TinyDropdown Menu
Visualizzazione post con etichetta libro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta libro. Mostra tutti i post

21 novembre 2016

Telefona quando arrivi, il nuovo libro di Paolo Ruffini


Tacco12cm intervista con Paolo Ruffini per il suo romanzo "Telefona quando arrivi"
A vederlo con quella faccia un po' così, sempre a metà tra il serio e la presa in giro non avrei mai pensato che intervistare Paolo Ruffini potesse essere tanto divertente e formativo. Classe 1978, una formazione che lo porta a svolgere tanti mestieri: quello di attore, di regista, di presentatore. La sua passione per il cinema lo spinge a fondare l'associazione Nido del Cuculo. Dopo averlo visto sul palco di Colorado e averlo letto come blogger nel suo blog #solocosebelle è giunto il momento di prenderlo sul serio, perchè quando si parla di ricordi e memoria si ride molto ma lo si fa seriamente. 
 
Il grande pubblico ti conosce come conduttore e attore e invece oggi t’intervisto nei panni dello scrittore…
Pensa te… come me la tiro!
Ti devo dire invece che sei stato una bellissima scoperta, sarà che sono del tuo stesso anno e mi sono ritrovata in tutti i tuoi ricordi… non so però mi è molto piaciuto. Come nasce questo libro?
Forse tu saresti più brava di me perché io ci sto talmente dentro che non saprei raccontarlo. Credo che sia soltanto un piccolo percorso della memoria per ricordarsi di come eravamo prima dell’avvento del web.  Cerco ovviamente di sospendere il giudizio, di non fare il conservatore, dire che eravamo meglio prima  o siamo meglio ora. Ovviamente questo obiettivo lo fallisco totalmente e mi lascio andare a dei sentimentalismi straordinari per quanto riguarda la tv di una volta, delle frasi, delle cose che succedevano tipo delle frasi come quelle che diceva il mio babbo “io intanto scendo, vado a scaldare la macchina”, oppure “telefona quando arrivi” o ancora quando si vedeva una macchina che aveva la nostra stessa macchina e ci si salutava.
Era molto più social no?
Secondo me era molto più social quello che quello che c’è ora, anche perché se te apri Facebook trovi tanta di quella cattiveria da non sembrare molto social. Facci caso, anche quando ti ritrovi a condividere momenti in compagnia e si sta seduti a tavola, ti accorgi che chi hanno tutti la testa chinata sul telefono. Così più che social si diventa a-social.  
Forse un tempo tutto era più reale…
C’era una concretezza diversa data anche dal fatto che se andavi in un posto chiedevi le informazioni; non c’erano i cellulari ma si arrivava puntuale lo stesso, si lavorava, si prendevano gli appuntamenti telefonando. C’erano una serie di cose che tu ti dici “come si faceva?” Ecco mi pongo dei dubbi, forse non ho la cultura per avere delle risposte.  Sono tutti piccoli spunti interessanti e semplici, di cose minimali che c’erano e non ci sono più.
Hai detto bene, tutti piccoli spunti ma tantissimi perché il tuo è un libro che si articola in capitoli più o meno brevi e toccando i più svariati argomenti. Per esempio mi ha fatto molto ridere quando tu racconti, già nella parte del prologo, di film come E.T. , i Goonies e La Storia Infinita che erano considerati dei capolavori già all’epoca della loro uscita e poi parli di Una Poltrona per due e di Piccolo Lord pellicole sempre presenti sui canali tv nei giorni di Natale… tuttora.
Tutti i titoli che trovi, se ci pensi pensi bene sono tornati anche nei cinema in una versione riveduta e corretta. La verità è che non ci s’inventa più nulla. Se tu prendi anche il cinema americano allora 007 è una serie ancora in voga ma che riprende un personaggio degli anni ’30. Batman e Spiderman sono degli anni ’50, Star Wars è iniziato nel 1977. Se tu pensi ai miti del cinema dopo il 2000 fai fatica a trovarli. Rambo, Rocky e Star Treck, le storie di fantascienza sono tutte storie vecchie, nate tanti anni fa. Ora hanno rifatto i Ghostbusters, ci sono i robot di Robocop di Atto di Forza quindi è come se adesso tutto ciò che è nuovo faticasse  ad attecchire. E’ perché semplicemente c’è una dispersione totale. Ricordo quando la mia nonna diceva : “Cosa danno stasera?”  Quando Italia Uno si diceva “sul sei.” Ora se pensi che  ci sono 20 canali di cinema, poi c’è il +24, il +1 . C’è Premium, Fastweb, Infinity, Alice, Netflix, Sky ovviamente è un bene, perché crea tante possibilità, tanta scelta per il pubblico però anche la dispersione di quello che è il ricordo e anche l’idea di condividere qualcosa con qualcuno in un ufficio, in una scuola, anche quello era importante e bello.
Tra la foto, la cartolina e il vhs cos’è che ti manca di più?
“La pellicola cinematografica… lì va beh, si passa all’orgasmo puro”.
E’ fuori ? ti ricordi ? Cercavi il film e non c’era . A me manca il Vhs, sai cosa? Te fai conto che in casa ho 16mila fila di cui 10 mila originali e 6 mila registrati da me. Quindi figurati cosa significa per me registrare , potevi andare avanti e indietro. Anche il videoregistratore aveva una destinazione d’uso, ora io ho un telefono come tanti ma in realtà uso solo 3 funzioni. Prima avevamo gli scaffali più pieni ma c’era un’ attenzione più precisa e perspicua di alcune cose. Adesso abbiamo poche cose che fanno tante cose però non so, ci manca qualcosa.

A pag.17 scrivi : Ricordo che mio fratello riuscì a procurarsi una VHS del film, ma non avevamo ancora il videoregistratore, allora per farmela vedere si fece prestare una videocamera, l’attaccò alla scart del televisore e riprodusse la videocassetta con quella. Che goduria! Che meraviglia!
E vedemmo StarWars e fu un evento. Non so quante persone hanno registrato Nel nome della Rosa quando andò in onda per la prima volta su Raiuno.
Ricordi anche gli spot nel tuo libro e tu ne hai girato anche uno, quello del Kinder Cereali, che era una delle tue merende preferite. Perché quelli del 1978 oltre a essere gli ultimi a non aver usato il cellulare a scuola, sono anche quelli che facevano merenda…
A volte ascolto persone che dicono “ho mangiato di tutto e di più” oppure “questo è come un diamante, è per sempre” non si sono inventati nulla di nuovo.
Ci sono delle cose del passato che rimangono nel presente? 
La cosa del passato che rimane è la coscienza dei bambini almeno fino a 5 anni. Poi cominciano a usare l’ipad invece della penna questo è il futuro però quell’incanto che soltanto i bambini che nascono possono avere, nel senso di fede nei confronti delle favole, dei draghi. L’incanto dei bambini verso la favola, quello rimarrà sempre.
C’è un’altra cosa che mi ha fatto molto ridere ma semplicemente perché mi è successa recentemente. Ho una cugina nata nel 1996 e non ricordo per quale ragione, mi è capitato di dire la parola Gettone e lei mi ha chiesto “Cos’è?” e questa domanda mi ha lasciata di sasso: primo perché mi sono sentita vecchia in un secondo e poi perché mi è venuto da dire : “ma non è possibile che tu non sappia cos’è un gettone”. Beh, tu dedichi un capitolo proprio a questo e lo intitoli : io sono Getto-nato, ce lo racconti?
I Gettoni servivano per telefonare, adesso sembrerà assurdo ma esistevano le cabine telefoniche e prima delle schede telefoniche, per telefonare serviva il gettone che valeva 200 lire e a volte capitava che pagavi con il gettone e ti guardavano di traverso perché non era tanto “ganzo” pagare con il gettone, però era merce di scambio. A me questa cosa mi faceva impazzire, l’idea cioè di comprare qualcosa con una moneta che serviva per telefonare.
Il pomeriggio si vedeva BimBumBam… oppure Ciao Ciao
Ai tempi c’era la tv generalista che dedicava un’ora al giorno per i bambini. I puffi li conoscono tutti grandi e piccini. Oggi invece c’è una scelta talmente ampia che o hai bambini o non sai  di quale cartone animato si stia parlando. Il settoriale ha reso tutto meno pop.
E poi quando si era più grandi si è passati a Non è la Rai .
Ho dei ricordi… trasmissione meravigliosa la mia preferita era Francesca Gollini, i miei primi pruriti. Quando tornavo da scuola c’era Non è la Rai.  A volte penso sia cambiato il pubblico. Oggi siamo molto più esigenti, molto più noiosi. Se te pensi al Festival Bar c’era Den Harrow che cantava palesemente in playback e tutti lì a ballare e cantare, oggi Gianni Morandi non può nemmeno andare a fare la spesa di domenica che si prende una montagna di critiche.
Paolo ti facciamo ascoltare una colonna sonora… vediamo se indovini... (in radio parte una colonna sonora di un famoso film)
Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis 1985 con Michael J.Fox e Christopher Lloyd. Vi dico una cosa su questo film. Robert Zemeckis, che è l’ideatore di Ritorno al Futuro, ha proibito proprio un contratto nella sua licenza che qualche studio hollywoodiano possa fare un remake o un sequel. Ritorno al Futuro non si farà mai più. Quello è e quello sarà per sempre.  Niente sarà mai abbastanza. Io sono uno StarWarsista  e devo dire che quello è stato prodotto dopo, anche se bellissimo, è stato uno sputtanamento di tutto. La storia non doveva uscire fuori da dove ormai era imprigionata.
C’è qualcosa “di nuovo” che invece reputi una gran bella invenzione?
Youtube, Wikipedia… non sono contrario alla possibilità che oggi tutto sia più raggiungibile. Però contesto il modo. Un tempo, oltre a ottenere l’obiettivo imparavi come cercare qualcosa. Sono solo polemico sul  fatto che non sappiano più chiedere un’indicazione,  ho il timore di perdere il contatto umano e così la memoria. Oggi ci sono scoperte straordinarie. Prima denunciare certi reati era complicato, ora la tecnologia è andata avanti e aiuta anche chi ha più problemi, la stessa medicina ci ha dato risorse diverse., questo è molto importante.  La verità è che ho scritto questo libro “Per ricordarsi di quando si era felici e non dimenticarsi di esserlo sempre”. 

(Intervista realizzata il 10 novembre a SlashRadio, la Radio dell'Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti Onlus)

“Telefona quando arrivi” – Sperling&Kupfer  
prezzo 17,00 euro 

14 aprile 2015

Il Piccolo Principe, trailer ufficiale del film evento


 

 

Il Piccolo Principe il film tratto dal romanzo di Saint - Exupéry a Natale 2015 sarà sul grande schermo.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
Ma pochi di essi se ne ricordano

Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry

Lucky Red presenta il trailer italiano ufficiale di quello che sarà il film evento del Natale 2015 e a vedere dalle immagini non ci sono dubbi. 
Ci sono voluti ben 71 anni di tempo dalla sua prima pubblicazione, 145 milioni di copie nel mondo di cui 16 milioni solo nel nostro Paese e 270 traduzioni in altrettante lingue e dialetti per arrivare al film che tutti stanno aspettando. 
Il Piccolo Principe, dopo la Bibbia, è il libro più tradotto della storia. 
A dare la voce  all'aviatore nella versione italiana sarà Toni Servillo che così ha commentato questa esperienza: 

Ho scelto di partecipare alla versione italiana di questo film perché si tratta per me di un'esperienza nuova e particolarmente stimolante. "Il piccolo principe‎" è un classico della letteratura in grado di raggiungere e conquistare una moltitudine di lettori di diverse generazioni e spero che gli esiti del film possano essere all'altezza, anche grazie ai molti ottimi interpreti che daranno voce ai personaggi

Nella versione originale la voce dell'aviatore è del premio Oscar Jeff Bridges.

Tacco12cm siete pronte a commuovervi, il Piccolo Principe è in arrivo da un lontano asteroide B612, dove ci sono 3 vulcani di cui uno inattivo e una piccola rosa, molto vanitosa.


sito ufficiale www.ilpiccoloprincipe-ilfilm.it/  | facebook www.facebook.com/ilpiccoloprincipefilm | instagram instagram.com/ilpiccoloprincipeit/ 

Il Piccolo Principe, le 3 copie di Tacco 12cm in attesa del film

30 maggio 2014

Lucia Annibali: Io ci sono, una storia di non amore


Lucia Annibali con il suo libro Io ci sono edito Rizzoli | photo blog.libero.it

Lucia Annibali alla Feltrinelli di Roma ha presentato il suo libro : "Io ci sono - una storia di non amore". 
L'ho incontrata per Pinkroma e le ho chiesto come si fa ad accorgersi di una persona che non ti ama. La risposta è stata: "Bisogna avere coraggio". 
Una donna magra ed elegante, che parla in una maniera forbita e in un italiano piacevole di quello che quando lo ascolti non disburba l'udito ma lo sollecita con piacere, come una melodia. 
Lucia e il suo volto che non c'è più, non ha una voce triste quando ti risponde. 
Non ti fa pena e non la vedi nemmeno brutta. Lei c'è e lotta ogni giorno contro quello che vede allo specchio risultato di un acido che le ha mangiato la pelle per volontà di un uomo crudele che sta pagando il suo gesto con una condanna a 21 anni di reclusione.
Un incontro emozionante con una donna tacco12cm in tutta la sua forza e rinascita. 
Ve lo consiglio: su pinkroma


18 aprile 2014

Gabriel Garcia Marquez morte dell'uomo che mi ha insegnato l'Amore

"Pensare che un milione di persone avrebbero potuto leggere qualcosa che ho scritto nella solitudine della mia stanza con ventotto lettere dell'alfabeto e appena due dita mi sarebbe sembrata una completa follia"

Gabriel Garcia Marquez detto  "Gabo"

Gabriel Garcia Marquez a 87 anni ha chiuso gli occhi per sempre.
La sua scomparsa è stata per me una notizia dolorosa. Uno dei miei miti è morto, se n'è andato per sempre e si è portato via con se il mio sogno di conoscerlo.

Era nato ad Aracataca nel 1927.
Primo di sedici fratelli è figlio di un telegrafista e di una chiarovveggente. E' cresciuto con i nonni materni: il colonello Nicolas Marquez e la sua consorte Tranquilina Iguaràn una grande conoscitrice di fiabe e leggende locali. Il narratore che ha esordito come giornalista ha avuto un'infanza pregna di magia la stessa che riverserà nella sua opera di narratore.
Già nel 1947 inizia a scrivere storie, solo ventanni dopo uscirà la sua opera più acclamata: Cent'anni di solitudine.
Da quel momento in poi sarà un'escalation di successi fino ad arrivare al Premio Nobel per la Letteratura di cui sarà insignito nel 1982.
Il suo stile narrativo rientra nel movimento definito magico - realista e che vede protagonisti molti scrittori sudamericani. 
Tante le sue opere che meritano attenzione, non sarò qui ad elencarle, non avrebbe senso. 
Preferisco scrivere alcune delle sue frasi...quelle che mi hanno colpito mentre leggevo L'Amore ai tempi del Colera
 
Ecco come definisce La vedova di Nazaret, amante di Florentino Ariza:
  
"...non ebbe mai la pretesa di amare né di essere amata, pur avendo sempre la speranza di trovare qualcosa che fosse come l'amore, ma senza i problemi dell'amore."
 
E ancora su Fermina Daza e Florentino Ariza
 
(...) erano riusciti a essere amanti intermittenti per quasi trent'anni grazie al loro motto da moschettieri: "Infedeli, ma non sleali". 

08 aprile 2014

Kurt Cobain: il cantante dei Nirvana diventa il fumetto Nevermind

Kurt Cobain, a venti anni dalla sua morte, torna in vita grazie a Nevermind il fumetto di Tono Pettinato

Kurt Cobain cantante dei Nirvana


Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, moriva 20 anni fa: il 5 Aprile 1994.

Il corpo del cantante, suicidatosi con un fucile a pompa, è stato ritrovato l'8 Aprile.

A distanza di 20 anni Tuono Pettinato per Rizzoli Lizard ha realizzato un fumetto dedicato alla vita del chitarrista dal titolo: Nevermind, come il secondo album registrato dai Nirvana.

Nevermind, il fumetto, racconta la vita di Kurt Cobain prima della depressione, prima dei suoi eccessi e dei rapporti di dipendeza dalle droghe.

A trascinarci nel mondo del cantante, divenuto idolo di molti ragazzi e icona della musica degli anni '90, è Boddah l'amico immaginario che Kurt ha da quando è bambino e a cui indirizzerà la sua lettera di addio dalla vita. 
Kurt Cobain fumetto in Nevermind di Tuono Pettinato

Una storia a disegni, con la prefazione di Davide Toffolo, che mette in luce la passione di Kurt Cobain per la musica sin da quando era bambino. Il biondo cantante dei Nirvana ha avuto un'adolescenza difficile, fatta di tanti traslochi, poche amicizie, molte incomprensioni con i genitori e con i suoi coetanei. 

Un emarginato che per sopravvivere diventa ribelle

Un debole agli occhi di un mondo che l' ha trasformato da bambino allegro e iperattivo, in un uomo depresso e autolesionista. 
La personalità sensibile di Cobain ha trovato sollievo e uno scopo di vita solo nella musica punk.

La matita di Tuono Pettinato racconta per 96 pagine una storia vera, triste e divertente insieme.
A tratti la trasforma in favola, a tratti in incubo. Lo fa con delicatezza nelle parole e nel tratto. 
Sicuramente con un potere educativo forte e un'emozione altrettanto potente. 

Un libro per tutti coloro che amano la musica,i fumetti e le storie. Insomma un fumetto per tutti perchè la musica è universale e chi la produce è immortale

Se solo Kurt Cobain lo avesse capito forse oggi sarebbe ancora qui, forse lo è ancora.

Il libro sarà in vendita dal 9 Aprile, se però avete voglia di curiosare sin da ora potete trovare le tavole dei disegni in esposizione alla Feltrinelli della Galleria Colonna di Roma fino al 24 Aprile. 

Ecco il video dei Nirvana : Smells Like Teen Spirit
Hello, Hello, Hello how low?



02 aprile 2014

Maria Pia Ammirati parla del suo libro "La Danza del Mondo" e della forza delle donne


Ho avuto il piacere d'incontrare, per PinkRoma, Maria Pia Ammirati e discutere con lei del suo ultimo romanzo "La Danza del Mondo". 

Riporto qui di seguito il link dove troverete l'articolo: 

e il video in cui la scrittrice ci spiega perchè leggere il suo romanzo: 

                                     

20 marzo 2014

John Grisham e il mestiere di scrivere


Metti un sabato sera all'Auditorium di Roma.
Metti che in corso c'è il Festival Come Libri e che alle 21 è prevista nella Sala Sinopoli un incontro con un genio della letteratura contemporanea : John Grisham.
Era da anni che aspettavo questo incontro.
Partita da casa con la videocamera e i miei appunti in un inglese semplice e chiaro per poter, nell'eventualità, essere all'altezza di scambiare qualche battuta con il famoso narratore, mi avvio verso il quartiere Flaminio.
Al bancone per gli accrediti stampa ritiro i miei pass: uno per me e uno per il "mio"operatore.
Le addette al desk mi comunicano che "Lui" non rilascerà interviste.
Il mio volto esprime un certo disappunto. Come?
Non serviranno a nulla la telecamera e tutte quelle frasi appuntate?
Acconsento mio malgrado e con la fermezza, che solo una reporter d'assalto possiede, mi dico:
"io ce la farò".
Insieme a Mirko mi dirigo verso la platea, fila 7.
L'aula è ancora vuota e le poltrone rosse sul parquet chiaro, sono accoglienti al punto di sentirsi come nel salotto di casa propria.
palco

Il palco è illuminato sulle due poltrone rosse Frau posizionate proprio nel centro.
Dientro si loro, una pubblicità ricorda agli spettatori il titolo della manifestazione.
Un piccola sedia è collocata accanto alla poltrona rossa alla mia destra.
Un tavolino di legno basso divide le due poltrone e si fa carico di due bottigliette d'acqua e due bicchieri.
Sono le 21.10 la sala si è riempita ma non è colma.
In galleria vedo arrivare Michela e Valerio. Li saluto.
Mirko posiziona lo zoom per scattare qualche foto.
Il primo a fare il suo ingresso e Giancarlo De Cataldo.
L'autore di Romanzo Criminale prende posto sulla poltrona alla mia sinistra.
Poi entra "Lui": John Grisham seguito da una donna che gli farà da traduttrice.
Grisham con la Traduttrice

De Cataldo lo introduce e poi aspetta che la donna riporti le sue parole in inglese allo scrittore che così esordisce:
"Allora, per prima cosa Buona Sera" e dopo aver raccolto gli applausi della sala prosegue "Sono molto contento di essere a Roma".
Delizioso.
Quando si dice un uomo intelligente non solo nell'abilità della scrittura ma anche in quella dell'affabulazione.
Il primo libro di Grisham risale al 1988 e si chiama A Time To Kill (Il Momento di Uccidere), un libro rifiutato ben 30 volte e che una volta edito è stato stampato solo in 5000 copie.
Chi avrebbe mai scommesso su uno sconosciuto e, soprattutto, chi mai avrebbe pensato che il secondo romanzo sarebbe stato The Firm (Il Socio) ossia il settimo romanzo più venduto del 1991?
Il giudice di Masterpiece parla dell'ultimo libro dell'autore americano tradotto in Italia con il titolo: L'Ombra de Sicomoro una sorta di sequel del primo romanzo e poi con lui affronta temi importanti come il razzismo e la pena di morte.
Sul primo argomento Grisham dice:
 "Il problema del razzismo negli Stati Uniti è a molti livelli, si riscontra per esempio nelle vicende legali" poi cita Martin Luther King che diceva a suo tempo una grande verità ossia che il razzismo in America si vede nelle Chiese la domenica mattina, beh è ancora così".
Obama e la sua elezione è stato un bene e un male per gli Stati Uniti per quel che concerne il tema della razza.
Lo scrittore infatti ritiente che:
"Da una parte il Presidente ha fatto pensare agli Americani Neri di poter credere nel cambiamento, da un'altra di poterci credere in tempi molto veloci...ed è questo l'errore. Per i cambiamenti ci vogliono molti anni".
Sulla pena di morte invece spiega come per il suo libro, "Come si chiama?" chiede in italiano alla sua traduttrice che gli risponde: "L'Appello" mentre in sottofondo la sala sorride compiaciuta, ricorda di aver passato molto tempo in un carcere, nel braccio della morte.
Ha conosciuto tutte le persone che vivevano e lavoravano in quel settore del carcere. Dal secondino all'imputato, dal responsabile a miscelare le sostanze mortali a l'uomo che puliva i pavimenti.
In quel posto, per alcuni mesi, la sua esperienza lo ha portato a modificare la sua posizione iniziale sulla pena di morte e la domanda che si è posto alla fine è stata:  
Se uccidere è sbagliato, può lo Stato uccidere?
Fortuna che la sensibilità di De Cataldo ha deciso di alleggerire il tema, comunque trattato con toni gravi ma non troppo, passando così ad analizzare più da vicino il vero e proprio mestiere dello scrittore.
Alla domanda:
"Sei l'inventore del genere Legal Thriller?"
Grisham accenna a una smorfia divertita:
"Non ho inventato nulla. Il libro che ha dato il via a questo genere si chiama Presunto Innocente, io sono arrivato dopo".
Molti dei libri di Grisham sono diventati dei film, inevitabile dunque chiedergli:
"Qual è il rapporto dei film tratti dai tuoi romanzi?"
Questa che segue è forse la risposta che più di tutte mi è piaciuta:
"Sono stato fortunato con Hollywood con un'unica eccezione (nda che non ci ha detto!!!), comunque il mio amico Stephen King mi disse di tenere a mente tre cose:
1. Fatti dare tutti i soldi subito; 2. Saluta il tuo libro; 3. Il film sarà diverso dal tuo libro. Se questo non ti piace non prendere i soldi.
Io ho preso i soldi".
Il resto dell' incontro si è articolato su altri temi di attualità e politica come i Tea Party in America e la macchina politica negli Stati Uniti fino ad arrivare ad affrontare un'altra avventura letteraria che lo scrittore ha intrapreso negli ultimi anni: quella romanziere per ragazzi.
Un'ora di parole e storia è volata così, come le pagine dei suoi libri, come d'incanto.
Un solo rimpianto, non aver potuto fare qualche domanda.
Mi sarei concentrata di più sul tema della serata ossia sul Come Lui Scrive un Libro.
Gli avrei chiesto se ha dei ghostwriters, come pensa alle sue storie, quanto tempo impiega ad immaginare la trama...e tante altre cose ancora.
Sazia a metà ma euforica di aver avuto l'onore di poter sentir parlare uno scrittore dei nostri tempi, uno di quelli che vive con i suoi libri, mi sono diretta all'uscita.
La signorina del guardaroba aveva avvisato me e Mirko di ritirare i caschi del motorino, che le avevamo lasciato in custodia, il prima possibile.
Così abbiamo fatto e, nel tornare indietro, non avrei mai potuto immaginare di trovarmi alle spalle Mr Grisham. Mirko dice:
autografo di John Grisham
"E' lì! E' lì!"
Chi??? Non capisco più nulla.
Cerco disperatamente la mia unica penna in una borsa come al solito troppo grande.
Come una reliquia romana viene allo scoperto e mi butto letteralmente davanti agli uomini della sicurezza che lo stavano scortando verso l'uscita, munita di un foglio di carta:
"Please, Mr. Grisham, please!"
Lui sorride, scarabocchia camminando una firma incomprensibile mentre gli ripeto:
"Thank you for your books, Thank you!"
Sparisce oltre la porta dell'Auditorium. Inglobato dalla Cavea esterna. Inglobato nella notte romana che mi ha regalato un sogno e l'ennesimo insegnamento per bocca di un grande della Letturatura contemporanea:
"Io dico, se scrivi bene, insisti! Qualcuno là fuori ti aspetta".
Thank you Mr. Grisham.
 




15 marzo 2014

30 luglio 2013

4-3-3 a Zemanlandia non si perde mai, parola di Giancarlo De Andreis




Giancarlo De Andreis é l’autore del romanzo 4-3-3, un’altra visione della vita che da quasi un mese è al primo posto nella classifica dei Bestseller sul sito www.ilmiolibro.it. Un libro che si legge tutto d’un fiato, un racconto per emozioni animate da una passione grande, immensa che si chiama AsRoma. Nel libro si racconta di quella parte di stagione che ha visto sulla panchina della squadra giallorossa il Maestro, come lo definisce De Andreis, Zdenek Zeman. Un sogno che prende il volo in un giorno di maggio per atterrare in uno di febbraio. Una storia raccontata per celebrare un uomo e la sua utopica visione del gioco.
Come nasce l’idea di un libro dedicato a Zeman e al suo ritorno sulla panchina giallorossa?
In realtà è nato come terapia. Sono un autore televisivo (ndr Ballando con Le Stelle per citarne uno) e amo scrivere. Sono tifoso della Roma da sempre e abbonato, prima in Curva Sud poi in Tribuna Tevere, dal 1974. Con i miei amici storici (Ascio, Massimo, Ernesto, Sandro) ho sempre ammmirato anche il calcio di Zeman e quando è stato scelto per guidare la Roma nel Campionato passato, gestire queste due grandi emozioni, era diventato difficile. Così ho preso l’abitudine di scrivere una sorta di diario, che condividevo con i miei compagni di avventura.
Un diario che poi è uscito fuori dal cassetto….
Si alla fine ho pensato che tutte quelle emozioni non dovessero rimanere private. Avevo voglia di condividerle e di farlo nel modo più semplice che potessi. Così senza passare per troppe case editrici ho pensato che renderlo disponibile su internet potesse essere il modo migliore. Rapido, economico e soprattutto il più adatto al mio scopo che altro non era che raccontare di Zeman, di un allenatore che poteva trasformare la mia squadra nella più divertente di tutte.
Un bel libro che si legge velocemente e ti riporta con la testa e con il corpo in campo con i giocatori. Fino all’ultima partita di Zeman però…
Dopo non aveva senso raccontare. Quando Zeman è andato via il mio sogno è rovinato a terra frantumandosi in mille pezzi. Tifo per la Roma a prescindere da chi ci gioca e da chi la guida. Mi auguro che il nuovo allenatore sia sostenuto in tutto e per tutto dalla società. Io lo farò salvo che metta fuori rosa Totti senza una giustificazione valida. Chi comanda non dovrebbe mai sconfessare un allenatore. Alla fine Zeman ha dimostrato di aver ragione su tutto.
Una passione ereditata…
Da un padre che era l’ultimo di sette figli e aveva genitori e fratelli laziali.
Un eroe!
Si, per anni eravamo dovevamo difenderci da soli, ora c’è anche mio figlio Matteo.
Nel libro parli di molti giocatori e soprattutto di De Rossi. Questa settimana Daniele ha compiuto 30 anni. Cosa gli auguri?
E’ un ragazzo molto emotivo e in questi anni si è un po’ perso, spero che rimanga a Roma e che si riscatti.
Alla fine del libro racconti di aver preferito volare a Londra per vedere la finale di Champions League invece che quella di Coppa Italia…
Era una finale già scritta. Ho visto la partita, perché non ho resistito, in pub pieno d’italiani. Molti romanisti e tre laziali. Alla fine quei tre sono quelli che si sono divertiti più di tutti.
Se in panchina ci fosse stato Zeman come sarebbe finita?
Non lo so. Sono certo che la Roma però sarebbe uscita dal campo con maggiore dignità. A testa alta. Del resto Zeman quella finale poteva vincerla, era sua. Zeman avrebbe detto alla squadra di mettercela tutta, di provarci fino alla fine.
Dov’è Zeman ora?
Zeman si sta riprendendo. Lui è un vincente. Uno che crea campioni come Totti, Nesta, Verratti, Signori, Insigne. Per me Zeman è una grande persona, un uomo che non perde mai. 

27 febbraio 2013

Kindle...questo sconosciuto!




L'altro giorno è stato il compleanno di mio padre.
Il Guru, per chi legge la mia rubrica Tacchi&Tacchetti, è un  grande lettore e amante del cartaceo.
Del resto i libri si amano per quello che ci raccontano ma soprattutto per il loro odore e il loro peso... Quando il Guru ha dovuto svuotare la sua biblioteca (causa tinteggiatura del salone di casa), per amore dei suoi numerosi libri, si è fatto venire una specie di ernia. 
Quindi cosa ho pensato??? Gli regalo la sua passione in versione aggiornata. Gli regalo un KINDLE.
Questo sconosciuto che cerca di convincere il partito degli indecisi a farsi eleggere, ha un "programma" interessante che voglio mostrarvi. Come tutti ha lati positivi e negativi...ma iniziamo da quelli positivi. 
Tanto per cominciare è un libro e tanti insieme. E' leggero e lo puoi infilare in borsa o nella tasca della giacca, così potrai leggere il tuo libro ovunque. Sei in fila alla Posta, dal dottore, in banca o dal parrucchiere? Hai la tua biblioteca a portata di mano...perché Kindle è pirandelliano, uno nessuno e centomila
La sua memoria permette di scaricare oltre 1000 libri che si possono acquistare on line su Amazon a prezzi incredibili. Le nuove uscite hanno costi che variano, come la versione cartacea, dai 20 ai 10 euro più o meno. Mentre i classici non solo puoi trovarli da 3 euro in giù ma addirittura in versione gratuita. 
Registrarsi è semplice, basta aprire un account su Amazon e il gioco è fatto. Riceverai una e.mail con l'offerta del giorno. Potrai veramente fare degli affari e se ami il cartaceo che problema c'è? Quante volte si comprano libri di cui si è poco convinti? Con Kindle ti togli lo sfizio e se la storia che hai letto ti piace davvero molto, puoi correre a comprarla rilegata. In qualche modo questo sistema ti consente di avere una libreria cartacea piena solo di libri veramente validi, senza toglierti il gusto di dedicarti a letture più leggere. 
Sotto l'ombrellone poi sarà l'ideale: nessun rivestimento e la carta non si rovina perché non c'è. Senza trascurare il fatto che questo è un grande passo verso il progresso ecologico: più alberi salvi. 
Kindle si ricarica al pc ma si può acquistare anche una spina per caricarlo a corrente, infatti il Kindle Store ha una vasta gamma di prodotti che vanno dai rivestimenti alle pellicole protettive, dalle spine e le prolunghe fino alle luci. Kindle non rovina la vista perché come un libro non s'illumina...quindi se leggi al buio dovrai aggiungere una lucetta o accendere una lampadina. Come vi dicevo sopra di Kindle ce ne sono molti. Quello base è completamente manuale mentre ci sono versioni touch screen per i più pigri e abituati agli smart phone. Il primo, a mio avviso, si coniuga meglio con il partito degli "indecisi". 
La possibilità di conferire un colore seppia alla base del Kindle riporta la memoria alle pagine ingiallite dei libri rilegati. Uno degli indiscutibili lati positivi è che Kindle possiede il dizionario integrato e non uno solo. Non capisci una parola? Puoi andarla a verificare e se scarichi più vocabolari qualsiasi parola, in qualsiasi lingua sia scritta non avrà più segreti per te. Inoltre puoi inserire una nota, magari per un commento oppure evidenziare una parte che ti piace o ancora segnare con un'orecchia virtuale il segno, per ricordarti dove sei arrivato nella lettura. 
Insomma Kindle è una nuova filosofia cui bisogna abituarsi e che difficilmente potrà sostituire nel cuore l'amore  per un libro ma non è detto che lo debba sostituire. Le due cose possono andare a braccetto e soprattutto possono convivere arricchendosi a vicenda.
Lati negativi: Kindle non è un libro. Se per qualche motivo lo perdi, perdi tutti i tuoi libri. 
Vi ho convinti??? Beh, dovreste perché Marie Antoinette è sempre avanti...SAPEVATELO!





30 novembre 2012

x-factor, libri e As Roma


Settimana intensa di tutto, soprattutto di pioggia. 
Se vogliamo iniziare dalle news più recenti, beh ieri sera c'è stato XFactor e direi che si prospetta una finale d'indubbio rispetto. Questa edizione non è altro che la consacrazione di un genio assoluto: Marco Castoldi, in arte Morgan. Solo lui poteva trasformare in "personaggio" uno come ICS e consacrare una voce, già unica come, CHIARA.
Per il resto Elio porta in finale la piccolina di casa CIXI che di piccolo ha poco: grande voce, presenza importante e personalità d'adulta. Arisa raccoglie i frutti del suo carattere immaturo e così rimane spettatrice mentre Simona si ritrova vittima di un incantesimo: in finale arriva DAVIDE il meno snob e borghese dei concorrenti. Il ragazzo che ha lavorato fino al giorno prima con il papà idraulico ma che madre natura ha dotato di una vocalità incredibile. Mi sembra, sempre più, un Massimo Ranieri dei giorni nostri. Bravo e buono lo definirei anche se a XFactor non fanno altro che qualificarlo come il Bello. De gustibus...
Dalla musica alla lettura, Tacco12 è la rubrica della cultura...Settimana importante anche per il Prof Marcacci che d'autore consumato ha dato il via alla presentazione del suo libro "PER CHI SUONA LA CAMPANELLA" e Diego Angelino "CAPUT DERBY". Entrambi bisseranno presto, quindi non perdeteveli. Io non lo farò. La data è facile 7 dicembre uno alle 13 l'altro alle 18.30 E c'è chi i libri li scrive e chi li presenta. Ecco dunque Doria pronto per parlare "bene" dell'amico e la sottoscritta reduce di una "prima volta" emozionante, come ogni prima volta.
Chi legge usa la testa ma di solito il divertimento parte dai piedi. Così arriviamo a chiacchierare della nostra amata squadra. La gioia più grande della presentazione di martedì è stato sentire il nostro Ministro dell'Interno AnnaMaria Cancellieri confessare dietro le quinte la sua passione giallorossa. In realtà non ne ha fatto mai mistero ma la confessione non perde di fascino soprattutto se riesci a farle concludere la presentazione di un libro dai contenuti importanti, come le infiltrazioni di mafia nel calcio, con un: "Forza Roma". 
Roma che deve affrontare la seconda trasferta consecutiva in quel di Siena. Un'altra trasferta con probabile pioggia al seguito ( a tal proposito, il prossimo che si lamenta che piove poco, subirà un'immersione gratis nelle pozzanghere di Roma, vespa inclusa). La scorsa settimana avevo scritto che Mattia Destro sarebbe stato l'uomo partita contro il Pescara, ovviamente ho indovinato. Non so come sia possibile, non capisco nulla di calcio, però ci prendo sempre. Un solo gol, una partita da non scrivere negli annali, ma comunque 3 punti fondamentali. Le mie previsioni, oltre quelle meteo, sono simili per la partita che verrà. Non prevedo una partita brillante ma fruttuosa... se riusciamo a non prendere gol la situazione potrebbe diventare interessante, viceversa la regola è sempre la stessa, farne uno in più. Ci sarei voluta andare a Siena, perché è una trasferta che non ho mai fatto e in caso di vittoria o sconfitta un vinello buono lo si trova di sicuro in terra toscana. Inoltre il fascino del match è reso ancora più accattivante dall'ultima statistica da sfatare:la porta del Siena è inviolata da un mese. Direi che è un  bocconcino delizioso da mandar giù, per una squadra che ha il miglior attacco del campionato e se devo fare un nome per i marcatori di domenica, mi ripeterò, ma credo di poter fare affidamento su Mattia (dato che è anche l'ex di turno)  e incrocio le dita per un gol di Francesco, che manca da otto anni l'appuntamento del gol con i toscani.  
Ovviamente oggi a tenere banco sono state le chiacchiere tra Baldissoni e Rossella Sensi. Chiacchiere perché affermazioni che poi vengono smentite non possono che essere definite tali. Piuttosto pare che il Tar abbia dato ragione a Cellino rimandando le nostre preoccupazioni di qualche mese vedremo. 
Week end dunque alle porte che inauguro questa sera con lo spettacolo Roma-Liverpool di Giuseppe Manfridi al teatro Skené. Tanto per confermare il masochismo notorio dei tifosi romanisti...comunque vada, a noi la Roma  ce piace e continuiamo a farci del male...parola di Tacco12.

PostSCriptumMuralesTotti: Chi mi segue su Facebook, su Twitter o sul blog TAcco12 avrà già avuto modo di leggere quanto sto per ripetere ma ritengo che repetita iuvant soprattutto se ad ascoltare sono persone dalla testa dura. Non è cancellando un murales che si cancella un Campione. Anzi...sembra che per ironia della sorte non solo verrà restaurato quello rovinato ma si moltiplicherà per tutta la città...a buon intenditor ...

26 novembre 2012

Presentazione Football Clan


Per tutti coloro che amano il calcio e i libri che parlano di calcio.
Un problema troppo spesso taciuto quello delle infiltrazioni mafiose nel "gioco più bello del mondo". Un'analisi accurata e "speranzosa" sul ritorno a un calcio pulito. Si può fare, come ci suggeriscono i due autori di Football Clan.
Domani presenterò il libro a Roma al teatro de' Servi, con gli autori, il magistrato Raffaele Cantone e il giornalista Gianluca Di Feo.
Inoltre ne discuteremo insieme al ministro Anna Maria Cancellieri e al presidente di Democratica Walter Veltroni. Chiunque fosse interessato è il benvenuto.

http://www.scuoladipolitica.it/static/event/Football-Clan-154.aspx

18 settembre 2012

Decalogo del tifoso romanista

L
La settimana dopo la sconfitta della Roma trovare qualcosa che ti rassereni, strappandoti di dosso l'angoscia della sconfitta e restituendoti il sorriso, è davvero un'impresa che ha del miracoloso. Eppure è successo. Sfogliando il giornale ho trovato un articolo di Gianni Mura su il "Manuale del Calcio" il libro di Agostino di Bartolomei che uscirà il 24 settembre. 
A piè di pagina è riportato in un riquadro il decalogo di Ago per i piccoli calciatori. Dieci regole che dovrebbero seguire anche i grandi calciatori, visti gli esempi degli ultimi anni. Dieci insegnamenti che mi hanno ricordato l'essenza del calcio come è ben riassunto nel punto 3: Divertiti. Il calcio è allegria. 
Letto questo mi è scoccata la scintilla. Dopo una sconfitta è il momento migliore per stilare il decalogo del tifoso romanista, è un'operazione a scopo terapeutico che potrebbe tornare utile. 
Mi sono messa con penna e foglio e, usando la stessa struttura del decalogo di Ago, è venuto fuori questo. 
1. Il calcio è un gioco di squadra. Si può vincere, perdere o pareggiare. In ognuno di questi casi sei fondamentale anche tu con il tuo ruolo da tifoso. Se la squadra perde hai qualche responsabilità. Pensaci.
2. Impara le regole del calcio. Questo è fondamentale: pensa che a volte anche gli arbitri non le sanno e non dimenticare mai i riti scaramantici, svolgono un ruolo fondamentale. Disattenderli potrebbe essere fatale alla squadra.
3. Sii leale con l'avversario. Se i laziali il giorno dopo ti prendono in giro, lasciali parlare e non arrabbiarti. Ricorda che la vita è una ruota, tra qualche lunedì toccherà a loro (se si è fortunati anche prima, tipo venerdì per esempio).
4. L'arbitro e i guardalinee sono esseri umani che possono sbagliare. Ago ce lo ricorda e non lo dimenticheremo mai. Ho detto mai...nemmeno in situazioni in cui sembra che sbaglino volutamente.
5. Alimentati in modo adeguato. Se sei goloso portati delle cioccolate, soprattutto l'inverno ti riscalderà. Se sei un amante del salato vieni munito di un bel panino, di solito le partite sono all'ora di pranzo o di cena e questo ti permetterà di non mangiare fuori pasto. Pizza con la mortadella o panino con la frittata sono le soluzioni migliori se vuoi saziarti.
6. Ricorda sempre che prima di essere un tifoso sei un uomo o una donna. Non staccare il cellulare, qualcuno potrebbe aver bisogno di te, anche se tu lo maledirai e non hai voglia di sentire nessuno. 
7. Il grande capitale di un tifoso è la mancanza di coerenza: ricordatevi sempre quello che pensate di un allenatore e di un giocatore per poter dire, a distanza di tempo, esattamente il contrario.
8. Di ogni rodimento o gioia procurata dalla Roma sfogati solo con chi ti ama davvero, perché solo lei o lui ti comprenderanno. Infatti chi non tifa ti penserà folle e chi non ti ama non avrà motivo per sopportarti.  
9. Dopo la partita fai una bella doccia come fossi un giocatore. Non hai corso è vero, ma lo stress che ti sei procurato, se possibile, è superiore a quello di chi ha giocato. Se è inverno che la doccia sia calda perché sugli spalti spesso si gela. 
10. Ricordati  che tifare Roma è semplice, a volte doloroso ma sempre unico...parola di Tacco12. 

PostScriptumLadri: I ladri gentiluomini come Lupin sono sempre più rari...bisognerà fare un decalogo anche per loro. Vi pare carino rubare in casa di Lamela in questa settimana di sconfitta? Non ci sono più i ladri di una volta...

06 agosto 2012

SchizziD'Estate...ViaggiShoppinGLetture e Risate :-)

Sono qui,
con un mucchio di nuove avventure da raccontarvi.
L'Estate è fantastica comunque la si trascorra. Basta una macchina, una sorella più piccola, un'amica con la parrucca e un trasloco da organizzare per avere bella è pronta un'intera sceneggiatura di un film.
Potrei parlarvene ora ma non lo farò, perché in vacanza il tempo scorre e non è mai abbastanza per rimanersene fermi qui a scrivere tutto. Voi però non perdetemi d'occhio e non perdetevi d'animo, perché Tacco12 non vi abbandona mai. Piuttosto, ho un nuovo paio di scarpe meravigliose, forse di queste posso darvi un'anticipo...così per farvi leccare i baffi.
Per il resto procedete pure alla lettura dei vostri libri e terminateli con calma, quando avrete finito tornate pure qui e troverete qualcosa da leggere con gusto, di nuovo.
Dimenticavo che le mie letture procedono. Dopo i libri recensiti vi consiglio  UNA CASA DAI PETALI ROSSI di Kamala Nair. Una storia ambientata tra l'India e l'America. Una protagonista bambina e adulta insieme che t'introduce nell'atmosfera orientale attraverso i sapori e i colori. Intrighi da Tragedia greca ed ennesimo effetto, quello di rapirti in un vortice di domande cui cercare risposte sensate. Un romanzo per chi ama lo stile Jane Austen nel ventunesimo secolo.
Di altro spessore il nuovo romanzo di J.R. Lansdale. Ambientato nell'America contadina degli anni '30 racconta la fuga di due ragazzine e un ragazzino verso un futuro migliore. Il pretesto? Il ritrovamento del cadavere di una loro amica che avrebbe voluto diventare un'attrice. Perché non rendere possibile il suo sogno? Basterà portare le sue ceneri nella patinata Hollywood e loro, lontano da quell'Inferno senza uscita. Tanto sangue e colpi di scena, sono gli ingredienti di ACQUA BUIA. Una storia ben architettata nella trama, nei personaggi e soprattutto nel ritmo.
Una lettura che scorre veloce e non ti annoia mai...soprattutto quando l'ultimo capitolo è dedicato all'assassino che taglia le mani alle sue vittime. Eccellente.
Per ora è tutto...Chiara&TheEternalCity tornerà presto...molto presto, nel frattempo fate i bravi ma non troppo.

07 luglio 2012

Dentro, di Sandro Bonvissuto: come un pugno o un abbraccio


Il terzo libro delle mie avventure sul Divano è stato Dentro di Sandro Bonvissuto, Einaudi.
Chi mi conosce avrà capito che amo i libri di autori contemporanei per lo più e soprattutto fuori dalla pubblicità dei media. Ci sono fenomeni editoriali che ho sposato e apprezzato ma sempre con notevole ritardo rispetto alla massa. La vera bellezza di un libro è quella di farlo tuo, se leggi una storia che in quel momento leggono tutti, come può avverarsi questo processo? 
Dentro è un libro per pochi eletti oltre ad essere un romanzo di esordio. E' pregno di parole esatte e ben ordinate all'interno di una frase. E' composto da tre racconti: Il giardino delle arance amare; Il mio compagno di banco  e Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta. 
Tre storie ciascuna che a suo modo ti prende allo stomaco per trasmetterti nuove emozioni o per fartene rivivere di vecchie. 
Il motivo che mi ha spinto a scegliere il libro di un autore a me sconosciuto è scritto nel retro della sua copertina: Sandro Bonvissuto ha quarantadue anni, fa il cameriere in un'osteria romana ed è laureato in filosofia. 
Di questo periodo ogni singola parola mi è piaciuta. Sono figlia e nipote di ristoratori e ho lavorato tra i tavoli. So cosa vuol dire essere una cameriera e so cosa vuol dire studiare all'Università. Sandro mi ha colpito al cuore volevo sapere se anche quello che aveva da raccontare era altrettanto forte. Lo è stato. 
Il primo racconto è (tra i tre) il più coinvolgente. Almeno lo è per me. E' una storia nella quale non ho potuto immedesimarmi, ho solo cercato di lasciarmi trasportare da un narratore a dir poco perfetto. Il protagonista non dice il suo nome (non lo diranno neanche quelli dei racconti successivi) e questa mancanza di definizione ti permette di entrare dentro la sua testa come fosse la tua. Insomma se quell'uomo non ha nome posso essere anche io? ti viene da domandarti e sono certa che questa domanda se l'è fatta anche Bonvissuto ed è per questo che ha messo in pratica una scelta stilistica originale quando geniale. 
Il giardino delle arance amare parla di un uomo che finisce in prigione ma a noi lettori non è dato saperne il motivo perché non aggiungerebbe nulla al racconto, anche se averlo saputo avrebbe arginato la mia curiosità non poco. Non è un delinquente è qualcuno che ci è capitato per sbaglio, che mette piede dietro le sbarre per la prima volta. 
Ci racconta così il suo incontro con il carcere, il luogo che l'avrebbe inglobato per una parte della sua vita: Massiccio. Pareva conficcato per terra, come fosse caduto dal cielo. O come fosse sbucato dal suolo faticosamente e non del tutto, gravato da un contenuto pesante.
La sua storia continua con la descrizione della cella, dei suoi compagni di prigione, la vita Dentro quelle mura a cui era concessa solo un'ora di libertà come descrive lui: Uscii, però mi ritrovai sempre dentro. Stavolta in un cortile con delle mura alte. Pareva più una buca. Forse era una vasca. Avevo l'impressione di stare sul fondo di una piscina. Una piscina svuotata. Pensai che da un momento all'altro sarebbe potuta tornare l'acqua.
Il suo è un racconto dotto che spazia dalla solitudine di un detenuto fino al rispetto di cui dovrebbe godere in un Paese democratico. Parla della privacy che in Norvegia è applicata anche dietro le sbarre. Non si limita a filosofeggiare sul detenuto come persona, tentando di spiegare il fenomeno dell'omosessualità ( scrive di due uomini che in una doccia fanno l'amore, non scopano, fanno l'amore) ma svolge un'interessante analisi sociologica spiegando le etnie che compongono il nuovo assetto criminale delle prigioni italiane e racconta la storia di Baba, il suo compagno di cella. 
Baba è forse un assassino per noi ma in Nigeria, dove lui è nato e cresciuto, è un'assassino chi ti ruba una canoa, chi uccide per quella canoa è un povero disperato. 
La penna di Sandro si trasforma ancora una volta in filosofa quando parla della Pena che diventa una cosa sola con il suo detenuto: 
Così lei diventa più importante di te. Ti sovrasta. Ti domina.
Tuttavia la parte più toccante è quando il narratore dimentica di essere un filosofo e si abbandona ai sentimenti, come quando saluta Baba: 
Era l'uomo che mi aveva insegnato a fare la branda, a mangiare cose che avrebbero fatto vomitare un cinghiale. Mi aveva anche insegnato che le medicine fanno tutte schifo, che non bisogna necessariamente parlare per comunicare, che se hai la musica dentro puoi far suonare uno sgabello.
Nel racconto Il mio compagno di banco, l'immedesimazione è più scontata. Chi non ha avuto un primo giorno di scuola e un compagno di banco diventato inseparabile?
In realtà qui lo stile troppo alto cozza con il racconto adolescenziale. A pagina 113 la descrizione di un bellissimo giardino d'infanzia con un teatrino di marionette è una pagina da incorniciare, forse perché descrive un posto che conosco molto bene, forse perché quello si, che sembra strappato da un ricordo di un bambino. E' descritto con gli occhi di un ragazzino di undici anni. Semplice nella sua precisione. Tuttavia è più forte di Sandro, la sua formazione classica, torna prepotente tra le righe. 
Come quando puntualizza: I greci avevano inventato un sacco di cose. Tanti popoli dell'antichità lo avevano fatto, ma i greci, a differenza degli altri, avevano inventato quelle cose destinate a rimanere per sempre insuperate. 
Oppure quando parla della perifrastica attiva in un discorso diretto tra i due ragazzini, cui però aggiunge una giusta ironia adolescenziale: 

-La perifrastica esprime l'imminenza, capito? O l'intenzione. Che stai per fare una qualcosa, tipo, sei lì lì  per farla. 
-Bello. Mi piace. 
-Participio o gerundivo e verbo sum. 
-Quindi ti sto per mandare affanculo è una perifrastica?
-Si. Attiva, penso.

La trilogia si conclude con Il giorno che mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta si passa dall'adolescenza all'infanzia. 
Si perché questo è un libro che attraversa le stagioni della vita al contrario, parte da quella adulta fino ad arrivare a quella di quando si è bambini. 
(...) un giorno qualunque di una qualunque estate passata resta il miglior contenitore di ricordi che esista
Per chi non è stato così? Un bambino che vuole andare con i suoi amici ma non può perché ancora non sa andare in bicicletta, è ancora troppo piccolo. E quando chiede ai suoi amici chi ha insegnato loro a rimanere in equilibrio sulle due ruote, scopre con sorpresa che nessuno di loro sa insegnarlo ma c'è una sola persona in grado di farlo: un papà. E così descrive l'orgoglio paterno quando lui riesce nell'impresa di andare in bicicletta: 
Quello sguardo che ti avvolge come l'acqua, che si posa anche sulle cose che ti stanno intorno bonificando le zone dai pericoli. Spostando di peso i massi. Come se un Dio personale ti vedesse e ti proteggesse. Un Dio che però esiste. 
Dentro è un libro che s'infila tra lo stomaco e il cuore. Viaggia nei ricordi e nelle emozioni. Come un ricordo di un giorno di estate da bambini...parola di Tacco12.



Nove Vite come i gatti, i primi novant'anni di Margherita Hack

Come voi tutte sapete il mio esilio prosegue e, al momento, il mio unico modo di viaggiare è quello di prendere tra le mani un libro.  In realtà, in una settimana sono già arrivata a quota 4 e ne vado particolarmente orgogliosa. Dopo La Meraviglia delle Piccole Cose è il turno di un libro veramente illuminante. Sarà che, chi lo ha scritto, ha le stelle negli occhi. Sarà che non solo è illuminante ma è pregno di quel sapere che solo una donna, intelligente e vecchia può possedere.

NOVE VITE COME I GATTI - I miei primi novant'anni belli e laici di Margherita Hack casa editrice Rizzoli.
Forse alcuni di voi hanno avuto modo di leggere altri libri della Donna delle Stelle, per me è stata la prima volta e considerando che si trattava di una biografia, beh, è stata un'esperienza che consiglio a tutti di provare. 
Margherita ci racconta quasi un secolo di vita in 129 paginette, passando dalla seconda guerra mondiale fino a giorni nostri. Lo fa con uno stile tipico delle brave maestre. Quelle che riescono a trasmetterti concetti complicati con parole semplici. Lo fa come una scienziata iniziando a definire noi essere umani tutti uguali perché siamo tutti frutto di una zuppa di particelle elementari. 
La sua abilità narrativa è tale da trascinarti nei decenni con la forza di un vortice e la dolcezza di un racconto davanti al fuoco. Margherita è nata in un quartiere a nord di Firenze, Le Cure, all'angolo di Via delle Cento Stelle, tra via Volta e via Marconi. Strane le coincidenze della vita, eh?
E' una donna in anni in cui essere donna e intelligente non era semplicissimo (non lo è nemmeno ora, figuriamoci negli anni '40). Ha conosciuto le ingiustizie scolastiche, l'orrore delle leggi razziali e la paura di bocciature dovute a interessi per una politica che non era di moda e per il suo amore per la gazzetta sportiva per sapere com'era andata la partita della Fiorentina. 
A pagina 43 inoltre ci regala una pagina di storia che non è stata mai scritta. Un'idea del fascismo propria solo di chi l'ha vissuto. 
Margherita è vegetariana dalla nascita, per scelta dei genitori. E' atea. E' strana, ha anche un cognome strano ma questo non le impedisce di studiare all'Università e di scegliere seguendo la sua passione: 
Io la penso esattamente come i miei genitori (...) loro (...) mi dettero piena libertà di scelta non solo perché ammettevano di non sapere nulla di università, ma soprattutto perché credevano fermamente nel mio cammino di responsabilizzazione. ecco perché ancora oggi, quando un ragazzo o una ragazza mi chiedono quale corso di studi conviene intraprendere, io do sempre la stessa risposta: "Fai una scelta responsabile, purché sia la tua scelta". 
Una donna ormai vecchia eppure con delle idee così moderne da lasciare con la bocca aperta. 
In realtà rimarrà con la bocca aperta non solo chi è fermo con il corpo e con la mente ma anche chi, come la sottoscritta, ha viaggiato e studiato. Margherita era veramente troppo progressista per i suoi tempi ed è questo che desta meraviglia, più delle sue scoperte e delle sue stelle. 
Margherita ha viaggiato molto per studiare, ce lo racconta ma non servirebbe. Sarebbe sufficiente leggere i suoi pensieri per comprendere che è una mente viaggiatrice. 
Racconta della festa ridicola con cui ha celebrato il giorno del suo matrimonio con il suo compagno di giochi di sempre: Aldo, un grande uomo che l'ha seguita ovunque. Aveva come vestito da sposa un cappotto bianco rovesciato. 
Scrive della morte dei genitori, prima della madre e poi quella del padre che era pronto a raggiungerla a Triste il giorno successivo. Racconta le angherie sui posti di lavoro, la politica dei baroni universitari (tanto lontana e tanto vicina) e della sua consapevole scelta di non volere figli: da sempre mi attirano di più gli animali che i bambini, ma non penso sia una colpa. 
La Marghe, come ne scrive nell'epilogo finale Federico Taddei, in realtà ci racconta come va la vita e ci dà il suo consiglio: la felicità è essere contenti di quello che si ha
Insomma è un libro da leggere per darsi delle risposte e imparare a capire che la vita non è un'insieme di riti e convenzioni ma ha un'altra lettura, è un'insieme di punti di vista e siamo tutti figli di una zuppa di particelle elementari...parola di Tacco12.

03 luglio 2012

Principi, cavalli e La Meraviglia delle Piccole Cose

Tutti hanno una voglia irrefrenabile di andare in vacanza. Ci sono persone che hanno già prenotato le loro ferie, altre che hanno più o meno le idee chiare e infine ci sono io che a 5 giorni dalle ferie, ancora da capire come trascorrere, rimedio una distorsione alla caviglia. 
Procurarsi una slogatura senza indossare il tacco è davvero seccante, soprattutto se abiti in un palazzo senza ascensore. Fortuna che ho il mio Principe Azzurro. Alla bellezza di trent'anni passati, nel mezzo del cammin della mia vita, ho finalmente capito perché il famoso Principe Azzurro si presenta alla sua principessa su un cavallo. Tacchine mie, non andate alla ricerca di risposte pretestuose e troppo creative, la realtà è molto più pratica e semplice. Il mio Principe Azzurro è riuscito a portarmi a "cava cecio" per quattro piani e si è trasformato così nel suo cavallo bianco. Inizialmente non mi sono trovata molto d'accordo con la sua decisione, ho cercato di proporre i miei scenari catastrofici qualora una mancanza d'equilibrio ci avesse fatto rotolare per quattro piani rovinosamente. Niente da fare. Il Principe Azzurro è un tipo coraggioso. E' privo di corona, veste di un colore che di solito con l'azzurro ha poco a che spartire ma è dotato di forza e coraggio, binomio che non procede necessariamente insieme. In groppa al mio cavallo sono giunta a destinazione. Passati 5 giorni lo posso affermare con assoluta certezza: la distorsione è un male che può essere augurato al vostro peggior nemico!  
E' una maledizione relativamente innocua che provoca una serie infinita di rotture di balle.  Si guarisce ma con lentezza; non si mette a rischio la vita di nessuno se non quella del Principe Azzurro costretto a trasformarsi per un po' di giorni in Cenerentolo. 
"Mi prendi l'acqua?" "Scusa, Amore, puoi portarmi il telefonino?" "Tesoro, avrei bisogno di una penna". 
La vita da malata mi fa schifo. Sembra tutto impossibile da realizzare. Vi rendete conto che maledizione terribile mi è stata inviata da chissà quale maledetto invidioso in circolazione??? Ah, ma se lo becco. Tutto questo la settimana prima delle mie ferie e prima dei saldi. Oh, mio dio non è che è stato mio padre? Oppure il mio Principe Azzurro??? La slogatura alla caviglia m'impedisce di usare l'accessorio che amo più di tutti in assoluto: le scarpe. 
Il Principe Azzurro mi ha detto: 
"Toh, te ne serve solo una! Pensa ti si raddoppierebbero le scarpe se avessi una gamba sola".
C' ho riflettuto un po' ma ho ritenuto che due gambe sono meglio di due scarpe  anche se...scherzo, scherzo. Il Cenerentolo affaticato un po' m' induce alla tenerezza, un pochino lo temo. 
Il soprannome che ho trovato più calzante (anche se le scarpe non le posso mettere. Cioè non posso mettere la scarpa destra) mi è sembrato essere quello di Signorino Rottermeier, se poi si considera che badava a Clara (e io sono Chiara) una bimba bionda e innocente (come me!) è il soprannome perfetto. 
E' vero che per necessità non faccio altro che chiedere ma vi assicuro che lui ci trova un certo gusto soprattutto quando deve urlarmi: "Non ti muovere!" "Dove vai? Ho detto che ci vado io" e ancora "Hai preso la pasticca? Hai bevuto? Hai mangiato? Hai fatto la cacca???" "Insomma stattene ferma un attimo, ti alzi sempre". 
Ora riconosco di essere un po' agitata e di odiare la reclusione ma vi assicuro che mi alzerò 3 o 4 volte al giorno, giusto per andare al bagno. 
La distorsione implica anche un paio di cosine che vengono sottovalutate: 
1. ho le stigmate per poggiare i palmi della mano, con tutto il mio leggerissimo peso, sulle stampelle; 
2. per tenere la gamba sempre alta, o almeno dritta, mi si è infiammato tutto il nervo sciatico. 
Comunque sto bene, del resto ci sono solo 40 gradi fuori e che me ne importa se non posso andare al mare, mi abbronzerò ad Agosto, sempre che la caviglia decida di tornare al suo posto. Ci tornerà anche perché sono stata bravissima. Ho saltato solo su una gamba quando l'Italia ha passato il turno con la Germania e Domenica, contro la Spagna, beh non c'è stato molto da saltare. 
Mi ero già attrezzata con la maglietta della Nazionale e il mio Principe Azzurro sapeva che, se avessimo vinto, non l'avrebbe fatta franca. Avrebbe dovuto scorrazzarmi in lungo e largo per la Capitale a vedere i festeggiamenti. Non me li sarei persi. Il problema non si è posto. Dal divano non mi sono mossa. 
Esiste una certa  bellezza nell'essere inchiodata su un divano. Quella di spegnere la tv e aprire i libri.
Mi sono messa all'opera e sto leggendo molto, ho pensato di recensire le mie letture così che voi abbiate qualche consiglio utile sulle storie (oltre a farvene di vostre s'intende) da leggere sotto l'ombrellone, sul divano o in montagna.  
Il primo libro che sottopongo alla vostra attenzione è: 
 LA MERAVIGLIA DELLE PICCOLE COSE di Dawn French
Ho scelto questo libro intanto per il titolo (non vi sembra delizioso?), in secondo luogo perché ne avevo sentito parlare molto bene e infine perché la dedica dell'autrice dice così: 
Per la migliore delle mamme. Mia mamma. Roma. 
Ditemi voi come potevo non comprare il libro di una inglese che ha la mamma che si chiama Roma, semplicemente fantastico. 
La scrittrice racconta le vicende di una famiglia a dir poco "stramba" attraverso i pensieri dei personaggi che la compongono. Ogni capitolo è una pagina di diario o una parte di pensiero dei protagonisti. Uomini, donne, adulti e ragazzi spiegano l'avvicendarsi della vita familiare ciascuno dal loro punto di vista. C'è Mo, la madre. Una donna colta, psicologa, sempre perfetta, come la crede la figlia adolescente, eppure sull'orlo di una crisi di nervi che la potrebbe portare verso scelte radicali. 
C'è la figlia adolescente, appunto, Dora. Alla vigilia dei suoi 18 anni, senza un ragazzo, con pochi amici. Si sente grassa e brutta. Voglia di studiare poca. La sua ambizione: partecipare ai provini di X-Factor. 
Il figlio di 15 anni Peter ha invece una personalità ben definita. Una specie di dandy fuori contesto.
Un Oscar Wilde dei nostri tempi ed è per questo che detesta la sciatteria della sorella, s'innamora di ragazzi con un grande gusto estetico e sensibilità spiccata, e si fa chiamare Oscar. 
Il padre Den, o Pater come dice Oscar, è la figura più silenziosa. E' il protagonista in prima persona  di un solo capitolo ma è presente in tutti. Una presenza costante che si rivelerà con tutta la sua potenza nelle pagine finali. 
A fare da contorno saranno nonna Pamela, Noel e X-Man. Delle amiche emo di Dora, la sua migliore amica Lottie e Luke l'amico di Oscar. Tra i personaggi secondari, quello che regge tutte le fila dei pensieri è nonna Pamela, con le sue torte al whisky e frutta e i suoi consigli progressisti. Una specie di figlia dei fiori nella terra della Regina Elisabetta. 
Chi ama lo humor inglese adorerà questo libro. Voglio regalarvi qualche frase per lasciarvi intuire lo stile di ciascun personaggio. Vi presento DORA, questo è uno dei modi che usa per descrivere la madre: 
Assomiglia al rumore di quando si cerca di sintonizzare la radio e non si trova il canale. Quel rumore di mezzo è lei. Un'interferenza.
Questa invece è la mamma MO davanti allo specchio: 
Ma cos'erano quelle rughe e quei solchi (...) A chi appartenevano? L'ho capito subito, appartenevano a Pamela. Alla mia stramaledetta madre (...) Non è che non mi piaccia il viso di mia madre, è solo che appartiene a lei, non a me.
E concludiamo con Peter/Oscar in visita da nonna Pamela: 
Di norma non mi fido mai di una donna che sfoggia abiti di nylon, ma nel caso di mia nonna tutto è perdonato poiché è completamente all'oscuro delle gioie della moda e assolutamente priva di un briciolo di stile. 
Dimenticavo di aggiungere, tra i personaggi, il cane Poo e il cucciolo Elvis. Il ricettario a fine libro e Den, l'ultima parola della storia (non so voi ma guardo sempre l'ultima parola) come il numero delle pagine 329, escluso il ricettario. Una lettura che scivola come un tè inglese alle cinque del pomeriggio.
Non vi resta che berlo, magari freddo vista la stagione. 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...