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26 gennaio 2015

Fiorentina - As Roma 1-1, siamo come Willy Coyote con Road Runner

 
Fiorentina - As Roma 1-1, Ljajic al momento del gol del pareggio giallorosso

Fiorentina - As Roma 1-1 ha ridimensionato le aspettative dei giallorossi sulla vittoria scudetto


A dirlo sono in molti, forse troppi. Le categorie di persone che ne sono eccole suddivise nei seguiti tipi: "Quest'anno vincemo tutto", ossia il tipico energumeno da spiaggia che inizia a sparlarla grossa già dal pranzo di Ferragosto, complice il sole o il vino verrebbe da pensare, invece no.
"Non vinceremo mai niente", soggetto depresso cui la porola ottimismo risulta un foresterismo più che un termine italiano, pronto sempre a vedere il bicchiere vuoto se non rovesciato a terra.
Infine la categoria del "E' colpa dell'allenatore che non capisce un cavolo" con variante "di De Rossi che prende troppi soldi" oppure "di Totti che è un fenomeno ma ormai ha 38 anni" e infine "E' colpa de Ilary", perchè dare la colpa a una donna ci sta sempre bene.

La categoria "Ci manca la mentalità" 

Poi c'è la categoria nella quale m'inserisco che è un insieme di "Ci manca la mentalità", "Ci manca Pogba e quindi un campione che risolva le partite da solo".
Ci tengo a precisare che non mi ritengo una catastrofista. Siamo alla prima del girone di ritorno e ci sono ancora tantissimi punti a disposizione, il problema però resta la mentalità e più passa il tempo e più è evidente.
Su questo purtroppo non riesco più a mentire. L'As Roma sa reagire a uno svantaggio, sa giocare un bellissimo calcio quando è in vena ma non ha la rabbia, la cattiveria, la voglia di portare a casa 3 punti come dovrebbe essere.
Il perchè lo ignoro, come pure continuo a non capire come mai il nostro Mister non azzecca più un primo tempo che sia uno e mi viene il dubbio che non l'abbia mai azzeccato, tanto che lo scorso anno la Roma nel primo tempo segnava pochissimo.
Dobbiamo sempre "risistemare" schemi e testa alla fine del primo tempo, perchè?
Non voglio togliere merito alle squadre avversarie come la Fiorentina di ieri, fiera e padrona del campo, orgogliosa e bramosa di mordere l'AsRoma alla giugulare in uno dei suoi momenti di sonno. Brava la Viola e il suo allenatore, un ex-giocatore che mai potrà attirare le mie ire.

La partita dell'As Roma 


Ho cercato di guardare con poco coinvolgimento la partita di ieri, almeno nel primo tempo. Quando però i minuti iniziano a scorrere memorabili e senza pietà alcuna, l'agitazione mi coglie all'improvviso e inizio a urlare come una matta in preda al "Perchè? Perchè passate la palla indietro, cazzo!!!" 
La grinta c'è stata nei soliti minuti iniziali del secondo tempo, quando un Iturbe ispirato (finalmente) ha imboccato un Ljajic, sempre tra i miei preferiti, che l'ha buttata dentro come il più classico pronostico "gol dell'ex" prevedeva.
Nainggolan, pur non disputando una delle sue gare migliori, ha comunque tirato fuori la grinta. Totti, lui è stato il solito fuoriclasse, l'unico che la Roma abbia mai avuto. L'unico che si gira al volo e lancia la palla nella pallida speranza che qualcuno lo capisca e, purtroppo, nessuno lo capisce. Una coperta di cachemire su un'isola caraibica, un piatto di matriciana nelle mani di un vegetariano.
De Rossi ha salvato una palla quasi in porta (questo lo scrivo per chi ce l'ha sempre con lui) e Strootman si è fatto male, niente di serio sembra. Per il resto incornicerei l'espressione di Maicon e Mexes che prende per il collo Mauri... ops scusate quella è stata un'altra partita.

SS Lazio - Milan, Mexes perde la testa con Mauri


Siamo come Willy Coyote e Road Runner

 

Ed è mentre mi sedevo alla mia scrivania, intenta a buttar giù questo Diario della Tifosa che mi è venuto in mente il paragone con i famosi personaggi della Warner Bros.

Chi non conosce Willy Coyote e Road Runner con il suo "Beep Beep"? Solo uno che non è mai stato un bambino e immediatamente, per associazione d'idee o forse più di parole, ho cominciato a canticchiare la canzone di quel genio di Eugenio Finardi...

"Io mi sento come Willy il Coyote che cade ma non molla mai, che fa progetti strampalati e troppo complicati e a quel Beep Beep lui non lo prenderà mai...
Ma siamo tutti come Willy il Coyote che ci ficchiamo sempre nei guai, ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai... "



E dato che alla fine "Siamo tutti Willy il Coyote" ho trovato che la metafora tra AsRoma e Juventus con il cartonanimato disegnato da Chuck Jones potesse davvero dimostrarsi calzante.

L' As Roma "Willy Coyote" è lì pronta che progetta, compra giocatori, studia moduli vincenti e la Juventus "Beep Beep" le passa davanti seminandola, proprio quando sembrava che questa volta la Roma ce la potesse fare. Succede così a Willy ogni puntata, come ogni campionato succede all'As Roma.
Il povero Willy corre dietro a Road Runner dal 1949 fino a quando nell'ultimo episodio, dopo decenni di corse ed esperimenti a vuoto, Willy riesce a catturare il veloce nemico.

Chissà che non capiti anche alla nostra Roma qualche volta sbruffona e sognatrice, decisamente "umana" di acchiappare la Juventus Beep Beep proprio all'ultima giornata... tanto si sa che... 
ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai. 

15 dicembre 2014

Genoa - As Roma 0-1: la vetta è vicina

Genoa - As Roma 0-1: Naingollan, il nostro ninja esulta dopo il gol del vantaggio

 

Genoa - As Roma 0-1, la Roma vince eppure qualcuno non è contento

I tifosi so' strani. Ce ne sono di tanti i tipi come le piante, come gli animali. Ci sono quelli che tifano la maglia e quelli che tifano i giocatori, quelli pessimisti di natura e quelli che non si arrendono mai nemmeno al 90' sul 4-0. 
Del primo tipo ne conosco davvero pochi, di solito sono i bambini alla prima fase del tifo. Del secondo ne conosco uno in particolare: mio padre. Per lui la Roma è al di sopra di ogni dubbio. Lui è l'incarnazione del motto "non si discute, si Ama".
Tutto questo per raccontarvi della partita di domenica. Protagonisti : Chiara e Mirko, due tipi di tifoso diversi. 
La posizione sul divano era quella comoda della partita di domenica finalmente alle 15.00. Pancia piena e piedi scalzi, cellulare nella mano per controllare i commenti del gruppo Fantacalcio su WhatsApp e tazzina di caffè che mi guarda per essere svuotata. 
La partita inizia, il campo di Genova è sempre disastrato ma non abbiamo scuse dobbiamo vincere infatti la Juventus ci ha nuovamente servito sul palmo della mano la possibilità di accorciare le distanze. 
Online e su Sky i commenti sull'incapacità della Roma di approfittarne m'innervosiscono. 
"Ne approfitteremo come le altre volte" commenta qualcuno credendosi simpatico, uno di quei tifosi "pessimisti" di cui accennavo sopra. 
I telecronisti Sky mettono in dubbio le potenzialità della Roma dicendo che "il contraccolpo psicologico" per l'uscita dalla Champions League può aver "buttato giù" l'umore della squadra, "bisogna vedere che reazione avranno i giocatori" dice uno dei commentatori. 
La Roma è uscita dalla Champions perchè non era forte abbastanza, cosa che invece è (e lo è abbastanza) per il Campionato Italiano.
Avvelenata dalla visione di Juventus - Sampdoria, per le valutazione arbitrali come sempre a senso unico, vi lascio immaginare la mia reazione quando, a meno di un minuto dall'inizio, c'è un fallo da giallo per il Genoa che viene graziato dall'arbitro. Grazia che non spetta ad Astori e, dopo qualche minuto, nemmeno a Yanga - MBiwa che si prendono un bel cartellino giallo che per Astori, diffidato, significa squalifica al prossimo turno. 
Stessa sorte per Pjanic e poi c'è chi si lamenta a fine partita dell'arbitraggio, va beh procediamo. 
La Roma fa la partita. Nessun pericolo dalle parte di De Sanctis. 
Tanti gol mangiati e poi arriva l'episodio: Nainggolan, atterrato da Perin, cade in area di rigore. Perin espulso e alla Roma viene assegnato il calcio di rigore. 
Ora qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè se a cadere è Naingollan a calciare deve essere Ljajic. Al posto di Perin subentra l'esordiente portiere Lamanna.
Alla parola "esordiente" io e Mirko ci siamo guardati in faccia sicuri di quello che sarebbe accaduto e infatti non esistono distinzioni di tifoseria davanti a queste cose. Il tifoso romanista lo sa, quando entra un esordiente farà di certo il fenomeno. Così Ljajic tira e Lamanna para. Il risultato è fermo sullo 0-0 ma il Genoa giocherà in 10 per 60 minuti, l'idea di potercela fare è tangibile. 
Il tempo di pensare si può fare, che il solito, unico, immenso, fenomeno, ninja Nainggolan sforbicia dal limite dell'area e segna un gol meraviglioso. 
Io e Mirko saltiamo in piedi dal divano, urlando come matti un "Dajeee" lungo da qui fino a Marassi. Pochi minuti e finisce il primo tempo. 
Rifacciamo il caffè e prendiamo un dolcetto. Nell'attesa ricontrolliamo le occasioni. Scende nella gola l'ultimo pezzo di pasticcino e la partita ha nuovamente inizio. 
Il copione è sempre lo stesso ma con i due centrali giallorossi ammoniti bisogna stare attenti. Per fortuna Maicon è, insieme al Ninja, instancabile.
La Roma nonostante gli sforzi, spreca e non raddoppia. Il fantasma di un nuovo passo falso avanza terrificante ed è a questo punto che escono fuori le due anime del tifoso. 
Mirko inizia a inveire contro una squadra che "gioca male e non si può vedere" mentre io tiro fuori la migliore delle arringhe di difesa sostenendo che la Roma ha costruito tanto e che gli è mancato il gol ma "questa partita la vince, la vince per forza". 
Quando Totti sta per entrare in campo, un siparietto bellissimo si mostra alle telecamere. 
Keita vuole dare la fascia al Capitano ma lui lo rimanda in campo alla sua maniera : 
"Nooo, va' a giocà!"
Al 93' quando il Genoa segna un gol, successivamente annullato, Mirko giaceva morto sul divano e io per alcuni attimi ho pensato di non potercela fare, poi il miracolo: gol in fuorigioco (e c'era!) quindi non convalidato. 
Mi giro verso Mirko e inizio a cantargli : "Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male!" e poi aggiungo "Hai visto? Hai finito di piangere e lamentarti? Abbiamo vinto, abbiamo! e gioisci invece di lamentarti".
Lui se la prende e dice che sono i tifosi come me, quelli che esaltano la squadra a non farla crescere. Non ne usciamo, per me ieri la Roma ha fatto il suo dovere: accorciare le distanze con la Juventus e collocarsi al secondo posto in classifica a -1 dalla vetta. 
Non m'interessa come ha vinto, se poteva farne altri 3, non me ne importa nulla perchè i Campionati si vincono anche così, soprattutto così. Come credete che li abbia "vinti" la Juventus giocando sempre bene???
Ho gioito perchè Roma Mia è andata contro i pronostici dei soliti lamentosi, di quelli che la davano già morta.
Una partita difficile che, secondo me, merita di essere segnata sul calendario come quella di qualche anno fa, quando un'altro giocatore con gli occhi a mandorla, segnò un gol che avrebbe significato terzo scudetto. 
Nel frattempo oggi è stato sorteggiato il nostro avversario in Europa League, sarà il Feyenoord. Tifosi paura? Io No. Daje Roma, Daje!!!




02 dicembre 2014

As Roma - Inter 4-2: i conti tornano sempre.

 
AsRoma - Inter 4-2: Miralem Pjanic autore di una doppietta

As Roma - Inter è finita 4-2, in clima di euforia amplicato dal provocatorio comportamento dell'ex di turno Pablo Daniel Osvaldo.

Già nei giorni precedenti era salita un po' di tensione. La partita con l'Inter è sempre una specie di derby per me, vuoi per il loro gemellaggio con i cugini laziali, vuoi perchè il mio ex capo è interista e soprattutto per colpa di un ricordo che ha segnato il mio tifo nel lontano 3 maggio 1999. 
Era un Roma - Inter finito 4-5 con un gol di testa di Diego Simeone al minuto 87 proprio sotto la Curva Sud. Una delusione che ancora brucia.
Ne è passato di tempo da quella partita in cui i bagarini ci avevano venduto gli unici biglietti disponibili fuori dai cancelli e io e Andrea M. (il mio migliore amico di tanti anni fa) avevamo trovato solo posti in piedi, appoggiati alla fine delle scale d'ingresso di uno dei settori della Sud. Uno stadio pieno come quello non lo ricordo, se non per occasioni davvero speciali. 65.966 spettatori, recitava il tabellino post match. Roba da capogiro, roba di un calcio che è scomparso davanti a sua maestà la "diretta televisiva".

A distanza di 15 anni però i conti tornano.

AsRoma - Inter 4-2: l'esultanza sotto la Curva Sud

Il tempo restituisce quello che ti prende ed è così che è arrivato il 30 novembre 2014, silenzioso e galantuomo, pronto a ridare il maltolto.
In campo una Roma superiore a quella del lontano 1999 e un'Inter probabilmente meno forte. Insomma le parti si sono capovolte ma in campo è sempre una gara avvincente.
Sugli spalti eravamo al completo: io, Mirko, Christian, Marco, Antonella, Sandro e Matteo. Ancora increduli per la partita di Mosca ma convinti della forza della nostra squadra, una forza che non svanisce con qualche pareggio e un paio di sconfitte.
Daniele, altro fedele abbonato, mostra ancora un po' di malcontento e inizia si lancia in una serie di lamentele che arrivano alla provocazione con la seguente frase: 
"Dodò pure le punizioni ora batte, che non lo rimpiangi Dodò?" 
Sapeva che a una frase del genere Christian avrebbe ceduto con la sua veemenza, un misto di urla e romanistità che si trasforma nella risposta:
"'O rimpiangerai tu Dodò, 'n vedi questo. Che me toccà sentì? Nun ce venì allo Stadio no? Che ce vieni a fà, tanto mo' pe' 'na partita pareggiata è un miracolo se 'namo a ffà l'Intertoto". 
In fila ai tornelli per entrare in Curva si ride, l'aria è distesa nonostante la notizia della vittoria della Juventus a 4 secondi dalla fine del derby.
"Nun ce se crede! Er Padreterno dalla parte loro c'hanno".
Qualcuno non si trattiene, a me rode dentro ma taccio. Concentrazione è la parola d'ordine. A dire la verità un po' c'avevo sperato nell'impresa del Torino. Poche ore prima avevo detto a mio padre, sicuro che i bianconeri avrebbero vinto 4-0, che poteva essere la domenica buona per l'aggancio.
"Ma che stai a dì? Noi con l'Inter non abbiamo una partita facile".
Un "mah" era uscito spontaneo dalla mia bocca cucita su una faccia dall' espressione dubbiosa. 
Non c'è stato un solo momento nel quale ho temuto una defaillance della mia Roma. Un romanista si distingue anche per questo, un romanista sa... ma questo già ve l'ho spiegato la volta scorsa.
Con i panini pronti, uno con il polpettone e una mini baquette (scusate i francesismi ma è tutta colpa di mister Garcia), con mozzarellina di bufala e prosciutto, ero pronta ad affrontare qualsiasi nemico.
La Roma scende in campo e la Curva Sud non esita a fischiare Osvaldo che, da quando è diventato ex, dimostra la sua rabbia nei confronti di noi tifosi, come se fossimo la causa dei suoi fallimenti sportivi. 
Un atteggiamento da "poveretto" il suo che, preso dalla smania di dover dimostrare quanto fosse forte, ha iniziato a esibirsi in capovolte nell'area di rigore, alla ricerca di un gol che, ovviamente, è arrivato al minuto 12 del secondo tempo seguito da un' esultanza decisamente fuori luogo del "poveretto" argentino, soggetto affetto da egocentrismo compulsivo.
Un'esultanza per un 2-2 che ha definitivamente segnato la sconfitta della squadra di Mancini, perchè se non avesse provocato fuori luogo la Curva Sud (e quindi i giocatori in campo) forse la reazione non sarebbe stato tanto accanita. 
Facciamo un passo indietro quando a minuti rovesciati, ossia al 21esimo minuto del primo tempo, a sbloccare la partita era stato un veloce Gervinho che aveva scheggiato la palla nell'area di rigore dell'Inter mandando in estasi l'Olimpico. 
Un vantaggio durato appena quindici minuti quando Ranocchia butta la palla alle spalle di De Sanctis
Il primo tempo si conclude così mentre la pioggia cominciava a cadere, rompendo un caldo che sembrava più primaverile che invernale. L'ora del panino era arrivata sul pareggio, anche un tifoso gioca e ha bisogno di recuperare le forze.
"La Roma c'è si può fare".
La sensazione della vittoria è comune e si consolida quando al 2' del secondo tempo Holebas inizia a correre, a correre, a correre finchè non segna un meraviglioso 2-1.
"Non ci posso credere, Holebas mio che hai fatto!"
Che ha fatto???  Hai segnato mentre addentavo la mini baquette? Che modo è, senza avvisare, per poco mi strozzo! Tutti saltati in piedi mentre io a bocca piena rimanevo seduta. Mai mangiare un panino durante la partita, rischi di morire strozzata.
E poi arriva lui "il guastafeste", quello che se non sta al centro dell'attenzione si sente male. Osvaldo segna, non ha il coraggio di mostrare la maglietta bianca che porta sotto quella ufficiale e instiga tutto lo stadio alla rabbia collettiva. Pensate urla sotto la sua curva, inpiega 5 minuti per tornare in campo e con le braccia e i pugni chiusi continua ad agitarsi rivolto alla tribuna Montemario e alla Curva Sud. Riesce a fare tutto ciò senza nemmeno prendersi un cartellino giallo eppure Francesco Totti per molto meno contro la Juventus un cartellino giallo l'ha preso e come: inspiegabile.
Sarà stato questo il motivo che ha ispirato l'ennesima magia del Capitano che da terra, ancora una volta, dimostra di avere gli occhi dietro la testa creando un assist per quel fenomeno di giocatore che si chiama Miralem Pjanjic che segna di potenza e porta la Roma in vantaggio.
A questo punto accade qualcosa, forse l'arbitro si ricorda che non ha ammonito Osvaldo per l'esultanza poco appropriata, forse è solo stanco e non ce la fa più a correre, fatto sta che tira fuori un cartellino rosso per Mancini l'allenatore protestatore.
La Roma però non ha finito. 

18 settembre 2014

As Roma inizio di Champions stellare!

 

As Roma - Cska Mosca 5-1, che Roma | photo www.giornalettismo.com

 

As Roma - Cska Mosca 5-1 | gruppo E | mercoledì 17 Settembre 2014 | ore 20.45

Ci sono serate destinate a entrare nella storia. 
Risultati inaspettati e speranze rinvigorite, come quando Ulisse l'ha fatta a Polifemo o Davide ha vinto contro quel gigante di Golia. 
A volte il calcio diventa una metafora meravigliosa, apre finestre su giardini nascosti. Ti prende alla sprovvista. 
Prima partita dell'As Roma in Champions dopo 4 anni di digiuno. Una fame senza precendenti, sia per i giocatori in campo che per i tifosi sugli spalti. 
L'ansia inzia dalla mattina, quando il conto delle ore diventa inesorabile. Avete idea di cosa significhi arrivare alle 20.45 ??? 
La sensazione è quella della serie" puoi fare il bagno dopo pranzo dopo tre ore " e tu sembri proprio un bambino che ogni 5 minuti (che dico ogni 2) sei lì che ti chiedi se le 20.45 sono arrivate.
Arrivi allo stadio con un po' di affanno, perchè alla fine le circostanze ti trascinano senza sosta tra il traffico, gli imprevisti e il panino da mettere sotto i denti. Il parcheggio non si trova. La fila ai tornelli è infinita ma alla fine ce la fai.
L'Olimpico è abbastanza pieno e a qualcuno non piace. 
"'Ndo state tutti quando la Roma perde??? 'Ndo state durante l'anno???"  
Già 'Ndo state? probabilmente comodi sul divano a parlar male di quel giocatore o dell'allenatore. Comunque non fa niente, il romanista è un tifoso clemente che ha bisogno di condividere rabbia e gioia in pari misura. 
Prendi il tuo posto nello Stadio, stesso seggiolino delle partite di Campionato. Lo sguardo è come ipnotizzato da quel pallone disegnato su una tela gigante. Quel grande lenzuolo che pochi minuti prima della partita viene agitato dalle mani di tanti ragazzi che lo muovono al ritmo di The Camphions....
Brividi. 
Cerco di far partire il video dall'iphone ma tutto si blocca. Tragedia! La solita sfiga. Quando mi serve la tecnologia mi abbandona. Mi arrendo, tolgo il telefonino dalla faccia e mi godo la famosa sigletta che da anni non ascoltavo più. 
La partita comincia e proprio non puoi prevedere che quella sarà una partita che farà la storia. 
Una partita che chissà quando rivedrai. Non ci puoi credere però lo intuisci al 6' Iturbe, l'uomo che cerca il collo nella maglietta rossa, segna. 
In Curva è il delirio. 
"Bene così! Calma è solo il 6'" ci diciamo tutti intimamente memori di tante delusioni, di partite perse all'ultimo minuto, d'imprese servite a poco. 
Il primo ricordo che ti rincorre, la delusione più cocente e recente, è quella contro l'Arsenal: quarti persi ai rigori.  Ero in Sud con il mio amico Simone, anche stasera ci siamo. Simone è un po' più in alto con Marco C. e Lorenzo mentre io sono più giù, insieme a Mirko, Christian e Marco P. . 
Chi ama la Roma è sempre presente. 
Nemmeno il tempo di riprendersi che al 10' a raddoppiare è Gervinho, la Pantera Nera. Quando segna mi sembra pure bello, mi sembra. Di nuovo calma, di nuovo concentrati. 
La Roma c'è il Cska Mosca non sembra proprio e così la Roma ne approfitta e quando Maicon cavalca la fascia destra e scende in porta, fa un tiro che sembra un cross e piega le mani del portiere: è 3-0. 
"Io Muoroooo" urlo, mentre mi tengo il cuore per controllare se regge all'emozione. 
"Ma che gol ha fatto???" "Papera del portiere?" "Maddechè ja piegato le mani, ja!"
Ognuno ha la sua e al 31' la Pantera Nera fa il bis. 
Corre la Pantera, corre con un tondo nel petto e le braccia aperte come se dicesse: 
"Pure se me sparate resto in piedi!" 
Ho la pelle d'oca, penso al mio primo derby allo Stadio: Roma - Lazio 5-1, tutti gol realizzati nei primi 30 minuti, era troppo tempo fa. 
Pensavo non potesse ricapitare più in vita mia ma ricapita, ed anche in meglio, perchè un conto è in Campionato, un conto in Champions. 
L'intervallo arriva e tutti ridono, si sentono leggeri. Nessun presagio di cattive notizie se non l'infortunio d'Iturbe che nei primi venti minuti è costretto a chiedere il cambio. 
"Si però gliene farei fa almeno 3 così gli altri non capiscono quanto semo forti" dice Simone. 
"No, no 7 gliene voglio fa c'abbiamo una figuraccia in sospeso" rispondo sicura che anche l'impossibile possa realizzarsi. 
Il Capitano in campo appare stanco eppure le più belle palle arrivano sempre dai suoi piedi d'oro. Il Mister lo sa e non lo cambia, lui più di noi vorrebbe che questa serata storica diventasse ancora più storica con un gol di Francesco Totti che, nel caso, sarebbe il giocatore più anziano a segnare nella storia della competizione. Un altro record alla portata del Capitano.
Nel secondo tempo c'è spazio per un altro gol giallorosso, per me di Florenzi ma per il tabellone luminoso un autogol di Ignashevitch, e quello della bandiera di CSKA ad opera di Musa (unico giocatore che si autoispira). Grande protagonista anche Morgan De Sanctis, un portiere d'altri tempi. 
Quattro minuti di recupero, la corsa sotto le curve e Grazie Roma a riempire gli spazi d'aria vuota.
La solita telefonata al ristorante per sentire se papà è sopravvissuto all'emozione, se è riuscito a cucinare bene nonostante i gol o se i clienti questa sera si sono dovuti accontentare dei suoi pochi momenti di lucidità. 
Il vero tifoso, quando gioca la Roma, non esiste e infatti papà ha tenuto la radio spenta. Sapeva il risultato solo perchè mio cognato gli comunicava alla spicciolata un gol dopo l'altro. 
"Pensavo mi prendesse in giro" ha confessato ancora estasiato. 
Ritorno a casa pieno di gioia. Consapevoli di aver visto un pezzetto di storia. Una partita di quelle che il calcio ogni tanto ti regala perchè come tifoso te la meriti porca miseria, te la meriti proprio... se la merita Susan che fa il suo debutto allo stadio insieme a Samantha. Se la merita Massimo, che ha lavorato tutta l'estate in un forno a 40 gradi. Se la merita Lorenzo che deve scappare a lavoro ma è riuscito a passare lo stesso all'Olimpico e se la merita Papà, che pure se non la vede con gli occhi perchè deve cucinare, la vede con il cuore. 
Il calcio è soprattutto questo, un sogno che può diventare realtà.

02 settembre 2013

Il teppismo non appartiene al calcio


Il giorno dopo il gusto della vittoria rimane in bocca e si sparge con una rapidità tale da esplodere nel palato e ricoprendo tutti i sensi. 
Una partita che ha confermato la voglia di una squadra di esserci. Di rimanere in cima almeno per un'altra domenica. Lo stadio baciato dal sole rideva come un bambino che non parla e usa il sorriso come unico modo per comunicare. Rideva l'Olimpico quando il gigante Maicon insaccava il primo gol e portava la Roma in vantaggio. Il pubblico lo ammirava estasiato e da casa mi sbucciavo le ginocchia per buttarmi esultante a terra. Si a terra, sul tappeto del salotto, davanti alla tv con la voglia di abbracciare Maicon di tirarlo fuori dallo schermo, con la speranza che le mie urla di giubilo arrivassero a far tremare i suoi timpani. 
Sono una della Curva io, una che comunque c'è, mi senti???
Forse loro mi hanno sentita e l'euforia si è elevata a livelli tali da esaltare tutta la squadra. 
Segna Pjanic con un pallonetto che definire superbo è peccato e alla fine ecco la bomba di Ljajic, il neo acquisto. Una bomba che se esplode manda in frantumi la gioia: un pezzo sul campo, un pezzo sulle tribune e poi sulle case, negli uffici e nelle macchine. La gioia esplode e copre tutto e tutti o quasi...C'è sempre qualcuno che è allergico alla gioia.
La mia professoressa di Greco e Latino diceva: 
"La madre del cretino è sempre incinta" e quanto aveva ragione.
Piccoli tafferugli nel settore ospiti si erano avvertiti anche da casa. La Curva Sud vuota aveva lasciato spazio ai cori della tifoseria avversaria contestati da molti fischi. 
"Cretini questi eh?" veniva da dire dal divano di casa. 
Poi scopri che i cretini veri sono altri. Dopo una vittoria splendida invece di festeggiare un gruppo d'ingnoranti ha deciso di andare a tirare sassi al pulman del Verona, come se la sconfitta non fosse già sufficiente. 
Tragedia sfiorata, dicono i tg. Sfiorata per chi? per cosa? E' una tragedia solo se ci scappa il morto o il ferito? Dobbiamo piantarla di giudicare i drammi con il numero di vittime, anzi dovremmo iniziare a considerare il numero di vittime reale e non quello presunto o cadavere. 
Siamo tutti vittime. Mi sento ferita come se un sasso mi avesse preso in pieno la faccia spaccandomi il naso. Sono rimasta a casa per cori razzisti e cosa devo sopportare? Che dei teppisti, qualificati con l'aggettivo di Romanisti, mostrino al mondo una faccia violenta e crudele usando il nome della mia squadra. Quando la smetteranno di giocare alla guerra invece che al calcio? Quando capiranno che il pallone può essere davvero il più bel gioco del mondo? Un gioco...e basta???
Vorrei da qui lanciare un appello. 
Pregherei tutti i mezzi di comunicazione: dai giornali alle radio, dalle tv e ai siti web di adottare la parola TEPPISTA per indicare questi delinquenti che meritano i lavori forzati. 
Basta dare a questa gentaccia una collocazione sportiva, un aggettivo che gli dia l'appartenenza a una tifoseria. BASTA! Chi ama il calcio e tifa il calcio non è uno che tira sassi e soprattutto non è un ROMANISTA....parola di Tacco12.
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