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30 settembre 2011

Diario della Tifosa: Le 50 buone Stelle della Roma Americana...e benedetta!

Sta per finire questa “benedetta” settimana! E lo dico in tutti i Sensi…ops…mi scuso per il gioco di parole. Certo che la Roma un presidente con un cognome normale poteva pure averlo, no? Comunque, domani, per fortuna è sabato! Come ogni sabato la mia giornata è organizzata nei minimi particolari: sveglia un po’ più tardi, corsetta al parco, corsetta per andare a fare la spesa al Supermercato (dove ci sarà la ressa) e poi, boccone al volo e, visto che la Roma gioca l’anticipo di Campionato, verso le 16.15 ho appuntamento con la Banda del Tifo. Il punto di ritrovo con i miei amici dello stadio è davanti alla Pasticceria di Peppe (che, anche se ha la saracinesca abbassata per chiusura definitiva, resterà sempre la Pasticceria di Peppe). Qualcuno mancherà: Marco per esempio, che festeggia il suo primo anniversario di matrimonio e non ha ottenuto “grazia” da sua moglie Marzia questa volta . Christian, lui non so quale impegno abbia, ma è rinomato che gli uomini, quando rinunciano allo stadio, lo fanno per due questioni: lavoro (raramente), donne…donne, che ammiro con tutta me stessa perché io in questa impresa non sono mai riuscita (con me stessa intendo!). La Curva Sud già me la vedo negli occhi. Tanti tifosi che occupano gli spalti. Lo Stadio gremito di bandiere al vento e di facce cotte al sole. La vittoria della scorsa settimana e la nuova presidenza (finalmente ufficializzata!)  rendono euforici i cuori romanisti perché quel nuovo progetto, tanto chiacchierato da sembrare platonico  (come l’amore di Erasmo il Lentigginoso verso Brigitte Bardot in un vecchio film del 1965) insomma questo nuovo progetto, finalmente, comincia a prendere corpo (non come quello della Bardot mi dispiace per tutti maschietti all’ascolto) ma un corpo che potrebbe far perdere la testa a molti (donne incluse). Si scenderà in campo contro la rivelazione del campionato: l’Atalanta. Una squadra che definire “poco amica” suona come un eufemismo. Diciamo che tra le tifoserie non scorre buon sangue e che non ci siamo simpatici. E questo può essere un ottimo fattore, quello che nutre la voglia di vincere. L’Atalanta è anche la squadra che sarebbe a pieni punti se non avesse iniziato il campionato con una  penalizzazione. E’ la squadra di Colantuono, allenatore romano e romanista, nota questa che non mi piace mai (perché i romanisti, contro la Roma, sono sempre stati vendicativi e battaglieri: vedi i vari Cosmi, Conti…azz..tutti con il cognome che inizia con la lettera C! ). E’ la squadra di un terzino sinistro che è cresciuto vicino casa mia: tale Federico Peluso classe 84’. E’ questa la notizia che rende Mirko particolarmente eccitato. E’ felice di vederlo in campo in serie A, lui che lo ha seguito nel suo percorso dalla Ternana e all’Atalanta in serie B. L’idea di trovarselo domani giocare contro la Roma “Beh, mi farà un certo effetto” ha ammesso candidamente. Del resto Federico è uno di quelli che ce l’ha fatta: “è diventato un calciatore!” Uno di quei sogni che da bambino tutti posseggono ma in pochissimi realizzano. E’ Federico un altro romano contro cui dobbiamo lottare. Temo che la signora Alma avrà di che preoccuparsi, come tutti noi del resto. Una partita  prima del derby, quella partita “che non è come tutte le altre” ma che spero finisca come tutte le altre che l’hanno preceduta.
Certo è che la sconfitta della Lazie, ieri sera in Europa League, è stata un’ingiustizia! “E’ stata sfortunata” qualcuno ha scritto oggi sui giornali. Poverini…ma non sono i romanisti quelli che si piangono addosso? Domani sarà la nostra partita, quella che servirà della riscossa...sotto il cielo della Città Eterna con un papa che si chiama Benedetto e un presidente Di Benedetto, siamo o no, Benedetti due volte?
Il post scriptum di oggi: considerando che “nuova” Roma è Americana, nata quindi sotto 50 buone stelle, vuoi vedere che ci portiamo a casa la prima vittoria della stagione in casa? Magari con un gol di tacco di Francesco Totti…

la Carrie Romana, le sue amiche e the Eternal City

Una serata da sola dopo tanto tempo. Da sola a casa mia intendo e non in trasferta per lavoro a Milano dentro una stanza d'albergo. Così me ne sto nel centro del divano con il mio pc sulle gambe e in sottofondo una Europa League che non m'appartiene direttamente ma m'appartiene per principio perché stasera gioca la Lazie. La mia cena di carboidrati è stata ottima e ho avuto anche il tempo di annaffiare le piante, mettere su una lavatrice (siamo arrivati alla fase finale e visto che la mia lavatrice ha un'età temo che i vicini del piano di sotto mi uccideranno se non terminerà di centrifugare in pochi minuti!) e tentare di passarmi lo smalto di nuovo con calma senza rovinare tutto, come al solito, in dieci minuti. Mi sento soddisfatta ho ottimizzato il mio tempo. Ho chiamato una mia cara amica che aveva bisogno di me (e io un po' di lei) e mentre annaffiavo i miei gerani fucsia mi tornava in mente una recensione di un libro scritta da Miriam Mafai su la Repubblica di oggi. L'argomento trattato era un libro che raccontava le  storie di alcune donne. La Mafai analizzava la donna dal punto di vista sociologico e affrontava la tematica del corpo, tanto cara al mio capo Gad. Diceva di come la rivoluzione femminile abbia infranto dei tabù e, nello stesso tempo, dei cocci che da questi frantumi andiamo ancora in giro a raccogliere. Uno di questo deve essere il rapporto con gli uomini. Noi ci facciamo vedere tanto indipendenti e loro credono che lo siamo davvero. Così penso a un articolo come lo scriverebbe Carrie Bradoshaw e alle miei amiche sparse per la mia City...la Eternal City e me le vedo tutte lì: (invento i nomi per la privacy) Federica che accudisce un fidanzato appena operato. Lui si lamenta e lei lo consola o almeno ci prova. Giulia che culla il suo bambino che non ha voglia di dormire e lei che deve anche lavorare, pulire la casa e soddisfare suo marito ha il sonno arretrato, due sorelle latitanti e un briciolo di rabbia per quella che non è più. Mi vedo io che annaffio i gerani stanca da far schifo perché non dormo e lavoro troppo, di un troppo che non mi fa mettere un euro da parte e di uno stanco che anche le più piccole discussioni mi sembrano una perdita di tempo. Vedo Alice, con sua figlia, senza un marito alla ricerca di un compagno che dopo una certa età diventa un terno al lotto...e lo so, tutte loro, nel profondo del cuore cosa pensano. Pensano: "ma chi me l'ha fatto fare?" e so anche che ognuna avrà dentro la sua risposta esatta: "Lui c'è sempre quando io ho bisogno"; "avere un figlio è la più bella delle mie azioni su questa terra"; "Amo il mio lavoro e il mio uomo, se devo discutere è per migliorarmi" e infine " Mio marito lo rilascerei altre 100 volte anche se la solitudine è difficile da gestire". Tutte loro sono legate da un filo unico, in una città dove basta alzare gli occhi per vedere una Cupola, quindi tanti piccoli cieli, una sorta di miracolo in ogni angolo. Tutte loro sono unite dall'amore...e anche se a volte è dura e incomprensibile, sono certa che tutte loro sopravviveranno perché è l'amore a guidarle. La parentesi romantica è terminata...ho ricevuto una visita che mi emoziona ogni volta perché non mi abituo mai alla presenza dell'uomo che amo. Adesso me ne vado a letto con la gioia della Lazie che ha perso e "la sofferenza" che qualcuno ti augura sempre...le parole tagliano come coltelli ma i sentimenti guariscono anche i tagli più profondi. Notte alle mie Tacchine...:-) mi piace Tacchine! :-) e domani per fortuna è venerdì... :-)

28 settembre 2011

TACCO12 ON AIR: FINALMENTE LA PRIMA VITTORIA!!!

Ah, che bello è cominciare la settimana quando la Roma vince. Quasi non ricordavo più questo senso di liberazione gioia. Il giorno dopo la vittoria ti accorgi che la gente sorride e andare a lavorare è un divertimento. La sensazione di estasi inizia già dalla domenica sera. La vittoria cancella ogni pensiero e addirittura arriva ad alleggerire il pranzo da dieci portate di mamma e papà, e ti rende trionfatrice. Capita tutto in un attimo e quando Osvaldo perde il suo cipollino e osservi quei capelli sciogliersi in una pettinatura disordinata, quei capelli te li senti addosso e la smorfia della sua faccia te la imprimi negli occhi perché è bella e la conosci, l’hai già vista. Somiglia a quella di un Cristo e quando le braccia si muovono mimando una mitraglia sotto la curva: ti ricordi tutto e in un angolo del tuo cuore ti sussurri:  “si, ti conosco!” e poi sorridi gustandoti la dolcezza di quel ricordo. Ognuno ha il suo stadio e quello della mia trasferta è stata Casa di Mirko, privilegio che si è guadagnata dopo essere stata lo scenario del pareggio con l’Inter. La scaramanzia del resto è una scienza quasi esatta: dovevamo vincere, non avevamo alternative e il fattore “Casa” poteva essere determinante. La formazione che appare sullo schermo non mi piace. E, la sensazione che nulla sia cambiato, si trasforma in verità dopo la fine di un primo tempo sciapo, come un filone di pane toscano.
Sarà stata colpa di un campo dal verde stinto come da un lavaggio in varecchina ( o da uno dei miei lavaggi direbbe il mio ragazzo). Sarà che le aspettative durante le attese sono sempre troppo alte e vengono categoricamente smentite. So solo che l’unico salto dalla sedia l’ho fatto quando l’omino della pizza ha citofonato allo scadere del 45’ minuto di gioco, ossia quando per poco la Roma non segnava. Palo del Capitano e ribattuta di Osvaldo sul portiere. Mirko paga, manda via l’omino chiudendo quasi la porta e si dimentica di ritirare le pizze! Fortuna che l’omino gli ha impedito di cacciarlo e ha domandato: “le volete le pizze o no?” Il tifo è ‘na brutta malattia, l’ho sempre sostenuto, è capace di farti morire di fame. Nel secondo tempo qualcosa è cambiato. I passaggi sono diventati più veloci e la palla inizia a girare con più convinzione. Heinze si guadagna il podio, insieme al, nemmeno a dirlo, immenso Capitano. La birra è finita e i posti di “combattimento sono cambiati”. Mirko sempre all’angolino destro del divano, mentre io lascio la sedia per spostarmi nel centro del divano. La Roma corre e ci prova, pare che lo schieramento da divano funzioni. Poi arriva la mitraglia. Quando meno te l’aspetti, quando ti convinci che “Dio c’ha dato ‘na mano a fa prende ‘na botta in testa a Rosi” per dirla alla maniera del mio papà guru…invece Dio ti fa il dispetto e l’assist che vale tre punti a chi lo fa fare? Proprio a Rosi e nemmeno lui sa come (merito della botta) e Osvaldo insacca…e ta-ra-tta-tta-ta…mitraglia tutte le paure dei compagni che come palloncini impazziti corrono verso di lui e per gioco gli sciolgono la chioma. La sofferenza a quel punto è tutta nello sforzo di mantenere quel sudato vantaggio. Il Parma fa entrare Crespo, vecchio amico di giallorosse disavventure ma ancora una volta, ci mette lo zampino Dio, e Crespo esce per infortunio. E avverti che il vento è cambiato: “Voi vedé che un po’ di fortuna è passata dalla nostra parte?” 5 minuti di recupero e dulcis in fundo come mai un fischio che urla la prima vittoria romanista. E quando li vedi rincorrersi e saltarsi addosso ti rendi conto che tutti loro si sentivano proprio come te seduta sul divano: pieni di paura e di voglia di vincere.
Migliore in campo ancora una volta Francesco Totti. E’ a lui che rivolgo il mio post scriptum finale: Tanti Auguri Francè, per tutti i gol che hai segnato (e perché hai la Scarpa D’Oro, che io non ho), per ogni assist che hai creato (e perché non hai solo la Scarpa D’Oro che io non ho ma anche il Golden Foot – il Piede Oro) e per ogni Tacco che hai inventato…(e non un Tacco12 ma tanti, tanti Tacchi che solo un N10 come te può avere…)


26 settembre 2011

...scontro all'ultima limetta su un FrecciaRossa...

Ragazze, già il lunedì è una giornata dura...immaginatevi dopo una domenica trascorsa stuzzicandosi le unghie per colpa di una partita durata 95 minuti! Il peggio è arrivato quando ho scoperto di non avere l'acetone...sono dovuta andare a lavoro con il mio smalto semipermanente smozzicato in bella vista! Una tragedia vera, soprattutto sei il tuo ragazzo ribattezza le tue unghie "Quelle di una zingara!" Mi sono armata di coraggio e mentre mi recavo alla stazione per prendere il mio frecciarossa settimanale ho deciso di compiere lo scempio: ovatta, acetone e ...carta argentata su ogni dito per 15 minuti. Il procedimento per la rimozione di questo nuovo smalto è così: poco pratico ma efficace. Così quando il controllore è passato per il biglietto ho dovuto comportarmi da mancina e nascondere la mano destra per evitare sguardi interrogativi. La parte più critica è stata la fase della rimozione. Fortuna avevo con me la limetta di metallo (e nonostante ciò non è che sia venuto un capolavoro) e ho iniziato a grattare e limare. Un vecchietto mi fissava perplesso. I camerieri della prima classe si avvicendavano chiedendomi "Acqua? Caffè? panini?!" e io avrei voluto urlare: "Un'estetista!!! voglio la mia Giorgia che mi fa le unghie sul treno per Milano!" invece no..mi sono riempita di caffè non curante del mio nervosismo già oltre la soglia della tolleranza. Ho due mani che miracolosamente  di rosso hanno poco (appena appena qualche pezzettino maledetto..permanente altro che semi!) ma non hanno nulla di niente altro perchè nella fretta ho dimenticato di portare uno smalto normale! sono un disastro e mi sto avvicinando con sempre maggiore velocità a Milano dove la moda sta facendo la sua festa! Che figuraccia! una come me con le unghie non curate! fortuna che c'è un Sephora nella stazione centrale! devo prendere uno smalto di salvataggio! Chissà che le miei mani da "casalinga disperata" non ispirino D&G per un vestito che oltre ai pomodori, alle melanzane e ai melograni non esibisca un bel mattarello??? Incidente di percorso in qualche modo superato. Lezione da non dimenticare: tenere sempre una bottiglietta di acetone in casa. Se poi siete particolarmente disordinate come me...beh, allora tenetene due o anche tre! Altra lezione: per una mangiatrice di unghie o tifosa della Roma o entrambe le cose, mille volte meglio la ricostruzione gel allo smalto semipermanente.

23 settembre 2011

L'AZIENDA SICILIANA CHE VESTE LE MERENGUES...

Ragazzi/e riporto un articolo di Cristina Argento dal Corriere della Sera che riguarda esattamente il mio Blog: Moda e Calcio...questa volta è un'azienda siciliana che ci rende orgogliosi di vestire una i calciatori del Real Madrid...leggete, leggete...:-) 

MILANO - I siciliani la chiamano «Carrapipi». In italiano è Valguarnera Caropepe, un paesino di poco più di ottomila anime in provincia di Enna. Proprio da lì arrivano le nuove divise del Real Madrid, i completi giacca/pantalone che la squadra userà nelle occasioni ufficiali. A scegliere con cura esagerata i nuovi capi che saranno indossati da Casillas, Kaká e compagni è stato José Mourinho in persona. Incontrando per ben due volte a Madrid i due soci e il sarto della ditta siciliana Giudice Collezioni. Lo Special One ha voluto supervisionare ogni cosa. Il risultato è un classico «due bottoni», di taglio sartoriale, in lana four seasons e di colore grigio «medio». Anche sui pantaloni Mourinho è riuscito a far passare il suo stile, facendo definitivamente eliminare i risvolti che caratterizzavano la precedente divisa. Il tecnico delle merengues non ha veramente dimenticato dettaglio alcuno. Ha voluto che il colore della fodera fosse in tinta con l'abito e ha scelto per le impunture interne il bianco e il blu, i colori dello stemma del Real.
«RONALDO STAVA DAVVERO BENE» - Domenico Scribano e Giovanni Zuccalà, soci della ditta Giudice, sono andati due volte a Madrid, a maggio e a settembre, assieme al sarto Salvatore Di Francisca che ha preso le misure di ognuno dei giocatori, dei dirigenti e del tecnico del Real. Mou ha sfoderato una insospettabile propensione modaiola e le sue scelte hanno soddisfatto tutta la squadra. «Ronaldo stava davvero bene - ha raccontato Scribano -. "Finalmente una bella divisa" ha esclamato con l'abito addosso». Lo Special si è complimentato personalmente con il sarto e ha mostrato di aver gradito il lavoro. «Secondo me è un grande attore che fa l'antipatico, perché più è antipatico, più è vincente», si lascia andare Scribano.
 
NESSUNO SCONTO - Nessuno sconto sulle divise: tutta l'operazione è stata curata dall'agenzia spagnola Gomez de Zamora che ha preso accordi con altre aziende per scarpe, cinture, camicie, e cravatte. E alla fine le merengues hanno dovuto sborsare dal primo all'ultimo euro. «Noi del resto non siamo uno sponsor», ci hanno tenuto a sottolineare quelli della ditta Giudice. Contenti per la «gita» a Madrid e per aver conosciuto di persona quel Mourinho che tanti interisti vorrebbero di nuovo all'Inter. «Io, però, sono juventino - confessa uno dei due soci dell'azienda siciliana -. E l'unica foto l'ho fatta con Zidane, che per me è un mito». «E l'altro socio?». «Eh, lasciamo perdere, lui è milanista».

TACCO 12 ON AIR: IL POST ROMA - SIENA

PER CHI SE LO FOSSE PERSO A CENTRO SUONO SPORT 101.5 "TANA LIBERA TUTTI" :

“Diventerò adulto quando la Roma non mi farà più arrabbiare” Così dice sempre mio padre e credo che non crescerà mai. Ieri sera non ho visto un bel film come mi ero augurata. Ho visto “il solito” film e questo mi ha messo di pessimo umore. Dopo il lavoro mi sono precipitata a casa per dismettere gli abiti da “femmina”, come li ha battezzati il mio collega Claudio che ha poi aggiunto: “Da questo punto di vista sono anglosassone: la combinazione calcio&pub è roba da uomini”. Già, se solo mi fosse stato seduto a fianco ieri sera si sarebbe accorto che razza di uomo sono capace di diventare ma voglio farlo contento e così mi limito a chiedere agli uomini, che di calcio capiscono, in primis se Luis Enrique che è uomo e ha giocato a calcio, secondo loro capisce qualcosa…visto come schiera Perrotta, De Rossi e Totti…che ieri è arrivato addirittura a coprire nemmeno fosse un difensore. Per passare al successivo quesito: per quanto sia solo una donna so che giocare a calcio significa tirare la palla nella porta avversaria, giusto? Allora perché i calciatori come raggiungevano l’aria di rigore del Siena tornavano indietro? Avevano paura di che cosa, di segnare? Questa mattina la rabbia di ieri sera non era ancora smaltita. Ho deciso d’infilarmi un paio di scarpe da ginnastica e dirigermi per una corsetta a Villa Pamphili. Ho indossato la maglietta dell’Italia con il nome TOTTI sulle spalle. Ogni volta che porto quella maglietta è come se mi venisse una carica speciale. Penso che devo farcela per forza perché quel nome deve essere onorato. Penso al mio capitano “Merita 9 e mezzo, se segna 10” ha detto Mirko ieri sera allo stadio…ma TOTTI non ha segnato, però ha pressato fino al 90’. A segnare invece è stato Osvaldo…già ribattezzato nell’ordine: OsvaRdo, il Tronista e Cipollino. Un gol inutile come la corsa dei nostri giocatori. Corro e penso alla signora Alma, ottant’anni passati da un po’, lupetto al collo e Roma nel cuore. “Oggi non ce la posso fa’, vado al bagno” Alma va al bagno e Osvaldo segna. “Chi je lo dice ad Alma di rimanere al bagno tutto il secondo tempo?” sentenzia Diego.  Ci scappa da ridere più per Alma che per la prima rete del Tronista…e questo è un segno strano. La Curva è felice e anche io ma il cuore è pervaso da una strana sensazione di incertezza: vinceremo? La paura di solito fa 90’ invece ieri ha fatto 87’ dato che è proprio in quel minuto che una Roma impaurita ha insaccato il gol del pareggio da Vitiello. Ora vi prego di prendere nota su un foglio: Vitiello ed El Kabir…sperando che la lista dei giocatori cui regaliamo un momento di gloria si fermi presto, in caso contrario proseguite pure scrivendo gli altri nomi Ad Memoriam Posteri. Corro e ancora corro (sembra chissà quanto ho corso)  e mi girano in testa le parole di Paolo, amico interista: “Vedila così se non vincerete e prenderete un solo punto, avrete sempre il doppio dei punti dell’Inter!” Peccato che dall’altra parte della redazione si levava la voce di Marco, il laziale: “E la metà dei punti della Lazio”…già, la Lazio. La strada verso il derby è sempre più breve. Domenica contro il Parma dobbiamo vincere. Dobbiamo vincere perché siamo la Roma e perché la pazienza è la virtù dei forti e la Roma oggi ha più paura che forza. Finisco di correre, doccia e guardaroba. Scelgo una maglia con su scritto WANTED…del resto è da settimane che sono alla ricerca di una vittoria…
Post Scriptum da Donna: non ditelo a nessuno ma Osvaldo ha segnato perché sfoggiava degli scarpini “accecanti”, del resto è sempre la scarpa che a fare la differenza…J


22 settembre 2011

INTERVISTA CON GAD LERNER ...SCUSATE IL RITARDO!

Mi dispiace per il ritardo ma propongo qui di seguito l'intervista con Gad Lerner di sabato 19 settembre 2011...fortuna ha sbagliato il pronostico anche se...con il senno di poi...

IL ROMANISTA (C. GARGIOLI) - La "partita" è di nuovo Inter contro Roma. Nessuno scudetto conteso ancora ma qualcosa di più importante: le sorti di un allenatore come Gasperini e l’identità del progetto di Enrique, oltre agli equilibri di due squadre che negli ultimi anni sono state le indiscusse protagoniste del calcio italiano. Gad Lerner, giornalista stimato e fervente sostenitore dei colori nero blu racconta i suoi umori e sentimenti alla vigilia del match.
Fino allo scorso anno Inter contro Roma era l’incontro tra le squadre più forti del campionato, oggi che incontro è?
«Andiamo allo stadio da derelitti e sembra una guerra tra poveri. S’impone il detto: "Mors tua, vita mea!" Abbiamo due squadre con allenatori pericolanti, senza gioco e con delle tifoserie afflitte».
Gasperini si o no? E’ davvero tutta colpa sua?
«No, non è tutta colpa sua. L’Inter si è trovata a gestire un’emergenza estiva con giocatori che non si capiva se fossero o meno in partenza, vedi Sneijder, e giocatori partiti all’ultimo minuto, vedi Eto’o. Questo ha complicato anche gli acquisti che sono stati fatti in modo disordinato gettando l’allenatore in una condizione di difficile amministrazione. Gasperini ha espresso un buon gioco in passato ma perché spremeva la forza atletica di giovanissimi, qui a Milano la situazione è diversa».
Ti viene in mente un’alternativa possibile?
«In Italia non abbiamo allenatori forti e non credo che nomi come Ranieri o Delio Rossi sarebbero ben accolti dai tifosi interisti. Cosa resta ai tifosi dunque… Resta il dubbio sulla materia prima a disposizione dell’allenatore. Da Jonathan Moreira ad Alvarez, si tratta d’incognite. Ci attacchiamo alle vecchie certezze e a un talento come Forlan che però ha 32 anni».
Cosa pensi del progetto Roma?
«Sarò sincero. Per quel poco che capisco di economia mi è parsa ovvia la necessità di tagliare i costi e con i tagli, nel calcio, non si fanno miracoli».
Quindi nessun timore dei giallorossi. «M’impaurisce la debolezza difensiva dell’Inter soprattutto in questo momento in cui l’autorità dell’allenatore è compromessa, temo il caos. L’Inter è una squadra dagli alti e bassi sentimentali».
Sembra che domani scenderà in campo con il tridente: Sneijder Milito Forlan… «Sulla carta mi sembra perfetto».
 In conclusione qual è il pronostico finale?
«In un momento così confuso anche le scaramanzie perdono di significato, quindi dico che dobbiamo vincere per forza e nettamente».
Chi sarà l’uomo che farà l’impresa? «Sono molto felice della rinascita di Milito ma voglio puntare su Forlan, sarà lui il mio uomo partita».

21 settembre 2011

...TACCO12 PRESTO ON AIR...

Il giorno prima e il giorno dopo la partita dell' AsRoma TACCO12 sarà in radio per commentare gli stati d'animo, i pensieri, i dubbi e i desideri di una tifosa in equilibrio precario come la sua squadra però lei per colpa di un Tacco 12...proprio come la somma di 11 giocatori più 1, l' allenatore. Scherzi della numerologia!
Ad ospitarlo il programma TANA LIBERA TUTTI su Centro Suono Sport 101.5...dalle 16.00 alle 18.00...
Grazie ai padroni di casa per l'ospitalità...:-) almeno per questa settimana...

20 settembre 2011

CERCASI DISPERATAMENTE MISS ITALIA!

Sono tornata in albergo dopo una puntata de l'Infedele piuttosto intensa. Il centro della questione era la "patonza" e l'importanza che nel nostro Paese sembra avere. Nello stesso tempo, sulla rete di Stato, andava in onda Miss Italia. Sfido qualunque ragazza italiana a non aver sognato, anche solo per un attimo, anche da piccola con la bambola in mano o da adolescente con il seno che stava per sbocciare, di non calcare quel palco per diventare la più bella. Ricordo ogni Miss dalla fine degli anni ottanta a una prima parte del 2000 e ogni volta mi ritrovo lì per tifare lei, quella che per me è la più bella. Difficilmente sbaglio perché la bellezza, quella vera, è oggettiva. In pochi casi ricordo delusioni tremende, mi viene in mente Francesca Chillemi e Maila Nazzaro...ma per il resto ho esultato all'incoronazione di Martina Colombari, Arianna David, Miriam Catania (per dirne una più recente) e Cristina Chiabotto (che preferisco bionda). Oggi mi ha deluso non solo la Miss che è una ragazza carina, altissima e magra come tutte le ultime Miss...non tanto lei che, con le generazioni che cambiano può anche essere un modello di bellezza diverso dal mio canone...sono rimasta molto amareggiata dal trattamento riservato alla Miss uscente: Francesca Testasecca. Voglio esprime attraverso il mio blog tutta la solidarietà a una Miss che si è rivelata una donna vera, con i problemi di cuore, di depressione che l'hanno fatta un po' ingrassare ma non per questo diventare meno bella. I suoi occhi l'hanno fatta stravincere lo scorso anno e oggi erano pieni di lacrime ma non per una fascia che lasciava e che nemmeno è stata lei a togliersi...no, piangeva perché quell'Olimpo che l'ha esaltata quest'anno l'ha isolata completamente. 
Dieci kg in un anno sono troppi per una Miss e così ecco sparire il trono della reginetta relegata in una seconda fila invisibile. Via la premiazione, via l'inquadratura da quelle lacrime, via le domande "come ti senti ad abbandonare questo trono" via tutto, via...anche questo concorso che ormai premia ragazze che non piangono, sanno quello che vogliono e a19 anni invece di dedicare la loro vittoria al loro ragazzo che "amo da impazzire", si limitano a dire che non vogliono parlare della loro vita privata...privata??? Cara Stefania Bivone, hai voluto la bicicletta? E adesso è arrivato il momento di pedalare e ricordati di non ingrassare perché  non hai gli occhi della Testasecca comunque splendida anche ingrassata e messa da parte. 

DIARIO DELLA TIFOSA: LA PRIMA FUORI CASA è ANDATA...

Sabato sera si è giocato il posticipo INTER - ROMA. Il mio capo Gad Lerner l'ha definita la partita della Mors tua, vita Mea e come il Capo, ha sempre ragione.
Peccato che abbia sbagliato l'uomo su cui puntare: Forlan, aveva detto ma così non è stato. La sfida tanto attesa da due squadre in bilico su filo da equilibrista si è conclusa a rete inviolate, come se infondo su quel filo tutti si siano mantenuti senza cadere nella rete sottostante. Questo trovo essere stato il reale problema. Senza considerare il brutto infortunio al portiere Stekelenburg, causato da un Lucio che è stato definito da più parti "dispiaciuto" ma che a mio avviso avrebbe meritato un rosso, uno di quelli fuoco, perchè lì chi gioca toglie la gamba. Fortuna il nostro portierone se l'è cavata, nonostante l'iniziale spavento, ha ripreso conoscenza e oggi era già a Trigoria. La partita è stata una semi rivelazione. In campo per la prima volta una squadra che non si era mai vista con Perrotta e Taddei esterni e un De Rossi (strepitoso) appena davanti alla difesa, ossia nel suo ruolo. Sono arrivata a casa alle 20.30 e quando Mirko mi ha detto "due centrali e poi Taddei e Perrotta ai lati" stavo per svenire. In realtà ho solo perso qualche secondo tentando di capire quale gioco potesse uscire fuori e tutto sommato non è andata così male. Alla fine primo tempo con l'acqua su per la pasta, le bruschette quasi nere sento un "Che te sei mangiato Milito!" che per poco non mi provoca un'ustione. L'Inter è a pezzi ma è sempre l'Inter: tira da destra, da sinistra e da sopra e da sotto! Fortuna che Daniele è onnipresente e Lobont è in forma.  Il nostro di attacco, ribattezzato "il più bello del campionato" (come dare torto a questo soprannome), è stato meno coraggioso motivo per il quale mi sento un "tantino preoccupata Pomà".  Se poi Julio Cesar fosse gay allora sarebbe potuto partirgli l'ormone e alla vista di Totti Borriello e Osvaldo sarebbe rimasto imbambolato facendosi superare...ma il brasiliano è il marito di una bella bionda e nessun cipollino dall'occhio assassino da seduttore avrebbe potuto indurlo in tentazione. Libera nos a malo...libera piano piano....cantava Liga se non vado errato e allora mentre ci si libera dalla Rete che non si segna accontentiamoci di un punto che comunque ci regala una classifica con illustri (e meno) vicini,  tra i quali i "cugini" che parlano parlano parlano e perdono in casa. Scommettiamo che la prima panchina a saltare non sarà la nostra??? Reja ha giocato in contropiede rassegnando le dimissioni...ma Lotito ha ribadito: fino al derby resta!!! Questo è esattamente quello che volevamo sentire...:-) 

19 settembre 2011

Vogue Fashion Night's Out Rome

Lo so amiche sono in estremo ritardo con il commento sulla magnifica ed esaltante prima Vogue Fashion Night's Out di Roma...il 15 Settembre 2011 è stata una giornata storica per le victim fashion romane. 
La serata è inziata con la mia amica Michela nello splendido scenario di San Lorenzo in Lucina, un bicchiero di vino bianco freddo e due pizzettte tanto per festeggiare l'evento.
Stranamente avevo rinunciato al mio tacco 12 e indossato un paio di espadrillas nero brilluccicante firmate Toms. Con la maglia bianca e la stampa di un Tacco 12 e la scritta Ny mi sentivo perfettamente a mio agio, anche se stuoli di belle ragazze da sfilata cercavano di ridimensionarmi. L'importante è come ci si sente dentro ed io ero pronta per immergermi in una serata all'insegna di cocktails, luci, lustrini e limited edition...insieme a me e a Michela c'erano Angela, Mariagrazia e Barbara. Prima tappa Alberta Ferretti. Camerieri e fotografi appostati per una foto da ricordare.
Era solo l'inizio...mentre le altre cercavano di compiere l'eroico primo acquisto, mi dirigevo tra crocerossine e uomini in lingerie, alla conquista della Jimmy Choo che mi ha un po' deluso. Poca accoglienza e nessuna offerta speciale, come Prada che ti offriva il profumo con pochette a soli 95euro..."Soli? E di solito quanto costa?" la commessa mi ha guardata sconvolta: "Di solito 95euro ma senza pochette!!!!"  era quasi inorridita come me. Non avevo altra scelta, dato che la mia decisione è che, non appena potrò permettermelo, il prossimo paio di scarpe sarà uno Stuart Weitzman è nell'olimpo del marchio americano ho trovato il paradiso...in tutti i sensi. L'aperitivo a base di menta e vodka e schweppes era blu come la moda puffa di quest'anno ordina. Dolcetti e salatini tutti blu e alla fine anche le nostrre lingue avevano un colore alquanto inquietante. Il blu Weitzman non mi ha comunque distolto dall'obiettivo shoes e vedere nella piccola vetrinetta la confezione dedicata alle "piccole donne" con su scritto "my firt weitzman" stava quasi per farmi dimenticare che ho superato il n.22 da un bel pezzo e soprattutto che ho un nipote maschio e che non esisteva una sola giustificazione per la quale comprare quelle scarpe avrebbe avuto senso! Tolto il fatto che era un prezzo abbordabile e che non ho mai avuto un paio di Weitzman...in quel caso "my first" sarebbe stato (considerando il prezzo abbordabile) giustificato :-) ma siamo uscite (io e Michi) con le nostre lingue blu e ancora una volta le mani vuote. La meta successiva sarebbe stata Chanel perchè , come Angela aveva ben osservato, venivano distribuiti dei gadget, via Condotti e via del Babuino erano piene di ragazze con borsette bianche dall'immancabile marchio a doppia C.

Una fila piuttosto lunga ci accoglieva. Donne su tacchi vertiginosi erano incollate al marciapiede in attesa d'intrufolarsi della maison francese. Noi eravamo lì, imperterrite, pronte ad afferrare la meta. "Nessuno ha più le borsette! Oh, mio dio sono finiti i gadget!" esclamava Angela dopo 20 minuti di fila mentre Barbara e Michela giuravano che si sarebbero arrese. Alla fine le porte si aprono e mentre fuori l'inferno continua, Coco Chanel ci offre flute di Champagne. Che eleganza! Era tutto così ricco di charme. Intanto stuoli di donne si avvicendavano al banco smalti perchè per la notte della Moda era stata creata una confezione speciale di tre smalti con tre tonalità di blu a soli 25 euro l'uno. Chi poteva farselo sfuggire? Angela dopo un mini stuzzichino di salmone ripieno di formaggio si è diretta alla conquista dell'oggetto cult. E' lì che io e Michela abbiamo deciso di tornare verso i motorini passando per via Frattina dove la bella testimonial della Marella, Filippa Lagerback, distribuiva sorrisi e autografi nella speranza che le magliette da lei ideate venissero vendute numerose. Pretesa onesta se si pensa che il 40% del ricavato per ogni singolo pezzo sarebbe stato devoluto in beneficienza alla Croce Rossa Italiana. Questa si che mi sembrava una buona azione. Così io e Michi abbiamo deciso di acquistare il prodotto. Solo in quel momento lo stato di soddisfazione era totale...Avevamo fatto il nostro dovere e lo avevamo fatto bene, senza esagerare. Certo il prezzo era lo stesso della borsa Philosopy di Alberta Ferretti ma questa era una maglia unica con un messaggio positivo e uno scopo bello come chi l'aveva creato. Soddisfatte negli occhi e nel cuore siamo tornate a casa con le spillette Chanel (gentilmente regalate nel favoloso regno di Coco), un Vogue in una bustina dell'evento e lei...la maglietta "Vivi, ridi, ama e Credi"...perché la vita è bella e la moda non è per forza qualcosa di frivolo e futile...

14 settembre 2011

LEI è CABAS CHYC...E NON SI PUò CHE AMARLA A PRIMA VISTA!


Se la indossa Sienna Miller è già da considerarsi un must. Se poi la compagnia si allarga, beh diventa ufficialmente una garanzia fashion. Di cosa parlo? Di Cabas Chyc molto più di una semplice borsa. E' minimal, capiente e con un un unico dettaglio che fa subito fashion-statement : la Y in ottone che funge da chiusura. Y come Yves Saint Laurent, ça va sans dire.
Le dive l'hanno subito adottata come inseparabile compagna di viaggio e la sfoggiano in ogni occasione: in aeroporto, sul lungomare, di giorno e by night.
I modelli più visti? La maxi size in nero evergreen e la sua equivalente versione autunnale, marrone testa di moro. Ma la Cabas Chyc c'è anche nel più modaiolo color magenta, nel bluette che colora l'inverno alle porte e nel classico e intramontabile color Tabacco.
Certo Claudia Schiffer, Kate Winslet, Carla Bruni e Sienna Miller non avranno alcun problema nello spendere 1,995.00 dollari (l'equivalente di 1.450 Euro circa: uno stipendio!!!) per chi vive sul pianeta terra vale il detto "Donna avvisata mezza salvata" ... dunque bisognerà risparmiare un po' per aggiudicarsi un posto tra le Dive :-)

13 settembre 2011

DIARIO DELLA TIFOSA: ENRIQUE HA BISOGNO DI TEMPO, NOI ASPETTIAMO

Eccoci qua. La prima giornata di campionato, che in realtà è la seconda, ha inizio. Un appuntamento d’amore, rimandato di una settimana. Atteso come mai. Un caldo estivo che confonde le carte: siamo a fine stagione o all’inizio? e si vedono tante facce vecchie e nuove. Qualcosa è cambiato, non solo in campo anche nel nostro gruppo. L’appuntamento è sempre da Peppe, alla pasticceria, ma la saracinesca è abbassata perché la crisi ha deciso così. Le pelli abbronzate di Christian e Antonella hanno il profumo dell’estate e il nuovo taglio alla Balotelli del piccolo Matteo quello delle nuove generazioni. Stesso settore, stesso posto. Alma è presente con il suo bastone nuovo e un piccolo dramma: ha appena smarrito l’abbonamento dell’amica. Sono passati 10 anni dall’11 Settembre della tragedia e mi trovo esattamente dov’ero nel 2001. Lavoravo nello staff dell’As Roma e quella sera, mentre le Twin Towers crollavano trascinandosi dietro l’America., la Roma giocava in Champions contro il Real Madrid. Perse 2-1, ironia della sorte. Dieci anni dopo, un po’ d’ America e un po’ di Spagna sono qui con me allo Stadio Olimpico. I ragazzini gareggiano per indovinare i nomi dei nuovi arrivati. Sugli spalti un “Clonate Totti” ruba la mia attenzione. In campo i calciatori scherzano, pogano e si chiudono in un cerchio stretto per caricarsi prima del fischio d’inizio. Osservo tutto con sospetto e fiducia. La tribuna Tevere sembra la spiaggia di Focene e di stelle e strisce non v’è traccia. I coriandoli scendono dal cielo ed è come assistere a una festa di compleanno: la nuova Roma sta nascendo. La partita diverte anche se il primo tempo ci lascia la bocca asciutta e per il secondo mi sarei augurata la stessa sorte. Mi continuo ad agitare sul seggiolino, bevo, tiro su e giù gli occhiali da sole. I raggi arrivano a scaldarmi il collo. I minuti scorrono e la Roma è affaticata. “Non si può!” urla Mirko quando Gava butta fuori il migliore in campo: Angel. L’ angelo che ci getta all’inferno, infatti pochi minuti dopo la sua esclusione, arriva il gol dell’ormai poco originale Daniele Conti. Qualcuno rivolgendosi al di lui padre urla: “Fa pace co’ tu’ fijo!” La Curva canta, niente niente sembra scalfirla. La mia mente illusa corre al 2010: “Loro al 90’ sul 2-0 hanno pareggiato, noi possiamo vincere!” Mirko e Fabietto mi guardano con poca convinzione. Corsi e ricorsi perché in effetti oltre il 90’ i gol arrivano: raddoppia il Cagliari e accorcia la Roma con De Rossi ma è troppo tardi. “Chi comincia bene è a metà dell’opera” Sandro commenta così la prima giornata di Campionato e, dopo essersi rifiutato di puntare su qualsiasi scommessa gli abbia proposto, se la prende con il nuovo scooter di Marco: “Porta sfiga!”
La Curva continua a cantare anche dopo il triplice fischio perché quando si ama si vince sempre e perché se Dio per creare il Mondo ha impiegato 7 giorni, Luis Enrique per la nuova Roma avrà bisogno di molto più tempo e questa è solo la prima di campionato: possiamo aspettare.

(di ChiaraMaria Gargioli tratta da IL ROMANISTA del 13 Settembre 2011)

09 settembre 2011

QUANDO LA MODA CHIAMA...SI RISPONDE SEMPRE.

Dopo il grande successo ottenuto a Milano, l'8 settembre 2011, Arriva per la prima volta anche a Roma la Vogue Fashion's night 2011, la notte della moda, che invaderà la capitale il prossimo 15 settembre 2011.

L’evento, organizzato da Vogue Italia, vuole avvicinare il mondo della moda al grande pubblico, creando un'occasione di incontro con gli stilisti e i principali protagonisti del fashion. È un'iniziativa di respiro internazionale, che coinvolge un numero sempre crescente di Paesi: dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Cina alla Corea.

AltaRoma organizzerà Tailor-Made Tour, percorso nell'area selezionata raccontato attraverso atelier, sartorie e botteghe artigianali che lavorano sul 'fatto a mano'. La festa della moda a Roma comincerà alle 19 e terminerà dopo le 23. Le vetrine avranno allestimenti speciali e nelle boutique delle griffe è prevista la presenza di stilisti e celebrities. Hanno aderito all'evento tutti i brand del lusso, da Chanel a Fendi, da Valentino a Bulgari, da Prada a Blumarine. Molte griffe hanno realizzato un oggetto speciale in limited edition firmato Vfno, il cui ricavato sarà devoluto a favore della Croce Rossa Italiana per l'acquisto di un macchinario per ecografie preparto da utilizzare nella missione del Corno d'Africa.
 
NON CREDO CI SIA BISOGNO DI AGGIUNGERE ALTRO...:-)
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