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Visualizzazione post con etichetta Gervinho. Mostra tutti i post
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28 settembre 2015

As Roma - Carpi 5-1 e tanti #AuguriCapitano

As Roma - Carpi 5-1: una vittoria per l'umore

 

As Roma - Carpi 5-1 : la Roma c'è


Sabato pomeriggio alle 18.00 si è disputata la sesta giornata di Campionato. L'As Roma ha incontrato la neopromossa Carpi.
Il risultato è stato quello "pronosticato" , ossia una vittoria di larga misura e questa è già una buona notizia.
In realtà in questo fine settimana le buone notizie non sono state sufficienti a bilanciare le brutte: fuori Totti, Dezko, Keita per almeno 20 giorni.
Allo Stadio Olimpico la Curva Sud ha proseguito il suo sciopero e il gioco, detto inter nos, continua a mancare.
Tre punti però sono arrivati e hanno fatto raggiungere alla Roma quota 11 riconsegnando a tutti un po' di umore, soprattutto dopo la sconfitta dell'Inter (la fortuna è eterna finchè dura) con la Fiorentina che l'ha agganciata a 15 punti.

As Roma - Carpi 5-1: quando la vittoria è del gruppo

La partita e i suoi marcatori


Ho dovuto lavorare al ristorante anche sabato a pranzo. Il pranzo è più veloce della cena e il servizio deve essere rapido. Una tavolata di 8 uomini di varie età aveva occupato gran parte della piccola sala. A servirli Marco che dopo un po' di tempo arriva in cucina con un dubbio:
"Secondo me quelli so' del Carpi"
Ci guardiamo tutti dubbiosi, così quando consegno loro il caffè a tavola lo faccio aggiungendo:
"Mica sarete venuti a vedere la partita?"
Un coro di "Si, certo!" si eleva durante la presa della tazzina ed è stato al momento di questa conferma che ho aggiunto:
"I vostri primi tre punti non avrete intenzione di prenderli con noi spero..."
E ancora una volta il coro unanime è stato:
"Certo! Cosi Garcia salta e arriva Carletto"
Il mio sorriso eloquente, come quello di chi sente una barzelletta poco divertente li ha portati alla resa:
"Però non fateci più di 3 gol e se segnamo noi ti penseremo"
"Voi segnerete sicuramente, però noi vinciamo e non so se con 3 o più gol".
Una premonizione niente male che però non aveva incluso 5 gol per opera di 5 marcatori diversi: il primo gol di Manolas, alla faccia di chi sul web lo ha preso in giro; il capolavoro Pjanic su punizione; la resurrezione di Gervinho; la zampata di Salah che ha tolto la gioia a Totti e il primo gol di Digne.
Una cinquina in cui stride l'assenza dell'unico marcatore che le scommesse avrebbero visto protagonista: Dzeko.
Una squadra che continua a segnare con tutti tranne con il suo centravanti...qualcosa continua a quadrare poco, qualcuno continua a non cambiare gioco.
Un'altra bella notizia è stato vedere Morgan De Sanctis parare il generoso rigore concesso al Carpi.
Si perchè questo Roma - Carpi è sembrata la partita del riscatto per chi aveva sbagliato nelle passate giornate. Così dopo l'esplosione di gioia di Manolas per il gol che lo libera dall'errore di un autogol maledetto a Genova, arriva la risposta del portierone giallorosso molto criticato in queste prime giornate. Bravo Morgan!

Insomma 90' minuti di calcio vero, quello che non puoi programmare, dove i marcatori sono quelli che si vogliono far perdonare e i portieri tornano ad accarezzare con voli e manate i volti di chi li ha derisi.

Come ogni copione ben scritto non poteva mancare il gol dell'ex. Marco Borriello ha fatto il suo sporco lavoro ma non ha esultato e, quando è stato sostituito, solo un parte di pubblico, decisamente poco intelligente, ha deciso di fischiarlo. Il resto degli spettatori gli ha tributato l'applauso dovuto a un professionista.

#AuguriCapitano anche da #Tacco12cm | photo: www.asromashirt.it


Totti, 39 anni e tripletta


La notizia più bella di questo fine settimana è stata sicuramente legata al nostro Capitano, non per il suo infortunio, che lo terrà fuori per un mese, ma per il suo compleanno e la sua ufficiale (e soprattutto vera) terza paternità.
Ieri sera Ilary Blasi durante il programma le Iene ha deciso di fare il regalo di compleanno al Pupone e a tutti i suoi ammiratori, dando l'annuncio della sua terza gravidanza.
La gioia è dilagata online e il compleanno di Francesco è apparso consacrato anche dall'alto.
Sembra proprio che il 3 e i suoi multipli siano diventati delle costanti nella vita di Francesco. 3 come i figli, 39 come gli anni, 300 come i gol... 3 il simbolo della vitalità e di molto altro.

Che un altro Totti venga alla luce perchè il Pupone resti eterno, per sempre.

#AuguriCapitano... #AuguriFrancè!


27 febbraio 2015

Feyenoord - As Roma 1-2 e la previsione di Capitan Totti continua...

 
Feyenoord - As Roma 1-2: il primo gol di Adem Ljajic

Feyenord - As Roma 1 - 2 : il gioco continua...


Qualche giorno fa avevo iniziato il post sul dopo Hellas Verona - Roma con la seguente considerazione:
"Trovare le parole per consolare qualcuno tradito dal suo amore a volte può essere davvero difficile. Soprattutto se il primo a sentirsi ferito è chi deve consolare, perchè l'amore per la Roma è oltre la comprensione di qualcuno che non sia tifoso. A volte è oltre la comprensione dello stesso tifoso al punto che se qualcuno ti chiede: "Ma chi te lo fa fare?"
Poi mi ero fermata, incapace di scrivere considerazioni originali su quanto stava accadendo alla mia Roma. Così non avevo pubblicato il post in attesa che la partita di Europa League mi desse qualche spunto.

Impeccabilmente, dopo Feyenoord - As Roma 1-2, con gli spunti arriva anche la risposta alla domanda che poco sopra mi sono posta: ma chi me lo fa fare?
Il calcio me lo fa fare. Un gioco in cui si può vincere e perdere, si può avere fortuna o sfortuna, si può morire e risorgere.

Se nell'incontro di Verona, l'unico che meritava la mia nota di merito, era l'immenso Capitano Francesco Totti che al minuto 25' aveva segnato il suo gol n. 240 portando la Roma in vantaggio, in quel di Rotterdam voglio parlare di tutti, perchè finalmente ha giocato una squadra.

Feyenoord - AsRoma 1-2 : finalmente gioco di squadra

Il segreto della vittoria

La partita di Rotterdam ha dimostrato due cose: 1. Quando l'As Roma gioca da squadra, vince;
2. L'As Roma non ha dimenticato come si gioca e questa è la notizia più notevole. 
Certo non è stata una Roma impeccabile, ma nel complesso ha gestito una gara difficile, in un ambiente ostico e in uno stadio dove il Feyenoord non aveva mai perso. 
Il tutto con un atteggiamento maturo, che non ha ceduto alle provocazioni, e che l'ha premiata facendole guadagnare 3 punti e un passaggio di turno che, in questo momento, era fondamentale. 

Ogni maledetto giovedì

Ogni maledetto giovedì lavoro al ristorante di famiglia Armando Al Pantheon, del resto tra una cameriera e una giornalista la differenza è minima (se non per il trattamento economico che per il cameriere è migliore ovviamente). 
Potete immaginare cosa significhi per una famiglia di malati romanisti non vedere la partita? Qualche volta già ve ne ho parlato ma vi assicuro che ogni volta è un'agonia.
La tensione è sempre altissima, soprattutto se si gioca in Europa e se le altre squadre italiane si stanno qualificando tutte. Inoltre considerando il periodo poco "felice" della Roma, è ovvio che l'umore non sia proprio alle stelle.
In cucina zio Fabrizio è talmente agitato che non vuole sapere nulla, mentre mio cugino Flavio si sintonizza con il cellulare sulla frequenza radio che trasmette il match. 
Il mio via vai, dalla cucina alla sala, non mi permette di cogliere nessuna notizia. Ogni tanto chiedo frettolosamente a Flavio: "'Mbè come va?" e lui mi risponde con un: "Totti palonetto fuori" e dopo qualche minuto "Totti palo"!
"Eh cavolo però! Allora c'ha ragione papà siamo pure sfigati!!!" Papà che, da romanista malata, ha preferito una serata al teatro senza sapere cosa si sarebbe perso.
Zio mi azzittisce : "Non comincià adesso!"
E chi comincia??? Mi defilo in sala alla ricerca di piatti da alzare, di dolci da consigliare e caffè da distribuire. 
Intanto dalla radio si sentono solo fischi, tanti fischi, assordanti, fastidiosi, fino al minuto 47 del primo tempo quando Ljajic segna e allora ai fischi, si sostituisce un unico e fragoroso urlo di gioia del radiocronista. L'ansia si rompe e, in quel momento, quell'urlo interpreta lo stato d'animo di tutti noi all'ascolto. 
Salgo in cucina (scrivo salgo perchè ci sono 3 scalini che dalla sala conducono alla cucina a "vista") e mi nascondo nell'angolo, dove si trova mio cugino per un'esultanza muta ma tanto liberatoria. 
Il primo tempo termina così con Fabio, il cameriere di sala, che chiede: 
"Che succede? Chi ha segnato? Che dice Mirko (infatti Mirko di solito mi aggiorana via whatsapp)?" per poi commentare a risultato positivo raggiunto: 
"Tanto lo sapevo". 
Eppure a me quando la Roma segna la gioia dura un attimo. Vorrei che la partita terminasse, che tutto si concludesse all'istante perchè l'ansia mi uccide. 

Feyenoord - As Roma 1-2: il raddoppio di Gervinho


Il secondo tempo riprende sommerso da fischi. 
Il radiocronista parla di oggetti in campo e Mirko mi scrive di "partita cattiva" e "continue provocazioni da parte dei giocatori del Feyenoord". 
All'ansia si unisce un po' di preoccupazione: Perchè una partita di calcio deve trasformarsi in un incontro di pugilato?
Pochi minuti e Flavio mi avverte che la partita è sospesa.
Sospesa? E fino a quando? Dieci minuti non passsano mai. Dalla radio si sente di nuovo qualche fischio e una voce che descrive il gioco. 
Flavio è serio e mi comunica che il Feyenoord ha pareggiato
Non ci voglio credere. Questi hanno avuto un comportamento inadeguato in trasferta, oggi tirano oggetti in campo fermando una partita e tutto è "normale"? Magari passano pure il turno? 
Non parlerò di questo perchè non voglio rubare la scena alla festa... quindi proseguiamo.
Flavio dice che tanto la Roma fa ricorso ma l'assurdità della situazione m'innervosisce, senza considerare che dal minuto 9', esattamente quando la partita è stata sospesa, il Feyenoord giocava in 10 per l'espulsione di uno che ho soprannominato Tè Verde, per l'assonanza del suo nome alla bevanda, ironia della sorte nota per le sue doti calmanti.
Scendo di nuovo in sala. 
Meglio sparecchiare e scambiare qualche chiacchiera con i clienti. 
Dalla cucina trascorrono pochi minuti e si affaccia Flavio che, con le mani infilati nei guantoni gialli di gomma per pulire i piatti, mi indica un 1 con la destra e un 2 con la sinistra. Sorride e il nome di Gervinho arriva fino a Piazza del Pantheon. 
Ora bisogna solo tener duro. 

Appuntamento a lunedì sera

Quando l'arbitra fischia è finalmente vittoria. E allora a quel paese i mulini, i tulipani, gli zoccoli di legno e la sirenetta. A quel paese l'Olanda e la paura, la sfiga e la violenza. 
La Roma ha ritrovato un po' di quella fiducia che era sparita. Ha capito che l'Europa League si può fare, che la squadra non è sparita, che la vittoria ha un gusto più buono della sconfitta o del pareggio. 
Ed è fondamentale che tutto ciò sia successo alla vigilia di una partita tutta da giocare, di una rivincita tutta da vincere. 
Nel calcio ci sono match che durano 90' e match che durano una vita. 
Roma - Juventus è uno di quei match. L'As Roma lo sa e dopo la vittoria di ieri ne è certa: As Roma - Juventus è  pronta per essere giocata. 
Lo ha detto anche Capitan Totti ieri in conferenza stampa e in Totti we trust.
La vendetta va servita fredda... alle 20.45 di un lunedì 2 Marzo 2015, in uno stadio Olimpico pieno. Loro contro noi. 11 contro 12 e questa volta non basteranno 3 gol in fuori gioco per vincere.


20 febbraio 2015

As Roma - Feyenoord 1-1: #SiamoTuttiLaBarcaccia

As Roma - Feyenoord 1-1 ; #SiamoTuttiLaBarcaccia

 

As Roma - Feyenoord, un pareggio ma solo sul campo.


Solo chi ha una coscienza e un'amore incondizionato per il nostro Paese e per la sua città, può capire il mio stato d'animo nello scrivere questo pezzo. 
Ho una tazza di tè fumante a fianco al mio pc per cercare di sedare i crampi alla pancia e allo stomaco che mi assediano da ieri. 
La Roma gioca una competizione europea, l'Europa League, e lo fa spalancando le sue porte ai tifosi ospiti e questi, da due giorni, la mettono sotto assedio e tutti glielo lasciamo fare. 
Hanno violentato Roma nostra sotto i nostri occhi e noi non li abbiamo fermati. 
Immobili, con gli sguardi pietrificati da un terrore che non può appartenere a un popolo la cui "ferocia" e "forza" sono state per secoli segni distintivi di un dominio indiscusso in Europa e nel Mondo. 
Le mie parole non vogliono essere da esortazione alla violenza ma semplice reminiscienza di un'anima combattente che tutti abbiamo perso: sia noi come popolo italiano, sia i giocatori come "gladiatori" in campo. A chi si paralizzano gli occhi, a chi le gambe. 
Un popolo che "non è in salute" e  che, nella sua malattia, si crogiola come un bambino influenzato che esaspera i suoi lamenti pechè il rientro a scuola sia il più tardi possibile. 

Quanto ancora, quanto ancora questa messa in scena dovrà durare? 

Gli Olandesi arrivati per vedere una partita di calcio e finiti protagonisti di deprecabili azioni, con una multa di 45 mila euro a testa per aver rovinato la Barcaccia di Piazza di Spagna, non erano tifosi
Erano teppisti, gli stessi che in varie quantità occupano le curve di tutte le tifoserie. 
Gli stessi che, ogni prefettura, conosce a memoria e studia e scheda sistematicamente. 
A questo punto l'unica cosa che c'è da chiedersi è : perchè questa gente non viene "bloccata"? 
Qual è l'interesse invisibile che si nasconde dietro questa "leggerezza" che si perpetra regolarmente ogni volta?

As Roma - Feyenoord 1-1, il gol al 22' pt di Gervinho


La partita

Ieri sera era il mio turno al ristorante. Nessuna televisione o radio accessa, solo una voce a balzi che, di tanto in tanto, usciva dal telefonino di mio cugino Flavio. 
Il gol di Gervinho, gridato a più non posso mi aveva rimesso in pace con il mondo, almeno per qualche momento. 
"Lo vedi quanto sono cretini? Erano solo orfani di Gervi! Ma puo' una squadra essere dipendente da un giocatore?" Poi ho pensato a Totti e "si" mi sono detta " certo che può! Del resto in un ristorante quando manca lo Chef è un problema, perchè non può esserlo quando manca un giocatore in una squadra?" 
Domande e risposte che il mio cervello si dava in una serata assurda, in cui il Prefetto di Roma ha disposto di non vendere, nè somministrare alcolici a nessuno fino alle 24.00. 
Potete immaginare per un ristorante cosa significhi? Provvedimento a dir poco assurdo per le modalità con cui è stato applicato e richiesto.
La Roma finiva il primo tempo in vantaggio e c'era ancora qualcosa da sperare. 
Per esempio, che lo scempio compiuto da quei tifosi olandesi irrispettosi potesse essere in parte cancellato con una bella lezione di calcio. Sarebbe stato troppo semplice e soprattutto troppo normale. 
La Roma non è una squadra "normale", non ci s'innamora di una normale. E' piena di contraddizioni, di eros e thanatos, di pulsione per la vita in quantità uguale a quella per la morte. 
Così, è durante il secondo tempo che Fabio, il cameriere di sala  mi passa a fianco sussurrando qualcosa. Presa da miei pensieri non l'ho nemmeno ascoltato. 
Quando raggiungo la cassa, Mario, mio cognato, mi dice che la Roma pareggia 1-1. 

Il mio personale calvario

"Ma come cazzo è possibile??? Quanto tempo manca???" 
Ogni tanto mi affaccio in cucina, cercando nella voce che viene dal telefonino di Flavio e dallo sguardo di mio cugino, un cenno di speranza. Nulla. Sento solo fischi, tanti fischi e lo stomaco mi si fa piccolo e la rabbia mi assale. 
Fischi come pugnalate, come calci distribuiti per tutto il corpo, perchè fischiare la propria squadra è un dolore enorme. 
Come padre quando deve dare uno schiaffo al proprio figlio perchè capisca che certe cose non si fanno. 
Ecco la Roma certe cose non le deve fare
E come un padre o una madre ti viene da dirle di non farle soprattutto per lei stessa, perchè si fa del male da sola e ne procura agli altri. 
Fischi senza applausi e mentre i minuti scorrevano, si concretizzava la convinzione che nessun risultato sarebbe cambiato e che, anche questa volta, la Roma che aspettavi si era persa chissà dove e chissà perchè. 

As Roma - Feyenoord, 1-1; Alessandro Florenzi


Florenzi e Garcia e quel "come sempre"

Alessandro Florenzi e Mister Rudi Garcia del resto avevano detto di crederci. 
"Venite a sostenerci, daremo tutto come sempre". 
Era quel "come sempre" che non mi convinceva e adesso tutti ce l'hanno con loro. Eppure lo avevano detto "come sempre" e hanno tenuto fede alla loro promessa. 
La Roma non vince da novembre e "come sempre" ieri non ha vinto. Adesso rimaniamo nel limbo una settimana, con discussioni legate allo sport e al teppismo, alla Roma in crisi e a una partita in trasferta da vincere in uno stadio, quello del Feyenoord, dove la squadra olandese non perde praticamente mai. 

AsRoma - Feyenoord 1-1, #SiamoTuttiLaBarcaccia


#SiamoTuttiLaBarcaccia
 
Vorrei lanciare il mio hashtag #SiamoTuttiLaBarcaccia
Credo che la Barcaccia di Piazza di Spagna in questo momento rispecchi anche l'As Roma. 
Metà in acqua, metà alla deriva. 
Bellissima, dopo un'estate passata a restaurarsi, eppure di nuovo sfregiata, senza nessun motivo se non quello di essere priva di un comandante che la difenda e la tragga in salvo.

16 febbraio 2015

As Roma - Parma 0-0: Pierrot, Lady Gaga e chissà...

As Roma - Parma 0-0, una partita triste come Pierrot

 

As Roma - Parma 0-0, una brutta partita 


Nel periodo di Carnevale alla Roma capita spesso d'incappare in partite tristi e piatte, che a volte si fermano a un insignificante 0 a 0, mentre altre si trasformano in disastri epocali (ricordo per esempio un Roma - Cagliari giocata di 1 febbraio 2013 finita 2-4).
Le cause di queste prestazioni potrebbero essere molteplici, la sostanza però è che non si vince da tempo e, soprattutto, che non lo si fa in casa contro squadre sull'orlo della disperazione come il Parma di Donadoni.
Nel mio cuore era riposta la possibilità che il ritorno di Gervinho potesse scuotere l'umore dello spogliatoio. Avevo la sensazione che potesse ricaricarlo un po' ma, evidentemente, mi sbagliavo.
In giro leggo che qualcuno se la prende con Mister Garcia, qualcun altro con i giocatori. E' un compito arduo ricercare le cause e forse non è così costruttivo.
Sarebbe forse il caso di concentrarsi sugli errori evidenti commessi da giocatori e tecnico per evitare il loro ripetersi.



Errare humanum est. Perseverare autem diabolicum. 


Iniziamo dal dire che sbagliare è umano, quindi che tutto può essere aggiustato. Quello che mi disturba terribilmente è la perseveranza con cui si prosegue nell'errore.
Mister Garcia per esempio ha schierato Doumbia.  Pur comprendendo la necessità di avere in campo una squadra offensiva, davvero non riesco a capire per quale ragione il francese abbia esposto un giocatore appena arrivato e, naturalmente spaesato, ai fischi (a mio parere inopportuni e ingiusti) della Curva Sud.
Errore, questo, che già aveva compiuto in precedenza quando aveva mandato in campo Ibarbo nonostante le sollecitazioni del Cagliari di farlo giocare dopo il 9 febbraio, giorno della visita medica. Il risultato è stato che Ibarbo sarà fuori almeno un altro mese.
Qual è questa fretta di voler buttare in campo i giocatori appena comprati quando in panchina ce ne sono di giovani con tanto di precampionato ben giocato sulle spalle?
Un altro errore lo imputo ai giocatori, anche quelli più bravi vedi Radja Nainggollan e Gervinho: il calcio è gioco di squadra, allora perchè giocate da soli? Perchè non correte insieme verso la meta invece d'innamorarvi di giocate singole che non portano a nulla?
L'ultimo errore è della società e delle maledette maglie con lo sponsor "speciale", come la migliore delle tradizioni anche questa volta con la scritta "buon anno" in cinese siamo stati capace di pareggiare. Non abbiamo vinto una sola volta, consiglierei d'indossare sponsor speciali solo in occasioni speciali.

As Roma - Parma 0-0, il Pierrot di Lady Gaga sulla cover di Applause


Perchè Pierrot?


Pierrot è una maschera della tradizione del Carnevale italiano.
Nata alla fine del '500 è stata, negli anni successivi, esportata in Francia prima e in Germania dopo, per poi essere conosciuta in tutto il Mondo. Una maschera triste con una lacrima dipinta sulla guancia.
Ecco questo Carnevale, che per fortuna finirà il prossimo mercoledì,  l'As Roma ha scelto la sua maschera, una maschera italiana trasformata da un francese. Una maschera triste.

Parma gioie e dolori


E pensare che la mia prima partita allo stadio fu proprio un Roma - Parma di qualche secolo fa.
Uno di quelli in cui la Curva cantava ancora "Solo i prosciutti, c'avete solo i prosciutti!"
Adesso nemmeno quelli c'ha il Parma, povera squadra in mano a una società che non paga i suoi dipendenti da mesi. Eppure nella loro povertà hanno più carattere della Roma, un allenatore che nonostante l'evidenza non si arrende e soprattutto una voglia di lottare finchè si può'.
Roma - Parma 17 giugno 2001 rimane poi "La Partita", quella che nessun tifoso romanista potrà mai dimenticare. Con i cancelli dell'Olimpico aperti dalle 10 di mattina e poi la festa, la grande festa del terzo scudetto.
Un'altra Roma... un altro Parma...

Il fatto però che il Napoli abbia perso e la Juventus non abbia preso tre punti contro il Cesena, m'induce ad avere speranza. C'è ancora un po' di tempo da mordere.
Questo è senza dubbio un Campionato giocato  sotto la media, pieno di ostacoli durante il percorso, e allora ho come la un'intuizione, come la sensazione che la famosa maschera di Pierrot sia più quella di Lady Gaga sulla copertina del suo singolo "Applause" che quella dei carri carnevaleschi.

Vuoi vedere che appena l'As Roma si cala la maschera, scattano gli applausi???




10 febbraio 2015

Cagliari - As Roma, 1-2 : Verde stile Rockwell


Cagliari - As Roma 1-2, Daniele Verde premiato come migliore in campo | photo: www.romaforever.it

Cagliari - As Roma 1-2, il colore della speranza è il Verde

Ieri sera si è conclusa la giornata di Campionato n.22, siamo oltre la metà e tra poche settimane la matematica farà i suoi conti. 
La mattina di domenica ero andata a vedere per la seconda volta la mostra di Norman Rockwell, quel fottuto genio che ha raccontato tramite le sue illustrazioni (al limite del realismo fotografico) un secolo di Stati Uniti d'America. 
Chissà se i "nostri di americani" ci sono stati alla mostra e chissà quale delle copertine del Post ritengono la meglio riuscita. 
Personalmente le adoro tutte per l'espressività autentica con cui Rockwell riusciva a riprodurre fedelmente le emozioni. Un'espressività che vorrei poter riconoscere sui nostri campi da gioco. Un misto di agonismo, divertimento e fatica. Una miscela che bene si coniuga con l'infanzia e l'adolescenza, tempi in cui una partita è solo un incontro che si vuole vincere a ogni costo perchè è ogni volta "la partita". 
Ecco mi domando come e chi avrebbe rappresentato Norman Rockwell oggi se gli fosse stato commissionato un ritratto dei nostri giocatori. Sarebbe stato in grado di trovare un modello ideale nella rosa dei giallorossi? Avrebbe potuto cogliere sui loro volti, tra le linee della bocca corrugata o del naso schiacciato, tra le piccole pieghe delle palpebre e la pelle arrossata dopo un calcio ricevuto sotto il ginocchio, quei dettagli di "autenticità" che rappresentano la fatica dello sport? 

Cagliari - As Roma 1-2, l'agonismo nello sport secondo Norman Rockwell


Contro il Cagliari finalmente si torna a vincere

Sulla strada del ritorno, mentre salivamo le scale di casa, Mirko se ne usciva così: 
"Scemi come sono, vuoi vedere che questi a Cagliari vanno a vincere?"
Ho sorriso, mentre salendo l'ennesimo gradino osservavo con disappunto un fiatone figlio della mancanza di sport. Un sorriso di assenso, da una parte, di rassegnazione dall'altra. 
Arrivata davanti alla porta gli ho risposto: 
"'Mbè non mi sorprenderebbe, ne sono capaci". 
 La Roma scende sul campo dello stadio Sant'Elia di Cagliari e mette in scena la formazione più rimaneggiata di sempre. Tra i titolari, figura il quasi sconosciuto Daniele Verde, un ragazzo napoletano di 18 anni che non ha mai giocato una partita nella massima serie per 90'. 
"Era ora! Almeno questi hanno voglia di correre" osservo mentre sparecchio la tavola.
Si gioca alle 15.00 eppure non si riesce a mangiare mai in tempo per stare tranquilli e concentrati. 
La vigilia della partita era stata scossa dalle numerose e note assenze e dall'influenza di Capitan Totti, comunque in campo. 
La partita inzia e la Roma sin dai primi minuti dimostra che non è in giornata. Gioca male, come sempre nelle ultime settimane. Questa volta però almeno uno fa la differenza. Quel ragazzino napoletano ce la mette davvero tutta perchè il suo esordio non passi inosservato. Così al minuto 38 manda Ljajic in porta ed è 0-1. 
Non sembra vero, finalmente la Roma in vantaggio. 
Nel corso degli altri 45 minuti assistiamo alla sostituzione di Totti, evidentemente poco in forma, per Sanabria e poi quella di Adem Ljajic per Leandro Paredes
Questa volta Verde, che ha un po' rallentato nella seconda parte della gara, l'assist lo disegna per Paredes e il secondo gol, arrivato al 40' del secondo tempo, ci getta tutti in una tranquillità dal sapore nostalgico. 
"Fosse che abbiamo chiuso una partita" dice Mirko esausto dallo stress che lo rode. 
Nonostante i 5 minuti di recupero e un gol subito al 95' l'As Roma questa volta ha vinto ed è una sensazione bellissima.
Cagliari - As Roma 1-2, Paredes segna il gol del raddoppio

Considerazioni


Dopo questa vittoria si è soliti cancellare tutto a zero, come se la Roma non avesse più problemi e tutto si potesse fare. Alla fine abbiamo ristabilito i vecchi equilibri, della serie: la Lazio a -12. 
Beh, non è così a mio avviso. Avere dei giovani sui quali puntare è una rassicurante ripartenza ma dover risanare il gioco continua a essere una priorità assoluta
Tanto per cominiciare dalla prossima settimana torneranno in formazione i vincitori della Coppa d'Africa: Gervinho e Doumbia, aspettati per giovedì a Trigoria. 
Insomma due belle notizie che possono togliere peso alle scuse che nell'ultimo mese hanno avuto il ruolo di protagoniste. 
Infortuni a parte, si può tentare di dare nuovamente priorità alla lotta scudetto e quindi alla necessità di mantenersi saldi al secondo posto senza perdere punti

Ce la farà la Roma a tenere il passo? 

Alla fine di Cagliari - As Roma posso dire con certezza che se Norman Rockwell avesse cercato un modello avrebbe scelto Daniele Verde... forse perchè è ancora un ragazzo e quindi appartiene a quella fase della vita in cui l'entusiasmo è ciò che si mette in mostra, forse perchè la sua intervista a fine partita era davvero commovente, dipingendosi da sola come il ritratto di un bambino cresciuto nel giorno del suo esordio. 
Ecco, "Il ragazzo nel giorno del suo esordio in campo" così l'avrebbe intitolato Rockwell e l'avrebbe disegnato bellissimo. 

Cagliari - As Roma 1-2, Adem Ljajic segna il gol del vantaggio




20 gennaio 2015

Palermo - As Roma: 1-1 e sto. 'Ndo sto?

Palermo - As Roma: quale sarà il futuro giallorosso? Qui Destro dopo il gol del pareggio

A Palermo si è vista la più brutta As Roma del Campionato


Un pareggio che sembra una mano a Sette e Mezzo in cui il giocatore scopre le carte e si accorge di avere un punteggio minimo, allora dice al banco: "Cala!" ed è allora che il banco cala e gira una carta che vale un punto e basta e il giocatore, senza nemmeno rischiare per un momento la fortuna, pronuncia il fatidico: "Sto!"

Sto! 'Ndo Sto???


La Roma ha fatto esattamente così, si è accontentata di un 1 punto senza nemmeno tentare di prenderne 3, dimenticando che per vincere uno Scudetto ne servono 90, se non 100, di punti e sono d'acciuffare soprattutto nelle trasferte come quella di Palermo perchè è per quelle partite che passano i punti più preziosi.

Un' AS Roma che chiamarla As Roma si fa fatica. Senza Gervinho, che ne incarna l'anima e Totti che ne sprigiona l'essenza. Senza De Rossi che rappresenta la passione o Nainggollan che ne è il carattare. 
Si fa fatica a chiamarla As Roma quando manca alla vista l'eleganza di Keita al centrocampo, come una Jaguar rigata o un tacco 12 cm indossato con una calza di 70 den.
Senza Maicon che la rende combattiva e sfacciata, e Manolas che l'addolcisce come il cacao sul tiramisù.

Si fa fatica a chiamarla Roma...eppure in campo non c'era proprio il nulla... ma quel "non nulla" non è bastato e se una doppia negazione diventa affermazione, in questo caso diventa un gol. 
Il solito gol di Mattia Destro che pure se non sa stoppare una palla, non sa fare uno scatto o saltare l'uomo, sa scivolare nella maniera giusta, sa sfiorare il pallone come solo uno che deve segnare a tutti i costi sa fare. 
La Fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo scriveva Seneca e così è. 

'Ndo Sto? Al secondo posto a -5 dalla prima che è sempre la Juventus e che gioca meglio, decisamente meglio. 

Lasciamo perdere congetture del calibro: se a Torino ci avessero dato i tre punti a quest'ora staremmo +1. Lasciamole perdere per due motivi.
Il primo è che +1  non è  +5; il secondo è che partita come quella di Palermo non hanno alibi, assenze o meno, non si può prendere un gol dopo 1 minuto e 45 secondi. 

Quindi parliamo di un girone concluso in una posizione che può ancora regalarci qualche soddisfazione se si decide di cambiare la mentalità. 

Palermo - AsRoma: 1-1, il gol di Mattia Destro

Le Partite da analizzare del girone di andata


Al secondo minuto già eravamo sotto di un gol.
La Roma in svantaggio, in questa stagione non è certo una novità. Ci ha regalato questo stato d'animo già in partite come Roma - Sassuolo, Roma - Lazio, a Bergamo contro l'Atalanta il gol l'aveva subito al 1' da Moralez. A Napoli hai preso il gol al 3' perdendo l'incontro per 2-0.
Insomma una squadra per gente dal cuore forte, mettiamola così. Alcune partite si sono pareggiate, altre perse e altre addirittura vinte. 
Lo stato d'animo diffuso è quello che non si può lottare per lo Scudetto. Se giochi male e vinci potrebbe anche essere sufficiente, il problema serio è l'intesa in campo. Davanti corrono da soli, non si parlano. Quando mancano i giocatori "pilastri" di questa Roma, la palla non gira e non basta Adem Ljiajc per fare reparto. 
Poi arriva una palla sporca in rete e c'è chi si dichiara: "Felice per aver segnato anche se non abbiamo vinto",  dove si arriva con gente così? 

Questa sera ... Empoli 


E dopo la 19esima giornata di Campionato, inzia la strada per la Coppa Italia
Questa sera in uno Stadio Olimpico bagnato scenderanno in campo i reduci di Palermo per affrontare la squadra di Sarri.
Bisognerà vincere 6-1 come ha fatto la Vecchia Signora per tornare a essere credibili?

Maggio è lontano


Mozzico un cornetto riscaldato, mentre fuori continua a scendere acqua. L'inverno è inoltrato ma sulla mia terrazza scorgo ciuffi di verde qua e là. Per il mese di Maggio sarà tutto in fiore e se non lo sarà, appena smetterà di piovere, cercherò di mettere un po' in ordine.
Sono sicura che anche Rudi farà così, appena gli sarà possibile metterà un po' di ordine, non può rimandare ancora. 


09 novembre 2014

Bayern Monaco - Roma 2-0: ai piedi del Bayern ma a testa alta

Bayern Monaco - Roma 2-0 : ai piedi del Bayern ma a testa alta

 

La Roma a Monaco ai piedi di un Bayern troppo forte. 


Questa volta non l'ho vista. Dopo l'umiliazione dell'andata, una cosa era certa: non sarebbe potuta andare peggio.
Magra riconsolazione, lo so, ma è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno che fasciarsi la testa ormai rotta in sette pezzi. 
La previsione tutto sommato si è rivelata corretta, i gol presi sono stati solo 2. La Mia Roma è uscita di nuovo sconfitta, il colosso Bayern Monaco non ha avuto alcuna pietà nemmeno questa volta e allora sposo le parole di Daniele De Rossi che ha osservato: 
"Siamo forti e possiamo ancora vincere lo scudetto. La sconfitta di Napoli ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Quella di Monaco ci dice che siamo forti ma non abbastanza per vincere la Champions League". 
E così sia. 
Per fortuna il girone è quasi alla fine e la classifica è impietosa, specchio di un Bayern Monaco assolutamente senza avversari degni del suo potenziale. Se ne sta lì in alto a guardare dalla vetta dei suoi 12 punti (ha vinto tutte le partite) le seconde Roma e Cska a 4. Fortuna che con i russi all'andata abbiamo vinto facile e la differenza reti ci vuole in vantaggio su di loro per il secondo posto.
Il Bayern è tanta roba, troppa per chi torna in Champions dopo 4 anni. 
Quindi, tornando a mercoledì sera, ho lavorato al ristorante e la partita l'ho seguita solo grazie al cellulare animato dal gruppo Fantacalcio e dai messaggi di Mirko.
Non vi nascondo che quando il primo messaggio di Mirko è stato: 
"Un'altra Roma, sembra di essere tornati alle prime giornate di Campionato" ho intimamente sognato di portare a casa un punto e magari 3 all'ultimo minuto.  Cose da romanisti, sogni che non si controllano vagano in un angolo della nostra testa e affiorano non appena gli si lascia un piccolo spazio.
Fabio mi chiede ogni due minuti cosa fa la Roma.
"Allora? Allora?" 
"Allora che Fabiè? Ti ho detto fino a 3 minuti fa che stiamo 0 a 0 non sei contento?"
Fabio non sorride nemmeno, lui è molto più teso di me. Appartiene a quella categoria che nun s'arende perchè la Roma è la n1
Lui crede nei miracoli e nega l'evidenza di un Bayern che non si può arginare soprattutto se, ad aginarlo sono giocatori come Torosidis e Holebas.  
Giocatori utili per un Campionato lungo ma non presentabili in una competizione come la Champions League sarebbe come dire che Fabio Volo va a fare un campionato di scrittura con Nick Hornby.
Fabio mi chiede di nuovo "Che fa la Roma?" ed è in quel momento che mi accorgo che il Bayern ha segnato al 38' minuto. 
"E' finito il primo tempo e perdiamo 1-0".
E poi succede, come tutte le volte, che ci rimango male perchè alla fine ci credi sempre, perchè la paura di una nuova figuraccia si presenta educata con un "posso entrare?". 
Inizia il secondo tempo a Monaco, mentre a Roma mi districo tra una faraona e un abbacchio scottadito e il tavolo 7 che ti chiede ancora cicoria ripassata. Il cellulare vibrare nella tasca del grembiule tra tappi di sughero, penne e apribottiglie. 
Avremo pareggiato??? 
"Che fa la Roma? Che fa?"
Fabio mi pressa peggio dei giocatori tedeschi che non mollano l'osso nemmeno al 90', come qualcuno mi ha detto nel gruppo fantacalcio: 
"Saranno pure forti ma ve sembra normale?"
Mah, il dubbio assale il debole e il perdente quindi preferisco pensare che sia normale. Il Bayern Monaco raddoppia al minuto 63' e l'unico extraterrestre in campo mi pare Neur quel gigante buono che ha anche mangiato proprio qui da Armando al Pantheon qualche tempo fa. 
"Chi mangia da Armando ha superpoteri!" 
Papà trova cosi il suo bicchiere mezzo pieno e poi aggiunge: 
"Ma non poteva stare a mangiare qui stasera invece di perde tempo in campo?" 
Già... forse quelle due parate miracolose non le avrebbe fatte e Nainggolan dopo e Gervinho prima, ci avrebbero potuto regalare un sogno.
Fabio continua a chiedere e quando al 79' vedo che per loro entra tale Rode, mi sembra un segno. 
Abbandono ogni speranza e inizia a rodere un po' anche a me. 
La partita finisce e Fabio non s'arrende: 
"Che fa il Manchester City?" 
Controllo e vedo che il Cska ha fatto il colpaccio: il City ha perso. Fabio è al settimo cielo. 
"Siamo secondi se pareggiamo passiamo uguale... anzi te dirò basta..."
lo interrompo con un : 
"Non me scoccià, non fa calcoli che qua poi lo sai come finisce".
Lui non mi ascolta continua a parlare mentre ormai con la testa sono già a Roma - Torino. 
Il Campionato si può vincere e allora è il momento di tornare a scalare la classifica. 
Con il talento si vincono le partite, ma è con lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati
Parola di Michael Jordan uno che la palla in rete l'ha messa tante volte e allora Dajeee facciamolo vedere a tutti che la Roma c'è ed è forte, anzi fortissima.

22 ottobre 2014

As Roma - Bayern Monaco 1-7 : Deja vu, Curva Sud e pensieri romanisti


AsRoma - Bayern Monaco: La Curva Sud

As Roma - Bayern Monaco è finita nel peggiore dei modi: 1-7

"Che è quel 17, ahò?" il ragazzo nella fila dietro quasi allo scadere dei 90 minuti s'interroga sui numeri che appaiono sul cartellone.
"La Disgrazia!" gli rispondo e ci facciamo un mezzo sorriso.
Perchè se c'è da salvare qualcosa dalla serataccia di ieri siamo come sempre noi tifosi. Gente che ha riempito l'Olimpico al punto di farlo scoppiare. Noi che siamo arrivati in 70.544 mila chi con la febbre, chi con una caviglia slogata. Ho visto pure uno con un braccio ingessato. Tutti decisi a sostenere la Roma, tutti almeno fino a un certo punto.
Infatti alla fine del primo tempo, qualcuno ha abbandonato il proprio posto. Dopo il gol di Gervinho una lieve speranza si era di nuovo conficcata nei nostri animi come una fiammella ancora salva sotto una montagna di cenere. Una scintilla nascosta pronta a diventare un incendio.
Un primo tempo da dimenticare. Una squadra completamente ferma la nostra, merito di un Bayern Monaco fortissimo, di un'altra categoria che l'ha fatta diventare la squadra Campione di Germania prima e della Champions League dopo. Senza contare che buona parte di quei giocatori, aveva da poco inflitto 7 gol al Brasile, in casa, durante il Mondiale che poi li ha eletti i Migliori.
La Grande Madre Germania quando ha subodorato che la Roma stava prendendo coraggio, dopo due parate del portierone Neuer (classe '86) e un gol della solita pantera Gervinho, ha versato acqua su quella fiammella per spegnerla definitivamente. 
E' stato allora, sul 6-1 che qualche tifoso non ha retto all'umiliazione ed è andato via.

"Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale, tifoso occasionale, tifoso occasionale porti male!" 

La Curva Sud ha alzato questo coro mentre continuava a cantare e sbandierare, mentre continuava a fare il suo dovere. Quello di essere il dodicesimo uomo in campo.
Lo sanno i giocatori che a partita finita ci hanno applaudito. Lo sanno i tifosi tedeschi, tanti e meravigliosi nei loro colori bianco e rosso, in quello spicchio di Olimpico che sembrava uno stadio intero tanto hanno saltato e ritmato i cori a tempo con le mani. 
Meraviglioso Bayern al punto che non ti puoi nemmeno arrabbiare. La più forte squadra al mondo. Una sconfitta tattica, un gap quello tra loro e noi che solo un' intera squadra di Florenzi e Nainggolan avrebbe potuto provare a colmare. 
Alla fine del primo tempo telefono al ristorante, prima risponde Fabio con un tono che un morto resuscitato sarebbe sembrato più allegro. Dato che c'era poco di cui parlare mi sono fatta passare mio padre che per messaggio si era già preoccupato di chiedermi: "Che cazzo succede?"
"Eh, che cazzo succede secondo te?"
Sospiro e con il fiato che mi resta in corpo cerco di spiegargli che il Bayern è troppo forte. Lui litiga con zio che gli ricorda di preparare dei piatti ma lo fa in modo isterico a causa del suo umore da tifoso avvilito. Papà gli risponde male, la sconfitta brucia pure a lui. Scene da fratelli, scene da romanisti. 
Salgo le scale per tornare al mio posto e un bimbo che fa la fila al bagno ha il viso bagnato dalle lacrime come se un gavettone gli si fosse rotto in faccia. 
"E' uno scherzo!" lo avrei voluto consolare ma non sono riuscita a dirgli nulla se non a guardarlo con tenerezza. 
Sul cellulare mi arrivano gli aggiornamenti dal gruppo AsRomaForever. Famiglia Celata, Puglielli, BB e intrusi vari commentano la disfatta e poi... poi Adri, il più piccolo di casa, abbandona la conversazione.
Paolo, il padre, ci racconta che non ce l'ha fatta. A fine primo tempo ha smesso di vedere la partita. Ha abbandonato gli spalti proprio come i tifosi all'Olimpico. Paolo e il piccolo Vittorio invece hanno tenuto duro. A quel punto Adriano ha litigato con Vittorio e praticamente è successa la stessa cosa che pochi minuti prima avevo vissuto per telefono tra mio padre e mio zio solo che ci sono 50 anni di differenza!
Il calcio è così: c'è chi rimane lucido e chi proprio non ce la fa.

As Roma - Bayern : lo stadio Olimpico pieno

Siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui... con le nostre notti bianche ma non saremo stanchi neanche quando ti diremo ancora un altro siiiii..... 

La Curva ha continuato a cantare fino alla fine, anche quando l'arbitro ha fischiato tre volte. Il ragazzo che mi sedeva davanti con una giacca imbottita ha fatto la sauna poi è andato via 10 minuti prima. mentre Annalisa scuoteva la testa sin dall'inizio con un "nun ce la posso fa" la mia memoria mi ha trascinato a 7 anni fa e a quegli altri 7 famosi gol vissuti in solitaria nel salotto dei miei genitori. 
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe accaduto di nuovo?
E mentre sul 5-1 qualcuno gridava verso il campo:
"Dajee so' cottiii!!!" 
Pensavo con il sorriso della serie mai arrendersi, che alla fine quei gol subiti erano meno tristi di quelli visti da sola, spalmata sul parquet per la disperazione. 
Usciamo dallo stadio ormai vuoto. 
Lorenzo, Marco, Simone e Francesco aspettano me e Mirko.
"Andiamo a mangiare una pizzetta?" 
Gli facciamo di si con la testa. Nel percorso che ci separa dalla cena, a un semaforo rosso di viale Angelico, giro la testa e nel suv affianco al mio motorino vedo Bruno Conti
"Ciao Bruno" gli faccio. 
Il suo sorriso mi mette gioia e sento l'empatia che solo i romanisti condividono al primo sguardo. 
"Ciao a voi e buona serata.. cioè... va beh, dai è una buona serata" sorride Bruno e penso che lui ha perso una finale di Coppa dei Campioni e allora:
"Si, Bruno lo è" gli rispondo. 
La cena è piena di chiacchiere, di dichiarazioni post partita e un po' di birra. Qualche battuta e i ricordi di Patricia, che ci ha raggiunto per cena, brasiliana ancora ferita. Poi al momento di salutarci Lorenzo con solennità dice la sua:
"Comunque nel 2020 noi vinceremo la Champions League, ve lo dico oggi" 
M'allarga il cuore. Quanto amo i tifosi della Roma. Ci viene da ridere a tutti ma tutti alla fine ci speriamo. 
Strana razza quella romanista. Siamo fatti così nemmeno un 1-7 c'impedisce di sognare. Montiamo di nuovo in scooter e suoniamo a un gruppo di tifosi del Bayern: 
"Dajeeee!" gli facciamo. Loro rispondono con una risata di gioia.
Del resto il vero Calcio è questo: quando a vincere è il migliore, il rivale applaude e impara... in attesa di mettere in pratica l'insegnamento appreso.  


18 settembre 2014

As Roma inizio di Champions stellare!

 

As Roma - Cska Mosca 5-1, che Roma | photo www.giornalettismo.com

 

As Roma - Cska Mosca 5-1 | gruppo E | mercoledì 17 Settembre 2014 | ore 20.45

Ci sono serate destinate a entrare nella storia. 
Risultati inaspettati e speranze rinvigorite, come quando Ulisse l'ha fatta a Polifemo o Davide ha vinto contro quel gigante di Golia. 
A volte il calcio diventa una metafora meravigliosa, apre finestre su giardini nascosti. Ti prende alla sprovvista. 
Prima partita dell'As Roma in Champions dopo 4 anni di digiuno. Una fame senza precendenti, sia per i giocatori in campo che per i tifosi sugli spalti. 
L'ansia inzia dalla mattina, quando il conto delle ore diventa inesorabile. Avete idea di cosa significhi arrivare alle 20.45 ??? 
La sensazione è quella della serie" puoi fare il bagno dopo pranzo dopo tre ore " e tu sembri proprio un bambino che ogni 5 minuti (che dico ogni 2) sei lì che ti chiedi se le 20.45 sono arrivate.
Arrivi allo stadio con un po' di affanno, perchè alla fine le circostanze ti trascinano senza sosta tra il traffico, gli imprevisti e il panino da mettere sotto i denti. Il parcheggio non si trova. La fila ai tornelli è infinita ma alla fine ce la fai.
L'Olimpico è abbastanza pieno e a qualcuno non piace. 
"'Ndo state tutti quando la Roma perde??? 'Ndo state durante l'anno???"  
Già 'Ndo state? probabilmente comodi sul divano a parlar male di quel giocatore o dell'allenatore. Comunque non fa niente, il romanista è un tifoso clemente che ha bisogno di condividere rabbia e gioia in pari misura. 
Prendi il tuo posto nello Stadio, stesso seggiolino delle partite di Campionato. Lo sguardo è come ipnotizzato da quel pallone disegnato su una tela gigante. Quel grande lenzuolo che pochi minuti prima della partita viene agitato dalle mani di tanti ragazzi che lo muovono al ritmo di The Camphions....
Brividi. 
Cerco di far partire il video dall'iphone ma tutto si blocca. Tragedia! La solita sfiga. Quando mi serve la tecnologia mi abbandona. Mi arrendo, tolgo il telefonino dalla faccia e mi godo la famosa sigletta che da anni non ascoltavo più. 
La partita comincia e proprio non puoi prevedere che quella sarà una partita che farà la storia. 
Una partita che chissà quando rivedrai. Non ci puoi credere però lo intuisci al 6' Iturbe, l'uomo che cerca il collo nella maglietta rossa, segna. 
In Curva è il delirio. 
"Bene così! Calma è solo il 6'" ci diciamo tutti intimamente memori di tante delusioni, di partite perse all'ultimo minuto, d'imprese servite a poco. 
Il primo ricordo che ti rincorre, la delusione più cocente e recente, è quella contro l'Arsenal: quarti persi ai rigori.  Ero in Sud con il mio amico Simone, anche stasera ci siamo. Simone è un po' più in alto con Marco C. e Lorenzo mentre io sono più giù, insieme a Mirko, Christian e Marco P. . 
Chi ama la Roma è sempre presente. 
Nemmeno il tempo di riprendersi che al 10' a raddoppiare è Gervinho, la Pantera Nera. Quando segna mi sembra pure bello, mi sembra. Di nuovo calma, di nuovo concentrati. 
La Roma c'è il Cska Mosca non sembra proprio e così la Roma ne approfitta e quando Maicon cavalca la fascia destra e scende in porta, fa un tiro che sembra un cross e piega le mani del portiere: è 3-0. 
"Io Muoroooo" urlo, mentre mi tengo il cuore per controllare se regge all'emozione. 
"Ma che gol ha fatto???" "Papera del portiere?" "Maddechè ja piegato le mani, ja!"
Ognuno ha la sua e al 31' la Pantera Nera fa il bis. 
Corre la Pantera, corre con un tondo nel petto e le braccia aperte come se dicesse: 
"Pure se me sparate resto in piedi!" 
Ho la pelle d'oca, penso al mio primo derby allo Stadio: Roma - Lazio 5-1, tutti gol realizzati nei primi 30 minuti, era troppo tempo fa. 
Pensavo non potesse ricapitare più in vita mia ma ricapita, ed anche in meglio, perchè un conto è in Campionato, un conto in Champions. 
L'intervallo arriva e tutti ridono, si sentono leggeri. Nessun presagio di cattive notizie se non l'infortunio d'Iturbe che nei primi venti minuti è costretto a chiedere il cambio. 
"Si però gliene farei fa almeno 3 così gli altri non capiscono quanto semo forti" dice Simone. 
"No, no 7 gliene voglio fa c'abbiamo una figuraccia in sospeso" rispondo sicura che anche l'impossibile possa realizzarsi. 
Il Capitano in campo appare stanco eppure le più belle palle arrivano sempre dai suoi piedi d'oro. Il Mister lo sa e non lo cambia, lui più di noi vorrebbe che questa serata storica diventasse ancora più storica con un gol di Francesco Totti che, nel caso, sarebbe il giocatore più anziano a segnare nella storia della competizione. Un altro record alla portata del Capitano.
Nel secondo tempo c'è spazio per un altro gol giallorosso, per me di Florenzi ma per il tabellone luminoso un autogol di Ignashevitch, e quello della bandiera di CSKA ad opera di Musa (unico giocatore che si autoispira). Grande protagonista anche Morgan De Sanctis, un portiere d'altri tempi. 
Quattro minuti di recupero, la corsa sotto le curve e Grazie Roma a riempire gli spazi d'aria vuota.
La solita telefonata al ristorante per sentire se papà è sopravvissuto all'emozione, se è riuscito a cucinare bene nonostante i gol o se i clienti questa sera si sono dovuti accontentare dei suoi pochi momenti di lucidità. 
Il vero tifoso, quando gioca la Roma, non esiste e infatti papà ha tenuto la radio spenta. Sapeva il risultato solo perchè mio cognato gli comunicava alla spicciolata un gol dopo l'altro. 
"Pensavo mi prendesse in giro" ha confessato ancora estasiato. 
Ritorno a casa pieno di gioia. Consapevoli di aver visto un pezzetto di storia. Una partita di quelle che il calcio ogni tanto ti regala perchè come tifoso te la meriti porca miseria, te la meriti proprio... se la merita Susan che fa il suo debutto allo stadio insieme a Samantha. Se la merita Massimo, che ha lavorato tutta l'estate in un forno a 40 gradi. Se la merita Lorenzo che deve scappare a lavoro ma è riuscito a passare lo stesso all'Olimpico e se la merita Papà, che pure se non la vede con gli occhi perchè deve cucinare, la vede con il cuore. 
Il calcio è soprattutto questo, un sogno che può diventare realtà.

17 settembre 2014

Empoli - As Roma: la seconda giornata di campionato 2014 - 2015


La Storia Mia: Empoli - As Roma 0-1
La seconda di Campionato è arrivata dopo una pausa per la Nazionale Italiana.
La prima trasferta è stata a Empoli, una delle squadre neopromosse.
Ci sono tifosi che si fanno anche tutte le trasferte, questo non è il mio caso. Come non è il mio caso tifare con trasporto la Nazionale ma questa è un'altra storia, la Storia Mia si chiama As Roma ed è di questa che voglio raccontarvi.
La prima trasferta arriva anche con il primo anticipo al sabato pomeriggio ore 18.00.
Così mi organizzo per andarla a vedere a casa di amici, si sa in compagnia le tensioni e le paure si stemperano meglio.
In realtà se c'è una cosa che detesto è vedere la partita in tv e questa è una delle grosse differenze tra una donna tifosa e un uomo tifoso.
Di solito il maschio si piazza difronte al grande schermo, non vuole sentire volare una mosca. S'immedesima nel ruolo che più sente suo e scende in campo con la squadra. Lo puoi proprio vedere mentre muove le gambe per scaldarle e agitarsi per un passaggio mal misurato.
Le femmine chiacchierano. Ci sono quelle che lo fanno perchè non sono minimamente interessate e quelle, come me, che preferiscono non soffrire.
Vedere una partita in tv, significa non lasciarsi sfuggire nulla. La telecamera indugia sulle azioni, sulle facce dei protagonisti, sul tempo inesorabile che scorre e tu riesci a vedere i tuoi occhi, diventati due palloni da calcio, rivolgersi al trafiletto in alto a destra che recita un risultato che se non cambia (o se cambia) può cambiare l'umore del tuo week end.
Allo stadio questo non accade o almeno non in modo così pressante. Vedere una partita sugli spalti (e soprattutto in CurvaSud) significa diventare partecipe di un pathos collettivo, essere il dodicesimo giocatore in campo, distrarsi un po' lasciandosi catturare dal bambino che deve fare la pipì, il vicino che canta Campo Testaccio e la "tifosetta ardita" che solo tra qualche anno capirà che arrivare allo stadio 5 minuti prima significa non trovare il posto e lasciare i tacchi a casa è decisamente più comodo.
Così quando arriviamo da Jacopo cerco di distrarmi chiacchierando con una sua amica e smangiucchiando un po' di pizza con il sesamo.
L'arbitro fischia e la partita inizia come fosse "scolorita". Strabuzzo gli occhi e guardo Mirko:
"Che campo strano ha l'Empoli, è tutto scolorito", lui sorride e mi risponde:
"Non è in Hd".
Mi viene da ridere e mi ricordo di quando le partite si sentivano per radio, di quando la tv era in bianco e nero e, soprattutto tempi più recenti e a mia memoria più alla portata, quando non c'era l'Hd. Cosa siamo diventati???
Come sarebbe stata Roma - Parma del 17 giugno 2001 se l'avessi avuta in Hd?
Sicuramente quando una partita è bella l'Hd non fa la differenza... ma quando è brutta, forse un po' si. Empoli - Roma è stata veramente inguardabile. Un altro rigore netto non concesso alla Roma e poi una serie di tiri sterili e movimenti scoordinati.
Totti dalla panchina ride e fa le facce strane, mi viene il dubbio che il Capitano riesca a guardare Tiberio e Sibilla, i due cani beagle di Jacopo, che si rotolano una sull'altro.
La pizza al sesamo è terminata. Giù con la birra, almeno disseta e ti illude che l'estate sia ancora nel suo splendore. Certo che la birra alla fine lascia quell'amaro che diventa buono proprio come Empoli - Roma quando a chiusura dei primi 45' minuti di una partita noiosa, Radja Naingollan, l'Ultimo dei Moicani segna e di colpo, lì in alto a sinistra c'è scritto 0-1!
Che tanto è inutile che gli altri si ammazzano, basta lui a fare la differenza quando la Pantera Nera Gervinho (che ha rinnovato fino al 2018, dajeee!!!) scalpita in panchina e Iturbe cerca il collo dentro la sua maglia rossa. 
Il secondo tempo è stato l'anticamera di quella che di solito può essere considerata una lunga agonia che raggiunge il suo picco massimo quando ti sembra di perdere il fiato, ossia intorno al minuto 89'... 90' esattamente pochi secondi prima che l'arbitro decreti la fine dell'incontro. 
L'unica cosa buona è che il risultato non è cambiato, nonostante una Roma poco convincente la classifica celebra il primo posto con 6 punti e in altri tempi non sarebbe accaduto.
Tiberio e Sibilla hanno continuato la loro lotta, in realtà Tiberio avrebbe voluto dormire mentre Sibilla cucciola giocherellona non ha fatto altro che infastidirlo. 
Jacopo, Mirko e Marianna hanno tirato un sospiro di sollievo anche se Marianna non è una tifosa come me, nel senso che non sbraita come un qualsiasi maleducato e ignorante per un rigore non concesso e non controlla il calendario calcistico per ricordarsi di non prendere impegni mercoledì 17 settembre.
"Ci siete per la Champions?" chiede Jacopo.
Che domande... ci siamo si! Mini abbonamento in Curva Sud.
Dopo 4 anni di digiuno non ce la saremmo persa per nulla al mondo. 
Siamo pronti per il debutto e il cuore già si agita, ogni maledetta domenica e ogni maledetta volta che si torna in Europa tornano i fantasmi di Liverpool e di quella che sarebbe stata un'altra storia.

"Ma che te fregaaaa???" dice mia madre sconsolata alle mie riflessioni ad alta voce. 
Lascia perde Ma', lascia sta... tu non lo puoi capire cosa avrebbe voluto dire.
Forse Ago non sarebbe andato via, forse non avrebbe avuto la depressione.
La Roma avrebbe vinto la Champions prima della Juventus e tutto sarebbe stato diverso... tutto, forse.


01 settembre 2014

La Mia Storia D' Amore: Roma - Fiorentina, ricominciamo.

La mia Storia D'Amore: As Roma - Fiorentina 2-0, ricominciamo.

La prima volta che m'innamorai del calcio non me la ricordo. 
Sono la prima di tre figlie femmine di un padre tifosissimo dell'As Roma. A pensarci bene credo che sia accaduto dopo la nascita della mia sorella più piccola, deve essere stato in quel preciso momento che ho pensato di dovere a mio padre una figlia "maschio", una con cui condividere la sua più grande passione. 
Così, un po' per gioco e un po' per amore, ho iniziato a collezionare album di Calcio della Panini, a seguire i risultati della Roma la Domenica nei programmi tv cercando, contemporaneamente, di memorizzare i nomi dei giocatori più importanti della mia squadra. 
Fortuna ha voluto che il Capitano dell'As Roma alla fine degli anni '80 fosse anche un bel ragazzo, Giuseppe Giannini, chi avrebbe potuto dimenticare quel nome e quella faccia?
Era il 1996 quando lo vidi in carne e ossa. Scoppiai a piangere, non potevo credere che fosse una persona vera. 
Per anni Giuseppe Gianni, Chioma Fluente, è stato attaccato un poster a gigante dietro la porta della mia cameretta. 
Insomma in principio fu così... ora. 

Roma - Fiorentina 30 Agosto 2014 ore 20.45

Si ricomincia. Per chi ama il calcio fine Agosto è l'inizio di una anno nuovo e chissà che anno sarà. L'euforia del primo giorno è meravigliosa. Come comprare un paio di scarpe nuove in saldo. Mesi e mesi a guardarle per poi poterle mettere finalmente ai piedi. 
Le donne che amano il calcio sono tante. 
In Curva Sud, Casa Mia (come mi piace definirla), ce ne sono centinaia. Giovani, anziane, adulte e bambine. Qualcuna di loro è al seguito del fidanzato di turno, qualcun' altra del marito, qualcun' altra ancora del padre, molte sono sole o con le amiche. 
Una volta con me c'era mia sorella. Partivamo da casa in sordina, dopo aver mangiato di corsa il pranzo che la mamma aveva preparato con amore e sentendo ancora le sue urla : 
"La Domenica è sacraaaa dove andate di corsa??? C'ho i figli maschi io" 
Salivamo sul nostro Sh direzione Stadio Olimpico. 
Adesso mia sorella è una mamma e il suo amore ha preso un'altra direzione. Sempre Forza Roma è il nostro motto ma allo stadio ci vado sola. 
La prima partita è sempre carica di buoni propositi. Ovunque senti frasi del tipo:
"Quest'anno non ce n'è per nessuno", "Siamo troppo forti", "Vinceremo il tricolor!". 

29 gennaio 2014

Come la Juve, voi siete come la Juve

Gervinho, quando la maglia e la pelle sono una cosa sola

L'euforia di domenica è ancora intatta.
Una Roma cinica che ha saputo approfittare del passo falso di tutte, ma proprio di tutte, le concorrenti da quelle per in corsa per la Champions League e alla pretendente per lo Scudetto.
Rimpiango le domeniche dell'infanzia, quando alle 12.30 si stava ancora ad ascoltare la predica del parroco, lottando contro se stessi per sopprimere uno sbadiglio e zittendo con un Osanna uno stomaco affamato e brontolone.
Una volta riusciti nell'impresa e dopo aver chiesto a Dio un po' di clemenza per la partita della propria squadra del cuore e un aiutino per il compito in classe della settimana entrante, ci si dirigeva verso la Pasticceria.
La fila era nutrita ma inevitabile, alle pasterelle a fine pranzo non ci si rinunciava.
Infine la meta era casa dove un pranzo faraonico fatto di lasagna a strati spessi (più un timballo dato che mamma ci metteva, e ci mette ancora, piselli e uova sode) poi di abbacchio o filetto o polpettone erano già stati gli odori che ti avevano destato dal sonno notturno.
Così a pancia piena si assisteva alle partite, tutte insieme, tutte rigorosamente alle 14.30 (orario invernale o alle 15 (nel periodo estivo).
Altri tempi.
Oggi nemmeno si finisce la colazione, che ti ritrovi con il latte sullo stomaco a gridare forza Roma. 
Nessuna Santa Messa alle 12 e nessuna corsa a villa Pamphili (che ha sostituito la santa messa da tempo...) tutto per aria, doccia volante e sul divano.
Del resto se c'è una cosa che è rimasta uguale oggi come ieri, è che la Roma arriva prima di tutto.
Seduti e concentrati, l'inizio non c'era parso così scoppiettante.
Il primo tempo scorre con poche emozioni poi succede quello che si considera la circostanza "ideale":
la Roma passa in vantaggio proprio alla scadere del minuto 45.
La cosa più incredibile è che a realizzarlo è stato Ljajc, ovvero il peggiore in campo fino a quel minuto. Quello da cui non te l'aspetti proprio.
Vero pure che ha fatto "tutto" Gervinho - la Pantera, anche se il suo "tutto"  ancora ce lo doveva mostrare.
Il Verona oltre al gol, perde Maietta per uno strappo e al momento dell'intervello la gara sembra incanalarsi nel modo giusto per Noi.
La tensione però è alta.
Massimo corre in cucina a prendere le noccioline.
Luciana tira fuori birra, spritz, torte rustiche e patatine: "E' solo uno spuntino" dice.
Per me lo spuntino non è altro che un modo carino per definire la voragine che ti apre nello stomaco, soprattutto quando ricominciata la partita da pochi minuti, il Verona pareggia.
"Ma come? Maietta s'è fatto male, noi vinciamo e questi segnano???"
Considerazione romanista che ovviamente si conclude con un: "Sempre i soliti".
Sul cellulare continuano ad arrivare i messaggi di zio Bri preoccupato.
Già la sera prima, da antilaziale prima che romanista, mi aveva scritto timoroso del vantaggio laziale.
"Tranquillo" gli avevo risposto...proprio come domenica:
"Tutto sotto controllo" però un po' di ansia per la Roma ci sta sempre bene, altrimenti non sarebbe la Roma.
La testa torna alla partita. Spero che Garcia faccia un cambio: voglio Pjanic in campo!!!
Al 61' però la Pantera giallorossa s'inventa un gol che nemmeno Flash Gordon avrebbe potuto realizzare.
Nemmeno se ne semo accorti di quello che ha inventato.
Dribla tre difensori e piazza la palla in una parte della porta che nemmeno la parte di rete si spiega come l'abbia trovata per quanto s'era nascosta bene.
Delirio ma "tutti concentrati":
"Qua se si vince si prendono due punti a tutti" si ribadisce ad alta voce come se non lo sapesse nessuno.
La famiglia Celata mi tiene compagnia con Whatsup.
Ogni tanto compare un alberello ma non ve lo posso di' che è 'sto alberello...ve lo dirò a tempo debito.
La partita adesso ha un altro sapore...quello delle patate che Luciana ha messo al forno e che le dovevamo ricordare di togliere.
Nonostante la dimenticanza sono salve.
In campo entrano Pjanic, Florenzi e Totti per sostituire Nainggolan, Ljajic e Destro.
Torosidis corre sulla fascia sinistra e poi cade in area : è rigore.
Massimo lo aveva preannunciato.
Io e Mirko ci guardiamo dubbiosi poi però il replay ci risponde. Torosidis accentua ma il piede del veronese prende la palla.
"Certo se ce lo davano contro...mi rodeva" commenta Mirko ma per i commenti non c'è tempo.
Totti sul dischetto: neanche a dirlo è gol.
Verona 1 Roma 3.
Troppo perchè in 5 minuti tutto cambi e così la Roma porta a casa un risultato fondamentale mentre il Bentegodi cantava: "Come la Juve, voi siete come la Juve"
Come la Juve???
Un coro che fa ridere...Noi tre scudetti loro 30, Noi una collezione di secondi posti, loro di primi. Ci sarà un motivo???
Sono appena le 14.30 salsicce e broccoletti ci aspettano fumanti...alle 15.00 giocano le altre e il bello è che non ce ne frega niente.
Mando giù i bocconi con un buon bicchiere di vino e ripenso al coro del Bentegodi. Tutto sommato non hanno torto, siamo "Come la Juve"... Forti come la Juve... parola di Tacco12.

PostScriptumLazie: La Lazie tiene testa alla Capolista peccato che i commenti di chi loda si dimenticano di dire che i biancocelesti hanno giocato quasi 90 minuti in 11 contro 10. Va beh, del resto sono gli stessi di chi si voleva "scanzare"... bene così il derby s'avvicina.

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