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21 gennaio 2015

Fab for a Jellyfish, un'artista tra Milano e Parigi

 
Le scoperte di Tacco12 cm: Fab for a Jellyfish, una storia da raccontare

Mamma, sarta e creativa. La storia di Fabiana e di Fab for a Jellyfish.

Si chiama Fabiana Maria Tristana, un nome importante da portare per una ragazza piccola a prima vista. L'esperienza insegna però che non è quel sembra ciò che realmente è, così parlando con Fabiana, in arte Fab, ti accorgi della sua grandezza.


Le Scoperte di Tacco 12cm: Fabiana stilista e creatrice di Fab for a Jellyfish

Chi è Fab?


La sua vita è cambiata quando nel 2007 parte per un anno di Erasmus a Parigi. La sua casa era proprio davanti a Le Bon Marché (per chi non lo sapesse uno dei centri commerciali più belli e lussosi che esistano), a rue de Babylone.
Insomma era caduta nel paradiso della moda senza colpa né peccato. Una splendida chambre de bonne piena di luce e poi vetrine luccicanti di meravigliosi oggetti. Accecata da tanto splendore la piccola Fab ha così deciso di dare una svolta "pratica" ai suoi studi.
Dopo il Liceo Classico e l'Accademia di Brera, segue il consiglio di una sua conoscenza parigina e si lancia nell'avventura della sua vita: iscriversi a una scuola per stilisti e modellisti vecchio stampo.
Nasce così Fab for a Jellyfish.
In realtà Jellyfish sarebbe dovuto essere il nome che lei e un suo amico volevano per un'associazione che non trovò mai vita. Allora perchè non usarlo per qualcosa che stava prendendo vita davvero???
Bastava aggiungere il suo nome in una forma abbrevviata e il gioco era fatto: Fab for a Jellyfish nacque così, un po' per caso, un po' per gioco.
Per chi non lo sapesse Jellyfish è il nome in inglese di medusa. Era perfetto perchè racchiudeva nelle lettere e nel suono la fusione tra gioco e metafora.
La medusa è un animale dalle mille sfumature, pronta a cambiare forma e a sputare veleno per difendersi. Sa essere incantevole e velonoso insieme, proprio come la verità, quando esce dalla bocca di un bambino.
Insomma quella di Jellyfish oltre che una parola è una filosofia che bene si adatta ai tempi moderni, tempi che corrono e si evolvono di continuo.
Come i progetti che prendono piede, uno di questi è quello di un'associazione culturale con laboratorio su strada a Milano, dove vendere le creazioni ma anche impartire corsi di cucito, di moulage di altra gamma, di arte.

Le scoperte di Tacco12 cm : Fab for a Jellyfish, giacca per bimbi


Parigi e Milano


Due città a confronto in un settore che le vede protagoniste come quello della moda. Fabiana, da brava milanese, non poteva che venire contagiata dal fascino dello stile parisienne. Come lei stessa ammette:

"A Parigi, tutti ma proprio tutti, si lasciano prendere dall'amore per la moda. E' praticamente impossibile trovare qualcuno che non tenga a vestirsi con un minimo di eleganza".

In Italia, invece, questo gusto nel vestire è meno radicato. La popolazione si divide in categorie: quelli che vestono con gusto e quelli che si vestono in modo esagerato; quelli che prendono la prima cosa che capita nel loro armadio e i dark o gli outsider. Insomma in Italia puoi essere un hipster o uno sfigato.
In Francia essere di tendenza è un vero e proprio stile di vita, puoi trovare signore settantenni che corrono a comprarsi i pantaloni lanciati da Isabel Marant, insomma per una com Fab, che voleva fare la stilista, Parigi era decisamente pià stimolante. Cosi decide di tentare. Quanto le chiedo della sua prima creazione, la risposta è lapidaria: "Un'orribile gonna dritta!"
Con il tempo il suo stile si è personalizzato passando da tessuti barocchi e sbrilluccicosi, per arrivare a uno stile pop o a un più classico tweed inglese.
Fabiana prende ispirazione dai tessuti e dalle loro fantasie. Quando il suo sguardo ne incontra uno che le piace, nella sua testa prende forma l'oggetto, il vestito che ne uscirà fuori.
Da qualche tempo è diventata anche mamma di una bellissima bambina ed è stato questa a spingerla a creare delle collezioni speciali, delle "capsule" per i più piccoli.
Il suo è uno stile "pulito", "classico" nel senso moderno, adatto per ogni occasione: dalla passeggiata domenicale al vernissage stiloso.
Insomma il suo motto è "ricicliamo!" Usiamo quel che abbiamo in tutte le forme in cui è possibile farlo. Il riciclo è  uno dei principi base di Fab for a Jellyfish e anche per questo Fab ci piace. 
Un mondo colorato quello di Fabiana, tutto da scoprire, talmente vario d'accontentare donne, bambini, uomini e bambini che restano i suoi clienti preferiti. 
Uno stile che avrà successo, perchè la creatività è cosa rara e preziosa. Se Fab for a Jallyfish vi è piaciuta sappiate che il prossimo appuntamento è a Milano il 1 Febbraio presso East Market dalle 10.00 alle 21.00. Non lasciatevelo scappare!

Le scoperte di Tacco12 cm: Fab for a Jellyfish, una borsa spaziale


Fab for a Jellyfish | sito : www.fabforajellyfish.com | facebook: https://www.facebook.com/FabForAJellyfish?fref=ts | instagram: http://instagram.com/fab_forajellyfish


25 gennaio 2012

I want to be free...in Paris


Vedere la Tour EIffel illuminata come un albero di Natale, solleva l'animo dalle preoccupazioni. Ti fa sentire parte di una commedia rosa, una di quelle che funziona bene se hai al tuo fianco delle amiche alla SexAndTheCity e si dà il caso che io le avevo.
Tutto era stato organizzato per tempo. L'occasione era l'addio al nubilato della nostra AngieSuperStar!
Mary non aveva perso tempo: "Shopping di saldi a Paris e mia sorella sarà la futura sposa più felice della terra".
All'inizio la proposta ci aveva spiazzato, di questi tempi sarebbe stato uno sforzo economico notevole. L'unica soluzione era quella di battere il lusso sul tempo.
"Se prenotiamo subito risparmieremo abbastanza". Mary aveva ragione. 
Così dotate di entusiasmo e affetto abbiamo detto Si! Un SI in nome dell'amicizia che arrivava prima del SI della sposa, il SI per eccellenza.
Venerdì tutte sul volo per Paris. Un viaggio che arriva a fagiolo nelle nostre vite. Trolley e Ugg ai piedi ci siamo incamminate verso la Città del Romanticismo; chi con la voglia di staccare la spina da lo stress lavorativo; chi dallo stress familiare e chi dallo stress del cuore.
Eravamo munite di buoni propositi e anche se le tasche erano piene per lo stretto indispensabile, noi avevamo l'aria da gran signore (perchè si è signore dentro prima che fuori).
La mappa della Città era ben scannerizzata. Le zone da setacciare a tappeto erano nell'ordine: St.Germain, St.Michelle nella giornata di venerdì con annesso aperitivo-cena al Cafè de Flaur per la giornata di venerdì. Sabato sarebbe stato il giorno dedicato al Marè e alla Gallery Lafayette e Domenica mattina il nostro cuore era tutto per le Sacre Coeur e la zona di Montmartre.
In questo programma fitto erano previste piacevoli incursioni da parte delle amiche di passaggio a Paris. Venerdì è stato il turno di Letizia, la cui risata era davvero utile per aumentare il nostro entusiasmo, e di Sebastiano, vecchia conoscenza di Angie&Mary. Sabato quello di Ilenia, la ma petit soeur,  e di Veronica, un'amica di Barbie, con cui ho diviso un meraviglioso foie gras al Polidor.  L'enterrement de vie de jeune fille ossia l'addio al nubilato, è stato da subito segnato dalla frase tormentone, che rimarrà finchè morte non ci separi, il tormentone della nostra vacanza parigina: "I want to be free".
Lo slogan è stato lanciato niente po po di meno che  da un signore chiamato Lapo Elkann, insomma uno che produce slogan a rotta di collo.
Il rampollo di casa Agnelli infatti è stata una costante del nostro Week end Parigino. Vestito nel suo stile "colorato", con il polsino in vista con il ricercato ricamo che recitava un Lapo (tanto qualcuno avesse il dubbio sulla sua identità) il biondo miliardario girava Paris in Maserati.
La nostra prima sera ha fatto incursione al Cafè de Flaur dove ha amabilmente intrattenuto una coppia con le sue chiacchiere da "uomo che si è fatto da solo".
Angie era fuori di sé, contenta come una bimbetta alla vista di un suo idolo (o come me a quella di Totti). La nostra futura sposina infatti adora il gossip, la moda e tutto quello che è glamour. C'è qualcosa di più gossipato e glamour di Lapo?
L'abbiamo resa felice. Meno felici ci ha rese lei quando, il giorno successivo, all'ingresso dell'Eliseo ha visto sfilare la Maserati e ha urlato un : "Lapo" che ci è valso un saluto con una mano dal finestrino. No comment.
Devo dire che fare shopping è faticoso, molto faticoso. Avete idea cosa significhi
concentrare la propria attenzione per 8 ore consecutive su ciò che è necessario (il vestito per il matrimonio) e ciò che è superfluo (tutto il resto)??? Avete idea che cosa significhi avere i soldi contati e dover pagare un cheesburger 38 euro???
Mon chery, c'est Paris! E soprattutto è vacanza shopping: lo avevamo messo in conto. 

Il bello è stato sedersi a tavola sorseggiando dell'ottimo vino rosso e degustando formaggi favolosi. Unica pecca essere delle sessantenni nel corpo da trentenni.
Venerdì sera era in programma il BUDDHA BAR.
"Il Buddha che? Buddhate al Mar per dirla alla frances!" SuperAngie non si regge in piedi "Perdonatemi sono una sposa vecchia!"
Ma quale vecchia??? è una sposa saggia che si circonda di amiche esattamente come lei: intolleranti alle discoteche.
Mary desiste quasi subito dai suoi buoni propositi e la giornata termina con una interminabile passeggiata notturna.
"E' illuminata! E' illuminata" urla Mary quando superata la piazza del museo del Louvre scorge il simbolo di Paris: La Tour Eiffel.
Corro per paura di perdermi lo spettacolo. Sembra un diamante.
"Brilla per cinque minuti ogni ora a partire dalle dieci di sera, fino alle due di notte" ci spiega la nostra amica.
E' meravigliosa Paris. Capisco che la definiscono la città dell'amore perchè è come l'amour...bello, intenso ma nello stesso momento dolcemente maliconico. Paris è quella sensazione di paura che ci portiamo dentro, convinti che un'amore sarà per sempre fino a quando non finirà.
Il clima è meno rigido di quanto ci aspettavamo. Il sabato le nostre tre di notte le abbiamo fatte...ma nella camera d'albergo. Come adolescenti che parlano di temi d'adulti: matrimonio, maternità, cuori spezzati. Se un'istantanea avesse immortalato quella serata da pigiama party, scommetto che ci si sarebbe potute confondere con delle ragazzine in gita scolastica. Chi raggomitolata sul letto, chi attenta, chi addormentata. Tutte pronte a darci consigli. Tutte felici di essere lì in quel preciso istante. L'argomento principale erano gli uomini: "Mantieni la calma sono tutti così distratti è nel loro dna!" oppure "Non ti merita, lascialo stare" o ancora "Tutto si sistemerà" ma a differenza delle sedicenni il secondo argomento era quello della Maternità.
Lisa lontana da Lavinia non aveva il cuore leggero: "Domani sono proprio felice di riabbracciarla" mentre noi c'interrogavamo su quanto tempo abbiamo per diventare mamme e io mi vantavo del meraviglioso regalo scovato per il mio nipotino.
La domenica mattina Montmartre ci ha spalancato le sue porte e ci ha regalato il sole. Le Sacre Coeur ci aspettava lassù e Paris, lei giaceva ai suoi piedi coperta da una trapunta di nuvole. E' stato domenica che abbiamo degnamente onorato l'enterrement de vie de jeune fille come il week end di shopping che ci eravamo prefissate.
Alle ore 14.30 dovevamo essere all'aeroporto. In tempo sulla tabella di marcia eravamo alla ricerca di una creperie per un pranzo veloce quando...camminando per le viette ci cade l'occhio su un negozio (aperto!) Les Petit. Il mio sguardo cade pigro sul listino prezzi. Non mi faccio ingannare, tiro dritto, mentre le altre accennano a un distratto: "Diamo un'occhiata".
Procedo di qualche metro ed entro da Maje, un negozietto d'abbigliamento niente male.
Mentre curiosavo negli stands sento un urlo sovraumano provenire dalla strada:
"Chiaraaa!"
Temevo di aver perso di vista il tempo e sono scivolata in strada per essere trascinata con un braccio nel negazio che avevo evitato.
Una spinta dietro la schiena e mi ritrovo davanti ad Angela con una gruccia in mano, dalla quale pende un vestito di seta blu elettrico:
"Questo è tuo. Devi provarlo".
Non ho avuto cuore di oppormi. Non ho nemmeno guardato la taglia, ho annuito e come ipnotizzata da un serpente mi sono diretta nel camerino prove.
Perfetto. Un po' scollato ma perfetto. Il costo giusto con il 30% di sconto mi sono accaparrata un vestito di marca francese, très chic e del mio colore preferito.
A quel punto inizia la corsa all'Aeroporto.
"Passaporti, carte d'imbarco e bagagli! Uno solo perchè non si possono portare pendenti!" il maresciallo Angie ordina alla ciurma. La mia mano balza immediatamente al collo. Il mio cervello è spento e sono stupita: "I pendenti??? volete dire che devo togliermi la collanina???" Vi lascio immaginare la fragorosa risata. Il dramma è che io ero convinta di quello che stavo dicendo!
So che ha dell'incredibile ma siamo un gruppo di atlete. Le nostre maratone di shopping sono state tutte concluse in tempi record. E così anche l'aeroporto è stato raggiunto con largo anticipo. Lisa ha freddo. Barbie non sente più le gambe. Mary si consola con un'insalatina mentre io e Angie mangiamo una quiche e un panino.
Devo compiere la mia ultima missione: trovare una busta del duty free per mettere dentro i maglioni. La mia bella valigia non è come quelle di una volta (per esempio la mia famigerata valigia bordeux della Q8 ribattezzata Bombetta per la sua capacità di sformarsi :-) ) e così..
Nulla mi serviva e nulla mi piaceva. Con questa premessa vi lascio intendere la difficoltà del caso. Ho però avuto un colpo di fulmine: un portachiavi con la Tour, occhiali rossi, tacco12, carta di credito e una scritta SHOP TIL YOU DROP...(comprare fino allo sfinimento). Era mio! Quando vado alla cassa la commessa mi sorride e adagia il mio portachiavi in una bustina di carta. BUSTINA DI CARTA!!! NOoooooooooooo avevo bisogno di una plastic bag per il mio maglione, rischiavo una sovrattassa di 50 euro. E' stato questo pensiero che mi ha fatto allungare la mano sulle buste che erano sul bancone e a gesti ho lasciato intendere che ne avevo bisogno, disperatamente.
La commessa non ha battuto ciglio, devo averle fatto pietà e io sono tornata trionfante a casa.
L'aereo ha viaggiato veloce. Eravamo a Roma con 20 minuti di anticipo sulla tabella di marcia.
Un weekend stupendo. Stupendo per Paris, per lo shopping e soprattutto perchè c'eravate voi ragazze...grazie! 


24 gennaio 2012

Un cuore giallorosso in trasferta a Parigi


E poi si dice che non esiste il sesto senso femminile...
Essere all'estero quando la mia squadra gioca è insopportabile, anche se il posto si chiama Parigi. Forse perché erano già otto ore che si girava come trottole alla ricerca di un vestito che pareva giocasse a nascondino o forse perché a perdere ero sempre io.
Esausta mi ero comodamente seduta nel bar della Gallerie Lafayette e sorseggiavo l'agognato caffè quando l'occhio, comandato dal cuore, cade sull'orario luminoso dell'i-phone.
Le 18.03. La mia Roma stava per scendere in campo. Mirko era stato istruito a dovere: "Aggiornamenti in tempo reale" gli avevo ordinato. Passano pochi minuti e arriva il messaggio che aspettavo: "Dopo 38 secondi : TottiGol". 
E andiamo! Lo sapevo, l'avevo scritto su Tacco12 la scorsa settimana: "Francesco segna sicuro".
Quando poi all'ottavo minuto è artefice del raddoppio capisco che la mia previsione : "Me lo farà per dispetto" diventa realtà.
Rimbalzo sulla sedia, sbattendo le mani sul tavolo. Le mie amiche strabuzzano gli occhi. Non faccio in tempo a poggiare il cellulare che lo schermo luminoso comunica un nuovo sms: "Borini gol!" 
Sembravo la protagonista di uno sketch comico. Una sorta di Jim Carrey nel film the Mask dalla faccia di gomma dalle espressioni esilaranti.
"Non è possibile! Sono passati solo 8 minuti, non ci posso credere!"
Angela sorride, il suo ragazzo è allo stadio e non le ha risposto al messaggio: "Totti alé!" che gli ha inviato. 
In quel momento aggiunge un commento che insinua il dubbio nella mia mente:
 "Chiara, ti stanno prendendo in giro. Non è vero!"
Vuoi vedere che davvero mi stanno prendendo in giro?
So che Mirko non scherza sulle cose serie ma in effetti 3 gol in otto minuti non sono propriamente il genere di partite che siamo abituati a vedere. Scrivo di nuovo a Mirko: "Stai scherzando?"
La risposta arriva, questa volta dal numero di Sandro: "No, giuriamo è tutto vero".
Rosicare è umano e non sapete quanto la mia felicità fosse strangolata dalla morsa del Rosicamento Acuto.
Decido di finire il caffè e andare a scovare il fottuto vestito al primo piano.
Sempre con l'i-phone stretto in mano, in attesa di aggiornamenti.
Neanche a dirlo, anche alla Gallery il vestito si è nascosto così bene da non essere scovato. Vago tra il reparto di Chanel e quello di Dolce&Gabbana. Tutto decisamente troppo caro. Tutto, troppo nero. Al piano -1 c'è il trionfo delle scarpe. Tacco 12 a go go ma neanche loro mi sollevano dal rosicamento in corso.
Un altro messaggio arriva "4-1 segna Juan, loro avevano accorciato le distanze".
Va beh, mi rassegno è una goleada. 'Sto Pallotta la filosofia Pallonara l'ha spiegata proprio bene eh? Mi sorge il dubbio che Di Benedetto portasse sfiga...(e non capisco perché debba tornare proprio questa sera per l'impegno di Coppa Italia).
Dato che la partita era in cassaforte, il mio rosicamento andava concentrato sul fatto che non avrei potuto vedere le meraviglie di Francesco! Potevo, tottiana inside quale sono, aspettare fino a lunedì??? Questa era diventata la vera tortura.
L'ultimo sms è per il risultato finale: "Peccato che non ci sei tu. 5-1 a segno anche Pjanic".
Meglio così, tre punti preziosi e altro record che conferma Francesco nell'Olimpo degli Dei. Superato Nordahl. Unico giocatore ad aver realizzato il maggior numero di gol con la stessa maglia. Mai nessuno sarà come lui, mai.
La mattina successiva scatto una foto alla Gazzetta dello Sport che dedica a Totti un titolo da incorniciare: 211 gol! In Italia nessuno come lui
Nessuno. Alla faccia di chi ancora ha il coraggio di nominare il nostro Capitano in vano.
Questa sera sarà Juventus – Roma di Coppa Italia. Praticamente un derby. Giocherà Borriello e vederlo in bianco e nero anzichè a colori mi ricorderà del passato che abbiamo condiviso insieme e m'infonderà la nostalgia tipica delle foto scovate in una cantina o di un filmino rovinato dalle infiltrazioni d’acqua.
Per il resto, se vincessimo contro squadra Campione d'Inverno, candidata alla scudetto, beh, a quel punto comincerei davvero a ricredermi su Luigi Enrico... quindi, Forza Roma.

Post Scriptum Oscar: Oggi hanno dato le nomination per gli Oscar, pare che il Prof. Marcacci sia rientrato nella cinquina di Attore Miglior Protagonista. In bocca al lupo!
PostScriptumAgnelliStory: Lapo Elkann girava per Parigi con una Maserati (e non con una Fiat) e con un'eleganzada far rivoltare il nonno nella tomba. Approposito dell'Avvocato oggi ricorre l'anniversario della sua morte (pace all'anima sua) e suo nipote John ha deciso di festeggiare l'arrivo della sua primogenita (tanti auguri!) con un nome appropriato: Vita. Se mi è permesso preferisco l'ironia di casa Totti e il nome Chanel...quanto meno elegante. Mi auguro che in casa Agnelli non abbiano troppa voglia di festeggiare perché oggi la festa è a casa mia. L’ Imperatore, mio nipote Adriano Claudio, compie 1 anno... ed è ora che sappia quale squadra tifare... parola di Tacco12.


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