in una foto dimenticata tra gli album di famiglia. 
Loro questo non me lo possono rubare e nemmeno la gioia sulla faccia del mio Capitano dopo aver segnato un gol, nemmeno quella me la ruberanno mai.

Juventus - Roma 3-2: la gioia del Capitano dopo il pareggio 1-1


09 maggio 2014

Lezioni per donne che odiano il calcio: Juventus Campione d'Italia

Lezioni per donne che odiano il calcio: pronte per i Mondiali?

Il Campionato è matematicamente finito ma la passione per il Calcio è appena iniziata. Inoltre ci sono ancora da definire retrocessioni, promozioni ed ingressi in Europa League.
Per saperne di più ecco la mia rubrica su Pinkroma, non la perdete.
Buon Calcio a tutte!

11 marzo 2014

Infortunio Kevin Strootman. Avanti tutta....Nonostante Tutti....

Kevin Strootman - Napoli-Roma 1-0

Non so se vi sono mancata ma il mio stato d'animo da tifosa era in lutto (per due giornate di squalifica per la CurvaSud) e lo sarebbe anche oggi (seconda sconfitta in Campionato ed infortunio per Strootman), se non fosse che un tifoso non riesce a starsene zitto, soprattutto se il un tifoso in questione è donna.
Quindi...parliamone!
Domenica sera a fine partita ero sfinita. Contro il Napoli, la mia Roma, ha giocato una partita perfetta. Nonostante le assenze giustificate (Totti) e non giustificate (De Rossi che si è fatto buttare fuori con una prova televisiva che dimostrava, per l'ennesima volta, che Daniele si deve dare una calmata).
Va beh, Kevin Strootman nonostante l'infortunio durante una partita con la sua Nazionale decide di schiaffarsi due cerotti sul ginocchio destro e scendere in campo. 
Eroico. 
La Roma domina. Il Napoli, quello costruito per vincere tutto o quasi, non esiste ad eccezione del suo portiere che para anche l'imparabile e di qualche sprazzo nel secondo tempo che si rivelerà sufficiente a vincere una partita. 
Se il giorno prima ero dell'idea che la Roma a Napoli se la sarebbe passata brutta, proprio per via delle assenze, domenica sera mi sono ricreduta subito. 
In campo è scesa una Roma meravigliosa, così affondo nervosismo e smania nel sacchetto di patatine rustiche (salatissimeee) e attaccata al collo di una birretta Peroni bella gelata. 
Mirko è muto come sempre davanti alla tv. Seppelito nel suo angolo di divano, lo lascio mimetizzarsi con la tappezzeria. 
La Roma ci prova, una...due..tre volte: niente. 
Intorno al 40' l'aria si fa pesante, nel senso che un vero romanista fiuta gli eventi 45 minuti prima...Infatti lo sa che se Gervinho e Bastos si mangiano due gol e  viene annullato un gol a Benatia per fuori gioco, qualcosa di terribile sta per accadere...lo sa!
"So' tre domeniche che esulto per niente...tre gol giusti da annullare ma che cavolo 'sti arbitri sbagliano quando gli pare!"
Così finisce il primo tempo su uno sterile e bugiardo 0-0 che nasconde una fregatura. 
Il romanista lo sa ma continua a sperare che la Roma segnerà perchè:
"E' più forte! Sta dominando!"
Qualcuno reclama Destro, qualcun altro Ljajic... non so a chi votarmi ...lo farei volentieri ad un certo Ibra ma quello non appartiene alla nostra rosa e allora preferisco urlare contro La Pantera Nera, schierata per necessità come prima punta, ruolo che non ha mai rivestito ma così è e ci prova come può. 
Scorrono altri minuti...Maicon già ammonito momenti rischia la doppia ammonizione, Strootman l'eroico ci aveva già abbandonati al primo tempo quando un brutto intervento lo fa cadere male e lui urla in un modo che è evidente che non qualcosa non va.
Prova a rialzarsi ma non ce la fa viene sostituito da Florenzi. 
"S'è fatto male all'altra gamba, quella sinistra" dico addolorata...contorcendo la mia faccia in un'espressione di dolore simile a quando ti spremi un limone in bocca. 
I telecronisti tacciono. Mirko non è convinto. 
"Si sarà fatto male alla destra, non doveva giocare era già infortunato". 
Insisto: 
"E' la sinistra..." 
Solo il giorno dopo la mazzata definitiva : lesione del legamento crociato anteriore sinistro, sarà fuori dai 6 ai 9 mesi. 
Per lui addio al Campionato e al Mondiale. 
La Roma continua a macinare il campo. Poi al minuto 81' Callejon segna. Segna lui e crolla il SanPaolo con tutta Napoli, il Vesuvio, il Golfo e le isole di Capri e Ischia. 
Crolla tutto, pure il Colosseo e io sul divano con un senso di frustrazione e sconfitta tipica di chi sentiva che sarebbe finita così ma a cui, addirittura il pareggio sarebbe andato stretto vedendo una classifica che lancia la Juve sempre più sola al primo posto. 
Me la prendo con tutti. Il gruppo dei Celata su facebook si scatena. 
Qualcuno dice che non ce la fa più e io lo so che vuole dire...perchè a fine partita ho urlato: 
"Basta! mi rifiuto di stare così per la Roma, non posso sentirmi male". 
La frase esce dalla mia bocca e la mia testa si stupisce nel sentirmi lamentare come come fa il Guru da quando sono nata. Le sue parole si sono prese possesso di me. 
Ho bisogno di un esorcista sono diventata come il Guru, liberatemi. 
Lo chiamo, immaginando il suo disappunto. 
"Che ti lamenti??? 'sta Roma ha giocato alla grande, sono tranquillo, è forte! Il Portiere loro ha parato tutto! Famme attaccà che so' incazzato nero". 
Attacco, tanto con lui non ci si può ragionare, lui la Roma la difende sempre, la ama è più forte di lui non le vede difetti, non la giudica. 
Mirko invece inveisce contro un centravanti che manca, contro una squadra cui manca sempre un soldo pe' fa 'na lira e contro i tifosi come mio padre che si accontentano di vedere il bel gioco e di non vincere mai niente. 
Me la prendo pure io a dire il vero. Me la prendo perchè mancherebbe così poco. Un giocatore buono lì davanti che la butta dentro. Solo uno. 
Vedo la Roma come una Ferrari guidata in prima, un attico senza ascensore e un granita di caffè senza panna. 
Le manca così poco per essere perfetta...così poco. 
"Si ma 'sto poco je manca da anni..." l'amarezza è tanta. 
Domenica sera qualche sogno è sfumato insieme a quel gol maledetto che ha regalato zero punti alla Roma in classifica per la seconda volta dall'inizio dell'anno. 
Che squadra ragazzi, può tanta bellezza essere tanto dolorosa?
Si che può...la bellezza spesso fa soffrire chi se ne innamora e noi pendiamo dalle sue labbra come innamorati adolescenti, come dementi. 
La bellezza però ti appaga anche solo nell'ammirarla e così noi innamorati staremo a contemplare per ancora 11 partite.
Lotteremo insieme, come sempre, magari perdendo ma mettendocela tutta perchè noi siamo La Roma e la Roma non sarà mai sola mai...parola di Tacco12. 

PostScriptumRitorni: Finalmente lunedì 17 saremo di nuovo in Curva Sud. Per onorare Kevin portiamo tutti una lavatrice allo stadio! :-) disegnata...ovviamente!

29 gennaio 2014

Come la Juve, voi siete come la Juve

Gervinho, quando la maglia e la pelle sono una cosa sola

L'euforia di domenica è ancora intatta.
Una Roma cinica che ha saputo approfittare del passo falso di tutte, ma proprio di tutte, le concorrenti da quelle per in corsa per la Champions League e alla pretendente per lo Scudetto.
Rimpiango le domeniche dell'infanzia, quando alle 12.30 si stava ancora ad ascoltare la predica del parroco, lottando contro se stessi per sopprimere uno sbadiglio e zittendo con un Osanna uno stomaco affamato e brontolone.
Una volta riusciti nell'impresa e dopo aver chiesto a Dio un po' di clemenza per la partita della propria squadra del cuore e un aiutino per il compito in classe della settimana entrante, ci si dirigeva verso la Pasticceria.
La fila era nutrita ma inevitabile, alle pasterelle a fine pranzo non ci si rinunciava.
Infine la meta era casa dove un pranzo faraonico fatto di lasagna a strati spessi (più un timballo dato che mamma ci metteva, e ci mette ancora, piselli e uova sode) poi di abbacchio o filetto o polpettone erano già stati gli odori che ti avevano destato dal sonno notturno.
Così a pancia piena si assisteva alle partite, tutte insieme, tutte rigorosamente alle 14.30 (orario invernale o alle 15 (nel periodo estivo).
Altri tempi.
Oggi nemmeno si finisce la colazione, che ti ritrovi con il latte sullo stomaco a gridare forza Roma. 
Nessuna Santa Messa alle 12 e nessuna corsa a villa Pamphili (che ha sostituito la santa messa da tempo...) tutto per aria, doccia volante e sul divano.
Del resto se c'è una cosa che è rimasta uguale oggi come ieri, è che la Roma arriva prima di tutto.
Seduti e concentrati, l'inizio non c'era parso così scoppiettante.
Il primo tempo scorre con poche emozioni poi succede quello che si considera la circostanza "ideale":
la Roma passa in vantaggio proprio alla scadere del minuto 45.
La cosa più incredibile è che a realizzarlo è stato Ljajc, ovvero il peggiore in campo fino a quel minuto. Quello da cui non te l'aspetti proprio.
Vero pure che ha fatto "tutto" Gervinho - la Pantera, anche se il suo "tutto"  ancora ce lo doveva mostrare.
Il Verona oltre al gol, perde Maietta per uno strappo e al momento dell'intervello la gara sembra incanalarsi nel modo giusto per Noi.
La tensione però è alta.
Massimo corre in cucina a prendere le noccioline.
Luciana tira fuori birra, spritz, torte rustiche e patatine: "E' solo uno spuntino" dice.
Per me lo spuntino non è altro che un modo carino per definire la voragine che ti apre nello stomaco, soprattutto quando ricominciata la partita da pochi minuti, il Verona pareggia.
"Ma come? Maietta s'è fatto male, noi vinciamo e questi segnano???"
Considerazione romanista che ovviamente si conclude con un: "Sempre i soliti".
Sul cellulare continuano ad arrivare i messaggi di zio Bri preoccupato.
Già la sera prima, da antilaziale prima che romanista, mi aveva scritto timoroso del vantaggio laziale.
"Tranquillo" gli avevo risposto...proprio come domenica:
"Tutto sotto controllo" però un po' di ansia per la Roma ci sta sempre bene, altrimenti non sarebbe la Roma.
La testa torna alla partita. Spero che Garcia faccia un cambio: voglio Pjanic in campo!!!
Al 61' però la Pantera giallorossa s'inventa un gol che nemmeno Flash Gordon avrebbe potuto realizzare.
Nemmeno se ne semo accorti di quello che ha inventato.
Dribla tre difensori e piazza la palla in una parte della porta che nemmeno la parte di rete si spiega come l'abbia trovata per quanto s'era nascosta bene.
Delirio ma "tutti concentrati":
"Qua se si vince si prendono due punti a tutti" si ribadisce ad alta voce come se non lo sapesse nessuno.
La famiglia Celata mi tiene compagnia con Whatsup.
Ogni tanto compare un alberello ma non ve lo posso di' che è 'sto alberello...ve lo dirò a tempo debito.
La partita adesso ha un altro sapore...quello delle patate che Luciana ha messo al forno e che le dovevamo ricordare di togliere.
Nonostante la dimenticanza sono salve.
In campo entrano Pjanic, Florenzi e Totti per sostituire Nainggolan, Ljajic e Destro.
Torosidis corre sulla fascia sinistra e poi cade in area : è rigore.
Massimo lo aveva preannunciato.
Io e Mirko ci guardiamo dubbiosi poi però il replay ci risponde. Torosidis accentua ma il piede del veronese prende la palla.
"Certo se ce lo davano contro...mi rodeva" commenta Mirko ma per i commenti non c'è tempo.
Totti sul dischetto: neanche a dirlo è gol.
Verona 1 Roma 3.
Troppo perchè in 5 minuti tutto cambi e così la Roma porta a casa un risultato fondamentale mentre il Bentegodi cantava: "Come la Juve, voi siete come la Juve"
Come la Juve???
Un coro che fa ridere...Noi tre scudetti loro 30, Noi una collezione di secondi posti, loro di primi. Ci sarà un motivo???
Sono appena le 14.30 salsicce e broccoletti ci aspettano fumanti...alle 15.00 giocano le altre e il bello è che non ce ne frega niente.
Mando giù i bocconi con un buon bicchiere di vino e ripenso al coro del Bentegodi. Tutto sommato non hanno torto, siamo "Come la Juve"... Forti come la Juve... parola di Tacco12.

PostScriptumLazie: La Lazie tiene testa alla Capolista peccato che i commenti di chi loda si dimenticano di dire che i biancocelesti hanno giocato quasi 90 minuti in 11 contro 10. Va beh, del resto sono gli stessi di chi si voleva "scanzare"... bene così il derby s'avvicina.

19 febbraio 2013

Amore è...dare un calcio a 113 km orari...


Sabato sera è andata più o meno così...
Mirko intorno alle 19.00 mi ha dato il ben servito, diretto con mia grande invidia verso lo stadio. 
Roma-Juve la partita maledetta che se potessi cancellarla dal calendario lo farei subito, non ce la facevo proprio a vedermela da sola sul divano.
Così, ben coperta e con mia sorella che mi è venuta incontro, per evitare il marito juventino, ho deciso di patire insieme al Guru.
Arrivata a casa dei miei nessun cenno alla partita. Erano già le 20.30, ero arrivata all'ultimo perché stava per finire di cuocersi il ciambellone al cioccolato, ottimo consolatore in caso di sconfitta e altrettanto ottimo accompagnatore in caso di festeggiamenti. M'innervosisco subito e urlo a quella santa di mia madre: 
"Ma papà dov'è? sta per iniziare la partita!" I
l Guru appare alle 20.35, emerso dalle acque della vasca, appuntamento fisso del suo sabato pomeriggio da anni. Mamma tenta di capire se vogliamo cenare, papà la spedisce in cucina: 
"Non se ne parla proprio, noi mangiamo a fine partita", lei accenna a un : 
"Chiara sta male e poi stasera c'è la finale di Sanremo..." ma ottiene solo un grugnito e una risposta tipo: "Brava, vediti il festival di là". 
Cerco di compatire mamma con lo sguardo ma un po' se la cerca...sono quasi 40 anni che sta con mio padre e ancora non si arrende alla sua passione per la Roma. 
Nel frattempo il Guru mi dice: 
"Com'è che hai deciso di venire...?" sottintendendo alla sua convinzione che quando vediamo la partita insieme portiamo sfiga. Gli rispondo: 
"Senti, piantala con questa storia. Non vado allo stadio e la Roma non ha più vinto. Poi questa è la settimana delle dimissioni del Papa, dei meteoriti sulla Russia, vogliamo credere o no nei miracoli ogni tanto???Sfatiamola questa convinzione, no?" 
Papà sorride. Prendiamo posizione: ognuno su un divano. A casa dei miei ci sono due divani messi ad angolo, tanto per farvi capire. Mirko mi scrive che è arrivato allo stadio. In tv un Olimpico pieno da fare invidia e la squadra che si allena sotto la Curva. Una ragazzina fortunata deve dare la mano a Totti ma nemmeno se ne accorge. 
"E' emozionata" dice il Guru. 
"E' rincoglionita" dico io mentre continuo : "ha il Capitano lì e nemmeno allunga una mano..." 
La Roma è in campo e la mia ansia ha preso posizione sullo stomaco come il famoso "gatto" sulla testa di Conte. Se ne sta accoccolata lì in attesa che i 90' minuti filino lisci e senza troppe scosse. 
L'inizio non è brillante. 
"C'hanno paura! Non li vedi?" Il Guru non è affatto diplomatico, quando vede le partite urla tutto il tempo e fa degli urli così forti che mi costringe a dirgli di stare calmo. 

Hanno paura si, penso. Ho negli occhi la partita dell'andata e l'orologio che scorre. Scatta il ventesimo e tiro un sospiro di sollievo: non può andare peggio dell'altra volta, a quest'ora stavamo già sotto di 3 gol e io ero in un ristorante a Taranto disperata.

La Roma è chiusa, mi fa strano vederla giocare così. Il portierone olandese compie un miracolo su un'insidiosa punizione di Pirlo. Tremo. 
De Rossi tentenna ma la Roma in campo sta meglio della Juventus. Finisce il primo tempo 0-0, altri 45 minuti e la tortura finisce. L'ansia è ancora lì ma a braccetto con la speranza. Ci devono un gesto d'amore, noi tifosi ce lo meritiamo e sento che non ci deluderanno. 
E così nemmeno comincia il secondo tempo, che quel gesto arriva come un colpo di fulmine, scoccato dal piede del nostro Capitano. Un gol a 113km orari. Il tempo di vederlo e boom!!! uno scoppio, un fulmine, come un miracolo. Quel pallone ha superato Buffon ed è entrato nelle televisioni, nei cuori, negli occhi di tutti noi. Eccolo il gesto d'amore, quando ne hai bisogno e quando meno te l'aspetti, anche se a regalartelo è sempre la stessa persona. E allora gli occhi si fanno lucidi e quell'ansia che mi teneva compagnia continua a farsi sentire ma questa volta non è motivata dalla preoccupazione per l'esito della partita. No, questa volta si tratta di quell'angoscia che mi accompagna da inizio anno. Quella legata al fatto che, prima o poi, il Capitano non giocherà più e il solo pensiero mi atterrisce. 
Il Guru era al telefonino con zio mentre il Capitano ci colpiva al cuore come un Cupido per farci innamorare tutti di lui. Ha iniziato ad urlare e io per poco non mi perdo il tampone dal naso...ho perso la voce in un attimo, se l'è presa tutta Francesco. Il Guru ricade sul divano, sempre chiassoso ma meno lamentoso. 
"Quando questo se ritira io me vesto a lutto finchè moro!" 
Come lo capisco. Senza Francesco che Roma sarà mai? Chi ci prenderà per mano? Chi ci dirà che quel gol è solo per noi? Tutto per noi???
Erano tanti anni che non vedevo Totti esultare senza mettere il dito in bocca. La prima volta forse che lo vedo correre e ridere. Riempire gli occhi di tutti e le voci di tutti. Indicarci il suo cuore come fosse nostro. Gol numero 224 a un passo dal secondo posto nella classifica marcatori di tutti i tempi ma soprattutto un gol che significa 3 punti fondamentali contro la prima della classe e contro ogni pronostico. Pochi momenti dopo mi gira la testa. Sarà colpa degli antibiotici e dell'antistaminico che mi sto prendendo, penso tra me e me. Colpa dell'emozione, cerco di convincermi. Poi le bottiglie di liquore  sul carrello di cristallo iniziano a tintinnare. 
"Papà ma che c'è il terremoto???"
Il Guru con gli occhi nella partita mi dice: 
"Zittaaa!" Poi sente le bottiglie e aggiunge: "'mazza dura pure parecchio!" 
Qualcuno su Facebook chiede se c'è stato il terremoto o se era il gol di Totti. In effetti l'ipotesi di una relazione tra le due cose era suggestiva. 
La partita continua è ancora troppo presto e un romanista sa che con la Juventus non c'è da fidarsi, la beffa è sempre dietro l'angolo, la fortuna è la sua migliore amica. 
Questa volta, tuttavia, si arriva al 94' vittoriosi. L'arbitro fischia, i giocatori bianco neri si lamentano. Matri non cerca alibi e Conte se la prende con le partite ravvicinate. Noi li lasciamo parlare, anche quando, in malafede, qualcuno dalle tribune televisive continua a dire che Totti andava espulso per l'intervento su Pirlo. Daniele piange e piange davvero, perché quando si discute con qualcuno che si ama e si è in torto, le lacrime sono sincere...gli occhi non mentono mai. 
Parlano tutti tranne i laziali...e tranne noi romanisti che ci godiamo ancora una volta il giocatore che tutti c'invidiano, nonostante sia vecchio, sia il nostro problema e non sappia parlare. 
Ci sono gesti tecnici che parlano tutte le lingue, tanto che il giorno successivo, Francesco Totti, quello che nessuno conosce (come piace dire a tanti), era protagonista delle prime pagine dei giornali sportivi stranieri e, questa volta, non per colpa di uno sputo. Questa volta per un bel calcio alla faccia di tutti quelli che ne parlano male, sempre e per partito preso...parola di Tacco12.

PostScriptuMLaziE: pare che ieri la Lazie sia stata travolta da un' insolita sconfitta...pare che il vento sia cambiato, pare anche che tanti chiacchieroni si siano eclissati dopo il gol del nostro Capitano...e che qualcuno voglia Roberto Mancini prossimo allenatore giallorosso...quest'ultima notizia mi suona strana...i romanisti non sono come i milanisti e gli interisti... i romanisti non dimenticano...
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