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02 aprile 2013

Contro chi puntare il dito?


Anche questa Santissima Pasqua è trascorsa. Calcisticamente parlando abbiamo adempiuto al nostro dovere. Soffrendo e perdendo una partita  che solo la Roma (e poche altre squadre) avrebbero potuto perdere. Ora giriamo pagina! Si usa dire eppure preferirei rimanere sulla pagina siciliana dato che quella successiva è intitolata: Derby. 
Beh, voi non ci crederete ma io c'ho proprio un'ansia maledetta. Più ci penso, più mi angoscio. 
Loro hanno vinto, noi abbiamo perso...dunque siamo svantaggiati e se gli svantaggiati (come il Palermo sabato scorso) diventano i favoriti allora...
Tutte congetture che per gli altri sarebbero valide, per la Roma no. Quindi amici miei, lettori e ascoltatori, non v'illudete. Le regole valgono per gli altri, per noi romanisti vale solo la scaramanzia. Tanto che mentre la Roma perdeva con il Palermo già 2-0 ho realizzato che non avevo bevuto il consueto caffè Nespresso all'aroma Roma, come sempre faccio prima del fischio d'inizio. Berlo dopo, evidentemente, non è servito a nulla. Nemmeno Osvaldo è servito a nulla se non a prendersi un cartellino giallo che, sapete che vi dico?, meglio così almeno non si mette ad alzare maglie e ci evita prese in giro. Detto tra noi forse l'argentino aveva poca fantasia di giocare il derby dato che l'ammonizione che si è guadagnato era a dir poco evitabile. 
Comunque l'altro diffidato era Piris, anche per lui ho buone parole. Prestazione insufficiente, come per tutta la squadra, e il commento di Mirko mi trova pienamente d'accordo: "Meno male che al derby non gioca, non sentiremo la sua mancanza". 
Quindi due perdite che tutto sommato ci cambiano poco. Oltre gli uomini, e mi riferisco anche a quelli che siedono in panchina, il vero problema è la testa, la mentalità. 
Sabato i ragazzi sono scesi in campo con quel loro atteggiamento tipico che vuol dire: 
"Daje sbrighiamo 'sta pratica di poco conto che domani facciamo festa". 
E' così e contro di questo non ci sono Andreazzoli che tengano. Ci vorrebbe un cervello nuovo. Ora la nostra fortuna è questo meccanismo si tramanda nell'aria capitolina. Così la nostra unica speranza e che faccia un'altra vittima: La Lazie. 
Infatti, per quanto facciano i superiori, i laziali vivono nella loro testa un senso d'inferiorità innato. Loro sanno di essere considerati meno e spesso è questo che aiuta la Roma a compiere una bella prestazione. Ultimamente non c'è riuscito ma non per merito dei laziali, più per demerito nostro e soprattutto per via di quell'altro fattore, quello della scaramanzia, che è stato dalla loro parte ed aveva un nome: Zeman . Ad oggi sono abbastanza sicura che Andreazzoli non sbaglierà l'approccio...ma la testa, quella, ce la devono mettere loro. Dunque a partire da adesso mancano 7 giorni e se sulla città oggi ancora piove, beh spero che tra una settimana il cielo esploda di sole...parola di Tacco12. 

PostScriptumOsvaldo: Il presidente della Repubblica si affida ai Saggi. Dopo aver rifiutato le avances dello Spartak di Mosca e ottenuto da tempo il passaporto italiano, vuoi vedere che Osvaldo (che non è presuntuoso per niente) pensa di essere chiamato da Napolitano??? 

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