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08 settembre 2020

Taki, Massimo Viglietti lo Show Del Food è servito

Carne Wagyu e non solo al Taki Lab di Chef Viglietti


Taki Labò è una realtà di ristorazione molto diversa dalle altre che ho avuto la fortuna di conoscere. Andare a cena fuori non è mai stato così istruttivo. 

Lo chef Massimo Viglietti fonde food e cultura in un'esperienza sensoriale che ha molto a che fare con il cibo nel senso più stretto del termine. Se credete che andare al ristorante sia ordinare da un menu ed essere lasciati in pace a degustare quello che voi avete scelto, secondo un gusto che nel tempo avete sviluppato e nutrito, non leggete questo articolo perché vi racconterò di una concezione della ristorazione completamente diversa da quella comunemente intesa. 

Lo dice lo stesso Viglietti "Lo show sta per iniziare!" ed è come accomodarsi in una sala teatrale: tutti insieme in una stanza (distanze Covid e mascherina naturalmente), tutti con lo stesso menu. 

Un menu infinito sia nella quantità che nella sorpresa. 

Siete pronti per iniziare questo viaggio all'insegna del gusto con me? 

Tacco12cm - la cena al Taki Labò la mascherina può servire anche ad altro


L'Esperienza

Iniziamo con il dire che Taki Labò nasce come una sorta di spin off di Taki Off, è un assaggio del  progetto gastronomico di Massimo Viglietti, chef stellato, con Yukari e Onorio Vitti.
Si gioca sul concetto dell’antica filosofia orientale dello yin e yang, del bianco e nero. 
Taki, rigoroso e candido, accoglie l’estro “dark” di Viglietti. Massimo sarà il nero, mentre in contemporanea Taki, guidato da Yukari, continuerà a offrire ai clienti il meglio della cucina giapponese, di alta qualità .
 Taki Labò diventa un vero e proprio palcoscenico. Alle 20:50 le porte si chiudono, il sipario si apre ed entra in scena lo chef che con la musica di sottofondo ma piuttosto alta, ci spiega la sua performance gastronomica: 
" Dovete passare una serata differente. Tirate fuori i ricordi. Voglio crearvi delle sensazioni, delle emozioni. Voglio che usciate fuori di qui e vi sentiste scossi come se qualcuno vi avesse dato uno schiaffo". 
L'inizio non è male. La sensazione è che a schiaffi ci stia già prendendo se pensate che si è rivolto ai suoi clienti parlando con un tono di voce sostenuta per sovrastare la musica che: 
"Sarà così tutta la sera, anche se vi sembra alta. E' una mia selezione e serve a farvi concentrare su quanto vi capiterà di mangiare. Non voglio che parliate e vi scambiate idee, non voglio che vi condizionate a vicenda". 
Massimo è così, ama la musica e il suo look rock non lo nasconde. Ama le contaminazioni e la sua cucina è sincera, ti rimanda quello che da lui ti aspetti. La definirei sfacciata. 



Il Menu

Toglietevi dalla testa l'idea che Taki Labò segua un menu canonico. Nessuno antipasto primo o secondo, per intenderci. Le portare arrivano in modo "confuso" e quello che si assaggia non è di facile catalogazione.  

Sulla postazione un biglietto a forma di carta di credito tutto nero con l'incipit Ladies&Gentlemen mostra una parte del menu previsto per la serata ma non è quello a colpirmi piuttosto il lato B della tesserina  che recita: Yukari Onorio Production "Taki Labo" non solo un ristorante ma un luogo d'incontro per dame, cavalieri, poeti, sognatori, naviganti

L'atmosfera al calar di queste parole s'è già riempita di magia, prima che arrivi il  sakè frizzante a bassa gradazione alcolica, servito con succo di sambuco, limone e menta, per accompagnare una millefoglie con la base patè di quinto quarto in sfoglia croccante e un tris di fritti: polpetta di carne wagyu,  uramaki tradizionale e del formaggio Montasio impanato e fritto. 
Tutti e tre deliziosi e con un buon equilibrio di gusto e sapori. A coccolare il palato arriva poi del pane sciapo lievitato 76 ore da spalmare con un burro al pesto di una bontà indescrivibile. E' qui che esce fuori il Viglietti ligure, classico se vogliamo, fortemente radicato al suo territorio che non vuole tradire ma ricordare e raccontare. Oltre al pane vengono portati il grissino di wasabi e la foccaccia ( che non è pizza! ci tiene a sottolineare lo chef che non ammette ignoranza in merito e spiega, ai meno preparati che la foccaccia ha pochissimo lievito e farina tipo zero) 
Quindi arriva un antipasto d'’Insalata croccante di verdure, baccalà e foie gras in cui i sapori ben
separati vengono armonizzati dal paté di fegato d’oca e condite aceto giapponese ponzu, salsa su
base agrumata, con aceto di lampone e aggiunta di olio EVO anche questo ligure, a ribadire il territorio che ha dato i natali a Viglietti. 
Ora passiamo alla parte più orientale della cucina che comunque è "violenta" perché lo Chef usa la materia animale e vegetale facendola a pezzi, cucinandola.



Sicuramente la tartare di manzo con gambero e umori della sua testa, spremuti a freddo a tavola direttamente dallo Chef non solo è un piatto in cui esplodono i sapori  ma è anche l'esecuzione più spettacolare di questa esperienza gastronomica. 
"I sapori nascono dalla povertà" è un altro dei concetti che più spesso lo Chef ribadisce. 
Così bene si spiega il piatto successivo :   i ravioli (o Gyoza) piastrati e serviti con pepe verde Sakura e riso trasformato in salsa, come da tradizione giapponese, ripieni  di gamberi, maiale e verdure, accompagnati da una tazza di brodo vegetale fatto con katsuobushi (tonno essiccato), pomodorini, cipolle, scalogno, sedano, aglio ed erbette a cui si aggiunge un tuorlo d’uovo: l’uovo e il brodo, serviti in tazza separatamente, vengono sorbiti come un consommé e riescono a esaltare i delicati sapori dei ripieni. 
Altra esaltazione di un piatto. 
"L'uovo con brodo di pachino abbinato al raviolo con carne di maiale serviti a temperatura per non rovinare il palato. 
Nella cultura povera povera si usa molto l'uovo e il brodo, basti pensare a piatti come la stracciatella. Importante è anche la temperatura alla quale un piatto si serve. Troppo spesso non si rispetta con l'errore di non esaltare al massimo i sapori che un prodotto di qualità può generare". 

Poi lo Chef propone un gioco con la mascherina: "dal momento che l'avete mettetela sugli occhi, assaggiate il prossimo piatto e poi sbendatevi". 

Il palato allora inizia a indagare i sapori che privi del sostegno della vista si legano con soddisfazione. 

Un piatto assurdo solo a concepirlo eppure... si tratta degli Spaghetti di patate mantecati con ricci di mare e serviti con mousse al caffè e cubetti di baccalà: un gioco di consistenze e temperature
.
Sapori, giochi e sperimentazione sono gli ingredienti anche della mistery box, tanto caro alla cultura del Sol Levante. Un piatto tutto giocato sui sapori grassi: un’anguilla laccata leggermente arrostita con la sua pelle viene proposta con una salsa parmentier, lavorata come un purè, a base di patate, robiola, sesamo che gli dona un sentore di cioccolato e con una sottile fetta di mela verde, infusa in uno sciroppo di maggiora, in un contrasto grassezza/freschezza. 



La cena non è finita. Le portate proseguono e sono tra loro così diverse che assaggiarle tutte è un divertimento. Si prosegue poi con la carne Wagyu, proveniente dalle Alpi giapponesi e dal sapore dato da una marezzatura che ricorda molto la carne di Kobe. Fatta appena scottare sulla piastra da entrambe i lati, la sua grassezza dolce permette un gioco sulla sapidità in abbinamento all'acciuga. 
Questa è condita con un olio lavorato come una bernese sullo stile della bagnacauda e servita poi con una purea di aglio nero della zona di Voghera, una insalata di verza che aiuta a rinfrescare il palato, condita con un olio acciughe, alghe e nocciole, conducendo alla scoperta di questa carne pregiata, totalmente nuova e ammaliante. 




Infine un classico piatto di tradizione giapponese rende omaggio a Yukari, celebrando il Sol levante: Spaghetti freddi di Soba integrale con salicornia in tempura, sardine leggermente affumicata, salsa bernese, funghi ovuli e brodo di ovulo aromatizzato.

A chiudere il sipario della cena, due dolci (anche se definirli tali è a mio avviso improprio). 

Si tratta della Banana, cioccolato bianco, frolla salata e caviale che si presenta come un omaggio alle donne dal punto di vista formale prende spunto infatti dallo stilista Jean Paul Gautier: una crema di banana che riproduce la forma delle gambe delle donne sopra le quali si ritrova il "paradiso" realizzato con con del pregiato caviale. Ai lati le due componenti grasse, cioccolato bianco e frolla. A questo punto si devono usare due cucchiai per avvicinare le due componenti alle "gambe di donna" e mangiarsele in un sol boccone. 

Dessert dedicato alle Donne

Il risultato è un piatto bilanciato in cui il potassio della banana contrasta lo iodato del caviale mentre sia il cioccolato bianco che la frolla intervengono con lo scopo di legare i sapori tra loro più forti, facendoli ammorbidire nel palato. 

Il secondo "dolce" è un Gambero Suzette, gelato al tè verde, crumble salato e yuzu unisce la freschezza e l’amarezza del tè verde alla dolcezza del crostaceo, lavorato come una crepe in cui al posto del Grand Marnier viene usato lo yuzu, per chiudere poi con la croccantezza della frolla.

Devo dire che sui dolci sono caduta! Non li ho capiti molto ma questa è un mio limite, per capire i geni ci vuole grande apertura mentale... la banana e il caviale mi hanno convinto mentre sul gambero suzette... ho più di una perplessità ma del resto lo Chef Viglietti voleva proprio questo: farmi uscire frastornata e contenta! 




Dessert al Gambero







 Taki - Via Marianna Dionigi, 56/60

 Aperto tutti i giorni 12:30/15:00 e             19:30/23:30

 Taki Labo' aperto da martedì a sabato 20:00/22:00

www.taki.it




03 marzo 2020

Favilla, la pizza buona è donna!

Favilla, la pizza di Giulia


Tacco12cm - Pizza Roma di Favilla




 

 

Il quartiere di San Giovanni a Roma sta diventando sempre più un luogo dove mangiare bene non solo è possibile ma è anche una certezza. 
Dai ristoranti della tradizione, a quelli etnici; dalle gelaterie, allo street food; dalla pizza di Sbanco.. a quella di Favilla
Una piacevole scoperta, in primis perché il cibo è buono e poi perché non si tratta esclusivamente di una pizzeria. Favilla è un locale che della pizza fa la sua missione ma non la sua unicità.
Una decisione che mi piace perché  offre un'alternativa valida anche a chi la pizza non la ama (non so come sia possibile, inoltre quella di Favilla è digeribile e gustosa) e preferisce un primo della tradizione o un secondo di carne. 
Inoltre Favilla, è femmina di nome e di natura perché nasce dall'idea di Giulia Pate una giovane ragazza appassionata di impasti, infatti quello della pizza servita da Favilla è una sua ricetta,  ma anche un'imprenditrice attenta e presente. 
La presenza in particolare, per me resta e resterà sempre un valore aggiunto. Vedere chi lavora in un locale e come lo fa, è la garanzia per un cliente di essere in un posto gestito seriamente. Giulia non solo c'è ma serve ai tavoli, prende le prenotazioni e gestisce un personale tutto maschile.
Una trentenne grintosa che ha sta lasciando un'impronta in un progetto di cui è la mamma. 

La Storia 

"Con il tempo l’ho reso mio, gli ho dato un’anima. Così, come una scintilla, è nato Favilla”, Giulia racconta così la genesi di un ristorante nato sulle macerie di una vecchia pizzeria ma con un format meno tradizionale.
Giulia Pate è nata a Roma e dopo aver seguito una serie di corsi dedicati agli impasti e alla livitazione, aver aiutato e supportato il suo compagno Giorgio (titolare, sempre a San Giovanni, di Oh Dog primo locale dedicato al panino tipico dei paesi di lingua inglese) si è gettata anima e corpo in questo progetto tutto suo. 
Il suo tocco è evidente dall'arredamento al servizio in sala, dalla selezione delle materie prime, alla scelta del format dove il gusto travolge tutti i sensi non solo la bocca. 
La sensazione è quella di un'aula scolastica, con le tipiche sedie di legno alternate a sedie dagli schienali gialli che donano un tocco di colore a un ambiente che gioca sulla semplicità fatta di pareti bianche e grigie con luci industrial style e un grande specchio incorniciato ad allargare l'ambiente.
Tavoli in legno e forno a vista, questa è già una garanzia. Qualche tavolo è anche fuori e il numero di coperti è ampio ma non esagerato.

Tacco12cm - Interno Pizzeria Favilla

La Pizza

La pizza di Giulia è digeribile e gustosa. Cotta nel forno Valoriani, qui si mangia una pizza a metà tra quella napoletana e quella romana ossia con un bordo leggermente più alto di una tradizionale romana e un peso a metà strada dalla napoletana che sta intorno ai 250 grammi. Un mix di farine tra semintegrale di tipo 1 e grano duro di tipo 0 fatto lievitare tra le 48 e le 72 ore, per renderlo leggerissimo e altamente digeribile.
Tanti i gusti che le dividono in due categorie: "Le Classiche" e le "Sfavillanti".

La mia esperienza

Ho iniziato il percorso gastronomico da Favilla con un trittico di fritti. Sui fritti sono piuttosto esigente, ho un palato fino. Valuto croccantezza, olio e cottura del riso o del baccalà o di qualsiasi sia la verdura o il prodotto servito fritto. Devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa dal supplì che ha una nota diversa dai soliti supplì infatti si può scorgere lo zest di limone amalfitano (in italiano : la scorza) che ci sta proprio bene. Non solo, ho apprezzato molto anche Verso Roma, delle polpette di carne morbide bollite, salsa verde e misto croccante: una delizia.
A concludere la triade un'altra scoperta interessante Il Mare d'Inverno, ossia il baccalà fritto con cipolla rossa di Tropea caramellata, Crema di Zucca Mantovano IGP e granella di Amaretti. Un accostamento di sapori non innovativo di suo ma interessane applicato a un tipico food street come il baccalà fritto. Un accostamento che lo nobilita nel gusto oltre che nella sua presentazione.
Le pizze che ho degustato meritano anche loro un racconto attento.
Tra le Classiche ho assaggiato la Margherita, facile facile con pomodoro, fiordilatte e basilico. Croccante e dai sapori ben definibili e genuini. Poi tra le Sfavillanti la Roma, fior di latte e cicoria ripassata finita sul bancone con filetti di alici, bufala a crudo e mentuccia romana e Armonia, fior di latte, zucchine, crema allo zafferano e prosciutto crudo
La mia preferita? La Margherita la qual cosa vi dovrebbe far riflettere. Di solito i piatti più difficili sono quelli "semplici", quindi la mia è una promozione a pieni voti.
Sfiziosa (o forse dovrei dire "sfavillante"?) la Roma. Mi è piaciuto l'accostamento di cicoria e alici con quella punta di mentuccia che solo Roma può produrre rimandando a evocazioni di estati romane.
L'Armonia si piazza al terzo posto. Per il mio palato è troppo "complicata" non nel riconoscerne gli ingredienti che erano tutti di qualità ma nel farli sposare.
C'è bisogno di una pizza così "carica" quando la Margherita sa appagarti al primo morso?
Ho già segnato per la prossima visita la Fish & chips: base focaccia, polpo cotto a bassa temperatura, patate schiacciate, crema di burrata e peperone “incruscato” a effetto crunch e alcuni dei primi piatti, come gnocchi crema di zucca mantovana IGP fonduta di pecorino e polvere di liquirizia, e dei secondi come Hamburger della settimana o le Polpettine Vegetariane con salsa di yogurt che compaiono sul menu per dare un'alternativa interessante agli ospiti che di pizza proprio non ne hanno voglia.
Utile dire che tutto il menu segue la stagionalità con una rotazione in carta di circa tre mesi, grande attenzione per la materia prima e la selezione degli ingredienti e dei migliori fornitori italiani. 
Dalla storica macelleria di Angelo Feroci proviene tutta la carne, come il guanciale, la tagliata, il pollo o la salsiccia; il pomodoro è Inserbo, un'eccellenza campana, il pecorino romano biologico è di Cibaria, azienda in provincia dei Castelli Romani, mentre il fior di latte è del caseificio Fragola che da oltre cinquant'anni è uno dei migliori produttori di latticini. Sia il pane degli hamburger che il maritozzo provengono dal Forno Prelibato; per la pasta fresca si affida al Pastificio Secondi e per quella di grano duro alla linea Felicetti. Tutti i piatti sono conditi a crudo con il Flaminio, olio extra vergine di qualità, ottenuto per estrazione a freddo da olive italiane raccolte a mano. 

Da Favilla ho bevuto un buon Cesanese, pochi vini ma interessanti. Anche la parte dedicata alla birra non è male con alcune birre nazionali sia alla spina che in bottiglia. Per chi "non beve" nessuna paura c'è una lista di analcolici...anche se io di chi beve non mi fido...

Tacco12cm - Favilla Fritto Baccalà 

Tacco12cm - Favilla Verso Roma 

Tacco12cm - Favilla Pizza Margherita


Favilla - Pizzeria con Cucina: Via Urbino 35; Tel. 06 7049 3458; orari: mar. - merc. - giov. e dom. 19 - 23; ven. e sab. 19 - 23.30; aperto sabato a pranzo 12.30 - 14.30; chiusura: lunedì.








10 marzo 2019

I miei articoli su La Repubblica Sapori


JRE Italia e il Calcio, alta cucina e sport s'incontrano
Chi mi segue sui social già la sa ma è un vero piacere comunicarvi la mia nuova collaborazione con La Repubblica.it
La mia passione per libri, cucina, fashion e calcio è già presente nei tre pezzi che sono usciti, ciascuno dedicato a uno di questi settori con un riferimento diretto al cibo. 

Food&Libri 
 
Quanto si racconta di cibo dentro una storia, in un libro?  E soprattutto quanto un cibo è radicato nella memoria di uno scrittore? Questo è il cibo della memoria, quel cibo che assaggiandolo con il gusto o profumandolo con l'olfatto vi fa tornare indietro nel tempo a quando bambini aspettevate con ansia di assaggiare quel piatto prelibato e che oggi, vi ricorda un momento particolare, una persona particolare. Me lo hanno raccontato cinque scrittori: Chiara Gamberale, in libreria con il suo nuovo romanzo L'Isola dell'Abbandono, editore Feltrinelli; Massimo Carlotto, l'autore de L'Alligatore e di tanti altri romanzi; Valeria Montaldo, autrice de Il Pane del Diavolo; Rosella Postorino, premio Campiello 2018 con le Assaggiatrici e infine Marco Bonini, più noto al grande pubblico per le sue doti di sceneggiatore e attore ma al suo debutto letterario con un libro davvero bello Se ami qualcuno dillo in cui racconta di una carbonara deliziosa. 


Valeria Montaldi scrittrice nella sua cucina

Food&Fashion

Il 9 Marzo la mitica Barbie ha compiuto 60 anni! Siete pronti a venire con me alla sua festa di compleanno? Per questo evento ho già scritto due pezzi: uno su La Repubblica.it incentrato sul rapporto della iconica bambola con il Food con un'importante notizia. Per i suoi 60 anni Barbie ha scelto una Chef stellata da inserire nel suo parterre di modelli per le bambine. Si tratta della brava e bella Rosanna Marziale, chef de Le Colonne di Caserta. 
L'altro pezzo ha a che fare con la Cioccolata (e che cioccolata!) Dal 1913 Zaini Milano realizza i sogni dei più golosi. Questa volta ha dedicato una limited edition di barrette di cioccolata per il compleanno di Barbie, ritraendo i modelli più importanti dei suoi primi 60 anni. Quattro Barbie per Quattro gusti, tutti da assaggiare a partire dal 15 Marzo direttamente da Zaini a Milano. 

Il link al pezzo: Nasce la Barbie Chef e ha il volto della cuoca stellata Rosanna Marziale e per gli amanti della cioccolata correte a leggere qui: Barbie al Cioccolato by Zaini
La nuova Barbie Chef ispirata a Rosanna Marziale, le Colonne Caserta

Food&Calcio 
 
E qui entriamo nel campo a me più caro, fosse solo per il fatto che è dal calcio che Tacco12cm ha avuto inizio. 
JRE Italia, l'associazione europea che raduna i giovani cuochi stellati tramite Infront, agenzia di comunicazione per AFC Fiorentina ha, dallo scorso anno, ideato un'interessante progetto che avvicina la cucina stellata allo sport più popolare d'Italia. In sostanza ogni partita in casa nell'area hospitality la società viola ospita uno chef stellato Jre perchè prepari un piatto tipico della squadra sfidante con lo scopo di far conoscere la cultura dell'avversario anche attraverso un piatto della tradizione. Scopo nobile che crea una sorta di terzo tempo proprio come nel rugby. Ne ho parlato con gli organizzatori e con Davide Del Duca, lo chef di Osteria Fernanda di Roma che proprio oggi 10 Marzo preparerà per i viola il pollo con i peperoni


Non mi resta che augurarvi buona domenica, buona lettura e chiedervi di seguirmi su LaRepubblica.it e di condividere i miei articoli, solo se vi piacciono naturalmente. 


Barbie by Zaini: Fashion&Food si può fare! Auguri Barbie per i tuoi 60 anni!

28 febbraio 2019

Il Cibo della Memoria per gli Scrittori

La Fugassa il piatto tipico di Valeria Montaldi (foto Repubblica.it) 


Il cibo della memoria è quello che ha la potenza di riportarti in un solo momento indietro nel tempo, nella cucina della nonna con la forchetta in mano in attesa di quel piatto tanto buono, talmente buono, che nella tua vita non lo hai mai più mangiato così !
Ha il potere di farti tornare il sorriso, di solleticare le pupille gustative che mantengono anche loro memoria di pomeriggi goduriosi a rubare frittelle per mangiare di nascosto nel bagno.
Insomma il cibo della memoria ci restituisce momenti belli e buoni, ci restituisce il tempo passato, persone passate, ci mette in pace con il mondo.
E allora chi meglio di uno scrittore può raccontarci il suo cibo della memoria? Chi meglio di un narratore può trascinarci in un attimo d'intimità che vuole condividere con il lettore?
Ho scritto un pezzo grazie a questi due ingredienti: cibo e scrittori.
Così su La Repubblica.it è uscito il mio pezzo che racconta cinque scrittori e i loro piatti della memoria: Chiara Gamberale, autrice de L'Isola dell'Abbandono; Massimo Carlotto, scrittore della saga L'Alligatore; Valeria Montaldi che ha dedicato un libro al cibo "Il Pane del Diavolo" e anche la vincitrice del Premio Campiello 2019 Rosella Postorino con "Le Assaggiatrici"e per concludere qualche pagina dalla prima fatica letteraria di Marco Bonini "Se Ami Qualcuno Dillo" che racconta una memorabile carbonara.
Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Il link è qui: Il Cibo Della Memoria per gli Scrittori. 

25 febbraio 2019

Carbonara&Champagne, un evento dice che si può fare!




La Carbona e lo Champagne, da Armando al Pantheon va in scena il "paradosso" così come lo ha definito lo chef Claudio Gargioli. 
La bevanda dei ricchi per eccellenza può sposarsi con uno dei piatti più popolari di sempre? Scopritelo leggendo il mio pezzo su foodconfidential! buona lettura...e buon appetito! 

https://www.foodconfidential.it/restaurant/carbonara-champagne-da-armando-al-pantheon/

23 febbraio 2019

Maldive con gusto (parte II) Intrevista con lo chef Emanuele Frigerio

Emanuele Frigerio - Furaveri Resort&Spa 





Un nuovo appuntamento con il Food nelle Isole Maldive. Questa volta il personaggio al centro dell'intervista c'è il giovane chef Emanuele Frigerio
Vi racconto tutto nel mio pezzo su foodconfidential, non perdetelo e cliccate qui: 

https://www.foodconfidential.it/restaurant/chef/maldive-parte-ii-viaggio-nel-gusto-con-lo-chef-frigerio-2/?fbclid=IwAR0e8nh8Hq54xdf7-VUEw20wE-kRF1T5kROtTKZGbw65ZxGr2-qYQ0xy76U

Auguro a tutti voi una buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!





31 gennaio 2019

Maldive con gusto. Intervista con Mohamed Riyaz

Lo chef del Furaveri island resort Mohamed Riyaz 

Che le Maldive sia uno degli arcipelaghi tra i più belli del mondo non ci sono molto dubbi, ma è anche il più buono?
Quando ammiriamo le foto dei fortunati che possono permettersi un viaggio nelle acque trasparenti e vivono giornate intere distesi sulle spiagge bianche con le palme in ogni dove, avete mai fatto caso se oltre al latte di cocco i fortunati viaggiatori degustano qualcosa di più succulento? Sapete per esempio cos'è uno Chef Garden?
Nella mia vacanza in quel Paradiso perduto me lo sono domandato e, soprattutto, l'ho domandato domandato all' executive chef  del Furaveri Island Resort & Spa : Mohamed Riyaz . Leggete pure quello che mi ha detto qui:

https://www.foodconfidential.it/restaurant/maldive-parte-i-viaggio-nel-gusto-con-lo-chef-riyaz/

Maldive, la colazione al Furaveri Island Resort&Spa 

06 luglio 2017

Bererosa, questa sera a Roma

Bererosa oggi è di scena a Palazzo Brancaccio, Roma. Io ci sarò e voi? 
E' l'evento che apre l'Estate romana e lo fa con wine e food. Unico, o quasi, evento dedicata ai vini rosè. 

Bererosa 2017 I foto tratta da Cucina&Vini


L'evento


Bererosa è l'evento per le persone glamour, fashion e per le tacco12cm addicted soprattutto! 
Quindi fatevi trovare tra le 17.00 e le 23.00, se appartenete alle categorie soprascritte, perché ci saranno tutti ma proprio tutti a degustare la maggior parte dei fermi e degli spumanti rosè d'Italia nella serata organizzata dalla rivista ‘Cucina & Vini’

I numeri dell'evento sono indicativi della sua portata: 
- 95 aziende protagoniste 
- oltre 200 etichette
4 postazioni per gli amanti più del food che del wine. Si tratta di Meglio Fresco Pescheria, Il Maritozzo Rosso, La Bottega dell’Oliva Ascolana e Le Strade della Qualità con una selezione di salumi e formaggi.
- ci saranno gli oli extravergine della XXV edizione dell’Ercole Olivario (il concorso dedicato alle eccellenze olivicole del Bel Paese) nelle otto postazioni open air allestite nel giardino della dimora ottocentesca.

LE AZIENDE

Per gli appassionati ecco nel dettaglio le aziende vitivinicole partecipanti da tutta Italia: dalla Puglia (16 cantine socie del Movimento Turismo del Vino Puglia) alla Lombardia, dal Trentino all’Abruzzo, per le zone dei rosati sono molte e vanno dal nord al sud. 
Basti pensare che l'Italia ricopre il 9% della produzione mondiale con 2,1 milioni di ettolitri e che in rete, secondo i dati di Tannico (il grande portale del vino), sempre più sono gli acquirenti con buone performance di vendite online per i vini made in Puglia (17%), Sicilia (14%), Abruzzo (11%), Sardegna e Alto Adige (9%), Lombardia e Toscana (8%) e Campania (4%).

Proprio per questo motivo nasce Bererosa qualche anno fa, per promuovere questi vini ricchi di potenzialità già comprese all'estero e non ancora in Italia. 

"Infatti ancora oggi il rosato fatica per esempio ad essere presente in maniera capillare nelle enoteche e nelle carte dei ristoranti nazionali. Eppure, avanza il livello di gradimento tra i Millennials e tra i social addicted che si informano su Internet, condividono, twittano e esprimono opinioni a colpi di like e hashtag all’insegna del rosa”

avverte il direttore di Cucina & Vini Francesco D'Agostino (che ho intervistato per SlashRadio il giorno 23 giugno 2017 al minuto 28 circa


Bererosa 2017 e voi quale rosè siete? 


PREGI DEI VINI ROSE'

Se qualcuno si stesse domandando quali sono i pregi dei vini rosè ecco qui qualche buona risposta. 
Intanto i rosè sono vini che hanno forte personalità, la destagionalizzazione, l’orientamento verso un orizzonte sempre più unisex, la sua capacità di adattarsi a tutto pasto


Penso proprio ci sia tutto, manca solo un particolare: il dresscode che sarà rosa ovviamente! 
Come recita il profilo fb dell'evento: Bererosa è un festa, attesa, colorata e movimentata! Lo scorso anno hanno partecipato 3500 persone, quest'anno scommettiamo che saremo di più?


Per ulteriori informazioni di seguito la pagina ufficiale dell'evento per scoprire tutte le aziende presenti : https://www.cucinaevini.it/bererosa-2017/




Bererosa

6 luglio I Palazzo Brancaccio, Via del Monte Oppio, 7 - Roma Orari: h 17/23 I Costo ingresso: € 15 (include calice e sacca porta bicchiere) I Costo ingresso ridotto per i sommelier regolarmente associati (Ais, Ars, Fis, Fisar, Onav): € 10 I Per usufruire della riduzione sarò necessario esibire la tessera associativa in biglietteria.

24 maggio 2017

L'aperitivo a Roma è Cool con i TheGiornalisti e con il gelato multietnico firmato Andrea Fassi e Chef Rubio

Andrea Fassi e Chef Rubio insieme per il progetto #ONETASTE ESQUILINO. 

Se siete a Roma non abbiate dubbi oggi è domani due iniziative very very cool che Tacco12cm non poteva far passare inosservate.

Iniziamo dal Mad Tea Happy Hour powered by Nastro Azzurro , appuntamento ormai consueto presso il gazebo di Via Veneto dell'Hard Rock Cafe che oggi 24 maggio si trasforma nel tempio del rock. 
Infatti ad animare la festa ci saranno:  Marco Rissa dei The Giornalisti in consolle e Giorgio Chiarello, tra i migliori flair bartender italiani. L’happy hour solo per oggi durerà fino alle ore 21.00.


Dalle 19 la musica di Marco Rissa farà da "ambient" al vostro aperitivo ricco di  Infusions a firma di Giorgio Chiarello. Gli amanti dei cocktails resteranno molto soddisfatti dalla selezione dalle esclusive infusions a base di Nastro Azzurro, birra, prosecco e vino. 

Il Mood

Nel Mad Tea Happy Hour powered by Nastro Azzurro dell’Hard Rock Cafe però nulla è come sembra. 
L’allestimento ricrea una celebre scena di Alice in Wonderland ma nelle teiere si trovano i cocktails, la birra o il vino e nelle classiche alzatine nachos e salsa al posto dei biscotti. Un mix tra fantasia e realtà infatti troverete frasi e cartelli con folli indicazioni per sentirsi davvero immersi nel mondo magico di Alice nel Paese delle Meraviglie.
E’ possibile acquistare i drinks con la formula 2 al prezzo di 1.Tutti i drinks vengono accompagnati da nachos e salsa. A voi il divertimento e il gusto di assaporare esperienze di sapore. 

Basta perdere tempo se la voglia vi stuzzica ecco qui come partecipare, scrivete o telefonate subito a: Info e prenotazioni: 06/4203051; rome_sales@hardrock.com




SANPIETRINO EDIZIONE SPECIALE 


Un'altra iniziativa però voglio segnalarvi. Se oggi proprio non sarete fortunati nessuna paura, altrettanto glamour e altrettanto cool sarà l'incontro tra Andrea Fassi, Ceo dello storico marchio di gelati, e lo Chef Rubio (al secolo Gabriele Rubini) : cosa combineranno insieme ? 

#ONETASTEESQUILINO


Chef Rubio e Andrea Fassi si uniscono per realizzare un progetto food di educazione sulle differenze culturali rivolto alle scuole di Roma e lanciano un’edizione speciale e limitata del celebre semifreddo Sanpietrino
I proventi della vendita di beneficenza saranno destinati al centro di aggregazione del Cies “MaTeMù”.

Il progetto si chiama proprio : #ONETASTE ESQUILINO, nasce nel cuore del rione XV, quello più multietnico della Capitale e punta a promuovere la conoscenza dell’altro attraverso buone pratiche dell’alimentazione, elemento necessario se si vuole favorire la cultura dell’integrazione, e quindi dell’accoglienza. Perché la vera  ricchezza si trova nelldifferenze culturali. 

Lo fa attraverso il Sanpietrino, prodotto di punta della gelateria Palazzo del Freddo di Giovanni Fassi, ispirato alle pietre della pavimentazione romana.

Per Chef Rubio e Andrea Fassi il cibo è un veicolo per emozionarsi e per condividere l'emozione senza discriminazioni.  Per questo hanno usato il Sanpietrino trasformandolo in tante varietà atte a insegnare ai ragazzi delle scuole, la cultura dei vari paesi attraverso gli ingredienti che ogni Sampietrino interpreterà.  I Sampietrini saranno abbinati a culture diverse da quella italiana ma facenti parte della stessa, un gioco di gusto che porterà i ragazzi a confrontarsi sulla riconoscibilità delle varie cucine etniche racchiuse in quello che per eccellenza è un dolce romano. Un'idea ambiziosa che passa per il palato. 

La lezione-degustazione di Sanpietrini 



La mattinata del 25 Maggio dalle 9:30 alle 13:30 circa, sarà dedicata alle scuole, che aderiranno su prenotazione;il progetto ha ottenuto il patrocinio del Municipio I Roma Centro.
Il pomeriggio, dalle 15 alle 19, Chef Rubio e Andrea Fassi accoglieranno la cittadinanza e il mondo dell’associazionismo, che potranno aderire attraverso prenotazione.
 Dalla data del 25 maggio, per tre settimane, le scatole di Sanpietrini speciali saranno messe in vendita in edizione limitata e i proventi devoluti in beneficenza a MaTeMù, il Centro di Aggregazione Giovanile del CIES aperto nella zona dell’Esquilino, un luogo in cui i ragazzi di tutte le culture e provenienze possono esprimere la propria creatività, trovare ascolto e sostegno, dove le differenze sono valori e stimoli per migliorarsi.

In particolare, i proventi andranno a finanziare l’area di programma di MaTeMù per la gastronomia interculturale con “Altrove”, il ristorante dove lavorano i ragazzi del centro e che si trova in via Girolamo Benzoni 34, nel cuore del food district di Roma Ostiense.

#ONETASTEESQUILINO : 00185 – Roma – via Principe Eugenio, 65-67/A – Tel: +39 064464740 – Fax: +39 0649383354 – e-mail: fassitour@gmail.com


Andrea Fassi e Chef Rubio per il progetto #ONETASTE ESQUILINO



09 aprile 2017

Birretta Wine and Food, hamburgers d'autore a Roma

Birretta Wine and Food, una degustazione appetitosa


Birretta Wine and Food è stata decisamente una bella scoperta. Quando si fa questo lavoro, ossia scrivere di posti dove mangiare, l'impresa spesso diventa ardua. Si rischia di suggerire mete buone nella sostanza ma scadenti nella forma o di suggerire location cool dal punto di vista del design ma prive di verità nel gusto.  Ecco, se volete leggere questo articolo posso tranquillizzarvi su un punto: Birretta Wine and Food è un posto con un giusto equilibrio perfetto tra estetica e verità.

La degustazione di 9 mini burgers

Birretta Wine and Food, 9 mini burgers da degustare
Estetica e verità nel senso che i bei panini farciti non sono solo attraenti alla vista ma sono decisamente seducenti al palato e ve lo posso dire con certezza perchè, i panini sopra, io li ho mangiati tutti! 
Un menu degustazione che è stato un misto di sorpresa e tenacia: provateci voi a mangiare 9 tipi di hamburgers sfiziosi e appetitosi senza lasciarne nemmeno un morso! 
Ogni panino, rigorosamente creato con il pane di Romeo Chef and Baker, era diverso e unico se non ci credete leggete pure qui:

- Spanish Burger: 220 gr di manzo; pane nero al carbone vegetale; insalata di cavolo rosso con mayo; chorizo; queso; guacamole; jalapeno e cheddar; 
- Bacon Cheese Burger: 200 gr manzo; pane con semi di sesamo; cheddar; bacon croccante; pomodoro; insalata; salsa ketchup; cipolla e cetriolo; 
- Pastrami Burger: pastrami a fette (punta di petto di vitella affumicata e ripassata con salsa bbq); pane al latte; cheddar; cetrioli e salsa segreta; 
- Chili Burger: 200 gr di manzo; pane nero al carbone vegetale; anello di cipolla fritto; salsa chili; pomodoro; salsa tzatziky; 
- Birretta&Wine: roast beef di manzo al sangue; pane ai semi di papavero nero; cipolla caramellata; cheddar; salsa bbq; sale maldon e guacamole; 
- Ladispoli Burger: 200 gr di manzo; pane con semi di papavero nero; provola; uovo grigliato; carciofi fritti e rosti di patate piccanti al curry; 
- Veggie Burger: burger di soia; humus di fagioli; insalata di carote al cumino e pane con semi di sesamo; 
- Red Burger: petto di pollo alla piastra; verza rossa ripassata; pita araba; salsa allo yogurt e pesto di basilico; 
- Burino Burger: spalla di maiale sfilacciata (cotta lentamente e ripassata con salsa bbq); pane al latte; cicoria ripassata; cheddar e salsa tzatziky.
 Tutti caratterizzati da una forte personalità e non sono gli unici, infatti il menu di Birretta Wine and Food conta ben 18 tipi di panini classici più 4 speciali e due "estremi". Ci sono poi 8 panini "della settimana" che sono le novità che ruotano ogni 7 giorni. Non solo... ogni panino può avere una versione "veggie" (con hamburger di soia) e una versione celiaca (con pane gluteen free). 
La carne è di Angelo Feroci, una delle macellerie più rinomate di Roma.
La carne usata non è solo manzo ma anche quella di pollo e di maiale. Tante insalate e verdure e una parte di friggitoria sempre accesa. 
Le patate poi, beh le patate sono fresche... e questa è una notizia che vale la visita. Per questo il loro sapore è diverso da quello delle altre e per questo risultano molto croccanti... e te ne mangeresti fino a farti venire il mal di pancia.

La Storia

Qualcuno forse si ricorderà del Beer Shop, nato qualche anno fa, proprio dove ore c'è Birretta and Wine in via Simone Saint de Bon, 69 quartiere Prati, Roma.
I giovani si affezionarono subito a quel locale, grazie alla vasta offerta di birre alla spina e in bottiglia, all'ambiente accogliente e informale. 
Era perfetto per un target di clienti alla ricerca di un posto fuori casa che somigliasse al calore di una casa di amici. 
Alla guida, allora come oggi, Riccardo e Sissy Giorni sono loro che decidono che si può fare di più ed è cos' che, dopo solo 3 anni, provano a compiere il salto di qualità. 
Come? Aggiungendo alla Birretta... sia il Wine che il Food!!!
L'ambizione era quella di trasformare il locale in una delle hamburgerie più rinomate in città grazie alla scelta di materie prime di qualità e alle serate a tema (e su prenotazione) con personaggi in vista nel mondo gastronomico come quelle già organizzate col vincitore di Masterchef Stefano Callegaro.

Un'ambizione al momento decisamente premiata dai clienti e dai nuovi volti che popolano tavoli in ogni momento della giornata. 
 
Cos'altro posso aggiungere? Birretta, Wine and Food è un posto che consiglio vivamente, dove potete andare anche con amici vegani o con intolleranze al glutine infatti ci sono panini pensati anche per loro. 
Un locale informale ma raffinato, che riesce a soddisfare ogni palato per golosi di alto livello. 
Si, Birretta, Wine and Food... mi è proprio piaciuto!

Birretta Wine and Food, via Simone Saint de Bon, 69  

T. 06 37527062 | e.mail : birrettaandwine@gmail.com | sito: www.birrettaandwine.it | aperto sempre | Fb

 
Birretta Wine and Food : tacco12cm vi augura buon appettito!

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