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Visualizzazione post con etichetta Juve. Mostra tutti i post
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29 gennaio 2014

Come la Juve, voi siete come la Juve

Gervinho, quando la maglia e la pelle sono una cosa sola

L'euforia di domenica è ancora intatta.
Una Roma cinica che ha saputo approfittare del passo falso di tutte, ma proprio di tutte, le concorrenti da quelle per in corsa per la Champions League e alla pretendente per lo Scudetto.
Rimpiango le domeniche dell'infanzia, quando alle 12.30 si stava ancora ad ascoltare la predica del parroco, lottando contro se stessi per sopprimere uno sbadiglio e zittendo con un Osanna uno stomaco affamato e brontolone.
Una volta riusciti nell'impresa e dopo aver chiesto a Dio un po' di clemenza per la partita della propria squadra del cuore e un aiutino per il compito in classe della settimana entrante, ci si dirigeva verso la Pasticceria.
La fila era nutrita ma inevitabile, alle pasterelle a fine pranzo non ci si rinunciava.
Infine la meta era casa dove un pranzo faraonico fatto di lasagna a strati spessi (più un timballo dato che mamma ci metteva, e ci mette ancora, piselli e uova sode) poi di abbacchio o filetto o polpettone erano già stati gli odori che ti avevano destato dal sonno notturno.
Così a pancia piena si assisteva alle partite, tutte insieme, tutte rigorosamente alle 14.30 (orario invernale o alle 15 (nel periodo estivo).
Altri tempi.
Oggi nemmeno si finisce la colazione, che ti ritrovi con il latte sullo stomaco a gridare forza Roma. 
Nessuna Santa Messa alle 12 e nessuna corsa a villa Pamphili (che ha sostituito la santa messa da tempo...) tutto per aria, doccia volante e sul divano.
Del resto se c'è una cosa che è rimasta uguale oggi come ieri, è che la Roma arriva prima di tutto.
Seduti e concentrati, l'inizio non c'era parso così scoppiettante.
Il primo tempo scorre con poche emozioni poi succede quello che si considera la circostanza "ideale":
la Roma passa in vantaggio proprio alla scadere del minuto 45.
La cosa più incredibile è che a realizzarlo è stato Ljajc, ovvero il peggiore in campo fino a quel minuto. Quello da cui non te l'aspetti proprio.
Vero pure che ha fatto "tutto" Gervinho - la Pantera, anche se il suo "tutto"  ancora ce lo doveva mostrare.
Il Verona oltre al gol, perde Maietta per uno strappo e al momento dell'intervello la gara sembra incanalarsi nel modo giusto per Noi.
La tensione però è alta.
Massimo corre in cucina a prendere le noccioline.
Luciana tira fuori birra, spritz, torte rustiche e patatine: "E' solo uno spuntino" dice.
Per me lo spuntino non è altro che un modo carino per definire la voragine che ti apre nello stomaco, soprattutto quando ricominciata la partita da pochi minuti, il Verona pareggia.
"Ma come? Maietta s'è fatto male, noi vinciamo e questi segnano???"
Considerazione romanista che ovviamente si conclude con un: "Sempre i soliti".
Sul cellulare continuano ad arrivare i messaggi di zio Bri preoccupato.
Già la sera prima, da antilaziale prima che romanista, mi aveva scritto timoroso del vantaggio laziale.
"Tranquillo" gli avevo risposto...proprio come domenica:
"Tutto sotto controllo" però un po' di ansia per la Roma ci sta sempre bene, altrimenti non sarebbe la Roma.
La testa torna alla partita. Spero che Garcia faccia un cambio: voglio Pjanic in campo!!!
Al 61' però la Pantera giallorossa s'inventa un gol che nemmeno Flash Gordon avrebbe potuto realizzare.
Nemmeno se ne semo accorti di quello che ha inventato.
Dribla tre difensori e piazza la palla in una parte della porta che nemmeno la parte di rete si spiega come l'abbia trovata per quanto s'era nascosta bene.
Delirio ma "tutti concentrati":
"Qua se si vince si prendono due punti a tutti" si ribadisce ad alta voce come se non lo sapesse nessuno.
La famiglia Celata mi tiene compagnia con Whatsup.
Ogni tanto compare un alberello ma non ve lo posso di' che è 'sto alberello...ve lo dirò a tempo debito.
La partita adesso ha un altro sapore...quello delle patate che Luciana ha messo al forno e che le dovevamo ricordare di togliere.
Nonostante la dimenticanza sono salve.
In campo entrano Pjanic, Florenzi e Totti per sostituire Nainggolan, Ljajic e Destro.
Torosidis corre sulla fascia sinistra e poi cade in area : è rigore.
Massimo lo aveva preannunciato.
Io e Mirko ci guardiamo dubbiosi poi però il replay ci risponde. Torosidis accentua ma il piede del veronese prende la palla.
"Certo se ce lo davano contro...mi rodeva" commenta Mirko ma per i commenti non c'è tempo.
Totti sul dischetto: neanche a dirlo è gol.
Verona 1 Roma 3.
Troppo perchè in 5 minuti tutto cambi e così la Roma porta a casa un risultato fondamentale mentre il Bentegodi cantava: "Come la Juve, voi siete come la Juve"
Come la Juve???
Un coro che fa ridere...Noi tre scudetti loro 30, Noi una collezione di secondi posti, loro di primi. Ci sarà un motivo???
Sono appena le 14.30 salsicce e broccoletti ci aspettano fumanti...alle 15.00 giocano le altre e il bello è che non ce ne frega niente.
Mando giù i bocconi con un buon bicchiere di vino e ripenso al coro del Bentegodi. Tutto sommato non hanno torto, siamo "Come la Juve"... Forti come la Juve... parola di Tacco12.

PostScriptumLazie: La Lazie tiene testa alla Capolista peccato che i commenti di chi loda si dimenticano di dire che i biancocelesti hanno giocato quasi 90 minuti in 11 contro 10. Va beh, del resto sono gli stessi di chi si voleva "scanzare"... bene così il derby s'avvicina.

02 ottobre 2012

Juve - Roma dal tacco dello Stivale



Mai una gioia. Mai una soddisfazione. Le favole con il lieto fine non sono quelle che raccontano ai bambini romanisti. E’ sempre così: vai a Torino per dimostrare la tua bravura e torni a casa con 4 goals dappertutto.  Juventus-Roma sarà la partita che per fortuna non ho visto. Dalla piazza del triste quartiere Tamburi di Taranto, le ciminiere dell'Ilva si stagliano verso il cielo all’orizzonte. Sono tristi e nere. Rendono l’aria insana eppure se le vedi per un attimo possono anche sembrarti fiere, quasi belle. 
Fremo perché mancano pochi minuti all’inzio di Juventus – Roma  e sono troppo lontana dall’albergo per assistere all’odiosa partita ma quelle quattro ciminiere all'orizzonte avrei dovuto considerarle un segno. La trasferta di lavoro anticipata a venerdì sera mi aveva innervosito più del previsto. Sapevo di dover lavorare nel week end ma avrei potuto vedere la partita a casa. Invece venerdì alle 10 di sera mi ritrovavo su un volo tra le urla di una scolaresca in calore, in ritorno da una vacanza studio già a fine settembre. All'aeroporto viene a prendermi un autista che scopro essere juventino. La  notizia non mi sconvolge ma quando mi confessa che è addirittura abbonato, capisco che è meglio non scherzarci troppo. Arrivata in Hotel, al banco dell’accettazione c'è un signore di nome OSVALDO, ho pensato a una strana coincidenza e segretamente a un segno del destino. Ho sorriso. 
La giornata di sabato è stata un crescendo di ansia e incertezza con una decisione presa alle 20.40: davanti all'alternativa mangiare o rischiare un liscio busso a stomaco vuoto, non ho avuto dubbi. Illudendomi per un attimo che "sicuramente se non la vedo mi perderò la partita dell'anno". 
La fame, a volte fa miracoli. Prima di dirigermi al ristorante, però non resisto e corro a sbirciare il fischio d'inizio nella sala maxi schermo allestita dall’hotel. La Roma è in attacco e i primi 5 minuti  mi sembrano buoni. Mi ritiro soddisfatta salvo scoprire il giorno dopo, che sono stati gli unici 5 minuti di gara in cui la Roma ha giocato. Arrivo al ristorante e poggio il cellulare sul tavolo. Poco dopo una vibrazione mi avverte che la Juventus è passata in vantaggio. “La Maledetta di Pirlo” già me lo immagino Caressa e la sua bocca piena di “R” mentre esalta il pregevole gesto dell'ex milanista. La notizia non mi piace ma un gol da calcio piazzato può anche arrivare. Cerco di essere indifferente e scelgo cosa ordinare. Nemmeno il tempo di spostare lo sguardo da Antipasto a Primi Piatti, che un altro sms mi racconta di un raddoppio ad opera di Vidal su rigore (e che te pare!). Avranno rubato come al solito, ne sono certa. Il terzo gol nemmeno fa in tempo a comparire sullo schermo che Vincenzo, l’autista juventino, mi telefona per dirmi: “Hai freddo?” bah, veramente ho fame e lui continua: “Dopo 20 minuti già 3-0” Tre??? Si sbaglia spero ma non si sbagliava, Matri aveva appena realizzato il gol che non ha scuse per la Roma. Delusa decido d'ignorare il telefonino. A fine primo tempo, quando i colleghi escono a fumare, provo a telefonare al Guru. E' irraggiungibile.  Mirko per fortuna mi risponde anche se lo fa con un tono di voce tra chi è in uno stato di coma o chi soffre d'insonnia da mesi. Bisbiglia un “senza parole” e taglia corto la conversazione. Chiamo Fabiana che mi aveva cercata ma risponde mio cognato Mario, lo juventino, che con gran classe non mi dice nulla ma risponde solo alle mie domande. 
“So che con te posso parlare perché sei obiettivo: Stiamo facendo proprio schifo? Com’è possibile?” 
La sua risposta dice tutto: 
“Peggio della Roma di Luis Enrique” e su questo capisco che non c’è speranza di miracolo. 
Solo il gol di Osvaldo mi farà sussurrare: “Grazie, almeno tu”. 
I giorni seguenti sono trascorsi tra la derisione di Vincenzo l'autista e l'incredulità di chi, pur non tifando Roma, non sopporta la Juventus. Nel caso specifico del signor Franco, addetto al catering de l'Infedele, che ieri sera come mi ha vista ha esclamato: 
"Chiara! Che mi combini???" 
Penso di aver dimenticato di pagare la fattura e rispondo: 
"Oddio! che ho fatto?"
"la Roma come mi ha perso..."
Sospiro e borbotto un Ancora??? sono passati due giorni, vi prego non me ne parlate più...
Per concludere in bellezza la tre giorni di lavoro oggi prendendo il taxi ho scoperto che l'autista era della Lazio. Avrò fatto qualcosa per meritarmi questo week end? L'unica cosa carina me l'ha detta il direttore della fotografia sabato sera: Chiaré nun fa' così, pensa se eri della Lazio!
Nonostante tutto mi scappa un sorriso, quello solo un romanista sa sfoggiare anche quando la Vecchia Signora lo umilia come da copione. Che possiamo fare? Siamo bravi a sdrammatizzare...a volte anche troppo...PAROLA Di Tacco12. 

PostScriptuMSondagginO: La Società e i dirigenti sono allo sbando. De Rossi parla di un miracolo per eventuale terzo posto. Florenzi gioca. Quale delle tre affermazioni aiuta di più la squadra ad accaparrarsi la vittoria? Meditate gente, meditate.

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