Mercoledì scorso sono tornata in palestra. Con una mise sobria mi sono avvicinata all'istruttore (un bel ragazzo dagli occhi ghiaccio che potrebbe essere il mio fratellino più piccolo, considerando le altre due sorelle nel mezzo). Lui si è informato sul mio allenamento e mi ha porto la seguente domanda:
"Da quanto tempo è che non ti alleni?" La prima considerazione è che mi ha dato del "tu" quindi tanto vecchia non sono. Poi ho dovuto pensare un attimo. Davanti a un uomo che fa domande così intime, e lo fa guardandoti dritta negli occhi, hai solo due vie possibili da percorrere:
1. Dire la verità cercando una giustificazione che regga; 2. Mentire spudoratamente.
Trovando il secondo punto controproducente, perché avrei rischiato di morire sotto il rullo del tapirulan, ho optato per la prima soluzione aggiungendo:
"Purtroppo a Giugno ho preso una distorsione e sto recuperando".
Ha funzionato talmente tanto che Jacopo dagli occhi blu ha iniziato a interrogarmi in modo serrato:
"Come l'hai presa? hai fatto solo la lastra o l'ecografia? c'era una lesione ai legamenti? hai fatto la fisioterapia? conosci la tavoletta di freeman per esempio?"
Volevo morire. Rispondevo muta con i cenni della testa e la maledizione costante nel cervello:
"Chi me l'ha fatto fare???"
Non so come mi sono ritrovata su una ciclet pedalando "al massimo a velocità 80, per 10 minuti".
Dopo il riscaldamento alle gambe è giunta l'ora dell'incontro ravvicinato con gli addominali. Li odio. Di tutte le parti del mio corpo, gli addominali (di gran lunga) superano in antipatia le altre.
Ero pronta per iniziare la seconda serie, lo giuro ma non riuscivo ad alzarmi! Loro non rispondevano. Tiravo il collo e cercavo con le mani di afferrare il manubrio della panca, e loro giacevano immobile, senza dare cenni di vita (se non il giorno successivo e quello dopo ancora...).
Sbarravo gli occhi verso il mio stomaco e sussurravo minacciosa: "Perché fate così??? lo so che ci siete, vi prego...non fatemi fare una figura di merda". I miei addominali erano sordi come una novantenne con la televisione a volume massimo. Ho cercato conforto nello sguardo della mia vicina di panca che tutta sudata ha scosso la testa:
"Sono bastardi" mi ha confessato.
Ok se anche la pupetta di vent'anni me lo conferma, posso procedere senza vergogna. Jacopo occhi blu, si avvicina e mi guarda.
"Non ce la faccio" confesso "Vorrei ma niente, più in alto di così non è possibile".
Jacopo mi confida che non c'è bisogno di salire troppo e allora mi riprendo:
"Ah, se è così ce la faccio" spavalda che non sono altro.
Il tour prosegue. La macchina per i dorsali, per le gambe, per le braccia e per l'interno e l'esterno coscia...alla fine 15 minuti sul tappeto con pendenza 3. Pendenza 3???? Anche quando ero super allenata ero molto attenta a tenere la pendenza zero.
Ed è quando ho quasi terminato che temo l'irreparabile: si slaccia la scarpa. mi asciugo il volto e cerco di non pestare il laccio traditore. Già mi vedo cadere rovinosamente con la guancia schiacciata sul pavimento. La palestra è piena. Il tipo al mio fianco corre a velocità 12 da 20 minuti. Cerco di aumentare la mia velocità però c'è da dire che lui ha pendenza zero, il furbetto. I lacci vanno per fatti loro. Ancora più imbarazzante sarebbe se si avvicinasse qualcuno a dirmi: "Ehi, hai il laccio sciolto". Come potrei fermarmi?
Quando smetto di correre sul tappeto ho ancora la testa che gira. Devo fermarmi bene perché rischio di caracollare giù. I lacci sono ancora lì belli sciolti e io, bella sciolta, scendo e mi allaccio la scarpa. Sono salva, non sono inciampata.
Prossima tappa lo spogliatoio. Evvai!!! Decido che non farò la doccia. Non ho tempo e ho dimenticato : shampoo, bagno schiuma e balsamo. C'è sempre qualcosa che dimentico e ci vuole tempo perché rientri nella filosofia della palestra. E poi odio la doccia in palestra.
Fortuna non ci sono troppi fighetti ma l'orario del tardo pomeriggio è proprietà privata dei liceali. La cosa mi rilassa, perché essere le più vecchie è garanzia di assenza di vergogna. I grandi fanno quello che vogliono senza temere i giudizi dei più piccoli. Dall'altra, hai come la sensazione che la tua faccia esploda di rughe e le tue gambe siano decisamente poco toniche.
Decido che la seconda lezione sarà all'ora di pranzo e la terza di mattina, forse con compagni di palestra più adulti potrò aumentare la mia autostima. Del resto un'ora di palestra è anche un'ora di seduta psicologica. Infatti , come ogni prima lezione, penso che sarò costante e avrò un fisico bestiale per la prossima estate.
Prendo al volo la mia vespa e penso alla cena...me la sono guadagnata.
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15 ottobre 2012
04 ottobre 2012
I programmi non finiscono mai
Scritto da
chiara maria gargioli
Tacchine/i miei,
ogni volta che Chiara fa un programma è sistematico che qualcosa o qualcuno glielo faccia saltare. Ho smesso anche di arrabbiarmi per questo. Oggi pomeriggio era prevista un fuga di shopping con la Tata, v'immaginate quella pazza della Tata in giro con me per shopping alla Maison Du Monde? Avrei scritto Chiara&TheEternalCity per i prossimi cinque anni senza dovermi impegnare troppo.
Il mio è un bel lavoro però non mantiene le promesse che fa. Come un uomo affascinante di cui non puoi fare a meno, così lui se ne approfitta della tua dipendenza e ti sfrutta. Avevo programmato una cena con le miei amichette di sempre e tante cose carine che si fanno quando si è lontani dalle quattro mura dell'ufficio. Tutto saltato! Fortuna oggi sono riuscita ad andare a camminare in Villa e a iscrivermi in palestra. Bisogna pur iniziare con i buoni propositi prima o poi. Così dopo essermi sottoposta a un elettrocardiogramma, aver trovato il tempo di andare dal mio medico di base per il certificato medico, oggi ho messo piede in palestra! Solo piede però, mi sono limitata infatti a riattivare l'abbonamento che ho sospeso da un bel po' di tempo. Il dado è tratto. Non ho più scuse. La palestra sarà la mia seconda casa, sempre che trovi il tempo di andarci.
Poche settimana fa, seduta al tavolo per pranzare con alcuni amici/colleghi, si discuteva proprio del tema: Palestra. La conversazione è stata esilarante per quanto vera.
"Oggi vorrei andare in palestra ma ho dimenticato le scarpe da ginnastica" ha iniziato l'argomento Marco. A quel punto Edoardo ed io abbiamo tentato di convincerlo:
"Passa a casa a prendere le scarpe, abiti vicino".
"See perdo troppo tempo" è stata la risposta del fanatico dei muscoli.
Iscriversi alla Palestra infatti non è una cosa che automaticamente esplica l'azione "andare in palestra".
Ci sono una montagna di altre azioni che vanno eseguite come: comprare le scarpe adatte (quelle pulite perché altrimenti non ti fanno entrare); trovare il tempo e l'istruttore per avere una scheda adeguata.
"Ma tu fai i corsi?" chiede Edo curioso.
"No, no per carità non ho tempo la sera c'è un sacco di gente, poi"
"E' vero, in palestra si può andare solo prima delle 9 di mattina la sera si è troppo stanchi. Come faranno certi.."
Edo è un padre e non ha altri spazi nella sua giornata. Marco, che padre non è, gli risponde tra il divertito e lo sconvolto:
"Cosaaa? io dormo fino alle 9!"
Punti di vista. L'altro problema della palestra è infatti l'orario.
"Quella dove vado io apre alle 7 di mattina" accenno.
La notizia è stata colta con piacere solo da Edo mentre Marco ha lanciato un altro tema :
"Andrai a una palestra da fighetti".
Le palestre, almeno a Roma si dividono tra: fighetta e basic o sfiaghette.
La seconda è solitamente nelle periferie, nei sottoscala, negli scantinati. Ne ho frequentate almeno 3 o 4 e mi sono sempre trovata bene, anche se la doccia la facevo a casa. La prima è senza dubbio più confortevole, in location più cool e con gente più cool, motivo per il quale spesso mi sono trovata male.
Se non pesi 50kg sei una cicciona. Se non hai gli addominali piatti, ti guardano come fossi un essere ripugnante. Se non sei del giro di quelle che vanno in palestra tutti i giorni, sei una che non ha voglia d'impegnarsi. Mi domando da anni che lavoro facciano i palestrati e le palestrate per avere così tanto tempo da sprecarne in palestra. Mah, comunque una cosa bella le palestre fighette ce l'hanno: le docce. Ah, sono quasi più belle di quelle che uno possiede a casa. Sempre calde, con massima pressione (anche quando sono aperte 10 contemporaneamente). Il dramma unico può sussistere all'uscita della doccia. Vi è mai capitato di aver dimenticato le mutande di scorta? quelle pulite? e dover rimettere quelle sudaticce con le quali avete fattto spinning fino a pochi minuti prima? Terrificante.
Altre volte il grande assente è il phone per capelli (se vi trovate in una palestra basic, perchè la fighetta ce l'ha di sicuro) oppure il calzino o le calze (oppure ce li hai ma sono bucati). Se siete stati fortunati in palestra avete ricordato di portare l'asciugamanino, altrimenti, come dice il buon Edo:
"Beh, quello lo paghi 2 euro e te lo danno loro"
Vero, ma se uno l'asciugamanino ce l'hai a casa, un po' di spendere i due euro ti rode.
Insomma la palestra è uno stress che si aggiunge agli altri stress non credete??? Mi piacerebbe molto avere il vostro parere, anche se ormai mi sono iscritta e nulla mi distoglierà dalla mia decisione. Sempre che non succeda qualcosa che sconvolga i programmi...
Per oggi è tutto gente, la prossima tappa verso la palestra sarà La Prima Lezione. Da non perdere, sempre qui su Tacco12. Avete consigli per le scarpe da indossare??? Già perché un argomento che non ho toccato è l'abbigliamento, nelle palestre fighette, per esempio, hanno quasi tutte il perizoma, nelle altre le mutande. Hanno le scarpe ultimo grido della Nike mentre nelle palestre sfighette quelle in super offerta da Inter Sport. Insomma vorrei incarnare la via di mezzo. Credo di poterci riuscire. Vi saprò dire anche di questo. E ora è tutto per davvero. Ciao Tacchine/i.
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